12/10/2010
2 recensioniEccovi la mia prima fic in questo fandom…
Sinceramente era un po’ che pensavo di pubblicare qualcosa di IchiRuki, ma non ho mai trovato l’occasione buona.
E dopo aver letto il capitolo 423… eccola!
Fatemi sapere cosa ne pensate e… Buona Lettura!
Incomplete
Man mano che Rukia mi spiegava quello che era successo, una consapevolezza stava prendendo piede dentro di me. Lei è un’anima, è uno Shinigami. Solo gli Shinigami possono vedere le anime e gli altri Shinigami. Le persone comuni, prive di poteri, non hanno questo privilegio.
E ora io sarei diventato come uno di loro, un normalissimo essere umano.
Non l’avrei più vista, non l’avrei più percepita. Non sarei mai più stato in grado di proteggerla, né di sapere dal suo reiatsu se stesse bene o se fosse in pericolo.
E questa consapevolezza mi affligge, come una morsa stretta allo stomaco.
Non ci posso, né potrò in futuro, fare niente.
Cerco di nascondere il dolore che mi ha colpito, senza riuscirci troppo bene.
Esco fuori dalla stanza, ho bisogno di cambiare aria.
Mi guardo attorno, nella città che mi appare così desolata.
Non riesco a percepire niente, nessuno.
Non una singola anima.
Non mi sarei accorto nemmeno di Rukia, se solo non avessi sentito il rumore del suo passo.
“Questo è un addio, Ichigo” sorride, amara come non mai.
Anche lei ha capito.
“…Sembra di sì” rispondo io, cercando di sorridere.
I miei occhi mi tradiscono.
Finiamo per discutere, scioccamente. E nella nostra stupidità adolescenziale – o per lo meno la mia – ci siamo avvicinati molto più del previsto.
Se solo io muovessi un muscolo, finirei per sfiorarla.
Chissà se mi risulterebbe impalpabile anche al tatto, così come sta svanendo davanti ai miei occhi…
In un attimo ci zittiamo, consapevoli di quello che stava per accadere.
Di lì in poi, tutto sarebbe cambiato.
“Dì a tutti che darò il meglio di me” bisbiglio, e non posso fare a meno di pensare che è tutt’altro quello che le vorrei dire.
Lei abbassa lo sguardo, mormorandomi un “…okay” desolato.
Incrociamo gli sguardi per un ultimo istante, che mi pare infinito.
Lei sembra incompleta, insoddisfatta… malinconica.
E io non posso fare altro che dannarmi a vita per non averla mai baciata.
A cosa servirebbe farlo ora? A nulla. Per cui mi limito a rivolgerle uno sguardo addolorato, cercando di esprimerle con gli occhi quello che non ho mai avuto il coraggio di dirle. Quello che provo per lei.
E mentre bisbiglio un ultimo “Grazie” non riesco a frenare il pensiero di aver perso la donna della mia vita, l’unica che io abbia mai Amato – e desiderato di amare – davvero.