Titolo: Nessun
pericolo Note: AmaAnge.
Sì. Scritta solo per la mia Micchi - sennò non
avrei mai scritto su questo pairing! Comunque...! Prima One-shot della
raccolta. La prossima sarà una BatoBea. Se avete
suggerimenti o richieste per le successive, ditelo pure nei commenti...! Disclaimer: Umineko
non mi appartiene, altrimenti Bernkastel morirebbe di una morte lenta e
crudele.
Personaggi: Ange,
Amakusa.
Pairing: Sligh
onesided-Ange/Amakusa.
Rating: Verde.
Genere: Introspettivo,
slice of life.
Avvertimenti: One-shot.
Nessun
pericolo
Ange
era sempre stata riluttante a fidarsi
delle persone.
Trovava
difficile riporre la sua fiducia in
chiunque; aveva paura che qualcuno la potesse tradire.
Dopo
la morte della sua famiglia, dopo che
sua madre, suo padre e il suo fratellone se ne erano andati si era
chiusa in se
stessa. Forse era per quello che non aveva mai dato un'occasione a sua
zia Eva
di spiegarle perché ce l'avesse così tanto con
lei, perché sembrasse odiarla.
Eppure, Ange aveva chiesto tante volte alla zia cosa fosse accaduto a
Rokkenjima durante quei due giorni in cui la sua famiglia le era stata
portata
via – e le aveva dato dell'assassina, perché Ange
allora era sicura che fosse
lei la colpevole dietro quella strage. Ed Eva non aveva mai risposto;
si era portata
la verità con se, anche nella tomba.
Lei
non avrebbe mai saputo. Nessuno le
avrebbe mai rivelato la verità riguardo l'accaduto.
Era
– di nuovo – rimasta sola con se stessa
come unica compagnia – dentro di se sapeva che Maria,
Sakutaro e le Sette Sorelle
erano solo frutto della sua immaginazione... ma già una
volta le aveva negate e
non sarebbe successo ancora: la solitudine che aveva provato dopo
quell'accaduto l'aveva segnata troppo.
Così,
quando venne a sapere che Okonogi
aveva “assoldato” Amakusa Juuza come sua guardia
del corpo durante la sua
ricerca sulla verità degli omicidi di Rokkenjima, Ange non
poté fare a meno di
sbuffare e sentirsi un po' – ma proprio poco –
contenta, un'improvvisa
leggerezza che si faceva strada nel suo petto.
Le
affiorò un sorriso – impercettibile –
sulle labbra, quando lo vide.
Avrebbe
avuto qualcuno accanto durante quel
suo lungo viaggio, non era sola.
Anche
se... quell'uomo era irritante,
fastidioso. E non si faceva mai gli affari suoi.
Non
sopportava i suoi modi di fare: era
troppo invasivo – ed Ange aveva creato attorno a se delle
barriere che non
gradiva che la gente attraversasse. Tuttavia, lui era una delle poche
persone –
se non l'unica – che fosse stato in grado di avvicinarla a se.
Per
quanto fosse infantile e sciocco...
lui, semplicemente, era stato in grado – sin da quando era
piccola – di starle
accanto e di farle compagnia. L'aveva fatta sentire al sicuro
così tante volte;
l'aveva fatta sentire non sola così tante volte...
Finché
le fosse stato accanto, Ange era
sicura che la sua vita non sarebbe mai incorsa in nessun—
“Amakusa.”
“...
Nh?”
Un'auto
davanti alla loro sterzò
improvvisamente, velocemente. Un'altra suonò il clacson e
l'autista si sporse
dal finestrino, gesticolando e urlando mentre passava accanto a loro.
“Siamo
nella corsia opposta.”
—pericolo.
O
quasi.
Era
in momenti come quello che Ange si
trovava costretta a chiedersi cosa le fosse passato per la testa quando
si era
detta che avendo Amakusa accanto sarebbe stata meglio, sarebbe tutto
filato
liscio, senza intoppi e senza alcun problema.
Lui
l'avrebbe protetta: era la sua guardia
del corpo, infondo – anche se a volte le pareva fosse... di
più.
(Ange
non sapeva ancora però che sarebbe
morta e che sarebbe stato lui ad ucciderla)
E
mentre l'auto sfrecciava nella strada
gremita di gente, Bernkastel guardava la scena dall'alto, divertita.