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Autore: eos75    12/10/2010    2 recensioni
...Quante volte son rimasto a guardarti in questo modo per notti intere, aspettando la mattina e il momento di fare ancora una volta l’amore con te. Magari prima dell’ennesimo, lungo distacco.
Ho perso il conto.
Come ho perso il conto delle volte in cui avrei voluto dirti tutto, mandando al diavolo il Mondo intero, per vivere finalmente liberi, senza stupidi sotterfugi e sciocche bugie...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Mamoru Izawa/Paul Diamond
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The game between you and me'
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Il ticchettio della pioggia è un fruscio sommesso, lento, un sottofondo al tuo respiro regolare e leggero.
Apro gli occhi nell’oscurità e man mano gli oggetti prendono forma nella stanza intorno a noi, illuminati dal lontano bagliore dei lampioncini del giardino.
Ti ascolto ancora un poco e quindi mi volto adagio, poggiando la testa su un gomito affondato nel cuscino, e non riesco a trattenere una risatina, vedendoti avvolto come al tuo solito in un bozzolo intricato di lenzuola e coperte.
Quante volte son rimasto a guardarti in questo modo per notti intere, aspettando la mattina e il momento di fare ancora una volta l’amore con te. Magari prima dell’ennesimo, lungo distacco.
Ho perso il conto.
Come ho perso il conto delle volte in cui avrei voluto dirti tutto, mandando al diavolo il Mondo intero, per vivere finalmente liberi, senza stupidi sotterfugi e sciocche bugie.
Invece, c’era sempre qualcosa che me l’impediva: un contratto nuovo con uno sponsor, l’impegno in una Coppa, la convocazione in Nazionale…
Buffo, vero, come il calcio, che ci ha uniti fin da piccoli,ci abbia pure costretti a stare lontani per tutto questo tempo?
Un coming-out era impensabile e no, non solo per me…
Non avrei mai sopportato l’idea che la tua carriera potesse spezzarsi a causa mia.
Era quasi tutto più facile quando anche io giocavo ancora, seppure fossi lontano, in Germania. In fondo l’abbiamo saputo fin dal primo momento che no, con uno della squadra *mai* e se proprio doveva essere, prima sarebbe sempre e comunque venuto il calcio, che era il nostro sogno, la nostra ragione di vita.
Fino a tre anni fa non avevo mai scorto nel tuo sguardo quella scintilla di speranza che m’ha tolto il sonno per notti intere, quella luce che non chiedeva altro che d’essere corrisposta.
Non è stato facile, Mamoru, fare finta di nulla, continuare a vederci come prima, come fosse davvero solo sesso e niente altro.
Nascondere ciò che avevo scoperto di provare, mantenere quella luce lontana dal mio sguardo, i miei sentimenti celati dietro una maschera inespressiva, spesso sprezzante, forse addirittura fredda e distaccata, è stato più difficile da dissimulare della paura che ti fa battere il cuore davanti all’avversario che ti sfida dal dischetto.
Ed era ogni volta più doloroso lasciarti senza averti detto nulla.
Ho deciso per entrambi e forse non è stato giusto nei tuoi confronti, ma a volte sei testardo e impulsivo, Mamoru Izawa, e quando dici che “non te ne frega niente”, lo dici sul serio, purtroppo, senza pensare alle conseguenze…
Lo hai detto anche stasera, dopo che sei crollato sopra di me, sfinito, mi hai baciato e m’hai chiesto perché mi son deciso solo adesso a dirti che ti amo.
Perché non ce la facevo più. Semplicemente.
Perché avevo tirato troppo la corda e, nonostante le mie ragioni fossero le migliori al mondo, la tua pazienza era al limite ed era giusto che sapessi.
Ho avuto la netta sensazione che stessi per darmi un pugno quando t’ho rivelato di come l’anno scorso, più o meno in questa stagione, ero stato sul punto di vuotare il sacco. Ero venuto a casa tua, subito dopo la partita, e praticamente non mi avevi lasciato il tempo di parlare. Era stato particolarmente piacevole essere aggredito in quel modo, soprattutto visto quello che desideravo dirti.
Poi…
Poi mi hai trascinato sotto la doccia, baciandomi con tanta foga da lasciarmi senza fiato e, quando ti sei finalmente deciso a liberarmi, mi hai comunicato con gli occhi scintillanti di felicità che una ditta importantissima ti aveva scelto come suo uomo-immagine…
Ricordo d’aver preso il tuo volto fra le mani e d’aver ricambiato quel bacio, lasciando che l’acqua scorresse sui nostri corpi, mischiandosi alle lacrime che non ero riuscito a ingoiare.
Mi hai dato dello sciocco, hai detto che non sarebbe stato un problema, che per me avresti mandato pure a monte tutto.
Ecco.
Appunto.
Non cambi mai, Izawa.
Sorrido, anzi, ghigno guardandoti mentre ti agiti nella morsa delle lenzuola. Con piccoli sobbalzi ti giri supino, e non posso fare a meno di ridacchiare.
“Uhmpf!” Sbuffi, voltandoti a guardarmi “Che c’è da ridere?” Ringhi.
“Sei ridicolo, lo sai?”
Per tutta risposta corrughi le sopracciglia e mi scruti un istante con aria assassina attraverso la frangia scompigliata. Poi sospiri e il tuo viso si distende in un’ombra di sorriso malinconico “Non dormi?”
“No.”
“Perché?”
Rimango in silenzio un attimo, soppesando se rivelarti o no questo mio piccolo segreto.
Ma il tempo delle bugie è solo un ricordo lontano.
“Mi piace guardarti mentre dormi.”
Un lampo sorpreso nel tuo sguardo ed è come se avvertissi il battito del tuo cuore accelerare. Sorridi e districhi un braccio dal tuo bozzolo, allungando una mano dietro la mia nuca, costringendomi delicatamente a un bacio a fior di labbra.

“Resto per te, Mamoru.”






Angolo felino


Il titolo è parte del testo di “Enjoy the silence” dei Depeche Mode (anche se, lo ammetto, come sottofondo di questa fic sento di più la versione dei Lacuna Coil^^)

   
 
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