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Autore: Valery_Ivanov    13/10/2010    4 recensioni
Ciao a tutti!! Beh, che dire di questa storia… è ambientata dopo la fine di Inuyasha, quindi mi spiace per le fan di Naraku, ma lui non sarà presente!! E’ incentrata sul personaggio di Sesshomaru che, dopo la sconfitta di Naraku, è tornato al suo palazzo nelle terre dell’ovest, solo per scoprire che… beh, leggete e lo saprete! E no, non si parla di mogli o etichette noiose da seguire, infatti il Principe lascerà ben presto il suo palazzo diretto verso un anonimo villaggio del Giappone. La sua missione? Oh, ma insomma, non vorrete che vi racconti tutta la storia in questa breve introduzione, no? Cliccate sul titolo e saprete tutto!!
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

 

«Nobile Sesshomaru; entrate, prego»

Il demone chiuse la porta dietro di sé con un colpo secco e silenzioso. La stanza era piccola, arredata elegantemente con mobili pregiati e delicati soprammobili intarsiati, come una grossa anfora decorata dal disegno di un enorme dragone posta su un tavolino dietro le spalle del demone che lo stava aspettando. La luce filtrava appena dai sottili spiragli di luce lasciati dalle ampie tende scure, tirate a nascondere le poche finestre del luogo. Il Principe avanzò regalmente, sedendosi di fronte al vecchio. Era un demone, ma il corpo era ormai decrepito e secco, nonostante i muscoli guizzanti sotto la pelle, tesa e macchiata di scuro in alcuni punti. Il suo corpo aveva vissuto troppo a lungo anche per un demone, ma la luce bramosa di vita negli occhi del vecchio ardeva più brillante che mai.

«Saggio Kitoku»

«Nobile Sesshomaru…» il vecchio ridacchiò, puntando i suoi occhi penetranti sulla figura candida del Principe dei Demoni. «Immagino non conosciate il motivo della vostra convocazione…»

«Immaginate bene» ribatté gelido Sesshomaru. Era stato costretto ad interrompere il suo viaggio per un richiamo urgente dal palazzo, e la cosa lo aveva infastidito non poco. Dopo la morte di Naraku era tornato a riprendere le redini del suo impero, scoprendo che non era la vita adatta a lui: un mucchio di demoni dei più disparati casati che cercavano in tutti i modi di accaparrarsi i suoi favori o proporgli le loro figlie, problemi sempre nuovi che spuntavano come funghi e che richiedevano sempre una sua soluzione immediata, i tre saggi che cercavano di convincerlo ogni giorno a prendere moglie per avere un erede e iniziare nuove guerre contro i territori adiacenti per espandere il proprio, servitori incapaci di assolvere i loro compiti, pettegolezzi e calunnie su Rin. Rin, che ormai stava crescendo ed era vista sempre meno di buon occhio al palazzo.

Se n’era andato dopo pochi mesi.

Si sentiva prigioniero, soffocato; quasi nessuno gli mostrava veramente il rispetto che meritava, e lui doveva sempre più spesso trattenersi dal compiere una strage. Aveva condotto una piccola battaglia, ma combattere assieme al suo esercito non gli dava più la stessa soddisfazione; preferiva lo scontro singolo con un avversario, il clangore delle lame che lo vedeva protagonista indiscusso e il godimento interminabile della vittoria strappata con le sue ineguagliabili forze. Non ce l’aveva fatta a restare in quel mondo di legno, soldati, consiglieri e cortigiane. Aveva preso Rin e Jacken e, affidate tutte le decisioni e le direttive per eventuali guerre al consiglio dei saggi, era tornato al suo vagabondare solitario.

Ed ora era nuovamente costretto fra quelle mura che odiava. Non capiva come avesse fatto un tempo a desiderare di esserne il padrone; negli ultimi anni gli avevano portato solo noie. Sperava fosse una faccenda veloce, anche perché era stato costretto a lasciare Rin, Jacken e Ah-un fuori dai confini, in una casupola abbandonata.

«Lasciate che vi illustri la situazione, Nobile Sesshomaru» proseguì il vecchio, gli occhi sempre fissi sulla figura imperscrutabile davanti a lui. «Forse non vi è giunta voce dell’andamento della guerra contro il Signore di Amagi… abbiamo perso numerosi uomini negli ultimi attacchi e per poco non abbiamo rischiato di perdere l’avamposto ad Est. Molti valorosi generali sono morti per difendere strenuamente quel luogo»

Sesshomaru rimase impassibile. Non ricordava nemmeno il nome dei suoi generali, figurarsi il loro volto. La loro morte era per lui una faccenda di nessun interesse.

«Il Signore di Amagi, però, non è soddisfatto di spingerci sempre di più, lentamente, verso la sconfitta; vuole umiliarci definitivamente. Ci è giunto qualche giorno fa un messaggio in cui ha proposto una soluzione per concludere questa guerra che dura ormai da due anni e che, fino a qualche mese fa, stavamo vincendo noi»

L’espressione del Principe non si incrinò di un millimetro. Probabilmente era una sfida diretta a lui, uno scontro fra i Signori dei territori in guerra. Non era una cosa inusuale, dopotutto.

«Propone di far combattere, invece che i nostri due eserciti, un gruppo di guerrieri che non superi i venti uomini da ambo le parti. Possono essere mercenari, soldati, generali, è indifferente; umani, demoni o mezzodemoni. L’unica limitazione è che non siano più di venti, e non è necessario che siano in numero uguale da entrambe le parti; questi due piccoli schieramenti saranno guidati dai rispettivi Signori»

Cadde il silenzio. Sesshomaru non sapeva cosa rispondere. Era la proposta più assurda che avesse mai sentito, e doveva nascondere qualche trucco. Ma non riusciva a capire quale.

Un mese. Perché tutto quel tempo? Era solo un bluff per prendere tempo, perché avevano subito perdite più numerose di quanto avessero dimostrato? In ogni caso, era una proposta assolutamente da rifiutare.

«Il consiglio degli anziani ha accettato»

Sesshomaru assottigliò gli occhi. Idioti. Visto che avevano accettato, che se ne cavassero loro, allora. Che diavolo volevano da lui?

«Immagino vi starete chiedendo quale sia il vostro ruolo in tutto ciò, visto che l’incontro è fissato tra un mese…» lo sguardo del Principe rimase impassibile. «Vedete, Nobile Sesshomaru, continuando la guerra in questo modo non abbiamo speranze di vittoria. Il Signore di Amagi è entrato in possesso di qualcosa, una forza che non riusciamo a definire ma che lo ha reso immensamente più potente»

«Non mi risulta che nel nostro esercito vi siano venti guerrieri così valorosi da poterci portare alla vittoria, in questo caso» commentò gelido il demone, spazientito. «Avreste dovuto rifiutare»

Il vecchio ridacchiò, e una strana luce gli illuminò gli occhi.

«Oh, no, Nobile Sesshomaru; non siamo così sciocchi da non sapere che nel nostro esercito non c’è nessuno con la potenza necessaria per battere i guerrieri di Amagi, ma forse avete dimenticato che possiamo ricercare la forza che ci serve all’esterno:» e le sue labbra si incurvarono in un sadico sorriso. «Mercenari…»

Mercenari. Il solo suono di quella parola lo disgustava. Assottigliò gli occhi. Odiava far combattere le sue guerre a pomposi guerrieri che si credevano tanto forti da poter combattere per chiunque avesse sufficiente denaro per pagarli. Non avrebbe mai chiesto l’aiuto di gente simile. Ma da come parlava il saggio aveva già in mente qualcuno di preciso.

«A chi vi state riferendo?» domandò secco, e il demone esplose in una breve risata roca.

«La vostra intelligenza è pari solo alla vostra forza, Nobile Sesshomaru… un nostro esploratore ha trovato qualcosa di molto interessante nel villaggio di Yoto, situato a sud, non troppo lontano da qui; un demone può tranquillamente coprire quella distanza in una settimana. A piedi immagino si impiegherebbe molto di più» scrollò le spalle. «E’ stata rilevata un’aura fuori dal comune, laggiù. Qualcosa di mai sentito: l’esploratore ha detto che era come se un’immensa potenza fosse racchiusa in un piccolo vaso, controllata perfettamente. Si è avvicinato e ha scoperto la fonte di tale potere: una giovane ragazza proveniente dal villaggio»

«Un’umana?» ribatté Sesshomaru con tono sprezzante.

«Così sembra… di certo deve nascondere qualcosa… che potrebbe rivelarsi la nostra arma vincente»

Il Principe iniziò a sospettare il motivo della sua convocazione.

«Nobile Sesshomaru…» il vecchio lo fissò dritto negli occhi d’ambra con le pupille bramose. «Portateci questa ragazza. Scoprite il suo segreto, e il modo per usarlo a nostro vantaggio»

«E’ solo una» ribatté Sesshomaru, annoiato. «Mi sembrava di aver capito di dover schierare venti guerrieri»

Il consigliere ridacchiò. «Suvvia, Principe, portateci la ragazza. Provvederemo noi a renderla utile per la nostra guerra»

Le avrebbero estratto la potenza per poi riversala in specifici talismani da consegnare ai guerrieri migliori dell’esercito. In più, probabilmente contavano sulla sua presenza in campo. Sapevano bene che nessun demone era in grado di sconfiggerlo. Ciononostante, c’era qualcosa che non riusciva a spiegarsi nella proposta del Signore di Amagi; era troppo vantaggiosa per loro, e poi lui stava vincendo la guerra: perché rischiare?

Comunque sarebbe andato a prendere quella ragazzina, in modo da porre fine a quella storia e non dover più vedere il volto marcio del vecchio Kitoku. Si alzò in un fruscio di seta, e il demone lo guardò soddisfatto.

«Sono lieto di vedere che tenete ancora ai vostri possedimenti, Nobile Sesshomaru»

Il Principe non rispose, avviandosi verso la porta scorrevole.

«Ah, Nobile Sesshomaru… la ragazza si chiama Shizuki. Confido che la porterete qui illesa e nel minor tempo possibile… accondiscendente o contro la sua volontà»

Il demone sparì con guizzo oltre le leggere porte di legno.

 

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Eccoci qui!! Vi avviso fin da subito che per tutti i personaggi che compariranno nel corso della ficcy metterò un’immagine, così potrete osservarli in tutto il loro splendore! Commentate numerosi!!!! *-^

  
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