Si sentì improvvisamente molto vecchio quando si massaggiò la spalla dolente e pensò di doversi riposare. Non lo aveva pensato neppure durante la guerra, ma pensò anche che scopare con Edward Elric fosse molto peggio.
Per approcciarsi a lui, in qualsiasi modo, si doveva sempre finire per lottare; quando semplicemente ci si voleva avvicinare a lui per carezzargli la testa tirava fuori le unghie e soffiava, graffiava, ringhiava. Non si comportava diversamente quando si trattava del sesso; per costringerlo sotto di sé Roy aveva dovuto imprigionarlo tra il proprio corpo e lo schienale della sedia, i baci dovevano sempre, per forza, trasformarsi in morsi e nel momento in cui era riuscito ad aprirgli le gambe lo sguardo del ragazzo si era acceso, ma avrebbe giurato che non si trattasse di desiderio o eccitazione, quanto rabbia per la sconfitta. Riuscire ad arrivare all’orgasmo dentro Edward poteva essere considerata una delle sue più grandi vittorie – era come conquistare un territorio inesplorato, aspro, pieno di rovi di spine acuminate. Il ragazzo le affilava spesso per essere sicuro che nessuno avesse il coraggio necessario ad avventurarsi.
Il respiro di Ed era profondo, sconnesso, agitato, come se avesse paura di quello che stava succedendo perché non lo capiva; quando Roy venne lui lo cacciò via con un calcio e si rivestì in fretta, mancando tre volte l’asola dei pantaloni. L’adulto non riusciva a smettere di guardarlo con un certo affetto che andava ben oltre la sfera sessuale – non era neppure nello stesso universo. “Che succede, Fullmetal?”
“Non sono affari suoi.”
Roy sospirò; era solo un ragazzino pauroso, in fondo. Scopare con qualcuno doveva essere per lui  qualcosa di sconcertante.
“Posso farti una domanda?”
“Dipende dal livello di stupidità della domanda stessa.”
“Come mai sei voluto venire a letto con me?”, gli domandò, allacciandosi i polsini della camicia.
Edward sbuffò, un ciuffo di capelli si spostò da destra a sinistra. “Sono un ragazzo in piena crisi ormonale, mi fanno schifo le donne e mio fratello è una fottuta armatura. Mi sembra una spiegazione più che logica.”
“… ah?”
Premette così tanto sul bottone del polsino sinistro da staccarlo; lo sentì rotolare sul pavimento.
Altro che ragazzino spaventato e ignorante, cazzo.
“Ha capito benissimo perché mi sono spiegato benissimo. Alla prossima.”