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Autore: LittleLiar    14/10/2010    1 recensioni
Una ragazza semplice, che, come tante, ha un lieve amore. L'amore che si può avere a quindici anni, senza molte pretese.
One-shot romantica, spero ci piaccia
^^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dovevo comprare il latte, come in quella canzone di Gianni Morandi "Fatti mandare dalla mamma, a prendere il latte..."

Solo che non c'era nessuno ad aspettarmi sotto casa. Ero io, io ad andare da lui. Ebbene sì, come la maggior parte delle ragazzine di quindici anni, avevo una cotta per un ragazzo. Un ragazzo di ben diciassette anni tra l'altro.
Non avevo speranze con lui. Patetica, lo so. Inoltre, fino a ieri era anche fidanzato con una ragazza carina, magra, con tutte le curve al posto giusto. Eravamo anche amiche, o meglio, lei credeva che lo fossimo, ma a me non era mai piaciuta molto.
Lei, la ragazza, non aveva mai capito nulla di me: mi considerava solo e soltanto una piccola bimba inconsapevole, che non ha mai avuto un ragazzo, né dato il suo primo bacio.
Ero divenuta amica del suo ragazzo. Tuttavia, se devo essere sincera, l'affetto che mi legava a lui era ben lontano dall'amicizia. Molto lontano.

Un giorno di ottobre, ad una festa.
"Hey, Ginevra, lui è Luca...un mio amico". Lui sorrise, cortese. Rimasi stupefatta. Era bello. Quegli occhi grigi, imperscrutabili. Sentii tensione nell'aria, vidi lui irrigidirsi. Cosa stava accadendo? Sentii il battito del mio cuore accelerare. Allora era questo che si provava con il colpo di fulmine? O meglio, che si sentiva in un'attrazione puramente fisica? Non potevo essere attratta da lui in nessun altro modo, non ci conoscevamo nemmeno.
Notai il suo sguardo interrogativo. Percepiva anche lui ciò che percepivo io?
Poi vidi i suoi occhi posarsi su qualcosa (o qualcuna...) dietro di me, e illuminarsi di comprensione. Un'ultima occhiata fugace a me, e mai più mi guardò come allora.
"Invece, Luca...lei è Sara"
E l'idillio finì


Erano passati due mesi da allora. Lo vedevo soltanto quando lui e Sara uscivano col gruppo.
Passai sotto casa sua, dopotutto il supermercato era da quelle parti... Avevo scoperto dove fosse la sua casa perché una volta il gruppo si era dato appuntamento lì.
Lanciai una veloce occhiata al suo portone, poi tirai dritto. Se mi fosse fermata e l'avessi incontrato, come avrei potuto giustificarmi?
Non potei però trattenermi dal rallentare e dal sognare ad occhi aperti.

Ad un certo punto mi sentii chiamare
"Hey, Ginevra, aspetti qualcuno?" In dieci secondi valutai decine di possibilità, finchè non si ridussero a due soltanto: fermarmi, o far finta di non averlo sentito. Ma la parte irrazionale di me, quella sognatrice, che subiva la sua influenza, prevalse. Mi voltai, come se avessi realizzato solo in quel momento che parlava con me.
"Io? No, no...ciao, comunque..." Sorrisi, in imbarazzo. Mi sentivo come se mi avesse sorpresa a fissarlo. Arrossii e guardai altrove.
"Sì, ciao... ma che stavi facendo?" decisi di essere sincera
"Ehm... devo comprare il latte". Una risposta un po' idiota. Avrei anche potuto semplicemente dire che ero diretta al supermercato... Avev la sensazione di essere fissata dall'argento fuso nei suoi occhi, ma non potevo sincerarmene perché il mio banale color nocciola non poteva sostenere tanta magnificenza, e tenevo lo sguardo fisso a terra
"Senti, ti devo parlare....ti posso accompagnare? Tanto il supermercato è qui vicino, no?"
Non risposi subito. Assorbii la domanda. Annuii, incapace di dire qualcosa.
"Ginevra, ti ricordi alla festa dove ci siamo conosciuti?" annuii. E quindi?
"Ecco...hai avvertito quello che avvertivo io?" il mio cuore raddoppiò, ma che dico, triplicò i battiti. Però non volli scoprirmi subito
"In che senso, Luca?" guardavo dritto davanti a me, mentre lui si avvicinava sempre più, ed io potevo sentire il suo odore...
Si fermò, ed io con lui. Ci mettemmo uno di fronte all'altra. Ero così bassa rispetto a lui che fissavo il suo petto. Lentamente, come se il tempo si fosse fermato, mi alzò il mento con un dito
"Attrazione, piccola Ginevra...attrazione"

Prima che potessi immaginare di sentire le sue labbra sulle mie, aprii gli occhi, dandomi della stupida. Mi ero fermata esattamente davanti al portone, comportandomi come una sconsiderata. Scossi la testa, sperando che quello fosse il punto massimo dove le mie fantasie potessero spingersi.
  
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