L’ho scritta in un momento di sfogo, avevo bisogno di “guardare in faccia” la mia frustrazione.

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Egoism [And Now, Shine]

Sei un egoista.

Un odiosa, stupida, idiota egoista.

Ti sei chiusa in te stessa e lo sei diventata.

Era questo il tuo scopo, pensare solo a te stessa, perché pensare agli altri fa male.

E ora ci sei riuscita.

Ora ci sei tu in primo piano, e gli altri vengono dopo, sempre che ci sia qualcun altro oltre a te.

Perché hai chiuso le tue porte a chiunque.

Sei una vigliacca. Hai solo paura di soffrire.

Vuoi stare bene, ma hai commesso un errore.

Anche l’egoismo porta sofferenza, non lo sapevi?

Che ingenua sei stata...

E ora soffri.

Soffri per quello che sei diventata.

Soffri perché non sai più come aprire il tuo cuore agli altri, la paura è troppa.

Ti blocca. E tu rimani ferma.

Ogni passo che provi a fare ritorni indietro di due.

E vuoi solo cancellare il tuo egoismo come la voce di una lista.

Ma non si può.

E ora piangi.

Cosa lo fai a fare? Ti serve a qualcosa? Che ottieni a questo modo?

Nulla. Perché non hai nulla. E nulla riceverai.

Ti sei creata il vuoto attorno, è stata una tua scelta.

Pagane le conseguenze.

E ora sorridi.

Come hai sempre fatto.

Il tuo sorriso falso, quello che rivolgi a tutti.

Nascondi il dolore con una maschera impassibile. La tua.

Per non far vedere agli altri quanto soffri.

E ora, alza gli occhi verso il cielo.

È azzurro, di un azzurro luminoso.

La tempesta lo copre e lo rende di quel nero cupo che fa tristezza.

Ma ecco, vedi? È di nuovo azzurro.

Anche tu ritornerai azzurra.

E sarai di nuovo luminosa.

E ora, risplendi.

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Una piccola riflessione sulle conseguenze della propria paura della sofferenza, dopo aver sofferto ci si chiude in sé stessi e si evitano i contatti troppo diretti con le altre persone, per timore di ridursi di nuovo in questo modo. Si diventa egoisti per non fare troppo affidamento sugli altri, in fondo, tu ci sarai sempre, ma gli altri prima o poi se ne andranno. Eppure abbiamo così bisogno di altre persone, tanto che a volte ci troviamo a dipendere da loro. C’è un certo tono d’accusa, che richiama l’errore commesso nell’allontanarsi dalle altre persone. Un finale ottimista indica la nuova speranza, la speranza che si ritorni a stare bene e a vivere una vita in cui sono presenti anche gli altri, magari persone su cui fare affidamento.

Spero di non aver scritto nulla di incomprensibile, la mia mente è piuttosto articolata e spesso non trovo neanch’io la testa e la coda dei miei pensieri. Come ho già detto, è stato solo uno sfogo. Grazie a chi ha letto.

Kami.