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Autore: lady hawke    07/11/2005    8 recensioni
Un uomo solo, indifeso in tempi difficili e una responsabilità forse troppo grande."Tradirò, è inevitabile. Ho paura della morte, del dolore. Temo Voldemort e per questo lo servo, per non soffrire, per rimanere vivo. Non ho coraggio".
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Brivido

                                Brivido

 

 

Sirius sembrava avere molta fretta quella sera, si muoveva a passo spedito verso una piccola casa scura semi nascosta nel borgo. Camminava velocemente, per niente intimidito dal freddo. Raggiunta la sua meta si mise a bussare violentemente contro la piccola porta.

Fu James, inconfondibile con i suoi capelli sempre disordinati ad aprirgli la porta, un poco sorpreso per quella visita.

- Felpato, che c’è? Sembri inseguito dal diavolo in persona. -

- Questo non è troppo lontano dalla realtà, James. Devo parlare con te e con tua moglie, adesso. -

James si scostò quanto bastava per lasciar passare il suo amico, poi richiuse velocemente la porta dietro di sé. Una voce femminile dal piano di sopra chiese chi era.

- Solo Sirius, Lily, scendi subito, ci sono novità. -

La donna scese poco dopo raggiungendo i due amici nel salotto.

- Mi dispiace, Harry non aveva proprio voglia di addormentarsi stasera. – disse malcelando un lieve sorriso.

- Harry sta bene? -

- Oh, si, certamente meglio della sua mamma, niente lo può turbare al momento. – rispose sospirando.

- Non è da te parlare a vuoto, Sirius, mi piacerebbe sapere cos’è successo. Si tratta

dell’Ordine? –

- No, non ha niente a che fare con esso, si tratta dell’Incanto Fidelis. Penso comincino a sospettare. – Disse Sirius.

- Di te?- Chiese Lily.

- Sanno che sono una delle persone più vicine a voi, non è poi così difficile fare due più due. Credo fosse per questo che Silente ti aveva chiesto di nominarlo Custode Segreto, James. Forse aveva ragione.

- Perché ti vuoi tirare indietro? Mi fido di te più di chiunque altro al mondo- disse James risentito.

Scese un lugubre silenzio. Lily si mordicchiava il labbro inferiore, inquieta.

- Non è questione di tornare indietro, è che… insomma Ramoso lo sai che c’è una spia vicina a noi, all’Ordine e a te. Può venire facilmente a conoscenza del nostro segreto. Inizialmente avevo pensato di nascondermi, poi mi sono reso conto che sarebbe inutile, e ho pensato ad una soluzione alternativa.  E poi ho un sospetto. – concluse l’uomo.

- Chi? -

- James, penso possa trattarsi di Remus. – disse parlando piano, quasi si vergognasse di quella confessione.

- Come puoi dire una cosa del genere? Perché accusi lui? –  sbottò Lily ad alta voce.

Tutta quella conversazione non aveva senso, tutto sembrava un pessimo scherzo. Non le era mai piaciuta l’idea di quell’incantesimo, non le piaceva il dover affidare la propria vita a qualcun altro esponendolo ad inutili rischi. Questo non era da lei. Silente si era imposto, e alla fine era stata lei a dover cedere, e se solo avesse potuto fare un’altra scelta…Mancavano solo le accuse su Remus; ne aveva passate abbastanza, non poteva credere che Sirius nutrisse sospetti proprio su di lui.

- Non mi piace lanciare accuse del genere, e spero vivamente di sbagliarmi, davvero – aggiunse, notando il disappunto negli occhi dei suoi amici  - Ma pensaci: è diventato più schivo del solito, quasi non lo vediamo più, e da diversi giorni riceviamo notizie su alcune comunità di Lupi Mannari che sembrano ben disposti a schierarsi con Voldemort. Sono congetture, lo so, ma non si può rischiare. -

Durante il discorso del suo migliore amico James si era alzato e aveva cominciato a passeggiare avanti e indietro per il salotto, si era fermato poi davanti ad una delle finestre. Rispose senza guardarlo in faccia, cupo.

- Lo conosciamo da tanto di quel tempo. – Disse con voce flebile, sembrava lo stesse supplicando, credere a quelle parole, anche se dette da una persona cara, non era affatto facile. Per lui era facile fidarsi degli altri, forse era troppo ingenuo ma quelle accuse sembravano così campate in aria. Sirius non avrebbe mai mentito, non con lui.  Eppure era difficile credergli.

Purtroppo a Remus non poteva essere concesso il beneficio del dubbio, non avevano tempo per indagare, e James aveva una famiglia da proteggere.

- A cosa hai pensato? -

- Ad uno scambio. Qualcuno prenderà il mio posto come Custode Segreto e nessuno verrà a sapere del cambiamento, tutto rimarrà entro queste mura. Io andrò in giro vantandomi di conoscere il vostro nascondiglio mentre il vero custode starà al sicuro, e anche voi. -

- Non so se quest’ idea mi piace. – disse Lily con fare pensieroso.

- Non avete scelta, mi dispiace. -

- Nessuno accetterà, se non Silente. -

- No, James, ti sbagli, ho trovato qualcuno di veramente insospettabile, ci aiuterà, e presto sarà qui. -

 

                                                                       ***

 

- No! – Un piccolo ometto, completamente avvolto da un cappotto, quasi volesse scomparirci dentro, scuoteva violentemente la testa in segno di diniego.

- No ho detto. E’ assolutamente meglio che lo faccia Sirius, io…mi conoscete, non sono adatto. -

- Peter, cerca di capire, sei l’unico che può farlo. Poi tu non rischi nulla, nessuno lo saprà. – Ripeté l’amico per l’ennesima volta. Era da dieci minuti buoni che cercava di convincere il suo vecchio compagno di scuola. Possibile che non capisse? Era di fondamentale importanza, tutto dipendeva da lui, ora. 

- E se lo scoprissero? – Chiese cercando disperatamente una scusa a cui aggrapparsi.

- Perché dovrebbero? Fidati Peter, farò in modo che tutta l’attenzione sia concentrata su di me. Questo lo so fare. Accetta per favore. – insistette Sirius

-Insomma, non ho il vostro coraggio, io…perché non Remus? -

- Sospettiamo di lui…- rispose James serio.

- Cosa? Perché mai? Lui non vi ha mai dato motivo di dubitare. -

- Ricordi le notizie dell’altro giorno? I gruppi di Lupi Mannari che sono in contatto con Voldemort. Pensiamo che possa essere uno di loro. – Spiegò Sirius.

- Ma….- cercò di replicare Peter

– Allora? -

- Va bene, va bene. Lo farò, accetterò. -

- Grazie, Peter. Ora siamo davvero nelle tue mani. – Disse Lily, ringraziandolo di tutto cuore per quel sacrificio, che sapeva costargli molto.

- Lo so. Salutami il piccolino. – disse mentre cominciava ad avvertire brividi di freddo già in quella casa familiare.

                     

                                                                        ***

 

Tornando a casa Peter cominciò a sentirsi sempre peggio. La nebbia lo inzuppava e lo opprimeva, camminava chino verso casa sperando di non arrivarci mai, sperando di non dover fare i conti con la realtà.

Il calore delle mura domestiche non sortì alcun effetto su di lui, continuava a tremare. Aveva freddo e una dannatissima paura. Salutò appena l’anziana madre e corse a rinchiudersi nella sua stanza al piano di sopra. Si sedette sulla poltrona, al buio, a pensare.

Custode Segreto dei Potter.

Ecco che cos’era adesso. A lui veniva affidata la vita di tre persone. Non aveva mai pensato a cosa volesse dire avere una responsabilità del genere, Sirius prendeva tutto alla leggera – da sciocco irresponsabile -; invece quello che gli era capitato tra capo e collo era pesante come un macigno.

Non si erano mai fidati tanto di lui. Nessuno si era mai fidato tanto.

Tutta la vita ad aspettare un momento simile, provare un briciolo di grandezza, e tutto ciò che riusciva a provare era terrore, puro terrore.

Se avesse fallito?

Se l’avessero scoperto?

Non sarebbe riuscito a mantenere il segreto, questo lo sapeva, questo lo sapevano tutti.

Era il ripiego di Black, è vero, ma anche lui correva grossi rischi ora come ora.

Ai tempi della scuola c’era sempre stato qualcuno pronto ad esporsi per lui in caso di bisogno: James, Sirius – lui lo prendeva quasi come un gioco – a volte anche Remus. Lui giocava senza rischi. Giocava solo se qualcuno gli copriva le spalle.

Tutto ciò aveva un prezzo, ma ne valeva la pena. Non aveva mai goduto di grande considerazione, e forse gli altri avevano ragione. Non era portato per il Quidditch, non era particolarmente intelligente, non era bello, non era popolare. Eppure era loro amico; a volte doveva inseguirli, anche per un bel tratto, ma poi loro si fermavano sempre ad aspettare.

Era uno di loro, questo aveva sempre creduto.

Però quando gli capitava di trasformarsi in Animago era umiliante essere un piccolo topo in confronto al grosso cervo e all’enorme cane. Piccolo, sciocco, indifeso. Aveva il suo piccolo ruolo scavato con fatica e null’altro.

Ora era il Custode Segreto dei Potter.

Aveva giurato, ora era indissolubilmente legato al destino di quella famiglia.

Un giuramento è un giuramento.

Non gli era affatto piaciuto il tono di Sirius, così perentorio e strafottente. Era abituato a dare ordini, ma non poteva ogni volta sperare che lui eseguisse, come un cagnolino. Invece aveva ceduto, ancora una volta.

 

Era debole.

 

Questo sì che gli era stato rinfacciato, e diverse volte. Ogni volta era doloroso, anche se nessuno sembrava accorgersene.

 

Sapeva che avrebbe ceduto, alla fine. Non sarebbe riuscito a rispettare quel giuramento.

 

Stavolta ne era certo.

 

Era debole, e anche qualcun altro se ne era accorto. Qualcuno con cui non avrebbe voluto avere niente a che fare. Erano così diversi da quando frequentavano la scuola, così minacciosi e così persuasivi. Nemici giurati, tutta la scuola lo sapeva, era una tradizione.

Loro così fieri del loro sangue, del loro potere, della loro ricchezza. Quanta superiorità nel loro modo di fare, mentre erano solo degli stupidi ragazzini, come tutti gli altri.

Poi erano cresciuti e si erano lasciati affascinare da qualcuno che aveva promesso loro il vero potere.

 Mangiamorte, così gli piaceva farsi chiamare. Per loro deve essere stato semplice avvicinarlo, lui completamente indifeso senza gli amici. Avranno riso all’idea di confrontarsi con uno come lui.

Perché si era ostinato ad andarsene in giro da solo? Non se ne stava bene a casa?

Era stato così facile cadere in quella rete.

Quella bacchetta puntata alla gola era davvero persuasiva. Quegli occhi così fieri e determinati, era stato impossibile sostenere quegli sguardi. Era rimasto con gli occhi a terra, sperando che tutto finisse.

 Prima poche parole confuse, poi vere e proprie confessioni. Credeva di dire cose innocue, di poco conto; invece li avvantaggiava, e tanto anche.

La misteriosa spia vicina ai Potter, Peter Minus. Difficile da credere, vero?

 

“Tradirò, è inevitabile. Ho paura della morte, del dolore. Temo Voldemort e per questo lo servo, per non soffrire, per rimanere vivo. Non ho coraggio. Perché sia finito a Grifondoro è ancora un mistero, per me.

Sanno che da me possono estorcere qualsiasi cosa, verranno e vorranno sapere.

Potrebbero torturarmi. Lo faranno. Conoscono incantesimi così oscuri e antichi che nessuno deve ricordare, così crudeli che nessuno deve aver mai usato. Agli assassini piace il sangue.”

 

Eppure un amico non dovrebbe fare questo. Ma i brividi che lo scuotono sono molto violenti e molto persuasivi. Dovrà decidersi, in fondo lui è sono il ripiego di Black. Probabilmente è il suo modo per salvarsi la pelle. Deve essere così, o non avrebbe cercato proprio lui. I sospetti su Remus sono menzogne; un’idea per comprarlo.

Possibile che anche James sia d’accordo? E Lily Evans?

In questo caso la decisione è presa.

                                                                        ***

 

Peter uscì poco dopo di casa senza dare spiegazioni. Fu subito riavvolto dalla nebbia di fine Ottobre. Non sapeva come si sarebbe potuto recare da Voldemort, non l’aveva mai fatto volontariamente, era sempre stato cercato prima d’ora. Cosa dirgli e come?

“ Signore, conosco il nascondiglio dei Potter ”

la paura per quell’uomo era pari alla paura di morire…e alla paura di tradire. Sirius l’avrebbe perseguitato.

Ci vuole coraggio per uccidere gli amici.

 

 

 

 

 

Note: Ho scelto di mettere queste note alla fine per lasciare la lettura “libera” da qualunque condizionamento possibile. Peter è un personaggio certamente scomodo, e certamente odiato dalla maggior parte dei lettori di Harry Potter. In fondo è un traditore, e il suo gesto meriterebbe più di una semplice condanna. Eppure è un personaggio umano, codardo, insicuro e che senza gli amici è veramente indifeso.

L’errore degli altri malandrini è stato quello di considerarlo un sovrappiù per troppo tempo per poi accusarlo a fatti compiuti. Certamente Peter Minus non è discolpabile, ma la sua condizione di eterno “escluso” ha favorito il suo tradimento. In realtà i suoi amici gli sarebbero stati molto vicini, io credo, ma non sono stati capaci di dimostrarlo.

Questa è la mia visione di un personaggio infimo, scomodo, pessimo ma molto umano. E mi dispiace che spesso, in alcune fiction sui malandrini venga semplicemente cancellato, come se non fosse mai esistito, è un personaggio importante dopotutto. Mi farebbe molto piacere che qualcuno lo commentasse^^.

Grazie Ladyhawke

 

 

 

 

 

 

  
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