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Autore: Ritsuka96    16/10/2010    4 recensioni
"Per nessuna ragione al mondo io potrei provare piacere nel posare le mie labbra su quelle di un altro uomo, specie -fece una pausa- se queste labbra sono vostre, Francis Bonnefoy!" dopo di chè uscì dalla camera dirigendosi verso le proprie stanze.
[FranciaxOC!Stato del Vaticano.]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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bonjour
Alla Ambra ed Ele, le mie più care roleplyer di Spagna e Romano, per aver creato questo bellissimo personaggio che è Stato del Vaticano.
Alla roleplayer di Francis per quelle stupende ruolate con Vaticano (interpretato da Ele) che mi hanno ispirato questa one-shot.
Alla Mitsu per avermi betato la fanfic.
A Max per avermi dato un titolo.
A me stessa perchè si.


°°°°°°°




Francis Bonnefoy aveva amato tante cose e tante persone nel corso nei secoli, e continuava a farlo.
In fondo era la nazione dell'amore, avrebbe potuto fare altrimenti?
Il suo cuore era diviso in tanti pezzettini tutti uguali, ognuno ne aveva il proprio.
Forse la nazione francese non se ne accorgeva, ma a qualcuno riservava un pezzetto un po' più grande degli altri.
Questo qualcuno era lo stato a cui era legato da secoli e secoli ormai: Vaticano.

Se ne stava piegato sulla ginocchia  il piccolo stato della Chiesa, a pregare il suo Dio come ogni buon credente. Pregava per gli altri fedeli, per le altre nazioni, per il mondo.
Benedetto "Vaticano" Croce pregava spesso e, senza accorgersene, molte delle sue preghiere erano rivolte a quella nazione. Quella nazione perversa, quella nazione romantica, quella nazione che, incosapevolmente, amava.

Gli occhi chiusi e la mente rivolta solo a Dio, le mani congiunte stringevano il crocefisso.
Una mano calda improvvisamente si posò sulla sua guancia, una voce sussurrò rauca alle sue orecchie "Benedetto..."
Sussultò appena al contatto e poi interruppe il suo momento di preghiera. Sciolse quella posizione alzandosi e voltandosi lentamente verso il suo interlecutore. Serio, come era abituato a essere, pronunciò solo il suo nome: "Francis"
Il francese sorrise.

Sorriso ambiguo il suo; perverso, finto.

"Non sei felice che io abbia liberato un po' del mio tempo per venire fin qui a trovarti? Ho anche fatto attenzione che Romano non mi scoprisse, non mi merito forse un bacio?" continuò con quel suo sorriso malizioso stampato sulla faccia.

Benedetto inarcò un sopracciglio. Era un tipo paziente lui, gentile e benovolo come lo stato che rappresentava doveva essere.
Predicava l'amore fra gli uomini, ma il tipo di amore che predicava lui era diverso da quello che Francia dava al mondo. Benedetto predicava il rispetto per gli altri, la gentilezza, la bontà, l'amore per il prossimo che non necessariamente doveva essere un rapporto puramente fisico.
Perchè, nonostante tutto, avrebbe dovuto fare un'eccezione per Francis? Non gli bastava a quell'impertinente nazione la troppa confidenza che già aveva nei suoi confronti?

Francia però non era della stessa idea.
Oh, come gli sarebbe piaciuto poter assaggiare quelle morbide labbra, stringere a sè quel casto e puro corpo per fargli percorrere la via del peccato.
Oh, mon Dieu, l'idea di assaporare quella candida pelle, così pura e priva di qualsivoglia macchia era un'idea che lo stuzzicava molto.
Amava le sfide lui, e sarebbe andato persino contro Dio pur di vincerle.
Attese che il piccolo stato desse una risposta, non si aspettava certo un sì da parte sua, però ogni giorno sperava che quel rigido uomo di Chiesa gli concedesse quel pizzico di confidenza in più da permettergli di corromperlo totalmente.

Da parte sua Benedetto non si sarebbe concesso, dire sì alle "Avances" della nazione dell'amore sarebbe stata una sconfitta sia morale che personale per lui.
Oh, quante volte il suo cuore, però, aveva sussultato alla vicinanza di Francis? E quante volte ancora aveva rinnegato quel sentimento? Forse troppe da diventar quasi cieco.

"Francis -finalmente si pronunciò- vorrei chiedervi cosa vi porta qui, oggi, ad interrompere le mie ore di preghiera e a farmi richieste che non accetterei mai, ma conoscendovi so già cosa mi rispondereste, dunque vi pregherei di tacere."

La Francia sorrise -ancora- avvicinandosi a Benedetto e baciandogli una mano.
"Oh, mon cher, sai che stare lontano da te per me è impossibile, mi hai rubato il cuore, mi hai rubato l'anima e ne hai fatti tanti pezzetti per poi resituirmeli da bravo ingrato!"
"Non ricordo di aver mai fatto nulla del genere, Francis Bonnefoy" pronunciò serio Bendetto.
"Oh, sei così freddo e meschino!" rispose Francis in modo quasi teatrale.
Per tutta risposta Benedetto lo scansò allontanandosi, dangogli le spalle e rimettendosi in posizione di preghiera.
"Io sono semplicemente serio quando è necessario esserlo, e con voi bisgona esserlo molto. E ora per favore non interrompete il mio momento di preghiera, se dovevate comunicarmi qualcosa di importante potete passare un altro giorno" Concluse tentando -invano- di ridedicare la sua attenzione a Dio.

Cosa che effettivamente non gli riuscì, dato che si trovo circondato dalle braccia del francese qualche minuto dopo.
Il suoi capelli gli solleticavano il collo e il suo odore gli inebriava la narici, era come se il cuore si fosse messo a battere più velocemente come per fargli un dispetto.
Oh, resistere a tali sensazioni era impossibile; come poteva  incitare gli altri ad amare il prossimo se lui rinnegava l'amore?
Perchè era di amore che si trattava, vero? Come poteva non capirlo?
Ma Dio avrebbe mai potuto accettare un tale rapporto? Aveva giurato amore e dedizione eterna solo a Lui, se non avrebbe fatto altrimenti sarebbe diventato un peccatore. Ma chi non è peccatore a questo mondo, chi è in grado di sviare il peccato? Solo Dio.
E lui, per quando potente potesse essere, per quanto immortale, per quanto fosse uno stato, provava dei sentimenti umani.

Le grandi mani della nazione gli circondarono il viso costringedolo a voltarsi, e senza sè ne ma si ritrovò le dolci labbra di Francia posate sulle sue.
Non potè...non volle...fare molto, non aveva la forza di respingerlo, non voleva respingerlo.
Ma non poteva nemmeno ricambiare quel bacio, quel casto e dolce bacio, solo accettarlo silenziosamente assaporandolo.

Troppo lungo o troppo corto, quel contatto? Francis non avrebbe saputo definirlo, seppe solo godersi l'attimo e, invevitabilmente, sorridere nel vedere quello che era sempre stato un freddo e serio stato, socchiudere leggermente gli occhi.

Forse era stata la mancanza d'aria, o forse era stata la coscienza che quello che stava facendo era sbagliato.
Sta di fatto che, di scatto, Benedetto spintonò via l'altra nazione, interrompendo quel dolce attimo che pareva essere durato una vita. Sentì le guance infuocarsi, probabilmente stava arrossendo violentemente in quel momento. Oh che vergogna, si era anche concesso troppo per i suoi gusti!

Si porto due dita a toccarsi le labbra, poi rosso in viso abbassò il capo.

"Perverso -sussurrò- meschino, sleale, infido! C-come avete potuto!?" Sbraitò balbettando imbarazzato.

Di tutta risposta Francis non seppe trattenere una risatina, risatina che diventò presto un ghigno.
Fece l'espressione più perversa che sapeva fare, per poì portare una mano a carezzare la guancia dell'altro.
"Cherì, non ho saputo resistere, eri così carino che le mie labbra mi hanno costretto a farlo! Anche se -assottigliò gli occhi- non mi pare di aver ricevuto nessun segno di rifiuto da te"

Se possibile, Benedetto arrossì ancora di più. Scansò l'altro alzandosi e dirigendosi verso la porta, si fermò un attimo per puntare un dito contro il francese.

"Per nessuna ragione al mondo io potrei provare piacere nel posare le mie labbra su quelle di un altro uomo, specie -fece una pausa- se queste labbra sono vostre, Francis Bonnefoy!" dopo di chè uscì dalla camera dirigendosi verso le proprie stanze.

Da parte sua Francia non riuscì nemmeno stavolta a trattenere un sorriso. Beh, non sarà riuscito nel suo intento appieno, ma -tutto sommato- quello era un inizio.

Chi lo sa, magari se Benedetto avesse avuto un pò più di rigidità in meno e un pizzico di amor proprio e malizia in più, avrebbe potuto anche concedersi, a quel perverso francese.
Ma questo lo Stato del Vaticano non lo avrebbe certo ammesso mai.
  
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