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Autore: thefung    17/10/2010    12 recensioni
Una One Shot per una storia intensa e piena di significati, un film che ha fatto piangere e commuovere tantissime persone nel mondo, una vicenda inventata, certo, ma che potrebbe essere stata benissimo simile alla vita di una delle vittime dell'attentato alle Torri Gemelle.
Una piccola speranza per tutte le famiglie che durante questa catastrofe hanno perso le persone a cui tenevano di più, una speranza per Charles, Aidan, Caroline e Ally.
Cosa sarebbe successo se in realtà Tyler, al contrario di tutto ciò che pensano i suoi parenti e amici, fosse uscito vivo dall'attentato? Un finale aperto, per chiunque voglia immaginare con la propria fantasia ciò che succederà, un happy ending anche per questa storia stupenda.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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HOPE


No.

Non poteva essere...
No.
Portai le mani alla bocca, cercando di trattenere i singhiozzi che minacciavano di uccidermi.
Va tutto bene, va tutto bene, mi dicevo, come in trance, ma sapevo benissimo che così non era. I miei occhi non riuscivano a vedere altro se non la catastrofe che stava succedendo.
Le torri gemelle stavano crollando, tra ondate di fumo, fuoco e urla agghiaccianti.
Ma non solo quello. In quell'istante stava crollando anche l'ufficio di Charles, luogo dove Tyler avrebbe dovuto recarsi questa mattina. Tyler era lì, era lì in mezzo alla catastrofe.
Tyler, Tyler e tantissime altre persone...stava morendo.
Lacrime calde, incontenibili, cominciarono a scorrere sulle mie guancie, mentre sentivo qualcos'altro dentro di me crollare.
Era tutta la mia vita, tutto quello che in questi mesi ero riuscita a costruire con lui...il rapporto con suo padre finalmente riagganciato, dopo anni e anni di incomprensioni, l'unione di tutta la sua famiglia, dopo la scomparsa di Michael, mio padre che stava imparando ad accettare Tyler...il nostro amore...
Mi avvicinai ad Aidan, titubante, guardandolo di sfuggita.
Anche i suoi occhi erano vatrei, spenti, come se non credessero alla realtà che gli si prospettava davanti. Dov'era finito lo stronzo cronico? Sembrava essere scomparso, come probabilmente lo era il suo migliore amico.
Pensai a Caroline, a Charles, a Diane...a Tyler. Pensai ai momenti che avevamo trascorso, a ciò che avevamo passato ed affrontato insieme. Pensai a ciò che era iniziato con una stupidissima scommessa...che era diventato amore, amore vero, non di quelli impossibili che si vedono nei film strappalacrime. No, un amore sincero, puro, fatto di carezze, abbracci, conforto, baci e tanto, tanto amore.
Ed era finito. Come tutto, d'altronde, aveva avuto una fine. Ma era presto, troppo, troppo presto.
Perché? Mi chiedevo straziata. Perché di tutte le persone esistenti nel mondo lui? Lui che aveva sofferto così tanto, che finalmente aveva trovato una felicità concreta, viva?
Perché...
Ma non riuscii a rispondermi o a farmi altre domande, perché quel buio che aveva minacciato di soffocarmi, quello stesso buio che avevo visto da bambina a undici anni, il giorno della morte di mia madre, era tornato e mi portò giù con sé, in un qualche modo a salvarmi dal dolore della perdita.



14 Settembre 2001

"Ti voglio bene", sussurrò Caroline chinandosi sulla lapide scura, rivolta a Tyler, sicura che la potesse sentire.
Tutti avevano detto qualcosa al proprio caro, io invece no, non c'ero riuscita, ero rimasta ad osservare quel nome all'infinito, senza mai capacitarmi realmente che il mio amore si trovasse lì.
Non ero nemmeno riuscita a guardare il corpo, quando mi avevano detto di averlo trovato. Non ne avevo avuto la forza. Anche solo immaginare il volto latteo di Tyler segnato dalle ferite, senza vita...mi ero categoricamente rifiutata, lasciando a Charles, suo padre, questo grande peso. Il peso di vedere un altro figlio morto davanti ai suoi occhi, dopo aver pianto e sofferto il primo.
Secondo la sua descrizione straziante, il volto era bruciato, graffiato e mutato in modo incredibile, ma da alcuni tratti l'aveva riconosciuto proprio come sangue del suo sangue.
"Ally", un mormorio spezzato da qualche leggero singhizzo giunse alle mie orecchie, facendomi alzare lo sguardo dalla tomba.
Era Diane, i suoi occhi erano rossi e gonfi di pianto, ma sul volto un sorriso leggero, tirato, rivolto a me.
"Vi lasciamo soli", continuò, come se lui potesse essere lì, per parlare con me.
Annuii leggermente, avvicinandomi titubante a quella pietra così insignificante e allo stesso tempo ricca di sentimenti, emozioni durati troppo poco tempo.
Caroline mi rivolse un ultimo sguardo, prima di raggiungere il padre ed allontanarsi con lui, seguita a sua volta da Aidan, Diane e il suo nuovo marito.
Adesso eravamo solo noi due, io e Tyler. Strano come le cose fossero cambiate da esattamente tre giorni prima, da quel maledetto giorno così...catastrofico.
Eppure, quel 14 Settembre il cielo di New York era chiaro e limpido. Una giornata come tante, se non fosse stato per il lutto che aleggiava in tutto il mondo, una maschera di tristezza e compassione che colpiva tutti.
"Ciao Tyler", sussurrai chianandomi e sentendomi una stupida.
"Mi manchi, sai.", continuai fissando le scritte sulla lapide. "Mi mancano i nostri battibecchi, mi mancano le nostre passeggiate, mi mancano le nostre cene, lo scetticismo sul tuo volto ogni volta che mi vedevi mangiare il dolce al posto dell'antipasto, la tua adorabile sigaretta, perennemente incollata alle tue labbra. Mi mancano le volte in cui andavamo a prendere Caroline da scuola, le volte in cui ridevamo di Aidan e delle sue idee malsane, le volte in cui ci baciavamo, in cui facevamo l'amore.", altre lacrime cominciarono a scendere, finendo per bagnarmi completamente il viso.
"Perché non ci sei più?", chiesi al vuoto.
"Perché non sei più qui a supportarmi, perché non sei qui a dirmi di continuare a vivere, di smettere di piangere? Perché...perché te ne sei andato?!?!", questa volta la mia voce fu molto più forte di prima, mentre con la testa mi chinavo maggiomente verso la sua fotografia, il suo volto sorridente e incredibilmente bello.
"Mi manchi e basta Tyler.", singhiozzai, guardando quegli occhi talmente azzurri e profondi. "Ti prometto che verrò sempre qui per parlarti, anche se tu sarai comunque perennemente nei miei pensieri. Prometto anche di prendermi cura di Caroline come stavi facendo tu, nel modo in cui tu riuscivi ad essere un fantastico fratello, padre e sostegno per lei in ogni momento. Prometto di ricordarmi per sempre di te, di tutte le cose che abbiamo passato, di tutte le emozioni che abbiamo provato, di tutto ciò che siamo riusciti a superare, anche se vorrei che fossi qui. Ti amo, Tyler"


* * * * * *

Non sapevo dove mi trovassi, vedevo soltanto una forte luce bianca intorno a me e una figura scura un po' distante da me.
Mi avvicinai con calma, chiedendomi chi potesse essere. Ma non ebbi nemmeno il tempo di raggiungerlo che quello si voltò, rivelandosi ai miei occhi.
Non ci potevo credere.
"Michael!", esclamai correndo ad abbracciarlo.
Ricambiò anche lui la stretta sulle mie spalle e sorrise lievemente.
"Cosa ci fai?", chiese aggrottando le sopracciglia, perplesso.
"Non so nemmeno che posto sia questo", risposi io, troppo felice di averlo incontrato per pensare ad altro.
"Tyler, tu non sei pronto", mi disse con voce dura, allontanandomi da sé.
Adesso quello che non capiva ero io.
"Che...che cosa signfica, Michael?", gli chiesi tentando di avvicinarmi.
Cominciavo a vedere tutto sempre più sfocato, come se una nebbia sempre più pesante mi stesse avvolgendo.
"Tu hai una vita, Tyler...devi vivere", furono le ultime parole che sentii, prima di chiudere gli occhi.



Sentivo un dolore forte alla testa, bruciava insistentemente. Pulsava talmente che forte che dovetti corrugare le sopracciglia per la sofferenza, sforzandomi di aprire gli occhi.
Quello che vidi però, mi lasciò perplesso. Massi, pezzi di ferro, vetro e fumo intorno a me. Un caos totale, talmente confuso da impedirmi di capire dove cavolo mi trovassi.
Tentai di sollevare un braccio, ma non appena mi mossi, mi stupii di constatare che provavo dolore anche lì. Finalmente riuscii a tastare la ferita sulla testa, con tocchi delicati ed esitanti. Era bagnata, segno evidente che dovevo aver perso molto sangue.
Mi guardai ancora intorno, accorgendomi di essere schiacciato da una scrivania pesante in mogano e grandi pezzi di vetro e ferro. Probabilmente dovevano essere stati loro a ferirmi, anche se non capivo come potesse essere possibile.
Provai a sollevarmi, ma ero davvero incastrato.
Grugnii, imprecando mentalmente. Tutte a me dovevano capitare.
"Ehi, avete sentito?", chiese una voce in lontananza subito dopo che ebbi aperto bocca.
Dei passi veloci e pesanti si fecero sempre più vicino, mentre le altre voci nel silenzio divenivano sempre più udibili.
Poi li scorsi. Erano due uomini con indosso un impermeabile arancione fosforescente e un elmetto giallo sulla testa. Sarei dovuto essere cieco se non li avessi visti.
"Kevin, pensi sia un miraggio?", chiese uno al suo compagno, accennando a me.
Ma erano pazzi?
"Vi sarei grato se mi aiutaste!", tentai di dire, stupendomi di quanto la mia voce fosse bassa, quasi irriconoscibile.
Gli occhi dei due uomini si spalancarono ancora più di prima mentre in un attimo vennero a prendermi di corsa.
Mi tesero le mani agguantate, tentando di sollevarmi per le braccia.
"Dio l'ha salvato!", esclamò quello che si chiamava Kevin, felice più che mai.
"Sì, non c'è alcun dubbio! Attento, Kev, le gambe sono incastrate...", continuò a parlare, ma non prestai più loro attenzione perché ricordai tutto.
L'attentato...
Il buio...Michael.
Sentii di nuovo tutto ciò che mi aveva detto, circondato da quell'aura bianca e luminosa. "Tu devi vivere, Tyler"
Ed ero in vita, adesso, proprio come aveva voluto lui. Mi aveva salvato, aveva fatto in modo che tornassi da mamma, papà, Caroline...Ally.
Un sorriso euforico e allo stesso tempo sconvolto apparve sul mio volto. Ricordai improvvisamente lei che era entrata nella mia vita senza un motivo ben preciso, e che aveva sconvolto tutto, come un uragano, mi aveva cambiato, mi aveva sostenuto, mi aveva amato.
Come poteva essere possibile?
"Come ti chiami ragazzo?", chiese un uomo non appena fui in piedi, barcollante.
"Ty...ler", biascicai incomprensibilmente.
I due si guardarono confusi. Non avevano capito.
"Lo so io come si chiama", una voce profonda, severa, giunse alle mie spalle. Una voce che avevo già sentito.
Mi voltai.
"Tyler Hawkins. Credo proprio che questa sia la prima volta in vita mia in cui sono felice di vederti", disse lui con voce gentile, un sorriso sincero sul volto tirato.
Neil Craig mi sorrideva, due fossette sulle guancie pallide, un velo di sudore sulla fronte.
"Al-ly?", chiesi con il filo di voce che mi rimaneva, sperando con tutto il cuore che lei stesse bene, che fosse rimasta indenne da questa catastrofe.
Il suo sorriso si allargò. "Credo sarà ancora più felice di me nel sapere che sei vivo"
Durante il nostro scambio di battute, i due poliziotti si guardavano l'un l'altro, increduli. "Capo, lei sa cosa sta succedendo?", chiese uno sconvolto.
"Oh, sì che lo so", rispose quello con un velo di ironia.
"Pensa che sia un miracolo?"
Neil sembrò pensarci un attimo, poi, facendo scontrare di nuovo i nostri occhi, rispose. "No, semplicemente se l'è meritato. Dio ha riconosciuto che aveva sofferto abbastanza e che, proprio adesso che ha trovato l'amore e la felicità, non poteva morire. E l'ha salvato.".



Mi sono sempre piaciuti i finali aperti, un modo di immaginare da sola, senza alcun obbligo, la conclusione delle storie.
Questa One Shot mi è venuta in mente esattamente ieri sera, dopo aver visto Remember Me e aver pianto davvero tanto.
Ho riflettuto molto sul finale, sul perché Tyler fosse morto proprio quando la vita finalmente lo aveva reso felice, quando aveva chiarito con suo padre, aveva riagganciato il rapporto con la sua famiglia, e aveva trovato l'amore della sua vita, Ally.
Perché finire così? Perché lasciare di Tyler soltanto un vivido, profondo ricordo?
Come tutti i mortali, io non so niente della morte, e non pretendo di aver alcuna teoria su di essa. Devo dire però che mi è piaciuta molto l'idea che Tyler vedesse Michael, dopo ben sei anni dalla sua morte.
Se Ally avesse guardato il corpo ritrovato, probabilmente si sarebbe accorta che si trattava di un'altro ragazzo e non del suo Tyler, ma dato che non l'ha fatto, si è pensato davvero che fosse lui.
Questa brevissima storia non vuole pretendere nulla, semplicemente una piccola speranza per chiunque, come me, ha sofferto molto per questo film e ha sempre confidato in un felici e contenti anche per Tyler e Ally.
Grazie a tutti di aver letto, se voleste lasciare un commento a me farebbe molto piacere.
Un bacione,
Elena



   
 
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