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Autore: Moriartied    17/10/2010    2 recensioni
Remake della mia vecchia fanfiction "Alla ricerca di una vera anima gemella".
Hermione, incinta e sposata con Ron, lascia quest'ultimo per andare alla ricerca di una vita migliore. Cosa succederebbe se, durante il suo cammino, incontrasse un ostacolo? E se quell'ostacolo si chiamasse Draco Malfoy?
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Salve!! Sono sempre io, MissMalfoy1! Dopo la fine della mia precedente fanfic, ho deciso di fare questo remake della mia vecchia fanfiction "Alla ricerca di una vera anima gemella". Era da tanto che desideravo farlo ed ora ne ho l'occasione. Perdonatemi se il primo capitolo è un po' corto, ma farò del mio meglio con gli altri che verrano! Baci,
MissMalfoy1

 

Era mattino presto, l'orologio segnava le cinque. Mi ero destata all'improvviso, il sonno mi aveva abbandonata ed ora ero più sveglia che mai. Forse era dovuto ai mille pensieri che avevo per la testa o forse ai piccoli dolori alla pancia che avevo da tre mesi a questa parte...si, ero incinta. Quando io e Ron Lo scoprimmo eravamo più felici che mai. Ron...mio marito dormiva al mio fianco, russando come suo solito. Le cose tra noi non andavano più come prima: agli inizi eravamo felici, spensierati. Con la sconfitta di Voldemort e dei suoi seguaci, tutti vivevano in un clima di pace e serenità, come non se ne viveva da secoli. Ma nell'ultimo periodo le cose tra di noi non funzionavano più; passavamo più tempo a litigare ferocemente che altro ed io non ce la facevo più: spesso ero anche arrivata a piangere. Ormai l'amore se n'era andato del tutto e, guardando l'uomo che c'era al mio fianco, capì che era giunto il momento di prendere quella decisione che rimandavo ormai da troppo tempo. Mi alzai faticosamente e feci cigolare il letto. Il rumore improvviso svegliò Ron, che mi guardò, con aria ssonnata.
-Hermione, che succede? E' presto per alzarsi, ancora. Ti senti male per caso?- aggiunse infine, alzandosi preoccupato.
-No Ron, è tutto a posto...o quasi- dissi, dandogli le spalle e cercando di non guardarlo negli occhi: sapevo che, se l'avessi fatto, sarei scoppiata in lacrime. Ron, ormai del tutto sveglio, aggirò il letto, ponendosi esattamente di fronte a me e prendendomi per le spalle.
-Hermione, vuoi dirmi che succede?- e mi alzò il viso, che tenevo basso, rivolto verso il pavimento. I miei occhi incontrarono i suoi azzurri e sentii le lacrime che cominciavano a scorrere lungo le mie guancie. Era il momento di dirgli tutto.
-Ron, le cose tra me e te non funzionano più. Non voglio che nostro figlio cresca in un simile ambiente familiare. Come potrà ricevere amore se neppure tra di noi non ce n'è più?-
-Cosa stai dicendo!? Sei per caso impazzita!?- disse lui, alzando la voce ed anche io feci altrettanto.
-Lo vedi? Lo vedi?! Non facciamo altro che urlare e litigare ormai! Sono stanca, stanca di questa situazione!- presi la mia bacchetta che giaceva sul comodino e con uno svolazzo di quest'ultima, feci uscire fuori dall'armadio una valigia e dei vestiti da indossare sul momento. La valigia era ormai pronta da giorni, solo che non avevo avuto il coraggio di dire tutto ciò che pensavo a Ron. Mi cambiai in fretta, sotto lo sguardo sconvolto ed incredulo di mio marito, presi la valigia e la mia borsa con dentro tutto il necessario (portafoglio, chiavi ecc.), posai la bacchetta nella tasca della mia giacca e feci per andarmene.
-Non puoi andare via così! Non sai neppure dove andare! Torna immediatamente qui!- urlò Ron ed io, voltandomi e camminando verso di lui, mi tolsi la fede che avevo al dito e gliela diedi.
-Addio Ron- e attraversai l'uscio di casa, consapevole che quella sarebbe stata l'ultima volta, e mi chiusi la porta alle spalle, con forza.
 

****

 

Inspirai l'aria mattutina e m'incamminai. Era vero, non avevo un posto dove andare, ma da un po' di tempo avevo osservato un appartamento in affitto, appena fuori Londra. Mi era sembrato carino e decisi di andare a vederlo. Chiamai un taxi e mi ci feci portar. Ci impiegamo un'oretta. Da dove abitavo, sino a lì, la distanza era parecchia ed in quel lasso di tempo mi permisi di dormire.
-Siamo arrivati signorina- mi disse il tassista, svegliandomi. Mi sembrava che fossero passati appena pochi minuti. Dopo essere scesa dal taxi con tutti i miei bagagli, pagai e ringraziai il guidatore e finalmente mi ritrovai di fronte ad un grande palazzo, un po' antico, dipinto di verde scuro, che spiccava rispetto a tutti gli altri. Guardai l'orologio: ormai erano le sette, potevo benissimo chiamare il padrone di casa. Mentre avanzavo verso il portone, urtai una persona che stava uscendo proprio in quel momento.
-Scusi!- dissi voltandomi immediatamente verso la persona in questione e non appena la vidi sgranai gli occhi.
-Granger!- disse una voce inconfondibile.
-Malfoy!- esclamai io. Il mio peggior nemico era proprio di fronte a me. Era da un paio di anni che non lo vedevo, ma sembrava passato appena un giorno. Aveva i soliti capelli biondi, che sembravano bianchi, il mento appuntito, l'inconfondibile ghigno sul volto e l'aria da re del mondo.
-Accidenti, la mia giacca nuova! Ora che l'hai toccata dovrò lavarla immediatamente, Granger.- disse lui, con quella che doveva essere un'evidente frecciatina, ma non avevo tempo per quello.
-Scusa Malfoy se non rido, ma ho una certa fretta!- dissi acida e segnai il numero del padrone della casa in affitto, che era scritto su un cartello affisso sul portone.
-Cosa ti porta qui, Mudblood?- continuò Malfoy. Alzai gli occhi al cielo.
-Mi sembra evidente no? Cerco una casa!-
-Ma non eri sposata con Weasley?- disse ed a queste paole gli occhi mi si riempirono di lacrime.
-Non sono affari tuoi! E ora scusa, ma ho da fare!- e chiamai il numero. Nello stesso istante squillo anche il telefono di Malfoy.
-Pronto?- la voce che uscì dal mio cellulare era la stessa dell'uomo che mi stava alle spalle. Mi voltai e lui sorrise con un ghigno, mentre chiudeva la chiamata.

   
 
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