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Autore: LyndaWeasley    17/10/2010    16 recensioni
Arthur e Morgana sono dei bambini.
Lui è un piccolo principe piuttosto riservato e tranquillo e lei, invece, un tipetto piuttosto invadente e rompiscatole.
Dal capitolo VI:
«Che schifo! Voi ragazze siete brutte! Siete... strane».
«Ma almeno profumiamo» inveì acida la sorellastra, fulminandolo con lo sguardo. «Voglio proprio vedere se la penserai così quando sarai grande e avrai tu gli attributi di cui mi predichi tanto... Tsk, sei così viziato!».

Maggiori informazioni riguardanti la raccolta all'interno.
Buona lettura,
Lin.
Genere: Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Morgana, Principe Artù
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Attenzione: nello scorso capitolo vi avevo accennato che avrei postato Morgana e i bambini, ma ho avuto una certa confusione di idee a riguardo e ho deciso di postare questo. Il capitolo è già stato scritto, ma sono confusa riguardo ad una piccola cosa e ci devo pensare x)

 

 

 

 

Capitolo 2.

Morgana e la prima colazione

 

 

«Arthur, mi passeresti del miele per piacere?».

Il giovane principe, dato l’ultimo morso alla sua deliziosa pagnotta, prese il vasetto di miele e lo porse alla bambina seduta si fronte a lui che, momentaneamente, gli stava rivolgendo uno sguardo fin troppo gentile.

C’era un silenzio di tomba quella mattina nella sala: il re, Uther, stava sorseggiando del vino e guardava spesso in direzione del portone in legno, come se si aspettasse un attacco nemico da un momento all’altro e Morgana trangugiava pane da almeno dieci minuti.

«Arthur, mi passeresti il marzapane per piacere?».

Ma quanto mangia? Pensò lui, allungando nuovamente il braccio per porgerle ciò che gli era stato chiesto.

«Arthur, mi passeresti anche quella pagnotta lì?» domandò lei indicando il pezzetto di pane più piccolo di tutto il cesto. «Quella lì sopra, a forma di zoccolo...».

Come fa una pagnotta ad avere la forma di uno zoccolo!? Si chiese Arthur sporgendosi per l’ennesima volta – anche se molto più seccamente – in direzione d Morgana, che aveva tutta la bocca sporca di una polverina bianca.

Arthur prese la cialda che aveva adocchiato qualche istante prima e l’addentò.

«Arthur, mi passeresti quella cialda che stai mangiando per piacere?».

Il bambino spalancò la bocca, un po’ per l’irritante comportamento della sorella e un po’ per il fatto di non riuscire a fare colazione in santa pace; poi rivolse uno sguardo supplichevole al padre della serie “vi prego di portarla via il più lontano possibile”.

L’uomo, per tutta risposta, si allargò in un debole sorriso in direzione della figlioccia.

«Hai tanta fame oggi, Morgana?» le chiese gentilmente, quasi le stesse dicendo quando fosse bella e intelligente.

«Sì, padre» rispose ella sbattendo convulsamente le ciglia.

«Se vai avanti così diventerai più grassa della signora della bancarella delle verdure!» commentò Arthur, sputacchiando cialda ovunque.

Uther gli rivolse uno sguardo di rimprovero.

«Suvvia, Arthur! Non dire queste cose a tua sorella, che potrebbe crescere con la convinzione d’esser brutta e leggermente sovrappeso».

Cosa? Ci si metteva pure lui ora?

Morgana sbancava ogni mattina l’intero pasto che veniva messo loro a disposizione! Era troppo per una bambina di cinque anni e, Arthur poteva giurarlo sulla sua statuetta di Cavaliere d’oro, ultimamente aveva anche messo su qualche chiletto.

«Padre, lei non è mia sorella, è un piccolo mostro!» tuonò puntandole un dito contro, «E se continua a mangiare miele, pagnotte con il miele, cialde, marzapane e marzapane con il miele, diventerà lei stessa una bancarella!».

Morgana si voltò verso il fratellastro e lo guardò con un’espressione a cavallo tra l’offeso e il dispiaciuto: sembrava quasi finta. Le labbra cominciarono a tremolare e parve farsi largo tra le ciglia, l’ombra di una lacrima.

«Io... una bancarella» disse solamente, abbassando lo sguardo e posando l’ultimo morso di pagnotta sul piatto. «Padre, io non voglio somigliare ad una bancarella».

Uther posò una mano su quella della figlia.

«Ma tu non somigli ad una bancarella, Morgana mia! Tu sei splendi come il sole e sei bella come la notte...».

«...e acida come un limone» continuò per lui Arthur sottovoce, sperando vivamente che né lei né il padre l’avessero sentito.

~ ~

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Me.

 

Ooooh, salve popolo!

Ed è in questa noiosa e piovosa sera di Ottobre che vi propongo il secondo capitolo di questa raccolta; lo ammetto, è molto corto, però mi sono divertita un sacco a scriverlo xD

Morgana è davvero una bambina peperina!

Ah, mi permetto di fare un appunto: sia Morgana sia Arthur sono dei bambini piuttosto piccolo, come ho già sottolineato, quindi capirete se vi dico che i dialoghi non li creerò in maniera complicata, ma saranno semplici e diretti.

Se l’avete già notato, beh, è per questo motivo qua^^

Se per caso ve lo state chiedendo sì, nel Medioevo mangiavano sia cialde, sia marzapane e sia miele... mi sono documentata XD

Beh, non ci sono particolari appunti da fare a questo capitolo essendo breve e diretto. Morgana è davvero una gran rompipalle v_v

Vorrei ringraziare tutte coloro che hanno commentato lo scorso capitolo, siete state davvero gentilissime! *-*

Quindi un grazie a Gigettina, vogue, elfin emrys, Murasaki, elyxyz, _ichigo_85 e mistica per le magnifiche recensioni!

Sappiate che mi fanno davvero molto piacere :D

Spero che anche questo capitolo vi abbia fatto sorridere e ci vediamo con il prossimo (stavolta sul serio x) ) Morgana e i bambini.

Una buona serata a tutti!

Lin.

   
 
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