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Autore: Heven Elphas    18/10/2010    1 recensioni
Ci sono ricordi che mi fanno ragionare più a fondo ed altri che invece riesco a raccontare con ironia e distacco, parlare del rapporto con il mio geco leopardino fa parte della prima categoria, insieme alla mia musica. Qualsiasi altra cosa credo sia compresa nella seconda, soprattutto l’Amore e i sentimenti, la famiglia e la carriera e via dicendo. Quindi riprendiamo la trama da questa categoria di cose inutili ed insensate… Alla gente sembra piacer leggere dei fatti amorosi più di qualsiasi altra cosa. ----- Chance Millen suona in una cover band Grunge ed è in corsa verso il suo futuro come musicista, mentre l'attrazione per Kory Thorne continua a distrarlo e disilluderlo. Non è una storia così romantica e idilliaca come sembrerebbe, però... L'indcisione e le contraddizioni del protagonista continuano ad infierire su tutto.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie '...The laziest days of a life...'
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Don’t lie to me…

 

 

Where Will You Sleep Next Night…?

 

 

 

I love myself better than you (1)

 

 

 

  About Future

        

 

       Penso che da quando sei in grado di ragionare quello che fai è correre incontro al tuo dannato futuro senza riuscire a respirare senza pensare a quando ci arriverai. E per quanto ci siano persone che amano vivere alla giornata, il loro sguardo è sempre puntato verso il traguardo che hanno davanti… Anche se non tutti abbiamo un traguardo preciso da tagliare. Certo, ci facciamo delle idee di come dovremmo diventare e dove dovremmo essere, ma non siamo mai sicuri che sia la cosa giusta. E poi, amico, quanti di noi si fanno castelli mentali, immaginandosi un futuro impossibile? Oh, sì, io sono il primo della lista per quanto riguarda il costruirsi immagini future alquanto strambe che non si avvereranno mai. E due anni fa, quando ancora ero un sedicenne con il mondo in mano, pensavo in grande, nonostante volessi fingermi disilluso…

       Era ovvio che credevo davvero che prendendo la mia chitarra e partendo alla volta di chissà quale città avrei potuto ribaltare l’Inghilterra ed avere successo. Mi vedevo seriamente suonare a Wembley con una marea di gente ai miei piedi che cantava in coro i miei testi e saltava per la mia musica. Mi immaginavo in questo viaggio verso la ribalta, beh certo, accompagnato da Jim. Fred e Rick erano tagliati fuori da questo mio sogno…? No, bello. Rick doveva essere al mio fianco, anche se sapevo che non sarebbe mai partito lasciandosi tutto alle spalle per la mia follia e smania di brillare. E Fred era mio amico, ma non mi amava quanto Clawely, figuriamoci se avrebbe mosso il culo dalla comodità di casa sua e se si sarebbe allotanato da tutti i suoi amici. A lui piaceva suonare, ma non avrebbe rischiato di perdere tutto quanto… Era attaccato a Camber più di quanto volesse far credere.

       Vogliamo parlare degli altri? Kory potevo benissimo dimenticarmelo, avrei potuto trovare decine di ragazzi più eccitanti e magari anche con gusti sessuali opposti ai suoi. La mia famiglia non era più così mia da tanto tempo che non era nemmeno nei miei pensieri.

       Non me ne fregava nulla di quello che mi sarei lasciato alle spalle perché ero sicuro che avrei sempre trovato qualcos altro più avanti. E che fosse peggiore o migliore del mio presente, il mio futuro mi stava aspettando e io volevo assolutamente abbracciarlo.

       Però, amico, il futuro non potrai mai raggiungerlo… E per quanto tu abbia corso e continui ad accelerare il passo, ancora lo vedrai lontano ed inafferrabile. Ma ci sarà sempre qualcosa che bramerai, qualcosa da prendere alla fine della strada.

       Ti dico questo, eppure ora sono esausto e continuo a guardarmi indietro con la voglia di andare a ritroso.

* * *

       Quando mi fermavo davanti al parco in cui da piccolo passavo ore e ore, le mie gambe sembravano cedere e non riuscire più a sostenere il mio peso. C’era qualcosa a tenermi legato a quel posto, non so se fossero le altalene sempre vuote o il dondolo che occupavo con Rick nelle serate tranquille. Era proprio lì che le nostre canzoni migliori erano state pensate, lì dove avevo trovato il mio geco. Sai, tutta la mia vita girava intorno a quel posto, non c’era nient’altro a Camber che mi facesse provare un simile sentimento d’appartenenza. Quel giorno, finite finalmente le registrazioni del nostro EP e rivelata a tutti la mia decisione di sciogliere la band, mentre Jim mi stringeva le zampe sulla spalla per non cadere qualcosa delle mie radici sembrò sciogliersi e lasciarmi andare…

-No, cazzo, Chance. Non te la puoi svignare così e mollar tutto…-

Rick parlava, cercando di attirare la mia attenzione verso di sé con le lacrime che iniziarono a scorrere sulle sue guance. Scossi la testa per scostarmi i capelli, facendo finta di non vedere il suo pianto per me.

-Smettila di fare il melodrammatico, Rick. Non possiedo niente che possa mollare. Ci siamo io, Jim e la mia chitarra. Non mi sembra di abbandonare nulla qui.-

Dissi freddamente, pur sapendo che mentre quelle parole lasciavano le mie labbra il cuore del mio amico stava rantolando. Credimi, bello, non era affatto vero che non avrei lasciato nulla di ciò che necessitavo… Però dovevo essere deciso e conciso, dovevo andarme senza troppi rimorsi e senza troppi giri di parole. Guardai Clawely negli occhi e lui cercò di asciugarsi le guance e riprendere un po’ di dignità senza riuscirci. Era sempre stato così debole quando si trattava di me, che quasi sembrava un’altra persona rispetto a quella che tutti conoscevano. Il Rick sorridente, spensierato e fuori di testa stava irrimediabilmente bruciando da dentro… E io, noncurante, gli gettavo benzina addosso.

Siamo ben chiari… Non sono una testa di cazzo come tutti continuano a pensare e di sicuro starai credendo pure tu. Immagino che Clawely sia entrato nel tuo cuore a forza di sentir parlare di lui e starai soffrendo nel sapere del dolore che gli ho procurato. Beh, caro mio, la mia intenzione era fargli capire cos’era disposto a fare per me e per la nostra musica. Dentro di me speravo che mi dicesse che lui non voleva essere abbandonato e che, con tutta la forza che gli restava, mi avrebbe seguito. Infondo l’aveva detto, no? Mi avrebbe seguito nel locale più squallido del mondo per poter suonare al mio fianco.

-Stai lasciando me… Me, Fred, i tuoi amici, la tua famiglia. Kory! Dicevi che ti interessava e ora non lo saluti nemmeno?!-

Urlò tra i singhiozzi, agitandosi per la disperazione che lo attanagliava. Si stava aggrappando persino a Thorne per convincermi a restare, ma entrambi sapevamo che Kory mi piaceva, sì, ma era solo una cotta da una botta e via. Non mi sarei fermato per lui, anche se era l’incarnazione del mio ideale di musicista e uomo. Quello che cercavo io andava più in là di quello che lui avrebbe potuto darmi… E Rick sapeva esattamente cosa mi occorreva. Sapeva benissimo cosa volevo sentirmi dire…

-Chance… Ti prego, non andartene…-

Lo fissai dritto negli occhi, aspettando che pronunciasse quelle parole che mi aspettavo.

-…io non posso venire con te. Tu e la tua musica siete importanti, ma non abbastanza per rinunciare al resto. Se te ne vai ora non potrò stare con te…-

M’irigidii ed abbassai lo sguardo a terra, verso le mie Clark consunte e sporche di sabbia. Avevo inutilmente sperato di sentirmi dire altre parole… Non sapevo esattamente se volevo che venisse con me o no, ma certamente non desideravo essere abbandonato. D’altro canto, per me lasciare tutto non era un problema. Forse era una contraddizione… Volevo andarmene, ma non volevo essere abbandonato. Era il mio gigantesco ego che bramava tutta quell’attenzione? Amico, volevo fare la prima donna e lasciare un bel vuoto nel cuore di tutti, sentendomi invece dire che loro avrebbero continuato a volermi bene nonostante tutto. Pretendevo troppo senza rendermene conto e  non riuscivo affatto a comportarmi diversamente.

-Posso anche suonare da solo, Rick. O comunque trovare qualcuno che voglia suonare con me a Londra.-

Mormorai, sentendo Jim scendermi sulla schiena e scivolare giù sulle gambe, fino a correre nell’erba del prato. Lo guardai mentre cercava qualche insetto con i suoi occhi fissi e poi lo raggiunsi chinandomi in ginocchio, trattenendo le lacrime che avrei tanto voluto versare. Avrei giurato che Rick mi avrebbe seguito seriamente… Ma lui, come tutti a quell’età, parlava senza veramente pensare quello che diceva. Beh, forse pure io parlavo a vanvera, ma credevo veramente di potermene andare via e trovare la mia strada. Rick mi si avvicinò e mi appoggiò la mano sulla spalla, esitò un attimo sperando che reagissi, ma non accadde nulla. Non volevo muovermi, né dargli speranze… Lo sentii sospirare tra un singhiozzo e l’altro.

-Sai, Chance… La tua musica è davvero bella, ma io credo di amare te. E so che tu non ami nient’altro al mondo quanto quello che suoni, se non te stesso.  Ma credimi, non troverai mai nessuno che capirà le tue canzoni… Puoi cercare quanto vuoi.-

Scossi la testa, non volendo sentire nemmeno una delle sue parole. Presi in mano il mio geco leopardino e lo misi nel piccolo rettilario che avevo come al solito nello zaino. Lui fece un piccolo verso, ma non volevo ascoltare nemmeno lui. Ah… Non volere ascoltare un geco è follia!

-E ricordati… “Can I Sleep in the Lane” è la cosa migliore che tu abbia mai scritto solo perché non era per te stesso. A Londra non comporrai più qualcosa di così bello.-

Detto questo se ne andò, prese la sua bicicletta e lo sentii allontanarsi in quel caldo pomeriggio. Io capitombolai sul prato e mi sdraiai a pancia in su, con lo sguardo fisso sul cielo azzurro. Clawely era arrivato persino sputare veleno pur di farmi cambiare idea, ma io ero troppo convinto per lasciarmi dissuadere in quel modo.

Aspetta, bello… Non dico che lui avesse torto. Tutto quello che aveva detto riguardo all’amare me stesso era vero. Non avevo mai pensato ad altro che a me ed alla mia musica, alla fine. L’unica cosa su cui Rick si sbagliava era il fatto che non avrei composto più nulla di bello… Ce l’avrei fatta. E la prima canzone che avrei scritto non appena mi sarei stabilito a Londra sarebbe stata tutta per lui.

* * *

       Era bello sognare…

       Non ero ancora così disilluso come volevo far credere a tutti. Pensavo davvero che una volta lontano da Camber le cose sarebbero andate bene…

       Okay, amico… Ricominciamo da capo adesso. 

       Sono Chance Millen, ho 18 anni e la mia cover band dei Nirvana è un bel ricordo. Non c’è nessun Kory per cui perdere la testa e che mi sorride mentre suona. Non c’è nessuna bella casa dove andare a dormire, se non uno schifosissimo monolocale che condivido con altri ragazzi che stanno inseguendo i loro sogni. Non c’è nessun fratello o parente che mi cerca, a quanto pare hanno assecondato i miei desideri. E se prima mi sembrava un bene, ora mi sento dannatamente solo.

       Non c’è Rick…

       Ti chiederai cosa mi è rimasto e che ho guadagnato dopo che me ne sono andato da quella cittadina in riva al mare dando ascolto al mio ego.

       Diciamo che ho ancora la mia Fender, che ora è appoggiata al muro nella sua custodia nera.  Jim sta trafficando nel suo rettilario, mutando la pelle per l’ennesima volta. Beato lui che puo’ lasciarsi indietro tutto e tornare come nuovo… Io la mia pelle ce l’ho ancora stretta addosso e non posso liberarmene.

       Quel che è cambiato è che faccio dei lavoretti in giro, perché i soldi che guadagno con delle piccole serate in alcuni locali non bastano. Ho due nuovi compagni nella nuova band, ma non siamo poi così bravi da essere richiesti e stra-pagati. Ed io ho bisogno di soldi per andare avanti, dato che non ho appoggi da parte di nessuno. Sì, bello, la vita qui a Londra è diventata uno schifo…

       Vorrei rimettere piede a Camber per vedere come va, ma non ho il coraggio di perdere la faccia ed ammettere i miei sbagli…

       Il mio ego ancora mi sta uccidendo. Non riesco ad andare avanti perché il futuro è troppo incerto e non posso tornare indietro perché è da codardi. Sono in un punto di stallo e ci sto affondando.

       La mia voglia di tornare indietro è nata qualche settimana fa, quando ho iniziato a scrivere questo assurdo “diario delle memorie di uno stupido musicista”…

* * *

       La mia nuova band stava suonando in un locale della periferia Londra, uno di quelli piccoli ed insignificanti dove la gente che si interessa alla musica è davvero una minima parte. C’era un gruppo di ragazzi davanti a noi, di cui due sembravano attenti ai miei riff, ma soprattutto alle parole. Accanto a loro una ragazza con dei grandi occhi azzurri mi stava fissando un po’ insicura, ascoltando quello che stavo cantando. Era la solita reazione che quel testo suscitava in tutti quelli che avevano l’opportunità di sentirlo.

       -Never be happy with what youve got… Carry  on and find even the worst! But keep on searching something more.…-(2)

       Mi ritrovai a biascicare nel microfono con le palpebre succhiuse, mentre davo le ultime pennate alla mia Fender. L’applauso che partì mi lasciò perplesso, così provai a guardare da chi provenisse e da un angolo del locale vidi spuntare Thorne con il suo bellissimo sorriso stampato sulle labbra. Dentro di me qualcosa sembrò accendersi ed un fuoco che conoscevo bene iniziò a bruciare, così alzai la mano sinistra in alto e lancia il mio plettro verso di lui che lo prese al volo. Lo osservai mentre iniziavo a suonare la canzone di chiusura, quella a cui avevo fatto delle modifiche perché suonarla come un tempo mi risultava impossibile. Il brano scritto con Rick non veniva compreso da nessuno, ma la nuova musica era molto più orecchiabile quindi non dava poi tanti problemi… Vidi Kory avvicinarsi e mettersi proprio davanti a me un po’ stupito del nuovo cambiamento nella canzone, molto più rude e impregnata di una rabbia nuova che si sostituiva a quella vena sognante che aleggiava di sottofondo.

       Le parole erano sempre quelle e Thorne se le ricordava ancora, perché muoveva le labbra seguendomi. L’osservai un poco, notando il nuovo tagli di capelli con cui aveva detto addio ai lunghi boccoli. Eppure non aveva perso il suo fascino, ma ormai guardandolo non provavo più tutta quell’attrazione che due anni prima mi spingeva a desiderarlo. I tempi erano cambiati, avevo trovato seriamente degli altri ragazzi con cui divertirmi ogni tanto, qualcuno decisamente meglio di lui… Ma il mio problema non si stava nel chitarrista dei Bitter Crime, non era lui quello che mi devastava da dentro. Non era il suo pensiero che mi impediva di godermi appieno qualcuno. E, guardandolo cantare lì davanti a me, mi resi conto che quello che mi mancava di Camber erano i suoi occhi neri che fissavano incantati me e Rick. Mi mancava stare su un palco con il mio bassista e ricevere sguardi pieni di stima dalla platea.

       Quando il concerto finì non mi preoccupai nemmeno di sistemare gli strumenti, scesi direttamente e andai ad abbracciare le spalle di Kory. Lui ricambiò l’abbraccio e così mi accorsi che il suo profumo era lo stesso di sempre, come se nel tempo si fosse congelato sulla sua pelle abbronzata.

       -Che ci fai qui, Thorne?! Come hai fatto a trovarmi?-

       Sorrise alla mia domanda e io continuai a fissarlo incredulo del trovarmelo davvero davanti. Poi mi voltai curioso di sapere se nel locale c’era qualcun altro della nostra cara vecchia combricola di Camber. Beh, sì… Con la speranza di vedere Clawely. Ma sapevo benissimo che non lo avrei mai trovato lì perché, l’ultima volta che lo avevo sentito al telefono dopo una settimana di permanenza a Londra, era stato ben chiaro… Se volevo scappare dalla mia vita, dovevo chiudere ogni comunicazione per dimenticarmi tutto e vivere senza la vecchia pelle addosso. Ma io non sono una dannata lucertola…

       -Sono qui con mio padre, in viaggio di lavoro… Poi ecco che stavo girando a caso e mi becco una locandina con su la foto dell tua band! Il destino questa volta non ha fatto il cazzone! Dico, Chance… Che culo non ho avuto?-

       Ridemmo entrambi, mentre andavamo al bancone a prenderci una birra esattamente come la prima volta che mi parlò al mio concerto. Eppure le cose erano totalmente cambiate e tramutate, perché io ero più disilluso di un tempo e lui era più maturo.

       -Seriamente, Kory! Dio, sono felicissimo di vederti. Come va a Camber?-

       Domandai automaticamente, vedendolo così bloccarsi prima che sorseggiasse un po’ della sua birra.

       -Non pensavo t’interessassi ancora della cittadina ora che sei qui… Comunque tutto come al solito. Eike sclera, Pau ha manie di grandezza e Fred se l’è filata per l’ennesima volta dal commissariato.-

       Sorrisi appena, ripensando a tutta la compagnia dispersa per le vie a fare come al solito i coglioni. In mezzo a tutti rivedevo Rick piangere per la mia partenza. Era l’unico di cui non riuscivo ad immaginarmi una vita lontano da me, forse perché le nostre erano incrociate da troppo tempo. Forse perché anche la mia vita senza lui era un vero bordello…

       -…Chance. Ho una domanda da farti…-

       Lo sentii mormorare, mentre mi appoggiava la mano sulla spalla e puntava il suo sguardo grave dritto nel mio. Oh… Era davvero bello come due anni prima, o forse di più. Ma non sentivo assolutamente il bisogno di divorare le sue labbra perfette.

       - Perché te ne sei andato? Se ti manca tutto così tanto, perché non sei ancora tornato…? -

       Rimasi in silenzio per qualche secondo, cercando di non dare una spiegazione troppo stupida. Ma non ero cambiato moltissimo in quei due anni a Londra…

       -Volevo suonare, per questo me ne sono andato… Camber mi soffocava. E poi… Che cambierebbe se tornassi? Non sarebbe comunque una vita statica sia a casa che qui?-

       -No. Senti, amico… Secondo me hai fatto un errore bello grosso. Sentendoti suonare ora, non mi parevi lo stesso, giuro. Dico, senza Rick e Fred non funzioni!-

       Le parole che non volevo sentirmi dire arrivarono dritte alla mia testa e cercarono di uccidere il mio egoismo, andandolo ad indebolire un sacco. Se qualcun altro mi avesse detto quelle cose non gli avrei dato ascolto, ma era Kory quello che mi stava parlando. Scostai il volto e bevvi un po’ della mia bionda, non volendo reagire troppo debolmente a quella verità. Lo pensavo da troppo che non era lo stesso senza la mia band originale, ma cercavo di non darci peso.

Se qualcun altro ha sentito la differenza, allora questa mia fuga è stata un enorme sbaglio… Uno schifo.

       -Non pensare di convincermi a tornare, Thorne… Qui ormai mi sono fatto una vita.-

       Non era poi così vero, ma un po’ di testardaggine ce l’ho ancora. Lui si alzò dal bancone e riappoggiò il boccale vuoto sul ripiano, prima di appoggiarmi la mano alla spalla come se fosse un addio.

       -Millen, a me proprio non fa differenza dove ti trovi… Sinceramente. Era solo un consiglio! Se veramente vuoi fare buona musica, sai qual è il numero da fare. Rick ha avviato un side-project, ma so che per riavere i Straight Phobia lo abbandonerebbe.-

       Detto questo mi salutò, con la scusa di dover tornare in hotel da suo padre. Lo guardai sparire dalla porta, con il giubbotto in pelle pieno di nuove toppe. Mi ricordava la sera in cui mi aveva parlato al mio concerto, quella con cui ho voluto iniziare questo piccolo riassunto casuale di un periodo della mia vita. Era arrivato, mi aveva parlato davanti ad una birra e se n’era andato… Ancora. E questa volta probabilmente non l’avrei nemmeno più rivisto. Ma, settimane dopo, ancora sto ripensando al suo consiglio di tornare indietro.

       Amico, il futuro è alle porte ma io proprio non voglio aprirle proprio ora. Non mi va…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

------------------------

 

Note/citazioni…

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        1 On a Plain (Nevermind - Nirvana)

2 Canzone di Chance puramente inventata.

 

 

 

 Dopo una faticaccia il penultimo capitolo della storia di Chance…!

Ce l’ho fatta…

 

D’altronde sto facendo mille storie e mi perdo! XD Oddio…

 

Comunque vorrei ringraziare le mie due lettrici recidive, vi voglio bene!

 

Grazie a tutti quelli che stanno leggendo ed hanno aggiunto la storia fra i preferiti! <3

 

A prestissimo con la conclusione!

 

 

XOXO

Miky

 

 

 

   
 
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