Cambiamenti.
Maxwell
guardò scocciato il display del suo megatecnologico cellulare.
Quello là era per la millesima volta in
ritardo. Quello là.
Il più
piccolo era sempre puntuale, perché tutti, se avesse fatto ritardo, se la sarebbero
presa con lui. In fondo è e rimarrà il più
piccolo.
Chiuse per
un secondo gli occhi.
*Flash*
“Maxi
muoviti che tra poco iniziano le prove” esclamò lui con la sua voce profonda.
“Ron come
faccio? Ho i pantaloni che cadono. Non riesco a correre”
“Dai che
Monte poi si arrabbia, sai che lui è precisino” ride lo spilungone.
I due amici
corrono, il basso a tracolla sulla
schiena di Max ondeggiava pericolosamente. lo spilungone, chiamato Ronnie, ha
un amplificatore con tanto di microfono stretto in mano.
Arrivano in
un capannone piuttosto mal ridotto. Al suo interno si potevano già sentire i
primi accordi di Monte e Omar.
A un certo
punto attaccò anche Robert con la batteria. A Max vennero i brividi pensando al
loro primo ingaggio,la settimana successiva.
I due
entrarono dalla porta rotta e tutti smisero di suonare. Videro un Monte
piuttosto incazzato che si dirigeva a passo di carica verso di loro.
“Ben
mezz’ora di ritardo” esclamò arrabbiato.
“Scusa
Monte, ma Max ha conosciuto una ragazza….” Iniziò ridendo
Ron.
“Ron lo so
che è per causa tua, dai muovete il culo che iniziamo”. Rispose divertito il
chitarrista.
***
Max si
risvegliò dai suoi pensieri.
Guardò di
nuovo l’ora.
“E’ in
ritardo di trenta minuti, st’idiota” esclamò a voce
alta.
“Idiota a
chi piccoletto?” rispose una voce piuttosto fastidiosa.
Maxi si girò
e si ritrovò a guardare la faccia da schiaffi appartenente a Craig Mabbit.
“S-scusa Craig, ma sei in ritardo, poi Monte sai che si
arrabbia, è perfezionista Lui” risponde il più piccolo impacciato.
“Non me ne
fotte di Monte, tanto io faccio quello che mi pare”
“Si ma..”
“Piccoletto
zitto, muoviti ed entriamo.”
Entrano nel
grande forum dove si terrà il loro prossimo concerto. Gli altri stanno già
accordando le chitarre e cercando l’acustica migliore. Insomma un sound-check a regola d’arte.
“Monte siamo
arrivati” urla Maxie al biondino, intento ad
accordare una chitarra elettrica.
“Siete in
ritardo, sono già tutti qui” risponde l’altro. Ma si zittisce subito vedendo Mabbit avanzare con passo deciso.
“Iniziamo?”
chiede un Robert Ortiz piuttosto annoiato.
Iniziano le
prove. Tutto va per il verso giusto. Non ci sono troppi intoppi. A prove
ultimante Mabbit prende e se ne va, lasciando gli
altri in asso.
Max si
dirige nella saletta per il relax, dove si apre una birra. La piccola porticina
si apre ed entra Monte, piuttosto scocciato.
“Max che
hai?” chiede.
“Niente
Bryan” risponde il piccolo.
“Mi hai
chiamato per nome, qualcosa hai. Dai spara”
“Nulla. Oggi
è esattamente un anno.”
Il biondo
annuisce mesto. Sta zitto e afferra la birra dalle mani dell’amico. La bevanda
fresca gli inumidisce le labbra, diventate aride al suo ricordo.
“Cazzo
Monte, quante cose sono cambiate.” Esclama Max.
“Sì.”
Monte guardò
gli occhioni verdi del più piccolo, diventati lucidi.
“Monte non
senti la sua mancanza?” chiede con la voce spezzata.
“Ogni giorno
che passa, ogni prova, ogni sound-check e ogni
fottuto concerto”
“Chissà come
sta”
“Come cazzo
deve stare Maxi? È in una fottuta prigione. Per quel cazzo di vizio. Per quella
rissa”.
Silenzio.
Il biondo
vede gli occhi del piccolo diventare sempre più lucidi.
“Scusa Maxie, lo so che ci stai male” detto questo Monte raccolse
le poche cose e se ne andò con Rob, che aspettava
fuori.
Max si
sedette sul piccolo divano e pensò all’amico, pensava a dove fosse,anche se
bene lo sapeva. Cosa facesse.
Ronnie. Il
suo compagno di avventure, di sventure. Compagno di nottate.
Com’è
cambiato tutto. Ora c’è Craig.
Quanti cambiamenti nella sua
vita.
La sera
avrebbero avuto il concerto. Mabbit lo sapeva bene
che era passato un anno giusto. Forse lo aveva fatto apposta. Per caso si
divertiva a vedere il più piccolo con gli occhi lucidi?
Più piccolo
non lo era più. Non era il più piccolo d’età. Ma dimostrava meno dei suoi anni.
Per la verità era stato Ronnie ad affibbiargli quel soprannome, al liceo. Era più
piccolo di un anno rispetto a Lui. Ma era il Piccolo. Quello con gli occhioni verdi ed espressivi. E Ronnie era quello che
sapeva essere suo amico. Sapeva cosa succedeva. Sapeva tutto.
Era Ronnie.
Ron sarebbe
tornato,pensava sempre Maxi. Lo sapeva, era certo che sarebbe tornato. Non poteva
lasciarli in balia di Mabbit. Anche se in fondo non
aveva tutti i torti per infischiarsene di loro. Alla fine loro lo avevano
sostituito. Forse li odiava. Ma chi lo può sapere?
Ormai il
cielo si era scurito. L’imbrunire avanzava. E anche la colonna di Fan davanti
all’entrata. Non sarebbe mai riuscito
a suonare quella sera. Un anno esatto. Ronnie.
Il suo amico
Ronnie.
Max si alzò
da quel piccolo divano, raccolse il suo basso. Fregandosene delle urla che gli
mandava un Mabbit piuttosto arrabbiato, uscì dal
retro.
Salì sul
primo Bus che passava, non sapeva dove stesse andando. Guardò fuori dal
finestrino. Troppi cambiamenti, troppi per il più piccolo.
Una lacrima
solitaria gli rigò la guancia.
Ronnie.
Il Mio Angolino:
Non so se abbia molto senso sta One-shot.
Ma per me lo ha.
L’ho scritta in un momento di sconforto un po’ di tempo
fa.
E ora mi sono FINALMENTE decisa a pubblicarla.
Come avrete notato non sopporto molto Mabbit, ma non si nota né? ^^
Spero vi piaccia.
PeaceAndRock. <3
*PsicoSoul