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Autore: _hurricane    18/10/2010    3 recensioni
Freckles, un fiore nel deserto sei per me.
Freckles, una stella a notte fonda sei per me.
Freckles, uno scoglio in mare aperto sei per me!

[spoiler del manga, cap.28]
La permanenza di Ciel e Sebastian al Noah's Ark Circus sarà più lunga del previsto, perchè Ciel si concederà un privilegio dal quale non potrà più tornare indietro: il privilegio di amare.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ciel Phantomhive, Doll
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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1. Un dolcissimo veleno

 

“Freckles, un fiore nel deserto sei per me.

Freckles, una stella a notte fonda sei per me.

Freckles, uno scoglio in mare aperto sei per me!”

 

 “E dai Smile, lo sai che io non so parlare in versi! Non prendermi in giro con queste smancerie, che poi ci credo!”

Freckles prese il cuscino della brandina che dividevamo e mi diede un colpo in pieno petto. Finsi di accasciarmi svenuto, e quando avvicinò il suo viso al mio mormorando “Tanto lo so che fai per finta” aprii gli occhi e le diedi un bacio sulla guancia. Lei rimase impietrita, a fissarmi con il suo unico occhio visibile, azzurro come il mio. Lentamente si allargò sul suo volto un sorriso, che illuminò in un secondo quella tenda a righe rosse e gialle, spoglia e anonima, del Noah’s Ark Circus. E poi mi baciò. Non come fa una ragazzina timida e inesperta; era il bacio di una donna. Un bacio intenso, perfetto, che profumava dei fiori freschi del suo costume, quando diventava ‘Doll’. Ma per me sarebbe sempre stata Freckles, gliel’avevo detto chiaramente. Le avevo detto che amavo troppo le sue lentiggini per non chiamarla così. E lei mi aveva risposto ridendo: “Va bene, ma io ti chiamerò comunque Smile! Per ricordarti sempre che ogni momento è giusto per sorridere… specialmente se sei tu a sorridere!” 

Probabilmente fu allora che mi innamorai di lei, perché quella richiesta tanto detestata, “Sorridi!”, era diventata la frase più bella che avessi mai sentito. Durante quel bacio interminabile, pensai a questo, ma anche ad Elizabeth. Come tutte le cose della mia esistenza, quell’atto puro e perfetto era contemporaneamente sporco, indecente, sbagliato. Stavo baciando una ragazza che non avrei mai potuto sposare, e che forse non avrei sposato in ogni caso: il buon nome della mia famiglia sarebbe stato infangato per sempre. Stavo tradendo la promessa fatta ad un’altra, che mi voleva bene e alla quale anch’io volevo bene. Ma Elizabeth… era troppo candida e spensierata per riuscire a capirmi davvero. Credeva che bastasse comprarmi dei vestiti nuovi, organizzare un ballo in maschera o una festa di compleanno, per rendermi felice. Non l’avevo mai disprezzata per questo, anzi: sapevo che faceva sempre del suo meglio. Freckles invece era come me. Inspiegabilmente, era riuscita a sopravvivere al dolore, all’umiliazione, alle tenebre. Me ne convinsi ancora di più quando le nostre labbra si separarono, e con la mano destra le accarezzai il viso. Senza volerlo, scostai il ciuffo da quell’occhio che non avevo mai visto, e rimasi di sasso scoprendo che non l’aveva più. “Freckles…”, sussurrai mortificato, “…mi dispiace.” “Non fa niente, Smile. L’altro giorno anch’io ho scoperto un tuo segreto, quando volevo costringerti a spogliarti. Adesso siamo pari. E poi” si interruppe, poggiando la sua mano sulla mia benda, “io e te siamo uguali.” Pregai che non la togliesse, che continuasse a pensare che eravamo davvero uguali. Non lo fece, e continuò: “Comunque, ora che ci penso, anche io so una poesia!” Si alzò dal letto, e con fare solenne iniziò a cantilenare:

 

“Tom, he was a piper’s son,

He learnt to play when he was young,

And all the tune that he could play

Was ‘Over the hills and far away’!

 

E poi… Non me la ricordo più!”

Incrociò le braccia, e tornò a sedersi sul bordo del letto, imbronciata. Mi misi seduto anch’io, accanto a lei, e le dissi: "Ah, quindi vuoi più bene a questo Tom che a me? Gli hai anche dedicato una poesia!” “E’ soltanto una filastrocca per bambini, non so nemmeno chi sia questo Tom! E anche se lo conoscessi, vorrei comunque più bene a te, Smile!” rispose gettandomi le braccia al collo. Ancor più delle sue lentiggini, amavo la sua capacità di passare da donna a bambina in un batter d’occhio. Quel bacio appassionato, e poi quell’atteggiamento così infantile… mi ricordava il bambino sepolto dentro di me.

 

Quando ero arrivato al Noah’s Ark Circus per indagare sul caso di bambini scomparsi che tanto turbava la Regina Vittoria, ero decisamente di cattivo umore al riguardo. Sebastian mi aveva trascinato a vivere in una scialba tenda, costretto a fingere di essere una sottospecie di paggetto acrobata, e come se non bastasse il soprannome che mi avevano dato era alquanto irritante. Quando poi mi avevano assegnato Freckles come compagno di tenda, la mia irritazione era arrivata alle stelle: non sapevo fosse una ragazza, e il suo modo di parlare eccessivamente sfrontato e confidenziale non mi andava molto a genio. Inoltre, stare lontano da Sebastian per buona parte del tempo avrebbe interferito con l’indagine. D’altro canto, Sebastian non sembrava affatto entusiasta di dividere la tenda con quello shinigami in giacca e cravatta, William Spears, ma forse era più che altro divertito all’idea di poterlo infastidire in tutti i modi. Tornando a me, la convivenza con Freckles ‘ragazzo’ era diventata insopportabile da quando aveva scoperto il marchio sulla mia schiena. Ero infreddolito, arrabbiato, e mi sentivo ancora una volta violato. Quel ragazzo stupido e ingenuo aveva scoperto la mia più grande vergogna. Fu allora che decisi che al più presto me ne sarei andato da quel dannato circo, sporco e anti-igienico.

Ma Freckles cambiò tutto. Dopo aver coperto il mio tentativo di furto (che in realtà era stato un tentativo di indagine nella tenda di Beast, la domatrice), mi rivelò di essere una ragazza, fragile e insicura a tal punto da non volere una tenda tutta per sé per non dover dormire da sola la notte. Quella sera, mi portò di nascosto fuori dal circo, in un piccolo spiazzo erboso. “Ti va di sdraiarti qui con me? E’ il mio posto segreto.” Senza dire una parola, la accontentai; ero terrorizzato da lei. Terrorizzato all’idea che quello scricciolo di donna potesse affascinarmi tanto, senza nemmeno conoscerla. “Sai, Smile, da piccola sgattaiolavo sempre fuori dall’orfanotrofio di notte. Volevo andare in giardino a vedere le stelle, perché Joker un giorno mi aveva detto che le mie lentiggini erano delle stelle cadute dal cielo, e quindi dovevo essere fiera di averle. Anche se adesso so che non era la verità, è un’abitudine che non sono più riuscita a togliermi!” Quelle parole così immacolate e innocenti non fecero altro che aumentare l’inspiegabile fascino di Freckles ai miei occhi. “Forse Joker ha detto la verità. Sono così belle” dissi, pentendomene un secondo dopo. Mi sentivo come sul ciglio di un burrone: una parola non detta, uno sguardo non ricambiato, mi avrebbe salvato dalla caduta. Ma se da un lato sapevo che non avrei dovuto dire quelle parole così dolci, perché non avrebbero fatto altro che illuderla, e soprattutto illudere me stesso di potermi permettere di amare, dall’altro lato pensavo seriamente che quei puntini imperfetti, sparsi in modo irregolare sulla sua pelle candida, fossero meravigliosi. Freckles smise di guardare le sue amate stelle e si voltò verso di me. Non disse nulla, ma non ce ne sarebbe stato bisogno. Quella notte mi persi nel contemplare le sue guance e le sue lunghe ciglia truccate, e anche lei sembrava persa in chissà quali pensieri. Nei giorni seguenti avrei voluto chiederle a cosa stava pensando, ma preferii tacere per non rovinare quel momento di respiri nel silenzio, di erba umida e soffice, di fresca brezza notturna. Forse già allora mi ero innamorato di lei, ma non lo sapevo ancora. Non sapevo che quella circense senza cognome, senza famiglia, senza passato, avrebbe spezzato in due il mio cuore, diviso tra il dovere di onorare la mia famiglia e la volontà di essere felice almeno una volta, prima di giungere all’inevitabile fine. Fissando il suo viso, mi vennero in mente le parole che poi le dissi sulla brandina, qualche giorno dopo, prima di assaporare il mio primo bacio:

 

“Freckles, un fiore nel deserto sei per me.

Freckles, una stella a notte fonda sei per me.

Freckles, uno scoglio in mare aperto sei per me!”

 

Freckles, un dolcissimo veleno sarai per me.

 

   
 
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