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Autore: Rota    19/10/2010    4 recensioni
-È bellissimo, non è vero?-
Shino teneva il naso rivolto verso il basso, guardando quel che scorreva veloce sotto il suo sguardo. Il buio della notte rendeva i margini delle piccole case sfuocate, eppure le luci che brillavano da finestre e lampioni assumevano una particolare bellezza, come tante piccole lucciole che ballavano graziose.

*Partecipa all'iniziativa di Halloween di FW*
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shino Aburame, Temari
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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ora vieni con me Titolo: Ora vieni con me
Fandom: Naruto
Personaggi: Shino Aburame, Sabaku no Temari; ShinoTemari
Genere: Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti: Flash fic, What if…?
Prompt: Volo notturno
Note: Il titolo è la ripresa del primo verso della canzone Disneyana “Il mondo è tuo”, film “Aladdin”. Perché l’ho sognato, e ogni tanto anche i sogni si ascoltano ù.ù
Questa cosa è terribilmente FLUFF, perché Shino con una donna E’ fluff, non può che esserlo. E niente, questi due scemi mi mancavano, e parecchio anche (L)





Ora vieni con me




-È bellissimo, non è vero?-
Shino teneva il naso rivolto verso il basso, guardando quel che scorreva veloce sotto il suo sguardo. Il buio della notte rendeva i margini delle piccole case sfuocate, eppure le luci che brillavano da finestre e lampioni assumevano una particolare bellezza, come tante piccole lucciole che ballavano graziose.
Temari, nel vederlo così immobile – immaginò incantato – sorrise tra sé e continuò il suo monologo.
-È davvero strano che tu non abbia mai volato, Shino! Dopotutto, sei il maestro degli insetti e gli insetti volano!-
Nessuna risposta, l’Entomologo era troppo interessato a fissare la piega dolce della terra che questa assumeva verso il confine Est del suo Villaggio, laddove sorgeva una piccola collinetta sulla cui cima si ergeva la dimora più importante di tutte, la villa privata della signora Hokage.
Lasciando che il vento accarezzasse i suoi vestiti – il cappuccio era stato abbassato già all’inizio – restava accucciato sopra il grande ventaglio che lo stava accompagnando in quel bizzarro e originale giro turistico. Gli sembrava quasi di star riscoprendo Konoha, così nuova ai suoi occhi.
Ed ecco la casa Akimichi, riconoscibile per l’insolito colore del tetto. Ecco il quartiere Uchiha, ecco invece la zona del mercato, ecco l’Ospedale, ecco il campo per l’addestramento…
Shino non sorrise, si limitò ad appoggiare il mento sul suo stesso avambraccio, così assorto e serio da sembrare quasi imbronciato.
La ragazza sghignazzò per l’espressione buffa che aveva dipinta sul volto.
-Dimmi, sono stata brava a convincerti a venire con me? Tu neanche volevi salire!-
L’Aburame si era fatto quasi pregare da Temari anche solo per fidarsi di lei. “Troppo stramba”, come proposta, troppo particolare. A Shino, si sapeva, non piacevano troppo le cose nuove, le guardava con sospetto e con diffidenza. Eppure, quando Kiba si era offerto di prendere il suo posto – sottolineando forse in maniera eccessiva quanto fisicamente sarebbe stato vicino a Temari – ogni suo dubbio era stato dissipato dal puntiglio ferreo. E a costo di scoprirsi incredibilmente sofferente per le vertigini, non avrebbe concesso mezzo minuto a qualcun altro da passare con la sua fidanzata.
Sua. Fidanzata.
Da qualche giorno, dopo che Temari aveva fatto una corte spietata per un periodo inesauribile di tempo, dopo che Shino – il cui meraviglioso lavoro era stato buttato all’aria da un’impazienza degna di nota – si era miracolosamente accorto della presenza di lei. Un miracolo a cui nessuno ancora credeva.
Temari, zampettando con qualche difficoltà verso di lui, gli mise una mano sulla spalla, facendolo risorgere dalla nebbia delle emozioni.
Gli sorrise.
-Vedi che non ti faccio fare niente di pericoloso, Shino?-
Lui la guardò a lungo, dimenticandosi di quanto aveva trovato bello ciò che correva sotto di loro – ora aveva altro, da ammirare.
-Mi piace….-
Stare con te, vivere con te, te, te, te. Mi piaci tu.
Perché le parole di un Aburame dovevano essere cifrate, era la prima cosa che Temari aveva imparato.
Arrossì di botto, ritrovandosi quasi senza parole. Dopodichè diede una sonora manata sulla sua spalla facendolo traballare assieme al ventaglio e bofonchiò, quasi irritata.
-Sarebbe stato pericoloso il contrario!-
E semplicemente il viaggio continuò, mentre i due danzavano come foglie d’autunno accompagnate dal vento leggiadro – lassù, tra nuvole e tanto altro.
   
 
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