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Autore: Any Ikisy    19/10/2010    10 recensioni
È la vigilia; fuori nevica e le strade sono coperte di poltiglia gelata.
Eppure qualcuno percorre ancora le vie principali di Konoha; qualcuno solo, che non manca a nessuno.
Due stranieri conosciuti, al freddo.
[ IV classificata parimerito e vincitrice del premio Yaoi al Cold Contest indetto da Shark Attack ]
Genere: Azione, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Nick: Any Ikisy
Titolo:
Christmas
[song]
Personaggi Scelti:
Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Genere:
Sentimentale, Song-fic, Azione
Contesto: Vago. Lo vedo come conclusione per la serie Shippuden.
Rating: Giallo
Avvertimenti: One-shot, What if?, Friendship
Betareader:

Note dell’autore: Questa è una Song-fic. Il testo usato come accompagnamento appartiene a Christmas song di Owl City; consiglio vivamente di vedere il video, oltre che leggere la traduzione.
Introduzione:
È la vigilia; fuori nevica e le strade sono coperte di poltiglia gelata.
Eppure qualcuno percorre ancora le vie principali di Konoha; qualcuno solo, che non manca a nessuno. Due stranieri conosciuti, al freddo.
[ IV° classificata parimerito e vincitrice del premio Yaoi al Cold Contest indetto da Shark Attack ]

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CHRISTMAS [SONG]

Fuori nevica.
La finestra è parzialmente aperta, per via di alcune crepe a spirale che non sono mai state del tutto sistemate; il freddo penetra nell’appartamento e sotto i vestiti.
Sakura gli aveva offerto di passare la vigilia assieme a lei e alla sua famiglia, ma per lui non c’è niente di peggio della compassione. Come regalo, le ha chiesto di non fare caso a lui; di non volerlo proteggere a tutti i costi dalla solitudine.
Si stringe nella giacca arancione, si raggomitola meglio sulla poltrona consunta che per altro è poco lontana dal termosifone rotto.
Guarda quei coprifronte, uno di fianco all’altro. Uno logorato, uno sfregiato.
Fuori nevica.

It’s Christmas and we walk alone
Two strangers with no one to miss us
On our own
Out in the cold

A Konoha non nevica spesso: la locazione del villaggio è favorevole alla calura estiva piuttosto che al gelo invernale.
Tuttavia è la mezzanotte della vigilia. La neve sembra quasi scontata.
Camminare per le strade notturne della capitale lo rende inquieto: è un nukenin, non può permettersi quei passi sicuri e cadenzati. Cosa succederebbe se lo vedessero ed identificassero?
Mantiene la presa sull’elsa della kusanagi, per sicurezza.
Ha i sandali però; non può rischiare di congelarsi i piedi perché vuole tornare a casa propria, dopo anni, per onorare la memoria dei suoi cari.

Trudging onward
Braving a harsh winter storm
You and I met passing by
And now our spirits feel warm

È incredibile come, forse inconsciamente, Naruto si sia trascinato fino al quartiere Uchiha.
La mantella protettiva che indossa segue i movimenti del vento gelido attorno a lui; l’aria che respira è pesante, più del solito.
Non ha niente da festeggiare; non l’ha mai avuto, in quei giorni… Ma lì, un tempo, avevano luogo celebrazioni festose che non avevano niente a che vedere con lo squallore del suo alloggio e della sua vita in generale.
Entra, a dispetto della considerazione per i morti. Perché Sasuke è ancora tra quelle mura; la sua essenza persiste in quell’abitazione fredda e silenziosa, somigliandole sempre più.
Naruto è convinto che, in qualche modo, quel posto sia una parte importante della loro storia: gli ricorda lo stato di decadimento in cui il suo amico si trova.
Si toglie i sandali infreddolito, ma ossequioso almeno per un frangente.
Gli abitanti di Konoha non entrano in quei corridoi, le persone normali non cercano di ricordare quel passato; non perdono tempo a ferirsi come autolesionisti. Ma lui non è mai stato un ragazzo normale.
Naruto non sente il freddo. Semplicemente perché non ha mai provato caldo. Così dicono.
Sasuke era caldo. Ma Sasuke se n’è andato da troppo tempo perché si possa ricordare un fuoco fatuo di proporzioni così piccole.
Una piccola fiammella, tuttavia, c’è. Si alimenta con poco, ma quando giungerà il momento, divamperà in un incendio.
E il momento arriva per Naruto, quando poi scorge il minore degli Uchiha nella penombra di un altarino mentre il fumo di un incenso lo avvolge.

I don’t have anyone at home to talk to

«Dobe.»

And you don’t have anything to do


Sasuke lo vede e non può dire altro.
Perché è entrato in casa senza permesso.
Perché si tratta di una ricorrenza strettamente personale.
Perché lui non c’entra niente in quel contesto.
Ma il modo in cui sgrana progressivamente gli occhi e spalanca maggiormente la bocca gli ricorda i vecchi tempi, gli fa pensare che c’era un periodo in cui Naruto lo capiva con uno sguardo e niente più.

So I’ll spend my Christmas with you
I’ll spend my Christmas with you


Forse sarebbe cortese da parte di entrambi scambiarsi reciprocamente gli auguri, se non altro un segno di civiltà, giusto per rimarcare il distacco che Sasuke ha voluto creare; il legame che ha voluto recidere. Eppure anche solo pensarlo è ridicolo.
Ma è Naruto il primo a scomporsi: si avvicina a passo spedito, sorprendendolo con uno scatto negli ultimi tre metri che li separano. Poi lo colpisce con un pugno poderoso; un colpo ben centrato che, non sa spiegarsi il motivo, non è stato in grado di prevedere e di respingere.

It’s Christmas and we are in love…


L’incenso brucia, portando le preghiere e i saluti di Sasuke ai parenti defunti.
Non ha fatto alcuna richiesta; augura solo felicità ai suoi cari. Per lui rimane importante quel contatto; benché effimera, è una delle poche usanze che si è permesso di mantenere.
Questo è il primo anno che Sasuke avanza la pretesa di effettuare il rito nella propria dimora in rovina.
Sasuke sta pensando di tornare indietro.
Saperlo è il regalo più grande che Naruto possa ricevere.
Dopo quel pugno, però, ha sentito il cuore alleggerirsi: perciò ha continuato a colpirlo e a incassare colpi.
Lo ha scaraventato contro il muro, con inaspettata fermezza, e lo ha fissato negli occhi trattenendolo per gli avambracci. Ha guardato quell’arrossamento trasformarsi gradualmente in ematoma, e si è chiesto come mai ci abbia messo così poco a gonfiarsi.
Sasuke forse è debilitato. Non deve aver mangiato di recente.
Si sono massacrati di botte, senza però mai arrivare ad estrarre i kunai o sfilare la kusanagi. E questo li fa stare meglio, perché la frustrazione è talmente contagiosa che alimenta se stessa, non dando pace a nessuno dei due finché lo sfogo non ha fine.
Non fanno altro che prendersi a calci e pugni per un tempo indefinito, perché Naruto ha dovuto aspettare quattro anni e mezzo prima che Sasuke si azzardasse a tornare, e Sasuke deve rispondere all’affronto di essere stato sfidato, per orgoglio se non altro.
Il freddo è sparito, sostituito da un lieve strato di sudore che ricopre entrambi i loro corpi. Delle sottili nuvolette di vapore fuoriescono dalle loro labbra socchiuse, mentre il calore li assoggetta e li rende man mano più docili e provati.
Si scrutano piano con la scusa che fuori è buio e loro si stanno azzuffando; in realtà nessuno dei due saprebbe dire come mai non riescono a staccarsi gli occhi di dosso, dopo tanto tempo.
Non hanno bisogno di abbassare la guardia: stanno bene così…
Naruto ha reso livido il volto candido di Sasuke, mentre l’ultimo Uchiha ha graffiato ancora più profondamente il viso di Uzumaki.
Sono le prime ore del nuovo dì, il venticinque dicembre, e tutto il villaggio è in festa: Sakura sta scartando i regali che le hanno portato gli zii più decrepiti, mentre Ino l’assiste riempiendo i loro bicchieri di alcool affinché crollino presto per il sonno; Hinata sta tagliando il dolce che, la tradizione impone, è il capostipite a dover affettare e Neji è al suo fianco per assisterla.
Loro invece sono accasciati al pavimento, attendono che le prime luci dell’alba li raggiungono da alcune finestre dai vetri frammentati.
Naruto non può fare a meno di pensare che, così come poche ore prima, è in una stanza buia, spoglia e fredda. Nonostante questo, è tutto inimmaginabilmente diverso.
Quando finalmente il sole sorge, è intento a scorrere col piede nudo alcune assi di legno, seguendo le venature e giocando con le ombre create dal suo stesso alluce. È impacciato, ma vuole comunque tentare.
«Hai ucciso Itachi…»
Sasuke tiene gli occhi chiusi, proprio per impedire che i raggi feriscano i suoi occhi; le sue occhiaie sono evidenti ora: probabilmente ha viaggiato di notte per poter assistere a quell’alba.
«Hai portato a termine la tua vendetta!»
Così Naruto ricomincia. Pretende una conferma, una sicurezza maggiore del vederlo lì al suo fianco.
È davvero passato troppo tempo perché le parole, tra loro due, valgano più di un gesto?
Sasuke non cambia espressione, pensando che chiacchierone era e chiacchierone è rimasto. Petulante, indisponente, testardo e soprattutto… «Dobe.»


I don’t have anyone at home to talk to
And you don’t have anything to do
So I’ll spend my Christmas with you

Naruto lo guarda storto, perché per quella notte si è sentito ripetere abbastanza volte quel soprannome. O forse no?
Allunga un braccio per circuire le sue spalle, stringendolo debolmente in un maldestro abbraccio che vede il suo viso affondare nell’incavo del collo di Sasuke.

I’ll spend my Christmas with you


«Teme!»
Avverte distintamente una sensazione di umido lungo la propria clavicola, mentre Naruto si stringe ancor maggiormente a lui nel disperato tentativo di celare le lacrime. Le sente scendere anche dalle proprie guance. O magari si tratta di un sorriso invece.

I’ll spend my Christmas with you



















Note di Any:

Ringraziamenti a Ginny-senseirekichan e KonataChan per il supporto e le correzioni.
Mi congratulo con tutte le partecipanti e con la giudice, per la rapidità e per i banner splendidi. La più grande soddisfazione che mi ha dato è il premio Yaoi (L)
Piccola precisazione: il punto di vista di Naruto e Sasuke si alterna nella prima ed ultima parte della storia, mentre nel mezzo si mischia. Se prima non si capiva, provare ora.

[Revisionata il 9/7/11]

  
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