Beneath The Surface
1.
Dubbi
Dicembre
era sempre stato uno dei suoi mesi preferiti. Quando era piccola
attribuiva il buon umore di quel periodo ai tanti dolci che la mamma sfornava
per le feste di Natale, ma mano a mano che cresceva aveva compreso che ciò che
la rendeva veramente felice era la gente. Aveva notato che i volti d’improvviso
divenivano più tranquilli, le espressioni si tingevano di quel po’ di speranza ed allegria che solo il Natale e la neve sanno trasmettere.
Per
questo non appena Ichigo aveva visto la neve cadere
fuori dalla finestra ed aveva notato le prime
ghirlande appese alle porte il suo sorriso era divenuto ancor più luminoso di
quanto già non fosse.
Quel
giorno si era infilata di fretta e furia gli stivali ed
aveva corso per raggiungere il caffè. Le vacanze natalizie erano iniziate,
quindi non avrebbe potuto attribuire il suo tremendo ritardo ai compiti da
finire. Udì da lontano la voce di sua madre che le raccomandava di non correre
perché a terra era scivoloso e con quella neve avrebbe rischiato di cadere. Ma non le importava. Era Natale e, si sa, a Natale tutto è
concesso!
Arrivò
al caffè con le orecchie mezze congelate. Il cappottino che aveva addosso non
la copriva a dovere e provò un gran sollievo non appena sentì sulla pelle il
calore rassicurante che albergava dentro l’edificio.
Un
Keiichirou sorridente l’accolse.
-Finalmente
sei qui!- affermò, porgendole una tazza fumante di cioccolata calda.
-Grazie
Akasaka-san!- d’improvviso i pensieri di Ichigo si rivolsero tutti all’oggetto che le veniva porto, dimenticando tutto il freddo che le era
entrato nelle ossa. Con gli occhi colmi di gratitudine afferrò la tazza,
portando il liquido caldo alle labbra.
-Ecco
che pensa subito al cibo…- una voce tranquilla divenne come un campanello
d’allarme dentro la testa della rossina che, dopo
aver fatto quasi cadere la tazza a terra, si rivolse al suo capo dai capelli
biondi.
-E
tu che vuoi Shirogane-kun?!-
esplose. E la rabbia aumentò quando la giovane notò che il ragazzo indossava
solo una magliettina leggera leggera,
mentre lei aveva dovuto sorbirsi tutto quel freddo per andare a lavorare nel
suo locale. Pronta a spiattellargli in faccia tutte quelle accuse e a fare,
quindi, la parte del povero cane bastonato Ichigo
prese un bel respiro, ma la mano calda e gentile di Keiichirou
le si posò sulla spalla, facendola improvvisamente
fermare.
-Su
Ryou, non essere così antipatico… Piuttosto dalle il
nostro regalo!- ed uscì dalla stanza.
Ichigo
aprì e chiuse più volte gli occhi color cioccolato prima di rendersi davvero
conto di ciò che aveva appena fatto Shirogane. In
pochi attimi aveva tirato fuori da un sacchettino ricamato un cappellino rosso
da Babbo Natale che aveva poi posto sulla testa di Ichigo.
Le diede una breve occhiata poi lo aggiustò alla ben'e meglio passando più
volte la mano sulla frangetta e appena accanto alle gote della ragazza che
subito si colorarono di porpora in tinta con il nuovo
accessorio.
-Direi
che così sei perfetta.- annuì il biondo americano
prendendola per le spalle e voltandola verso il grosso specchio della stanza.
–Buon
Natale, Ichigo-.
La
giovane vide la scena allo specchio: Ryou si era
abbassato all'altezza del suo orecchio e le aveva sussurrato tranquillo quella
frase, per poi allontanarsi chiudendo la porta. Ichigo
mise una mano all’altezza del capo, sfiorando appena il tessuto morbido e caldo
del berrettino. Contro la sua volontà, il suo cuore aveva accelerato i battiti
e lei aveva trattenuto il respiro un istante più del
solito. Quando finalmente si rese conto della confusione e dell’emozione che
stavano straripando dal suo cuore scosse il capo per tornare alla realtà e
corse a cambiarsi: quel biondino, la mandava sempre in tilt!
-Acquistate
le nostre nuove torte, non ne potrete più fare a meno!- dicevano con un sorriso
a trentadue denti Retasu e Purin
ad ogni cliente che, per sfuggire al freddo, entrava
nel Caffè Mew Mew. L’aria
natalizia aveva reso tutti più gioviali, ma la stanchezza si faceva sentire fin
troppo nelle gambe delle giovani eroine.
-Non
mi sento più i piedi…- disse un’affannata Minto sedendosi sulla sedia della
cucina. Con un gesto stanco si tolse il berretto natalizio regalatole da Ryou e Keiichirou, poi si voltò
verso una più che stravolta Ichigo. Gli occhi
serrati, pareva non riuscire nemmeno ad emettere un
suono.
–Ichigo-chan?- domandò allora la ballerina alzandosi in
piedi. Si fermò di fronte a lei, piegando la testa su di un lato.
-Mmh…-
mugugnò solo la rossina abbassando il capo in avanti
con un gesto poco elegante. Ormai convinta che l’unico problema fosse la stanchezza la Mew blu si sedette
nuovamente sulla sedia della cucina. Pochi attimi dopo fece la propria apparizione il resto della squadra.
-Il
caffè nel periodo natalizio è una miniera d’oro: guardate quante mance!- disse
una più che contenta Purin, l’unica che non aveva
sentito l’effetto della troppa clientela di quel giorno. Anche Retasu si era seduta accanto a Minto osservando con aria
assente il pavimento: era sicura che non sarebbe mai più
riuscita ad alzarsi...
-Credo
che abbiate bisogno di un po’ di riposo…- Keiichirou
entrò in cucina, un vassoio in mano ed il solito
sorriso gentile stampato in faccia. A quelle parole Ichigo
aguzzò subito le orecchie e alzò il capo.
-Esatto!-
esclamò, alzandosi in piedi.
-Ma
dove ha trovato la forza di alzarsi?- domandò una più che sorpresa, ma sempre
stanca, Retasu voltandosi verso l’amica ballerina.
Quest’ultima fece spallucce seguendo la conversazione dei suoi due amici.
-Avete
il resto del pomeriggio libero: ve lo meritate!- affermò così Keiichirou guadagnandosi un abbraccio più che sincero da
parte di Ichigo che iniziò a saltellare contenta per
tutta la stanza.
Presto
tutte e quattro le ragazze (Zakuro era assente per un
servizio fotografico) si spostarono nello spogliatoio, organizzando il resto
del loro pomeriggio.
-Allora
Purin-chan, tu che farai?- chiese Retasu
infilandosi il maglioncino di lana arancione. La biondina sorrise.
-Farò
la spesa per la cena della vigilia… i miei fratelli non sanno quante cose buone
cucinerò!- furono tutte contente di quell’idea.
-E
tu Ichigo-chan… cosa intendi fare oggi?- chiese
Minto. –Ma che domande faccio! Ovviamente uscirai con
il tuo ragazzo…- affermò, gli occhi ridotti a due piccole fessure. Ichigo indietreggiò di un passo, imbarazzata. Abbassò lo
sguardo a terra, le guance appena tinte di rosso.
-Ehi,
Minto-chan ha detto qualcosa di male?- domandò Retasu sinceramente preoccupata.
Ichigo
deglutì. Sicuramente non avrebbe avuto il coraggio di dire
loro la verità. Chiuse gli occhi e il cuore le si fermò
per un attimo al solo pensiero che non aveva alcuna voglia di passare il
proprio tempo con Aoyama-kun. Erano alcune settimane
che se ne rendeva conto e non aveva avuto il coraggio
di dirlo a nessuno.
Spostò
lo sguardo verso la finestra. Attraverso le tendine bianche poteva scorgere la
neve che cadeva. Eppure fino a poco tempo prima aveva desiderato con tutta se
stessa di
stringersi al petto del suo ragazzo e passeggiare su quel manto bianco, mano
nella mano, scambiandosi dolci sguardi. Solo che ultimamente quei desideri
sembravano svaniti nel nulla: era come se l’effetto grandissimo che l’amore
verso quel giovane uomo aveva sempre suscitato in lei fosse scomparso. Richiuse gli occhi, decidendo di fingere, non solo con le proprie
amiche, ma anche con se stessa.
-Certo
ragazze, ovvio che uscirò con Aoyama-kun!-
finse gioia, afferrando il cellulare per telefonargli. Per fortuna, o sfortuna,
il giovane era libero. Decisero di incontrarsi al parco Inohara
per fare una passeggiata e, magari, bere qualcosa. Ichigo
si infilò il cappotto, poi uscì dal caffè dopo aver
salutato tutti i suoi amici.
Notò
che Shirogane non c’era, ma rifletté sul fatto che
probabilmente era in laboratorio per uno dei suoi tanti studi con troppi numeri
e troppe parole strane da tradurre.
-Pazienza.- si disse. –Tanto lo rivedrò domani…-.
-Ehi,
non si saluta?- udì alle proprie spalle. Ichigo si
voltò, trovando di fronte a sé proprio Shirogane con in dosso un cappotto scuro. Doveva essere appena
rientrato.
-Emh…-
mugugnò lei portandosi una mano dietro alla nuca. –Non ti avevo visto!- esclamò
imbarazzata. Ryou le si avvicinò,
entrambe le mani in tasca.
-Stai
tornando a casa?- le chiese, per la prima volta gentile quel giorno. Ichigo fece di no con il capo.
-Akasaka-san ci ha dato il pomeriggio libero ed io…- interruppe
la frase, improvvisamente convinta che a Shirogane
non avrebbe fatto piacere il proprio programma per il pomeriggio. Scosse il
capo: ma che diavolo le veniva in mente?
-Quindi?-
sorrise malignamente il giovane. Le guance di Ichigo
divennero rosse rosse, tanto
che poi incrociò le braccia e fu quasi contenta di spiattellargli in faccia che
sarebbe uscita con un altro ragazzo.
-Esco
con Aoyama-kun!- esclamò adirata. Le sopracciglia di Ryou si inarcarono, mentre
un’espressione strana si dipingeva sul suo viso.
-Che
strano… Non si sarebbe mai detto- disse il ragazzo alzando gli occhi al cielo.
Ichigo
lo guardò stranita: che voleva dire?
–Di
solito quando stai per uscire con il tuo ragazzo svolazzi come un uccellino e
canticchi canzoncine stupide…- abbassò lo sguardo su di lei. –Oggi invece mi
sembri…- s’interruppe per trovare le parole. –Oggi mi sembri piuttosto
indifferente alla cosa- annuì dicendosi che aveva proprio trovato la parola più
adatta per descrivere lo stato d'animo della ragazza: indifferenza. Ichigo non riusciva a credere a ciò che aveva appena
sentito: possibile che Shirogane fosse arrivato dove
le sue amiche non erano state in grado di vedere? Rifletté tra sé: il biondino
aveva “indovinato” dal suo
comportamento. Lo guardò di sottecchi: ma cosa faceva, la spiava?
O forse... Solo a quel pensiero arrossì.
-Shirogane-kun! Ma cosa dici!- disse,
nascondendo la sorpresa con la rabbia. –Io sono contentissima di uscire con Aoyama-kun… Solo che oggi sono molto stanca!- sentì il
biondino sospirare.
-Se
lo dici tu- sussurrò il ragazzo e le diede un buffetto sul naso. Presto Ichigo si ritrovò i suoi occhi
oltremare a pochi centimetri dai propri, ben più scuri. –Comunque se c’è
qualcosa che non va, sappi che oltre ad essere il tuo “capo” sono anche un tuo
amico e con me puoi parlare- si allontanò sorridendole appena. Ichigo rimase bloccata di fronte a quelle parole
inaspettate, schiarendosi la voce.
-Grazie
Shirogane-kun, ma per ora non ho bisogno di nulla.- disse a bassa voce, non troppo convinta delle proprie
parole. Ora che poteva guardarlo, là di fronte a sé, quella figura fasciata in
un cappotto scuro e gli occhi belli, troppo belli, si disse
che Shirogane le trasmetteva davvero tanta sicurezza
e le venne voglia di sedersi con lui ad un tavolino, di un caffè sconosciuto
però, a chiacchierare del più e del meno e raccontargli, magari, di cosa stava
succedendo tra lei e Masaya-kun.
-Non
prenderci l’abitudine però!- fu questa frase detta dal biondino ed il suo cenno di saluto a riportare con i piedi per terra
la rossina che, dopo aver annuito, sfrecciò via per
il viale alberato che precedeva il caffè, per raggiungere Aoyama-kun,
dalla parte opposta rispetto a dove sarebbe davvero voluta essere.
Ciao
a tutti! Siamo proprio Ichi_chan e Serenity_moon, pronte a farvi sognare, ridere e chissà…
magari tirar fuori anche qualche lacrimuccia con la nostra storia! Una
collaborazione che, speriamo, potrà farvi piacere! Ci si vede al prossimo
capitolo!
Le
vostre autrici <3