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Autore: Sere_Ichi    20/10/2010    6 recensioni
L'apparenza inganna e sotto la superficie può nascondersi di più, molto di più. Le acque calme sono sempre state le più pericolose.
-Io credo che lei non ti abbia mai amato- dichiarò freddo Ryou perché doveva terminare il proprio racconto.
-Lo dici perché tu pensi di meritarla più di me!- lo accusò l’altro puntandogli un dito di minaccia. Il biondo scosse il capo.
-Aoyama, io credo che dentro di te ci siano delle tracce di Mew Aqua che rendono Ichigo… irreparabilmente attratta da te. E’ per questo che l’altro giorno non è riuscita a dirti che ora è la mia ragazza!- alzò a propria volta la voce nella speranza che l’altro riuscisse a carpire bene il concetto. Masaya rimase fermo a fissarlo. Il braccio ancora proteso, gli occhi vacui. Ryou rimase immobile e zitto di fronte a quella scena agghiacciante finché Masaya non cadde a terra con la testa tra le mani, il volto divenuto una maschera di terrore.
-Non mi ama… io… Mew Aqua?-.
D'improvviso cacciò un urlo devastante. [dal cap.9]
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Beneath The Surface

Beneath The Surface

 

 

 

1.    Dubbi

 

 

 

Dicembre era sempre stato uno dei suoi mesi preferiti. Quando era piccola attribuiva il buon umore di quel periodo ai tanti dolci che la mamma sfornava per le feste di Natale, ma mano a mano che cresceva aveva compreso che ciò che la rendeva veramente felice era la gente. Aveva notato che i volti d’improvviso divenivano più tranquilli, le espressioni si tingevano di quel po’ di speranza ed allegria che solo il Natale e la neve sanno trasmettere.

Per questo non appena Ichigo aveva visto la neve cadere fuori dalla finestra ed aveva notato le prime ghirlande appese alle porte il suo sorriso era divenuto ancor più luminoso di quanto già non fosse.

Quel giorno si era infilata di fretta e furia gli stivali ed aveva corso per raggiungere il caffè. Le vacanze natalizie erano iniziate, quindi non avrebbe potuto attribuire il suo tremendo ritardo ai compiti da finire. Udì da lontano la voce di sua madre che le raccomandava di non correre perché a terra era scivoloso e con quella neve avrebbe rischiato di cadere. Ma non le importava. Era Natale e, si sa, a Natale tutto è concesso!

Arrivò al caffè con le orecchie mezze congelate. Il cappottino che aveva addosso non la copriva a dovere e provò un gran sollievo non appena sentì sulla pelle il calore rassicurante che albergava dentro l’edificio.

Un Keiichirou sorridente l’accolse.

-Finalmente sei qui!- affermò, porgendole una tazza fumante di cioccolata calda.

-Grazie Akasaka-san!- d’improvviso i pensieri di Ichigo si rivolsero tutti all’oggetto che le veniva porto, dimenticando tutto il freddo che le era entrato nelle ossa. Con gli occhi colmi  di gratitudine afferrò la tazza, portando il liquido caldo alle labbra.

-Ecco che pensa subito al cibo…- una voce tranquilla divenne come un campanello d’allarme dentro la testa della rossina che, dopo aver fatto quasi cadere la tazza a terra, si rivolse al suo capo dai capelli biondi.

-E tu che vuoi Shirogane-kun?!- esplose. E la rabbia aumentò quando la giovane notò che il ragazzo indossava solo una magliettina leggera leggera, mentre lei aveva dovuto sorbirsi tutto quel freddo per andare a lavorare nel suo locale. Pronta a spiattellargli in faccia tutte quelle accuse e a fare, quindi, la parte del povero cane bastonato Ichigo prese un bel respiro, ma la mano calda e gentile di Keiichirou le si posò sulla spalla, facendola improvvisamente fermare.

-Su Ryou, non essere così antipatico… Piuttosto dalle il nostro regalo!- ed uscì dalla stanza.

Ichigo aprì e chiuse più volte gli occhi color cioccolato prima di rendersi davvero conto di ciò che aveva appena fatto Shirogane. In pochi attimi aveva tirato fuori da un sacchettino ricamato un cappellino rosso da Babbo Natale che aveva poi posto sulla testa di Ichigo. Le diede una breve occhiata poi lo aggiustò alla ben'e meglio passando più volte la mano sulla frangetta e appena accanto alle gote della ragazza che subito si colorarono di porpora in tinta con il nuovo accessorio.

-Direi che così sei perfetta.- annuì il biondo americano prendendola per le spalle e voltandola verso il grosso specchio della stanza.

–Buon Natale, Ichigo-.

La giovane vide la scena allo specchio: Ryou si era abbassato all'altezza del suo orecchio e le aveva sussurrato tranquillo quella frase, per poi allontanarsi chiudendo la porta. Ichigo mise una mano all’altezza del capo, sfiorando appena il tessuto morbido e caldo del berrettino. Contro la sua volontà, il suo cuore aveva accelerato i battiti e lei aveva trattenuto il respiro un istante più del solito. Quando finalmente si rese conto della confusione e dell’emozione che stavano straripando dal suo cuore scosse il capo per tornare alla realtà e corse a cambiarsi: quel biondino, la mandava sempre in tilt!

-Acquistate le nostre nuove torte, non ne potrete più fare a meno!- dicevano con un sorriso a trentadue denti Retasu e Purin ad ogni cliente che, per sfuggire al freddo, entrava nel Caffè Mew Mew. L’aria natalizia aveva reso tutti più gioviali, ma la stanchezza si faceva sentire fin troppo nelle gambe delle giovani eroine.

-Non mi sento più i piedi…- disse un’affannata Minto sedendosi sulla sedia della cucina. Con un gesto stanco si tolse il berretto natalizio regalatole da Ryou e Keiichirou, poi si voltò verso una più che stravolta Ichigo. Gli occhi serrati, pareva non riuscire nemmeno ad emettere un suono.

Ichigo-chan?- domandò allora la ballerina alzandosi in piedi. Si fermò di fronte a lei, piegando la testa su di un lato.

-Mmh…- mugugnò solo la rossina abbassando il capo in avanti con un gesto poco elegante. Ormai convinta che l’unico problema fosse la stanchezza la Mew blu si sedette nuovamente sulla sedia della cucina. Pochi attimi dopo fece la propria apparizione il resto della squadra.

-Il caffè nel periodo natalizio è una miniera d’oro: guardate quante mance!- disse una più che contenta Purin, l’unica che non aveva sentito l’effetto della troppa clientela di quel giorno. Anche Retasu si era seduta accanto a Minto osservando con aria assente il pavimento: era sicura che non sarebbe mai più riuscita ad alzarsi...

-Credo che abbiate bisogno di un po’ di riposo…- Keiichirou entrò in cucina, un vassoio in mano ed il solito sorriso gentile stampato in faccia. A quelle parole Ichigo aguzzò subito le orecchie e alzò il capo.

-Esatto!- esclamò, alzandosi in piedi.

-Ma dove ha trovato la forza di alzarsi?- domandò una più che sorpresa, ma sempre stanca, Retasu voltandosi verso l’amica ballerina. Quest’ultima fece spallucce seguendo la conversazione dei suoi due amici.

-Avete il resto del pomeriggio libero: ve lo meritate!- affermò così Keiichirou guadagnandosi un abbraccio più che sincero da parte di Ichigo che iniziò a saltellare contenta per tutta la stanza.

Presto tutte e quattro le ragazze (Zakuro era assente per un servizio fotografico) si spostarono nello spogliatoio, organizzando il resto del loro pomeriggio.

-Allora Purin-chan, tu che farai?- chiese Retasu infilandosi il maglioncino di lana arancione. La biondina sorrise.

-Farò la spesa per la cena della vigilia… i miei fratelli non sanno quante cose buone cucinerò!- furono tutte contente di quell’idea.

-E tu Ichigo-chan… cosa intendi fare oggi?- chiese Minto. –Ma che domande faccio! Ovviamente uscirai con il tuo ragazzo…- affermò, gli occhi ridotti a due piccole fessure. Ichigo indietreggiò di un passo, imbarazzata. Abbassò lo sguardo a terra, le guance appena tinte di rosso.

-Ehi, Minto-chan ha detto qualcosa di male?- domandò Retasu sinceramente preoccupata.

Ichigo deglutì. Sicuramente non avrebbe avuto il coraggio di dire loro la verità. Chiuse gli occhi e il cuore le si fermò per un attimo al solo pensiero che non aveva alcuna voglia di passare il proprio tempo con Aoyama-kun. Erano alcune settimane che se ne rendeva conto e non aveva avuto il coraggio di dirlo a nessuno.

Spostò lo sguardo verso la finestra. Attraverso le tendine bianche poteva scorgere la neve che cadeva. Eppure fino a poco tempo prima aveva desiderato con tutta se stessa  di stringersi al petto del suo ragazzo e passeggiare su quel manto bianco, mano nella mano, scambiandosi dolci sguardi. Solo che ultimamente quei desideri sembravano svaniti nel nulla: era come se l’effetto grandissimo che l’amore verso quel giovane uomo aveva sempre suscitato in lei fosse scomparso. Richiuse gli occhi, decidendo di fingere, non solo con le proprie amiche, ma anche con se stessa.

-Certo ragazze, ovvio che uscirò con Aoyama-kun!- finse gioia, afferrando il cellulare per telefonargli. Per fortuna, o sfortuna, il giovane era libero. Decisero di incontrarsi al parco Inohara per fare una passeggiata e, magari, bere qualcosa. Ichigo si infilò il cappotto, poi uscì dal caffè dopo aver salutato tutti i suoi amici.

Notò che Shirogane non c’era, ma rifletté sul fatto che probabilmente era in laboratorio per uno dei suoi tanti studi con troppi numeri e troppe parole strane da tradurre.

-Pazienza.- si disse. –Tanto lo rivedrò domani…-.

-Ehi, non si saluta?- udì alle proprie spalle. Ichigo si voltò, trovando di fronte a sé proprio Shirogane con in dosso un cappotto scuro. Doveva essere appena rientrato.

-Emh…- mugugnò lei portandosi una mano dietro alla nuca. –Non ti avevo visto!- esclamò imbarazzata. Ryou le si avvicinò, entrambe le mani in tasca.

-Stai tornando a casa?- le chiese, per la prima volta gentile quel giorno. Ichigo fece di no con il capo.

-Akasaka-san ci ha dato il pomeriggio libero ed io…- interruppe la frase, improvvisamente convinta che a Shirogane non avrebbe fatto piacere il proprio programma per il pomeriggio. Scosse il capo: ma che diavolo le veniva in mente?

-Quindi?- sorrise malignamente il giovane. Le guance di Ichigo divennero rosse rosse, tanto che poi incrociò le braccia e fu quasi contenta di spiattellargli in faccia che sarebbe uscita con un altro ragazzo.

-Esco con Aoyama-kun!- esclamò adirata. Le sopracciglia di Ryou si inarcarono, mentre un’espressione strana si dipingeva sul suo viso.

-Che strano… Non si sarebbe mai detto- disse il ragazzo alzando gli occhi al cielo.

Ichigo lo guardò stranita: che voleva dire?

–Di solito quando stai per uscire con il tuo ragazzo svolazzi come un uccellino e canticchi canzoncine stupide…- abbassò lo sguardo su di lei. –Oggi invece mi sembri…- s’interruppe per trovare le parole. –Oggi mi sembri piuttosto indifferente alla cosa- annuì dicendosi che aveva proprio trovato la parola più adatta per descrivere lo stato d'animo della ragazza: indifferenza. Ichigo non riusciva a credere a ciò che aveva appena sentito: possibile che Shirogane fosse arrivato dove le sue amiche non erano state in grado di vedere? Rifletté tra sé: il biondino aveva “indovinato” dal suo  comportamento. Lo guardò di sottecchi: ma cosa faceva, la spiava? O forse... Solo a quel pensiero arrossì.

-Shirogane-kun! Ma cosa dici!- disse, nascondendo la sorpresa con la rabbia. –Io sono contentissima di uscire con Aoyama-kun… Solo che oggi sono molto stanca!- sentì il biondino sospirare.

-Se lo dici tu- sussurrò il ragazzo e le diede un buffetto sul naso. Presto Ichigo si ritrovò i suoi occhi oltremare a pochi centimetri dai propri, ben più scuri. –Comunque se c’è qualcosa che non va, sappi che oltre ad essere il tuo “capo” sono anche un tuo amico e con me puoi parlare- si allontanò sorridendole appena. Ichigo rimase bloccata di fronte a quelle parole inaspettate, schiarendosi la voce.

-Grazie Shirogane-kun, ma per ora non ho bisogno di nulla.- disse a bassa voce, non troppo convinta delle proprie parole. Ora che poteva guardarlo, là di fronte a sé, quella figura fasciata in un cappotto scuro e gli occhi belli, troppo belli, si disse che Shirogane le trasmetteva davvero tanta sicurezza e le venne voglia di sedersi con lui ad un tavolino, di un caffè sconosciuto però, a chiacchierare del più e del meno e raccontargli, magari, di cosa stava succedendo tra lei e Masaya-kun.

-Non prenderci l’abitudine però!- fu questa frase detta dal biondino ed il suo cenno di saluto a riportare con i piedi per terra la rossina che, dopo aver annuito, sfrecciò via per il viale alberato che precedeva il caffè, per raggiungere Aoyama-kun, dalla parte opposta rispetto a dove sarebbe davvero voluta essere.

 

 

Ciao a tutti! Siamo proprio Ichi_chan e Serenity_moon, pronte a farvi sognare, ridere e chissà… magari tirar fuori anche qualche lacrimuccia con la nostra storia! Una collaborazione che, speriamo, potrà farvi piacere! Ci si vede al prossimo capitolo!

Le vostre autrici <3

   
 
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