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Autore: _Giuls17_    20/10/2010    2 recensioni
Questa fanfiction è per me il seguito che avrebbe dovuto avere Hunted. Le cose sono un pò diverse XD leggete
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 1

Questa storia è il mio seguito di Untamed

Capitolo 1

Scappare non avrebbe risolto la situazione, ma stavolta scappare coincideva con vivere.

Non avevamo altre occasioni, altre chance, o questa oppure la morte. E nessuno di noi almeno per il momento voleva morire, quindi dal giardino richiamai tutti e inizia a correre, con i miei amici che mi venivano dietro, li proteggevo con lo scudo dei cinque elementi, ma ero stanca, ma per loro dovevo resistere, dovevo farlo per dargli un futuro e non l’oblio.

-Avanti ragazzi!- dissi urlando a loro.

Uscimmo dalla scuola per un pelo, avevamo i Raven Moncher alle calcagna ma non andarono oltre per il momento, restavano vicino al loro padrone, che era un pagliaccio a parere mio.

-Ci siamo tutti?- chiesi a stento, mi mancava il fiato e anche a loro, però tutti risposero all’appello grazie al cielo. Vidi Stevie Rae sanguinante tra le braccia di Dario, dovevo salvarla.

 

-Dove andiamo?- chiese Damien.

 

-Andiamo nei tunnel- dissi decisa.

 

Lasciai andare loro avanti e io guardai per un ultima volta quella che era stata la mia casa fino a poco tempo fa, e lentamente e contro voglia girai lo sguardo e guardai i miei amici e corsi verso di loro, più veloce che potevo, perché sapevo che se avessi guardato anche una sola volta indietro, sarei voluta tornare indietro a salvare amici e professori che avevo lasciato indietro.

 

Li raggiunsi e mi portai al comando del gruppo, e li condussi verso i tunnel dello scalo ferroviario abbandonato, li feci entrare tutti e chiusi la porta dall’interno cosi nessuno sarebbe potuto entrare e saremmo solo potuti uscire, la chiusi come meglio potevo grazie anche alla terra che chiamai in mio aiuto.

 

Cercammo la camera di Stevie Rae  e solo grazie al suo aiuto la trovammo. –Poggiala sul letto- dissi a Dario.

-Si Signora- disse Dario appoggiò Stevie Rae a letto e cercò nel kit medico vicino al suo letto qualcosa per curarla.

 

-Okay qua c’e qualcosa- disse Dario.

 

-Bene, muoviamoci, dobbiamo togliere la freccia- dissi decisa.

 

-Per forza?- disse Erin, la guardai era sbiancata di colpo, non voleva farlo si vedeva lontano un miglio.

 

-Chi non vuole stare qua, vada fuori- lo dissi con la massima gentilezza che mi restava.

 

Uscirono quasi tutti, restammo io, Dario, Afrodite e Erik. –Bene, andiamo- andai verso Stevie Rae –Devi farcela- le dissi –Fallo per noi- lo dissi quasi in punto di pianger.

 

-Ci proverò- bisbigliò lei.

 

Alzai gli occhi da lei e guardai gli altri, e dissi –Io estraggo la freccia, tu Dario taglia la punta- lo esortai a muoversi indicandogli le forbici sul tavolo. La freccia che gli aveva lanciato Stark gli aveva trapassato il petto e gli usciva dalla schiena. Avevo paura di sbagliare tutto, ma l’amicizia per Stevie Rae mi aiutò a crede in me stessa.

 Lui esitò un attimo, mi guardò, ma all’improvviso si fece coraggio, come se avesse visto in me chissà chi e la tagliò.

 

Stevie Rae urlò per il dolore, ma si riaccasciò subito sul letto, come se fosse morta ed io immediatamente dopo le tolsi la freccia dal torace.

 

-Dario tampona, Erik cerca delle garze- gli dissi.

 

-Si okay- e le cercò nel kit, che Dario aveva lasciato vicino al letto.

 

Le prese subito e le passò a Dario, che grazie alla sua preparazione da Figlio di Erebo riuscì a bendare immediatamente Stevie Rae, la guardai, ora sembrava in pace, ora poteva riposare.

 

-Scusatemi- dissi a loro e uscii di corsa dalla stanza e corsi lungo il tunnel. Non sapevo dove andare, non conoscevo quei posti.

Correvo nel buio più profondo non chiamai manco il fuoco per aiutarmi, cosi la mia testa si riempì di pensieri su Stark.

 

Pensieri che non riuscivo ad allontanare, l’avevo lasciato alla Casa della Notte, molto probabilmente avevo sbagliato. Ora ere nelle mani di Kalona.

Giurai forse più a me che a lui, che sarei tornata a prenderlo. Cadde una lacrima sul mio viso, e mi sconvolsi di ciò.

Mi piaceva davvero? Più dello stesso Erik Night? No sapevo cosa avrei fatto con loro, ma sapevo che mi importava veramente di Stark, però dovevo anche parlare con Erik, ma i miei pensieri furono interrotti all’improvviso perché mi ritrovai con la faccia a terra, ero caduta.

 

Guardai dietro di me e vidi un sasso enorme proprio in mezzo al corridoio. –Che cavolo!- cerci di alzarmi ma non ci riuscii al primo colpo, avevo un graffio che partiva dal ginocchio e arriva fino alla fine del polpaccio, tutto questo nella gamba destra.

 

-Bene, fantastico!- mi dissi in modo ironico. Mi alzai con molta calma e chiamai il fuoco in mio aiuto e andai avanti nel tunnel.

 

Non volevo tornare indietro, almeno non ora, volevo rimanere un po’ sola in quei tunnel. Andando avanti trovai un incavo nel muro e mi ci sedetti, guardai la ferita, che faceva un po’ schifo, ma senza guardarla troppo chiamai l’acqua e la ripulì, strappai un pezzo di maglietta e la chiusi intorno ad essa.

 

Mi alzai e sentii un rumore strano, strano per quel luogo. Lo raggiunsi lentamente e varcai un magnifico arco di pietra, che sembrava stare là da anni, o meglio secoli. Sembrava un posto fuori dal mondo, era incantevole ma da un lato anche spaventoso.

 

Andai avanti e capii a cosa si riferiva quel rumore. Era una cascata.

Si, sotto lo scalo ferroviario c’era una cascata, sembrava immensa ma sapevo che non lo era, era incredibile che stesse là sotto e che mai nessuno si fosse accorto di niente.

 

Nel silenzio di quel luogo ne rimasi affascinata.

 

 

 

 

   
 
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