Anime & Manga > Shadow Lady
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Autore: Rik Bisini    09/11/2005    1 recensioni
Shadow Lady di Katzura è un fumetto poco noto a cui dedicai alcune fanfic che ora giacciono dimenticate su un sito che trascuro da anni.
Questa è la prima della serie, che risale all'estate 1998, e racconta cosa potrebbe succedere dal momento in cui il fumetto si interrompe.
Genere: Commedia, Sovrannaturale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il ritorno di Shadow Lady'
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Shadow Lady e l'Ala del Demonio
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Una vittoria per Dory

"È lì, è lei!" gridò una voce. Un poliziotto guardava verso il cielo puntando in alto un dito. Un'ombra spuntò sopra un tetto.
"Fate luce!" ordinò un'altra voce. Un grasso poliziotto con i gradi di sergente si era rivolto a due agenti.
Un fascio di luce illuminò sul tetto la figura di una splendida ragazza bionda, dal sofisticato trucco e dal seducente abito nero che evidenziava le gradevoli forme del suo corpo.
"È Shadow Lady." disse un giovane poliziotto.
Un uomo alto e magro, dai capelli grigi e corti, accorse con altri uomini in uniforme "Sparate, fermatela."
I poliziotti presenti estrassero le armi e presero la mira, ma tornando a guardare sul tetto, si accorsero che la giovane era sparita.
"Cercatela, non può essere lontano." disse l'uomo dai capelli grigi.
Altri riflettori si accesero e cercarono sui tetti. La ragazza compariva ora qui ed ora là, sorridendo e lasciandosi ammirare, come se fosse stata al centro dell'attenzione di una folla di ammiratori. L'uomo dai capelli grigi ruggiva comandi imperiosi, ma senza ottenere risultati.
Ad un certo punto la donna scomparve.
"Ispettore Dory, l'abbiamo persa." disse il grasso sergente all'uomo dai capelli grigi.
"Forse ha rinunciato: nessuno l'ha vista nella villa, vero?"
"No, ma temo che non sia andata diversamente dalle altre volte."

Il sole sorto da poche ore non aveva ancora scaldato l'aria del mattino. Avvolto in un cappotto un giovane dai capelli bruni, acconciati con un lungo ciuffo che ricadeva sulla parte destra del viso, entrò in un locale la cui grossa insegna recava la scritta "Cake." Tra i tavoli un uomo di grossa corporatura, con i capelli bianchi ed un grembiule candido serviva i clienti. Il giovane si sedette ad uno dei tavoli ed attese.
Pochi istanti dopo l'uomo venne verso di lui "Desidera?"
"Un caffè" rispose il giovane "e... alcune risposte."
"Prego?" chiese l'uomo.
"Mi chiamo Bright Honda" spiegò il giovane "sono un vicino di casa di Aimi... cioè... fino a cinque settimane fa, poi non l'ho più vista... lei sa dove sia?"
"È andata via" rispose l'uomo "credo avesse paura che arrivasse in città un altro mostro perchè fu dopo lo scontro tra il mostro e Shadow Lady che mi disse che lasciava la città... Dubito che sia tornata."
Si allontanò per tornare agli altri clienti. Quando tornò con il caffè Bright riprese.
"È sicuro di non ricordare altro? Qualcosa che le ha detto? Non sa chi può sapere dove sia ora?"
"Aimi è sempre stata molto riservata... non ho mai saputo nulla della sua famiglia... ora che ci penso però... il giorno che si licenziò venne qui sola... ma..." un'immagine si formò nella mente dell'uomo "voltandomi a pulire un vetro la vidi nel riflesso che andava via assieme ad un bambino bruno con un buffo paio di ciuffi sulle orecchie... davano l'impressione di un paio di corna." e rise di gusto.

Gli occhi vispi, i capelli biondi lasciati cadere lunghi fino alla schiena, con un timido ombretto sugli occhi e un tenue rossetto sulle labbra, la ragazza si passò con rassegnazione una mano sulla testa cercando di sistemare diversi ciuffi fuori posto.
"Devo proprio lavarmi i capelli." pensò.
Aprì la porta di un appartamento e si spogliò del soprabito.
"Karin?" disse una voce. Fece capolino il viso di un bambino bruno con due ciuffi sopra le orecchie che puntavano in alto.
"Ciao Demota" disse la ragazza chiamata Karin "il tempo di cambiarmi ed esco." chiuse una porta.
Il bambino avvicino il viso al buco della serratura. Dietro la porta Karin aveva tolto la corta divisa da cameriera che indossava e si stava infilando un paio di pantaloni.
"Dove vai?" chiese Demota.
"Ai bagni pubblici" rispose l'altra "ho bisogno di lavarmi i capelli e mi farò anche una doccia."
Demota chiuse gli occhi immaginando la ragazza mentre si slacciava il reggiseno. "Puoi farlo anche a casa, che ne dici?"
La porta si aprì e la maniglia lo colpì in pieno viso. Cadde a terra a gambe all'aria.
"Ma se mi spii anche quando mi cambio." disse Karin che aveva indossato anche un lungo maglione.
"Neanche se ti do la mia parola di non guardarti?"
"Nemmeno" rispose Karin "dubito che un demonio come te possa essere tanto onesto nei miei confronti" sorrise "nemmeno sapendo che sono il Messaggero del Sovrano del Fuoco." Si avvicinò con decisione verso la porta. "Se non provi come puoi saperlo?"
"Non attacca, Demota." aprì l'uscio e lasciò la casa.

Il sole aveva già percorso tutto il cielo ed era andato ad illuminare un paese lontano quando Karin tornò alla casa che divideva con Demota.
Demota alzò gli occhi dalla televisione rivolgendosi alla ragazza "Temevo che non ce la facessi." disse.
"Sai bene che non potrei mancare" disse con un sorriso "pronto?"
Karin aprì un astuccio che conteneva vari colori di ombretto e con due veloci e calibrati gesti lo passò sugli occhi.
Una luce sfavillante la avvolse da capo a piedi e i suoi comuni vestiti si trasformarono nel sensuale abito e nella complessa acconciatura di Shadow Lady. Nel frattempo una nuvola di fumo trasformò Demota in un esserino con due corna aguzze ed un paio di ali da pipistrello.
"Andiamo, Demo!" esclamò la ragazza "hai mandato il solito preavviso?"
"Certo" disse l'altro che stava svolazzando verso una finestra. "Vedrai che sta aspettandoci."

"Due uomini ad ogni angolo di ogni strada nel raggio di mezzo chilometro, tre in ogni stanza della villa." ordinò l'ispettore Dory ad un gruppo di poliziotti.
Fece poche rapide falcate verso un'auto parcheggiata poco più in là e si rivolse ad un uomo con il mento sporgente, il naso aguzzo e due spesse lenti.
"Coordinerai le auto che seguiranno Shadow Lady, se cercasse di allontanarsi dalla zona." ordinò.
Accese una radio. "Tenete acceso il motore: voglio l'elicottero pronto a decollare appena quella ladra compare."
"Shadow Lady" pensò "questa volta non puoi sfuggirmi... vedi di non perdere tempo e di venire qui subito."

Una ragazza bionda dai capelli appena mossi, camminava frettolosamente per un vicolo buio. Un rumore improvviso dietro le sue spalle la fece trasalire.
Percorse il vicolo con veloci passi fino a svoltare su una strada meglio illuminata.
Non le servì.
La attendeva un uomo grosso e muscoloso, con una bruna barba incolta ed un tatuaggio sul bicipite che la prese per un braccio, facendola gridare di dolore.
Qualcuno raggiunse rapidamente un portone di quella strada e vi si nascose silenziosamente. L'omone nel frattempo torse il braccio della ragazza immobilizzandolo dietro la sua schiena. "Grida ancora" la esortò "tanto non ti sente nessuno."
Dal vicolo comparve un altro uomo, alto e magro, completamente calvo, ed un terzo, che indossava occhiali scuri e stringeva un coltello. Il secondo uomo strappò la borsetta alla ragazza e cominciò a frugarvi all'interno. Il terzo le tagliò una collana con il coltello.
"Che bella!" esclamò "e sembra oro vero... sei dei quartieri alti in cerca di emozioni?"
"Qui ci sono un bel po´ di quattrini" disse il secondo.
"Prendete quello che vi pare, ma lasciatemi stare!" supplicò la ragazza.
L'omone la sbattè a terra "Che c'è?" la schernì "non ti piace la nostra compagnia? Invece penso che resterai con noi finchè non ci andrà."
La ragazza giaceva per terra, la sua gonna, lunga fino al ginocchio era già a brandelli.
"Svegliala" disse il terzo uomo "non c'è gusto quando sono immobili."
La ragazza tremava dal terrore e teneva gli occhi chiusi.
Ad un certo punto, preceduto da un grido soffocato, calò il silenzio, dovette passare quasi un minuto prima che la ragazza aprisse gli occhi. Quando lo fece, gli uomini che l'avevano minacciata giacevano tutti e tre a terra, coperti di lividi. Riconobbe immediatamente la figura accanto a lei, intenta a rassettarsi l'abito.
"Shadow... Lady..." mormorò.
"Ah, sei sveglia... com'è che ti chiami?" disse la nuova arrivata.
"Aimi... Aiutami, non riesco a muovermi."
Lo sguardo di Shadow Lady si perse nel vuoto.

Al pronto soccorso dell'ospedale Karin attirò l'attenzione di un'infermiera.
"La prego" disse "era qui in strada... è ferita."
Demota sosteneva in posizione seduta la ragazza aggredita. L'infermiera si avvicinò, la fece stendere ponendole un cuscino a tenerle dritto il capo e la esaminò con attenzione. Karin e Demota osservavano a distanza di qualche metro. Karin non aveva un filo di trucco sul viso e si era raccolta i capelli in una treccia dietro alla nuca.
"La visiteremo tra pochi minuti. Sembra che abbia preso una bella botta." disse la donna prima di allontanarsi.
"Andiamo via?" chiese Demota. "Potrebbe essere pericoloso."
"Preferisco restare... e poi non c'è problema... basta che io dica che sono Aimi Komori, così nessuno potrà ricollegare Karin Ooki a Shadow Lady."
"Non è che lo fai per farti trovare da Bright?"
Karin arrossì. "Da quando sono ricomparsa non mi ha più inseguito... forse non gli interesso più..." gli occhi le si fecero lucidi.
"Non sarebbe intelligente se non lo facesse, sai?" la confortò Demota.
A Karin sfuggì un sorriso.

Un vago chiarore che annunciava l'alba ed il ritorno del sole dalle terre lontane che cadevano a loro volta nell'oscurità, lasciava distinguere il limite estremo dell'orizzonte dalla volta del cielo.
L'ispettore Dory camminava nervosamente a larghi passi sull'asfalto. L'uomo dal lungo naso sorseggiava il caffè accennando un sorriso.
"Non verrà" disse.
"Ohilà, ispettore!" urlò una voce di donna.
"È arrivata. I riflettori, presto!"
"Stavolta hai vinto tu, ispettore. Rinuncio al colpo."
I riflettori illuminarono un tetto vuoto.
"Non puoi farlo" gridò l'ispettore "devo catturarti."
Shadow Lady saltò agilmente tra due edifici sopra le teste di due poliziotti intenti a guardare attorno a loro. Si accucciò dietro ad un camino. Demo la raggiunse in un istante.
"Perchè hai parlato così a Dory?" chiese Demo.
"Poverino" rise Shadow Lady "ha aspettato tutta la notte... merita la soddisfazione di credere di avermi battuto per una volta."

   
 
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