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Autore: SaraBells    21/10/2010    1 recensioni
"Respirai profondamente e mi girai verso di lui.
Era bellissimo. Aveva un capellino nero in testa, degli occhiali Ray Ban neri, un jeans a vita basse e una T-shirt larga. Mi accorsi che avevo la bocca aperta e la richiusi all’istante. Lui sembrava altrettanto imbambolato che me.
« Clara ... » soffiò prima di baciarmi appassionatamente." Sarà davvero vero amore?
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Canzone ispiratrice : Ring my bells - Enrique Iglesias
Rigrazio Eugenia per il titolo <3
Rigrazio tutte le lettrici.
Sara <3

Comme Soie




« ... ara ... lara ... Clara! »
Mi girai; qualcuno mi stava chiamando.
Rimasi senza fiato. La gola secca, gli occhi sbarrati, il respiro mozzato e il cuore volante.
« No ... no ... non può essere ... cosa vuole ora? » sussurrai mentre il mio respiro iniziava ad avere scatti tra lo mozzato e l’iperventilazione.
La mia chiavi rimasi sospesa tra la mia mano, pietrificata, e la serratura, in attesa. Sentivo i suoi passi avvicinarsi e il suo fiato accelerato farsi più vicino. Fui scossa da un tremolio e mi fissai la mano. Non riuscivo a muovermi, il mio cuore volava e soffriva contemporaneamente.
Si avvicina ... si avvicina ... si avvicina ... Clara muoviti! Infila la chiave nella serratura e corri! mi urlava una voce nel mio cervello.
Ma lo volevo davvero? Volevo scappare e lasciare tutto irrisolto? O volevo affrontare il problema e rispondere alle mie domande?
Nel mentre, lui era a un metro di distanza.
Respirai profondamente e mi girai verso di lui.
Era bellissimo. Aveva un capellino nero in testa, degli occhiali Ray Ban neri, un jeans a vita basse e una T-shirt larga. Mi accorsi che avevo la bocca aperta e la richiusi all’istante. Lui sembrava altrettanto imbambolato che me.
Fece un passo, che portò il suo viso e una spanna dal mio. Mi guardò intensamente negli occhi, senza dire una parola, alitandomi in faccia. Io respiravo  stordita quella fragranza sublime; ero immersa nei suoi grossi occhi azzurri.
« Clara ... » soffiò prima di baciarmi appassionatamente.
Non riuscii a reagire subito ... non capivo! Non riuscivo a pensare ... e appena capii cosa stava succedendo mi staccai prima che la sua mano finisse sulla mia schiena.
« No ... no ... no! Come ... Cosa? Perché ora? N-natan ... » farfugliai passandomi una mano tra i capelli, ancora sotto shock per il bacio appena interrotto.
Mi guardò interrogativo. Non riuscivo più a trovare la voce ... Mi resi appena conto di avere una voglia pazzesca di baciarlo.
Poi parlò: « Lo so ... Lo so ... ho capito a cosa stai pensando: pensi che io non mi sia più fatto sentire. Il fatto è che ... » Fece una pausa, respirò profondamente e continuò: « è morto mio padre ... e sono rimasto a casa due settimane. Poi ... sono uscito ma per un mese sono stato una persona in stato catatonico ... alla fine ti ho chiamato, ma non rispondevi ... ti ho cercata, ma non sapevo dove abitavi ... e finalmente oggi ti ho ritrovata » La sua voce divenne un sussurro sordo.
Non avevo risposto perché aveva cambiato numero dopo che non si era fatto sentire nel giro di due settimane ...
« Mi-mi dispiace ... io non sapevo ... » dissi imbarazzata e in colpa. Gli era morto il padre, dannazione!
« Fa niente ... c’è sempre tempo per rimediare »
Si avvicinò e questa volta ero pronta, mi avvicinai e le nostre labbra di scontrarono. La sua bocca si socchiuse e la mia la seguii. Le nostre lingue si incontrarono e fu come se questi ultimi tre mesi volassero via dal nulla. Il dolore che provavo tutti i giorni sparì all’istante e mi ritrovai avvinghiata a Natan con le mani intrecciate ai suoi capelli.
Col suo peso mi schiacciò contro la porta del palazzo e si sfregò lentamente contro di me. Avrei dovuto essere spaventata ... confusa ... invece mi sentivo felice e eccitata. Era una sensazione che avevo provato poche volte nella mia vita, ma non mi ero mai sentita pronta ... ora mi sentivo abbastanza forte da affrontarlo.
« Aspet ... » Mi staccai da lui, mi voltai, infilai la chiave nella serratura e la girai. La porta si aprì subito e ci fece entrare.
Non ci soffermammo a baciarci nei muri della hall, dove tutti potevano vederci. Corsi, con lui alle mie calcagna, fino al secondo piano, dove c’era il mio appartamento. Sperai con tutte le mie forze che mia madre non ci fosse.
Ma poi la vidi.. stava uscendo dall’ascensore; noi per fortuna avevamo preso le scale. Sorrisi ma ne fui anche spaventata ... avvertii un bruciore alla gola, dovuto dalla secchezza.
Poi Natan mi circondò la vita con un braccio e mi sentii subito meglio, mi girò a sé e mi bacio velocemente. Poi mi fece segno di indicargli la strada e in poco tempo fummo davanti alla porta di casa mia.
Con mano tremante infilai una seconda chiave nella serratura e anche questa porta si aprì velocemente, troppo velocemente. Mi sentii impallidire ... ma il minimo contatto con Natan mi fece calmare.
Mi spinse e chiuse la porta con un piedi, mi schiacciò contro il muro e mi baciò furiosamente. La sua lingua rincorreva la mia, famelica. Lo stringevo a me così stretto che mi fecero male le braccia, me non lo mollai. Le sue labbra abbandonarono le mie e si spostarono fino al collo, lasciando una scia rovente di baci.
Le mie mani erano appiccicate ai suoi capelli cioccolata e dalla mia bocca uscii un debole gemito di eccitazione, di cui me ne sorpresi.
Mi feci più audace e una mia mano scese fino al suo fondoschiena, che tastai avidamente. La mano di Natan, invece, passò sotto la mia T-shirt leggera e finì dietro la mia schiena, dove slacciò il reggiseno e poi tastò ciò che aveva appena liberato. Sussultai, spaventata ... ma poi mi lasciai andare e decisi che ormai era fatta ... dovevo solo cercare di concentrarmi sul suo tocco delicato e sulle sue labbra, che si stavano spostando nuovamente sulle mie.
La mia mano salì e s’infilò nella sua maglietta, che levai velocemente, ammirando i suoi pettorali scolpiti. Li accarezzai e sentii, soddisfatta, che erano duri e sodi. Una sua mano fermò la mia e la posizionò sul suo cuore, che notai batteva all’impazzata. L’altra mano, invece, tolse rapidamente la mia maglietta e mi lasciò a petto nudo. Mi bloccai immediatamente, pietrificata. Poteva vedermi ... e se non gli fossi piaciuta?
Ma poi rispose al mio dubbio. « Sei bellissima » disse deliziato mentre mi osservava.
Poi una sua mano finì sotto il petto e ascoltai il mio cuore, che batteva così velocemente che mi chiesi quanto tempo avrebbe impiegato per uscire.
Le nostre labbra si attaccarono di nuovo e fui io a schiacciarlo al muro. La mia mano prese a slacciare la sua cintura e avvertii qualcosa di duro crescere tra le sue gambe ...
Lui prese le mie cosce e le legò attorno alla sua vita e poi vagò per la casa, in cerca della mia stanza. Quando la trovò mi buttò sul letto e poi si sfilò i pantaloni, rimanendo in boxer. Io levai i miei pantaloncini e rimasi in perizoma.
Eccitato, mi guardò e la sua bocca iniziò a leccare e mordicchiare i miei capezzoli, che s’inturgidirono. Appena mi sfiorò con la bocca la mia zona sul petto, che mai nessuno aveva toccato, m’impietrii. Ero davvero pronta? Il mio respiro divenne più veloce ed iniziai ad avere paura.
Lui lo notò, si staccò e mi guardò intensamente. Accarezzo i capelli e spostò una ciocca dai miei occhi, sbarrati.  « Clara? Tutto bene? Se non vuoi ... » si ritrasse da me e lo vidi farsi triste.
Con una mano afferrai il suo collo e lo avvicinai fino a dargli un bacio a fior di labbra.
« N-no ... Sono solo un po’ spaventata ... È ... è » respirai profondamente « è la mia prima volta » sorrisi timidamente e evitai il suo sguardo.
« Sicura? » mi guardò intensamente e di nuovo mi persi nei suoi occhi come l’oceano.
Per pura risposta lo feci sdraiare, mi misi sopra di lui e lo baciai famelicamente, mentre con il corpo mi strisciai al suo e all’erezione che divenne sempre più dura.
Era arrivato il momento, lo sentivo ... Mi girò e si mise sopra di me ... Si levò le mutande e vidi il suo membro, in tutta la sua grandezza.
Mi baciò e mi tolse di dosso le mutande. Mi sentii nuda e indifesa, e mi sentii di nuovo spaventata. Lui lo avvertì, mi chiese ancora se ero sicura e io annuii, debolmente. In realtà, però, pensavo solo di no, no e ancora no. No, non ero pronta! Ero spaventata, cosa avrei sentito? Mi avrebbe fatto tanto male? E se arrivava mia madre ... e poi non lo vedevo da tre mesi ... perché avevo deciso di fare sesso con lui proprio ora?
Sorrise e mi accarezzo una guancia e una parte delle mie preoccupazioni evaporò.
Il suo membro sfiorò la mia femminilità e mi passò un brivido ... però non di paura, no, non più. Mi sentii eccitata e avvertii che mi stavo bagnando.
« Mi dispiace, ti farà male » mi guardò mortificato ... ma ormai non ci vedevo più! Volevo che desse fine a questa tortura, sentivo il sangue pulsare nella zona in mezzo alle mie gambe, sentivo che il mio bisogno voleva essere placato.
Posai le mani sui suoi glutei e lo avvicinai, invitandolo a penetrarmi. Ormai la paura era sparita, velocemente.
« Scusa ... » sussurrò nel mio orecchio prima di farsi spazio al mio interno.
AHIA!!!!!! Aahh!! Esci, vai via!! Aaaahh, cazzo che malee!!! Erano i miei unici pensieri. Sentii una lacrima scorrermi sulla guancia mentre il dolore era ancora lì, presente e forte.
« S-scusa ... Se lo avessi fatto lentamente sarebbe stato peggio » mi disse pulendomi una lacrima con un bacio.
Annuii e un’altra lacrime mi sgorgò dall’occhio.
Lui si mosse con calma e lentamente il dolore se ne andò. Piano piano il gemito che prima mi era uscito dalle labbra per il dolore divenne tanti gemiti di puro piacere e eccitazione. Le mie mani erano posizionate sul fondo schiena di Natan e lo sollecitavano ad andare più a fondo.
Mi sentivo bene ... tutto lo stress, il dolore e le preoccupazioni volarono via. Mi sentii volare, leggera, felice e rilassata. E poi, quando arrivai al culmine del piacere, urlai, e dopo poco anche lui gridò il mio nome, che mi fece sentire al settimo cielo.
Uscì da me e mi si sdraio accanto, dopo avermi baciato.
Avvertii subito un leggero dolore all’utero, ma ancora non potevo badarmene ... Non immaginavo come si potesse stare meglio che me in quel momento.
Finalmente io e Natan ci eravamo ricongiunti e, per inaugurare il nuovo inizio, ci eravamo appartenuti.
Ero sua.

  
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