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Autore: cassiana    23/10/2010    4 recensioni
[VOY] "La notizia l’aveva colta di sorpresa e l’aveva addolorata più di quanto non si fosse aspettata. L’aveva amato molto ed ora l’annuncio della sua morte le aveva rammentato tutti i bei momenti passati con lui."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kathryn Janeway
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'End Game fixed up!'
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Memories Nota: scritta per la BDT @ fanfic100_ita  col prompt 061. Inverno
Time line: post End Game.  


Disclaimer: i personaggi non mi appartengono ma sono dei rispettivi autori. La storia è scritta senza scopo di lucro.



Memories   

        


        La donna sedeva nel portico di casa, avvolta da un morbido plaid a disegni jaquard. Tra le mani aveva una tazza di caffè. Né inalò l’odore mentre osservava la distesa dei campi di fronte a lei. Il colore scuro della terra rivoltata, a riposo per l’inverno, contrastava con il chiarore del cielo che annunciava un’imminente nevicata. Kathryn soffiò sul caffè e ne bevve un sorso. Non sapeva da quanto tempo fosse lì fuori, le facevano male le ossa eppure trovava conforto in quel freddo. La aiutava a tenere a bada le emozioni. La notizia l’aveva colta di sorpresa e l’aveva addolorata più di quanto non si fosse aspettata. L’aveva amato molto ed ora l’annuncio della sua morte le aveva rammentato tutti i bei momenti passati con lui. Sentiva una sorta di struggimento nostalgico scavarle dentro. Era trascorso molto tempo dall’ultima volta che si erano visti, si erano mantenuti in contatto dopo il ritorno dal Quadrante Delta ma poi le vicende della vita li avevano separati in maniera pressoché totale. Kathryn sospirò, gli occhi le si inumidirono. Appoggiò il capo canuto alla spalliera della panca. Quanto tempo sprecato…a volte Kathryn pensava che la sua vita fosse stata in realtà una corsa contro le ore che passavano inesorabili e che non le davano modo di raggiungere gli obbiettivi che si era prefissa. Li aveva poi raggiunti quegli obbiettivi? Kathryn, ora che era una vecchia signora, continuava a non saperlo. Sorrise ironica. Abbandonarsi all’autocommiserazione era sempre stato il suo passatempo preferito, sebbene cercasse di non indulgervi troppo spesso. Il suo sorriso si allargò. Chissà cosa avrebbe detto lui, di sicuro l’avrebbe spronata a reagire come aveva sempre fatto. Il vento freddo fece volare via alcune foglie rosse e croccanti, Kathryn le seguì con lo sguardo stringendosi un po’ di più la coperta addosso. La tazza vuota era ormai fredda tra le sue mani e l’appoggiò accanto a sé con un piccolo sbuffo. Chiuse gli occhi e lasciò che i ricordi di lui l’inondassero. Le era sempre piaciuto quel suo modo di fare calmo, la sua tranquilla autorevolezza. Fin dall’inizio erano stati amici prima che amanti ed ora Kathryn provava il rammarico di non aver saputo mantenere viva almeno quell’amicizia. La loro separazione era stata per lei molto più dura da sopportare di quanto non avesse dato a vedere. In quei primi tempi tanto più si dimostrava forte con gli altri, tanto più si sentiva disperata e bagnava il cuscino nelle notti solitarie. Lui le mancava in maniera quasi insopportabile, ma non si era mai permessa che questa debolezza intralciasse il suo lavoro. E sapere che lui aveva scelto un’altra donna l’aveva, di nuovo, gettata in un baratro di infelicità. Non poteva farne una colpa a lui e non aveva mai realmente creduto che lui l’avrebbe davvero aspettata, eppure in qualche modo lo aveva sperato, nel profondo del suo cuore. Uno scricchiolio di passi sul legno indusse  Kathryn ad aprire gli occhi. Una bella donna bruna e sorridente la chiamò:
            - Mamma! Eccoti finalmente, vieni dentro, ti ammalerai se resti qui fuori!
            - Stavo solo prendendo un po’ d’aria.
            - E’ da quando hai ricevuto quel messaggio che sei malinconica.
La donna si sedette accanto alla madre, accarezzandole un braccio.
            - E’ lo scotto che devono pagare le vecchie signore, Shannon. Gli amici se ne vanno e i sopravvissuti restano a farsi sommergere dai ricordi.
Kathryn sorrise e si alzò lentamente. La figlia le diede il braccio perché vi si appoggiasse, ma lei con un guizzo della sua solita indipendenza camminò da sola fino alla porta. Il tepore del fuoco nel salone era piacevole dopo il freddo di fuori. Kathryn baciò sulla guancia la figlia e si diresse verso la scrivania nella quale era inserita la consolle. Dopo qualche minuto che scriveva si sentì abbracciare da dietro. Kathryn si volse e sorrise. L’uomo aveva i capelli bianchi ma gli occhi brillavano ancora di malizia e il suo sorriso la scaldò più del fuoco nel caminetto.
            - Che cosa stai facendo?
            - Scrivo le mie condoglianze alla signora Johnson.
            - Mi dispiace molto per Mark.
Disse lui baciandole una tempia e stringendola in un abbraccio affettuoso. Kathryn si lasciò cullare dalle sue braccia. Mark era stato molto importante per lei ma Chakotay era l’uomo della sua vita.




   
 
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