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Autore: Alice Joy    23/10/2010    3 recensioni
Era stata un'intuizione improvvisa, arrivata in assoluto silenzio. Si trattava soltanto di un dettaglio, qualcosa che lei si sentiva in dovere di cambiare.
Aspettava quel momento ed era pronta ad affrontarlo, malgrado desiderasse con tutta se stessa che non arrivasse mai.
C'era qualcosa di cui Alice non aveva voluto parlarmi; il significato di una scelta ch'io avevo afferrato troppo tardi.
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Vorrei nasconderti tra le mie ali
per non farti cadere giù
per non farti trovare a terra
tra le cose che con te non c'entrano
ma che per colpa mia ti sfiorano e ti feriscono.
Vorrei proteggerti dalla parte sbagliata del mondo
ma tutto quello che posso fare,
ogni volta che cado
è rialzarmi tenendoti in braccio
e riprendere il volo...

(Sei unica, G.Grignani)







THE SOUL OF A BUTTERFLY


1.

THE CATALYST

(un giorno come un altro)



Solita routine.

Routine, appunto la solita routine. Viviamo una ripetizione continua.

E' proprio questo modo di vivere che mi lascia sempre insoddisfatto: assenza di prospettive, ordinaria monotonia. L'essere costantemente impallato in una situazione di stallo, avere una pseudo fidanzata che viene da me solo il fine settimana.

L'unica cosa che riesce ancora ad entusiasmarmi è la musica. Ascoltarla mi fa sentire meglio. La musica è un'arte stupenda, ti tira fuori dal corpo ogni sentimento, ti fa rimanere senza fiato. Ascoltare musica mi entusiasma al massimo. Spesso prendo in mano la chitarra e chiudendo gli occhi fingo di essere sul palcoscenico. Il rock mi sballa, mi entra in testa e non mi esce più. Drum and bass, sì.

Siamo a casa di Edward, che ci ha ricavato un posto in garage.

Solito pomeriggio. Recito entusiasmo e facilità nel socializzare, nessuna sorpresa.

Mamma dice che, tutto sommato, io e Rosalie –mia sorella- siamo dei bravi ragazzi anche se ci stiamo pian piano inacidendo. La verità è che non riusciamo più a nascondere quel senso di repulsione che ci nasce dentro davanti a tutto il finto bon ton di questa cittadina. Persone finte, artificiose, carenti di emozioni reali. Sorrisi poco credibili che mancano di spontaneità ed immediatezza. Comportamenti all'apparenza cortesi e corretti, studiati per mascherarsi ma che, tuttavia, peccano in disinvoltura, appaiono come se fossero andati a male.

Ma tanto, chi se ne importa! Rosalie è entusiasta dell'intimità raggiunta con Emmett -il fratello di Edward- ed il resto del gruppo mi stima per la mia capacità di reggere alcolici ai limiti del dovuto.

Ottimo direi.

Strimpello la mia chitarra seduto sul cofano della Volvo di Edward, osservo il mio bicchiere mezzo vuoto prima di darne un altro sorso. Ho voglia di Maria, la mia ragazza finta, in affitto per così dire. Alcol, sesso e rock: un'alchimia perfetta, l'anticamera dell'esplosione definitiva.

Relax totale. Edward fuma mentre Emmett ci racconta i cazzi propri. Rosalie lo bacia sul collo mentre lui la stringe tra le sue braccia poi, le infila una mano sotto la maglietta che fingo di non vedere.

Edward si sposta sedendosi sul muso della Mercedes di suo padre, accanto a Bella, tira fuori il pacchetto di sigarette e se ne accende un'altra. La tiene nell'incavo tra l'indice ed il medio, muovendola in giro mentre parla. La nebbia che riesce ad emanare insieme al suono emesso dalla radio in sottofondo fanno da atmosfera.

When I close my eyes tonight

to symphonies of blinding light

God save us everyone


E' uno di quei momenti in cui preferisco perdermi in me stesso. Siamo tutti qui, insieme. Ci basta così, non c'è nulla da dire, non c'è nulla da fare.

Ed è proprio quando mi allontano da tutto e perdo il contatto con la realtà che all'improvviso mi squilla il telefono. E adesso chi è? Lo afferro meccanicamente, Emmett mi osserva dal divano sfondato nell'angolo. Distolgo lo sguardo dal suo mostrandomi indifferente.

Maria!” esordisco mentre rispondo alzando un po' il tono della voce.

Jasper, insomma, sono qui fuori!” mi urla nell'orecchio. Edward si alza ed apre la porta del garage.

Emmett scoppia a ridere mentre Maria lo fulmina con lo sguardo. Io e lei, invece, ci scambiamo un'occhiata significativa...so bene che Maria è arrabbiata e che gli tirerebbe volentieri uno schiaffo; ma, con uno sforzo quasi degno d'ammirazione, riesce a controllarsi.

Entra nel garage a testa alta e mi raggiunge con disinvoltura. Si scosta con la mano i lunghi capelli castani che le ricadono sul viso e mi guarda con aria seccata, tipica di chi è appena stato raggirato. Cerco ancora di essere cordiale e tendo la mano affinché possa accomodarsi sul cofano accanto a me. Maria mi guarda schifata poi si siede sul bordo della Volvo. Sono tutti visibilmente seccati. Nessuno le rivolge particolari attenzioni.

Meglio così, lei è qui per me. Solo per me.

Li squadra uno ad uno con la sua aria da perfetta stronza.

Rosalie si alza in piedi e, molto lentamente, si gira verso di lei. “finito con lo scanning?” chiede curandosi di apparire acida.

Maria è stizzita. L'aria è carica di tensione, avverto fremiti di rabbia nelle voci.

Edward e Bella si stanno divertendo. “Senti che pezzo!” le sussurra lui all'orecchio.

Che ci fa una principessa come te qua in mezzo?” chiede Bella.

Mi spingo leggermente in avanti, catturo Maria tra le mie braccia e la bacio.

Per un momento non posso fare a meno di pensare che Bella abbia ragione. Il vestitino le ricade perfetto su quel corpo da urlo. La pelle olivastra, i lineamenti tipici del sud, le labbra grandi e piene; Maria ha tutta l'aria di una vera principessa.

Apparenza.

Emmett cerca di sdrammatizzare, “Scusaci ma abbiamo scordato di avvisarti...”, lei diventa ancora più verde. Sta per esplodere ma riesco a trattenerla.

Silenzio.

Rimaniamo a fissarci per un tempo indefinito. Edward alza lo stereo, il rimbombo è incredibile.


Like memories in cold decay

transmissions echoing away

far from the world of you and I

where oceans bleed into the sky


Maria dà segni visibili di non tollerare la musica. “Dio Edward spegni quella merda!” urla tappandosi le orecchie.

Mi accendo una sigaretta pure io e lei mi guarda scocciata. So quello che vuole ma non ho voglia di andarmene.

Edward si alza, comincia a muoversi lentamente insieme a Bella. La musica ci dà sempre più dentro. Loro ballano con i corpi che vanno da soli. Si stanno davvero divertendo. Edward stringe Bella a se e si perde dentro ai suoi occhi castani, bellissimi.

Si baciano in un modo che ti fa capire tutto. Quando le loro labbra si staccano entrambi i loro sguardi sono persi nel vuoto a sottolineare quanto quel momento appena passato sia stato intenso. Si fissano pieni di desiderio. So che non appena ce ne andremmo via faranno l'amore, come si fa in tutte le storie serie.

Invidio Edward e, per quanto possibile, anche Emmett.

Afferro Maria e la faccio distendere sul muso della Volvo. Sento le mie mani divenire calde al contatto con la sua pelle . Mi sdraio sopra di lei, la sento morbida.

La mia mano scivola leggera sotto la sua maglietta, sempre più su. Sento che si lascia andare, mi stringe a se con tutt'e due le gambe.

Mi bacia ma il sapore della sua bocca sulla mia mi è del tutto indifferente. Sento la sua lingua premere sulle mie labbra mentre la mia mano è salita fino al reggiseno.

Ondeggia delicatamente sotto di me, mi scosto da lei e l'osservo dritta negli occhi.

Puttana...

Sorride. Che cazzo c'è da sorridere? Mi chiedo.

Voglio essere tua...” mi sussurra in un orecchio mentre con la mano mi abbassa la zip dei pantaloni.

Chiudo gli occhi. Non m'importa niente anche se gli altri ci stanno guardando.

Ci useremo a vicenda, un'altra volta.

Appoggio la testa sul suo collo affondando le mani tra i suoi capelli mentre sento le sue dita passare tra la zip dei jeans ed insinuarsi fin dentro ai miei boxer.

Scivolo giù con le mani fino a raggiungerle nuovamente il seno.

Esploro.

Mi spingo contro di lei. Sento che ho voglia di fare sesso.


Lift me up

Let me go

Lift me up

Let me go

Lift me up

Let me go

Lift me up

Let me go

God bless us everyone


La musica sta ancora andando ma è come se avesse perso tutta la sua consistenza mentre io inizio ad entrare...

Mi lascio andare...

Le cose succedono in fretta, non capisco neanche come. Sento i mugolii di Maria aggiungersi alla musica e mi faccio schifo.

Mi faccio schifo perché avverto un impercettibile sensazione di sollievo. Qualcosa che non provavo da tempo. Come se avessi fatto un bel gesto ma, in realtà, ci siamo solo fottuti, un'altra volta.

Mi stacco da lei e ci fissiamo entrambi negli occhi. Indifferenza, ecco quello che ne traspare.

Sto odiando l'unica cosa che fino ad oggi mi ha fatto sentire vivo, perché non vorrei che per me esistesse soltanto questo. Mi faccio schifo per la mia dipendenza da Maria, è una follia.

Mi sento bagnato e viscido. Vorrei fare una doccia per lavare il suo odore.

Vedo il mio volto riflesso sul vetro della Volvo e provo rabbia, rabbia per me stesso. La mia faccia mi fa rabbia. Afferro il bicchiere ancora mezzo vuoto e lo scaravento violentemente a terra mandandolo in mille pezzi.

Mi sento vuoto ma non stacco l'occhio da lei. Le accenno un sorriso che in realtà vuole essere soltanto un perfido ghigno.

Richiudo gli occhi e mi risistemo i pantaloni.

Vorrei farla finita.

Maria trema, umiliata dalla mia freddezza, dalla mia menzogna. Mi alzo e vado a sedermi sull'altro lato del divano insieme a Rosalie ed Emmett.

Puoi andare” le dico maligno.

Lei si ricompone ed esce dal garage senza mai guardare nessuno.

La stanza è silenziosa, la musica è finita. E' davvero tutto finito.

Rosalie è impallidita, immobile come una statua di sale, gli occhi di tutti sono inchiodati su di me. Sono tutti impalati in un silenzio quasi metafisico.

Edward accende l'ennesima sigaretta, si avvicina circospetto e me la infila tra le labbra. “Fumala tu” dice.

Emmett si sveglia da quella specie d'ipnosi ed inizia a fare il coglione. “Wooow Jasper! Sei stato grandeee!!!”

Ho vinto!” ribatto sicuro di fronte ai miei spettatori poi, distolgo lo sguardo perché in realtà mi sento sconfitto. Voglio andare via, adesso mi sento di troppo.

Nel momento in cui la cenere si stacca dal mozzicone mi alzo in piedi, mi cade sulla scarpa sinistra. Abbasso lo sguardo e sento il viso distendersi in una smorfia sofferta.

Apro la porta del garage e, come al solito, fuori piove.

La commedia, così come la musica è finita, lo scenario si chiude.

Ci si vede” annuncio. Faccio per uscire ma Edward mi blocca poggiandomi una mano sulla spalla. “Domani niente cazzate che arriva mia cugina” dice.

Sorrido al pensiero di Alice Cullen, sua cugina appunto.

C'era stato un momento in cui Alice era entrata nella mia vita ma, eravamo solo dei ragazzini. Il più delle volte c'incontravamo qui a giocare a casa Cullen. Ricordo che in quel momento la trovavo molto carina, ancora non sapevo sarebbe stata inaccessibile. Mi sentivo così brutto e poco interessante che credevo fosse impossibile che una ragazza come lei potesse interessarsi a me. Tuttavia, c'era stato un momento in cui qualcosa avrebbe potuto nascere.

Poi avevo scoperto da Edward che si sarebbe trasferita a Seattle per frequentare una scuola d'arte privata ed in quel momento mi ero convinto che lei sarebbe stata troppo per me.

L'ultima volta che c'eravamo visti mi aveva detto “alla prossima!” e poi non c'eravamo più sentiti. Era successo giù a La Push, in spiaggia.

Ricordo che avrei voluto baciarla ma che tuttavia non lo feci. Mi ritrovo ancora adesso a sperarci anche se senza crederci veramente.

Perché cazzo ridi?” è la voce del mio amico a riportarmi alla realtà. “Hai capito allora? Niente cazzate!” ripete.

Senza nemmeno accorgermene mi ritrovo ad annuire con la testa. “Niente cazzate” prometto battendomi un pugno sul petto.

La mia mente viaggia già su altre frequenze, c'è una punta di breakbeat, quasi mi piace.

Domani arriva mia cugina...”

Avrei potuto riprendere da dove avevo interrotto in un qualsiasi giorno di maggio alla spiaggia di La Push?

Domanda...domanda...domanda...qualcuno che parla nella mia testa per tutto il tragitto verso casa.

Avverto la nebbia affiorare nel mio cervello, le parole perdono consistenza e si deformano. L'immagine di me insieme ad Alice mi riempie la mente. E, mentre penso a noi, quasi contemporaneamente avverto un calore ed una tranquillità improvvisi, una fiamma che si accende in fondo allo stomaco e mi riscalda.

Accenno un ultimo sorriso, lo rivolgo a me stesso.

Chiudo gli occhi ed è come se la luce si spegnesse, come se fosse giunta la notte...

Sogni d'oro...Jasper.


*

The catalyst (Linkin park)



   
 
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