Ti voglio bene
Mello
sfrecciò sulla moto con Kyiomi
Takada abbracciata dietro di lui, mentre Matt distraeva le guardie
come d'accordo.
Improvvisamente la donna sentì che uno
dei suoi polsi veniva stretto da una manetta:
“Cosa...?”
“Taci!” la zittì Mello. Non era di
buon umore quel giorno, nonostante il piano sembrasse aver successo.
Maledetto Near! È l'ultima volta che mi sacrifico per te. L'ultima!
Continuò
a
sfrecciare sulla strada, ignorando le deboli lamentele della donna
dietro di lui.
Presto
finirà tutto. Presto tu
avrai ciò che ti spetta in quanto successore di L e io non
ti
disturberò più.
Ti odio Nate River: sei la persona
che odio di più al mondo, dopo Kira.
Tuttavia...
I
pensieri di Mello ritornarono alla Wammy's House, il luogo che lo
aveva ospitato per tutta la sua infanza, esattamente il giorno in
cui Roger aveva annunciato a lui e Near la morte di L.
L era morto! Il più grande detective del mondo si era fatto
fregare
da Kira e, cosa ancor peggiore, non aveva ancora eletto un erede!
“Se non riesci a vincere il gioco, se non riesci a completare
il
puzzle...” disse pacatamente Near mentre aggiungeva l'ultimo
tassello di un puzzle bianco “...sei solo un
perdente.”
Mello lo aveva compreso poco più tardi che quel commento non
era
riferito a L. D'altronde non sarebbe stato da Near offendere
così la
memoria dell'uomo che tentava di emulare; probabilmente era un
consiglio che si era dato da solo, per convincersi di questo fatto.
In ogni caso Mello, in quel momento, lo aveva preso molto male.
L'aveva reputato un altro segno dell'arroganza di Near, di volersi
sempre sentire superiore agli altri.
E Mello era sempre secondo in tutto.
Roger guardò tristemente i due ragazzini e disse:
“Dato che L è morto troppo presto, potreste
lavorare insieme al
caso Kira. Sono sicuro che avrete più successo...”
“Secondo me è una buona idea.”
mormorò Near dal pavimento sul
quale era seduto.
“Mai!” gridò Mello, guardando Near con
disgusto “Io,
collaborare con LUI! Non succederà mai!”. Si
voltò e guardò
apertamente il bambino vestito di bianco che era intento a disfare il
suo puzzle, per niente stupito dell'uscita del compagno:
“Dopotutto sei tu il migliore della Wammy's House! Lascio a
te
l'onore di succedere ad L! Io lascio la Wammy's House!”
Si diresse verso la porta.
Roger si alzò in piedi e tentò di fermarlo:
“Mello, non fare così! Dove credi di
andare?”
Mello non si voltò neppure, ma prima di aprire la porta e
andare a
fare i bagagli rispose:
“Ho 15 anni. È tempo che lasci questa casa e me ne
vada per la mia
strada. Risolverò il caso Kira da solo!”
Si udì la porta sbattere con violenza.
Quella sera Mihael Keehl si preoccupò di fare i pochi
bagagli in
gran fretta. Non vedeva l'ora di andarsene, di iniziare una nuova
vita!
Qualcuno busso alla porta. Mello non rispose; non voleva salutare
nessuno, non voleva vedere nessuno!
Near aprì lentamente la porta ed entrò,
chiudendosela dietro.
Che cosa voleva adesso, quello lì? Mello si portò
una mano tra i
capelli dalla frustrazione, ma decise di ignorarlo sperando di farlo
andare via.
“Te ne vai davvero...” commentò Near
guardando con indifferenza
la valigia aperta piena di vestiti.
“Certo. Cosa credevi?” rispose Mello continuando a
piegare le
varie magli e i pantaloni che possedeva “Quando dico di fare
una
cosa, la faccio!”
Near non ripose. Si limitò a rimanere in piedi davanti al
letto di
Mello, guardandolo affaccendarsi nel mettere tutta la sua roba in una
sola valigia, buttando via cose che riteneva inutili. Improvvisamente
vide che il compagno stava per buttare un disegno.
“Anche quello?” chiese Near guardando Mello negli
occhi.
Mello abbassò gli occhi sul disegno. Era uno scarabocchio
fatto un
po' di anni fa, quando era appena entrato nella Wammy's House: sopra
il foglio erano raffigurati due bambini, uno vestito di grigio e
l'altro vestito di nero.
“Cosa vuoi che sia...” rispose Mello infine, ma la
sua mano aveva
allentato la presa sul disegno evitando di stropicciarlo ancora di
più “Siamo cresciuti e sono cambiate molte
cose.”
Near continuò a restare dov'era, lo
sguardo non tradiva assolutamente nessuna emozione.
Mello rise nervosamente e continuò a
rigirarsi il foglio tra le mani, dicendo:
“Che scemi siamo stati, eh? Mi
vergogno se ripenso a ciò che dicevamo...”
“Io no.” ribatté serio Near
“Le
pensavo davvero.”
Mello si vergognava, ma non perché
pensava che quelle fossero sciocchezze da bambini. Semplicemente, lui
allora aveva fatto qualcosa che non avrebbe mai ripetuto in passato:
aveva aperto il suo cuore ad un'altra persona.
“In effetti, lo penso ancora...”
continuò Near abbassando lo sguardo sui suoi piedi coperti
dalle
calze bianche.
Mello si morse il labbro, non osando
alzare gli occhi verso il ragazzino. Anche lui, voleva dirgli,
pensava ancora quelle cose di Near.
Però quanto tempo era passato! Troppo
tempo, davvero. Per un motivo o per un altro si erano allontanati.
Mello oltrepassò il letto e si
avvicinò a Near, porgendogli il disegno.
“Sei cresciuto, Mihael.” disse il
ragazzino vestito di bianco, alzando il viso verso di lui. La mano si
chiuse intorno al foglio di carta, quel disegno che rappresentava
tanto per entrambi.
“A quanto pare...” commentò Mello.
“So che da anni ormai non facciamo
più una conversazione come si deve, senza
litigare.” continuò
Near guardando il disegno che li rappresentava
“Però tu per me sei
stato come un fratello, Mello.”
Mello chiuse gli occhi, storcendo la bocca e pensando ad altro per
evitare a sé stesso di piangere. Se quello lì gli
faceva certe
confessioni in quel momento voleva dire che presto si sarebbero
rivisti in altre vesti, come nemici. Non aveva nulla di cui
lamentarsi, era quello che aveva sempre voluto: confrontarsi con
Near.
"Tu mi fai proprio ammattire!"
esclamò Mello rabbiosamente "Ti credi superiore a tutti, sei
egocentrico e non te ne frega nulla delle altre persone! Sono felice di
liberarmi di te e degli altri, perchè da molto tempo non vi
sopporto più!"
Near continuò a stringere il disegno tra le mani senza
lasciar
trasparire nulla sul proprio viso.
Mello guardò la testa nivea del ragazzino e
continuò implacabile:
“L avrebbe comunque scelto te come erede, perché
sei il più
bravo, il migliore! Ma ascoltami bene, Nate River!” prese
Near per
le spalle e lo scosse per avere la sua attenzione “Ti odio
come non
ho mai odiato nessuno, più dei miei genitori, più
di Roger!
Tuttavia...”
...ti voglio bene!
Ricordò Near, con il suo pigiama bianco, le calze bianche e i capelli bianchi, la sua espressione indifferente quando gli aveva detto quelle parole. Era sicuro, però, di aver provocato una reazione in lui perché le mani che stringevano il disegno lo accarezzarono con i pollici.
Ricordi,
ricordi, ricordi! Ho la cattiva abitudine di vivere nel passato. Sei
stato come un fratello per me, Nate River; per anni ci siamo
confidati e sostenuti a vicenda, condividendo i dispiaceri e le
vittorie personali.
Temo, però,
che non sentirai mai più quelle parole da me.
E scacciando dalla sua mente l'amore fraterno che lo univa al suo peggior rivale, Mello continuò a percorrere la strada sulla sua moto con il proprio assassino attaccato alle spalle, verso un destino crudele.
Nata
per un contest chiamato "Amore Fraterno". Purtroppo ho avuto una brutta
posizione, ma ormai la storia è stata scritta e ho pensato
di pubblicarla. Non c'è assolutamente yaoi tra
Mello e Near , nè nel manga nè nell'anime e
nè in questa fanfiction! Questo, per me, è puro e
semplice
amore fraterno!
All'inizio, invece di Near, avevo scelto il
personaggio di Matt, ma ci ho ripensato poiché non si
può intuire
da pochi dialoghi che sono comparsi nel manga e nell'anime il suo
rapporto con Mello.