Storia
partecipante al Number 17 Contest
di elyl, piperina e remvsg.
Timeversary
[Avevamo smesso di essere due
persone
distinte, per diventarne una terza creata dal nostro amore.
I PONTI DI MADISON COUNTY]
Remus
Lupin si stava
decisamente godendo quella lettura, ed era davvero, davvero,
l’unica cosa che in quel momento voleva fare. Leggere.
Sedeva
nella biblioteca di
Grimmauld Place dove, dopo aver letto quasi tutti i testi di Magia e i
Manuali
di Difesa, per non parlare degli Annali della famiglia Black, aveva
trasferito
alcuni tra i suoi testi preferiti. Ciò che lo rendeva
perplesso era che aveva
dovuto riconoscere di sapere esattamente con chi fosse imparentato ogni
Black
prima di mettere la parte tutti quei disgustosi saggi sul Sangue Puro e
decidersi
a iniziare il lavoro di trasloco dalla sua modesta libreria
all’antica
biblioteca Black.
Quello
che ora teneva sulle
ginocchia era in assoluto uno dei suoi libri preferiti; di certo non un
tascabile, no davvero. Con le sue 723 pagine, la rilegatura in cuoio
borchiato
e il frontespizio in lingua originale, quel libro era probabilmente la
cosa più
preziosa che Remus possedeva.
Sospirò,
appoggiandosi
beatamente alla sedia che aveva appositamente spostato vicino alla
finestra che
copriva gran parte della parete nord della biblioteca, pensando che non
ci
potesse essere nulla di meglio che stare a leggere uno dei Canti del
Paradiso
della Divina Commedia stravaccato in poltrona durante un soleggiato e
sonnolento pomeriggio di giugno. Era esattamente in momenti come questi
che
arrivava a non poter credere che fuori da quel enorme vetrata ci fosse
una
guerra. E che lui ne faceva parte.
Quando
un tonfo e un
simultaneo susseguirsi di grida lo distrassero dai suoi pensieri seppe
che il
suo pomeriggio di tranquillità era sfumato e che la sua
piacevole lettura
sarebbe stata bruscamente interrotta.
1…2…3…4…17.
Riuscì
a contare fino a diciassette prima
che un bolide ornato
da brillanti capelli rosa cicca facesse il suo ingresso, chiudendo
rumorosamente la porta e poggiandoci la fronte. Remus si
passò una mano sulla
fronte e non poté impedirsi di sbuffare.
“Ciao
Tonks” disse, tenendo
il segno con l’indice incastrato fra le pagine ingiallite.
La
strega sobbalzò alla voce
del licantropo, i capelli che viravano dal rosa a un rosso acceso
– per il
divertimento di Remus – e le gote in fiamme.
“Uhm…
ciao Remus, cosa ci fai
qui?” riuscì a farfugliare cercando di riprendere
il controllo dei suoi poteri.
“Non
scappo da Molly perché
sono inciampato l’ennesima volta sul porta
ombrelli svegliando così la vecchia, cara
Walburga, se intendi questo” rispose divertito. Tonks
sbuffò e i capelli
tornarono faticosamente a sfoggiare il loro colore naturale.
Fece qualche passo avanti – riuscendo
miracolosamente a
non inciampare nel complicato tappeto arabescato – e si
sedette sulla poltrona
che l’uomo aveva lasciato libera vicino al tavolino di legno
scuro.
“Sarebbe
bastato dire che
stavi leggendo”
“Perdonami
Ninfadora”
“Tonks”
mugugnò.
“Perdonami
Dora – le scoccò
un occhiata per vedere se la reazione al nomignolo che le aveva
affibbiato
fosse positiva – ma cosa credi si possa fare in una
Biblioteca?” chiese con un
sopracciglio alzato. Tonks riuscì a pensare che quel gesto
fosse molto sexy. E
anche vagamente pitoniano. Poi si diede della pervertita per aver
pensato le
parole Piton e sexy
insieme.
Tentò
di aprire la bocca per
replicare ma Remus mosse la mano libera davanti a lui.
“Ferma, non lo voglio
sapere”.
Gli
riservò uno dei suoi
migliori ghigni marchio Black “Ok, d’accordo, ma
sarebbe stata una storia
estremamente divertente. Cos’è
quel
coso che hai sulle ginocchia? Che ha preso il mio
posto, tra l’altro”
Remus
fece un cenno
disinvolto con la mano “Oh, solo
uno
dei più grandi capolavori letterari nella storia della
scrittura” disse
disinvolto “ la Divina Commedia di Dante Alighieri,
Ninf...Dora”.
Il
silenzio che aleggiava
dopo la sua presentazione del tomo fece strabuzzare gli occhi a Remus,
il viso
che si apriva in un’espressione incredula.
“Tu
non conosci la Commedia
di Dante?”
“Come
pretendi che io conosca
un’opera italiana e babbana?” rispose offesa.
“Ora
parli come una
serpeverde”
Tonks
storse il naso. “Non
c’è bisogno di insultare, professore”
“Perdonami
Tonks” disse
divertito “pensavo che essendo tuo padre babbano…
evidentemente sbagliavo. In
poche parole Dante descrive il suo viaggio attraverso i tre mondi
dell’Aldilà
cristiano: Inferno, Purgatorio e Paradiso. In questo viaggio Dante ha
diverse
guide ma due si distinguono per importanza: Virgilio il poeta e
Beatrice, la
donna che Dante ha tanto amato sulla Terra” le
lanciò un’occhiata per
assicurarsi che lo stesse seguendo. Sfogliava lentamente le pagine,
assorta e
si concentrava più sulle immagini ma sembrava interessata a
quello che le stava
raccontando. “ Dante, in pratica, parte dal centro del mondo
per affrontare i
demoni e i peccati del genere umano fino ad arrivare al cielo, il
Paradiso,
dove gli sarà concesso di vedere la luce di Dio”.
Tonks
lo interruppe con un
gesto, si alzò portando il libro con sé
– e facendo cadere i centrini precariamente
appoggiati sui braccioli –
e si sedette sul bracciolo della poltrona occupata dall’uomo.
Tese il libro e
glielo lasciò cadere sulle ginocchia, strappandogli un
gemito.
“L’unico
motivo per cui ho
lasciato che questo mattone prendesse di
nuovo il mio posto è che voglio sentirti leggere
esattamente cosa stavi
leggendo. A voce alta.”
Remus
sghignazzò mentre si
strofinava la coscia offesa. Era riuscito ad intuire il pensiero dietro
a quel
gesto violento che probabilmente gli avrebbe causato
l’ennesimo livido. Ed era
quasi certo che quello che era riuscita a pensare non fosse del tutto
normale.
“Si,
tesoro, nell’Inferno c’è
anche il peccato di lussuria ma ti assicuro che non arriverei mai a
sfruttare
un capolavoro come questo per indulgere in quel attività in
particolare.
Soprattutto quando ho te”
le rispose
con un sorriso malizioso.
“E’
meglio per te” sbuffò, ma
lo scintillio nei suoi occhi gli assicurò che si sentiva in
qualche modo
lusingata dal singolare complimento che le aveva fatto.
Dille che è bellissima e
ti fulmina con lo sguardo,
dille che è brava…
“Allora?”
esclamò impaziente
Remus
si schiarì la voce.
“Canto
trentunesimo, è quando
Dante ringrazia Beatrice per tutto quello che ha fatto per lui durante
il
viaggio.
« O donna in cui la mia
speranza vige,
e che soffristi per la mia salute
in inferno lasciar le tue vestige,
di tante cose quant' i' ho vedute,
dal tuo podere e da la tua bontate
riconosco la grazia e la virtute.
Tu m'hai di servo tratto a libertate
per tutte quelle vie, per tutt' i
modi
che di ciò fare avei la
potestate.
La tua magnificenza in me custodi,
sì che l'anima mia, che
fatt' hai sana,
piacente a te dal corpo si disnodi
»”.
Tonks
aveva chiuso gli occhi,
lasciandosi cullare dalla vo un po’ roca dell’uomo.
Recitava i versi
lentamente, dando alle parole un ritmo cadenzato come in una placida
danza.
“Avevi
ragione, è davvero
molto bello” mormorò aprendo gli occhi.
Allungò la mano verso il suo viso e gli
sfiorò le cicatrici su una guancia con la punta delle dita,
lievemente. Si
sporse verso il suo volto socchiudendo gli occhi.
“Dannazione!”
Remus
scoppiò a ridere mentre
ancora teneva la ragazza, una mano sotto un’ascella e una
ancorata al suo
braccio per evitarle di sbattere il suo prezioso fondoschiena sul
pavimento.
“Smetti
subito di ridere!”
sbottò piegando le gambe e lottando per rimettersi in piedi.
Scrutò torva le
spalle scosse dalle risate del suo compagno e i suoi capelli
impazzirono,
decidendo che il colore giusto per l’occasione fosse un
pericoloso blu tempesta.
Gli assestò l’ennesima botta sulla gamba
riuscendo, con una mira eccezionale, a
colpire lo stesso punto in cui il libro gli aveva lasciato il segno.
“Mira
eccellente Dora” disse
con un sorriso “ Ti chiedo scusa ancora una volta, ma stavo
pensando al fatto che
solo tu puoi riuscire a cadere tutte queste volte nello stesso
modo”
“Vuoi
dirmi che le hai
contate?”
“Oh
si, sono diciassette volte che mi
cadi addosso ed
altrettante che evito uno schianto epocale a quel fantastico
fondoschiena”.
Tonks
sembrò pensierosa per
un attimo, poi sul volto a forma di cuore si disegnò un
sorriso malizioso.
Abbracciò
il suo compagno e
iniziò a giocare con i corti capelli dietro la nuca.
“Vado
a dire a Molly di non
cucinare per noi questa sera”
“E
perché di grazia?
“Semplice,
con un numero così
bisogna festeggiare, non sai che per gli italiani porta sfortuna?
Sarà il
nostro Voltaversario”
Remus
Lupin e Ninfadora Tonks
erano beatamente sdraiati sulla spiaggia. La sua piccola mano gli
spazzolava i
capelli chiari che ricadevano in ciuffi scomposti e bagnati sulla
fronte. Il
licantropo si era da poco reso conto che in quella soleggiata giornata
di
giugno si poteva fare qualcosa di meglio che leggere.
“Fammi
capire, tu non conosci
la Divina Commedia ma sai tutto sulle superstizioni italiane? E che
diavolo è
un Voltaversario?” le chiese ad occhi chiusi.
“Che
ci vuoi fare, le
credenze popolari per mio padre sono molto più interessanti
di qualche vecchio
libro e molto più utili alla mia educazione. Un
Voltaversario è quello che
abbiamo appena fatto”.
“Mi
piace, verremo ad
ammirare l’oceano ogni
volta che
cadrai o solo ogni diciassette
volte?”
Smise
un momento di passare
la mano tra i capelli dell’uomo e si issò su un
gomito, seguendo con lo sguardo
il suo profilo rilassato.
“Toglimi
una curiosità, da
quando avresti iniziato a contare le volte che salvi il mio bel sedere
dal
pavimento?”.
“Da
quando mi sei caduta
addosso la prima volta” rispose, gli occhi d’ambra
fissi nei suoi e una carezza
che le sfiorava una guancia rosa “ da quando avevamo
smesso di essere due persone
distinte, per diventarne una terza creata dal nostro amore. ”
I
capelli di Tonks fecero un
giro di tutta la scala cromatica prima di fissarsi sul rosso acceso che
era
destinato sempre e solo a Remus. E alle sue uscite romantiche senza
preavviso,
ovviamente.
“E
questa da dove l’hai
presa?”
“Oh,
solo da un vecchio
libro, da cui hanno fatto un bel film tra l’altro”.
Rimasero
qualche minuto in
silenzio, il rumore dell’oceano faceva da sottofondo ai loro
pensieri. Il
tramonto si stava tingendo d’arancio e si rifletteva
sull’acqua calma del loro
luogo di festeggiamento.
“Rem,
credi che in Paradiso
sarei una buona guida?”
“Probabile.
Almeno per il
fatto che non ci sarebbe nulla su cui inciampare”
mormorò guadagnandosi
l’ennesimo piccolo pugno su una spalla.
“Se
non inciampassi più
dovresti dire addio ai nostri Voltaversari”.
Il
licantropo sorrise e si
portò la sua mano alla bocca, baciandola lentamente. Il
cielo che si tingeva di
rosso sembrava accordarsi esattamente con i capelli della strega. Di
nuovo
rossi. Anzi , rosso acceso ora che le sottili labbra del mago avevano
trovato
la punta del suo indice e la stavano lambendo delicatamente.
“A
voler essere sinceri,
tesoro, ciò che ho visto fino ad ora nel mio personale
paradiso fa di te una
guida decisamente migliore di Beatrice. E poi ho sempre preferito
l’oceano alla
montagna”.
NdA,
che non guastano mai :D:
1)
Dubito fortemente che il
termine “Voltaversario” esista in qualsiasi lingua,
per licenza poetica l’ho
fatto inventare alla nostra Tonks.
2)Io
odio Beatrice…ma mi
serviva per la storia quindi mi sono adattata, nella speranza di non
aver fatto
qualcosa di troppo pesante
3)
E’ la prima volta che
scrivo su di loro, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate!
Copio e
incollo commento e voto :D (Spero di aver corretto tutti
gli errori xD)
5)“Timeversary”
di Jillien
- grammatica: 7,3/10
- stile: 8,3/10
- originalità:
8,6/10
- caratterizzazione
personaggi: 7,3/10
- trama: 7,1/10
- giudizio personale: 7,8/10
- punti bonus per i 17: 3/5
- utilizzo citazione: 1,8/2
- utilizzo prompt: 4,5/6
TOT: 54/73
La storia ci è
piaciuta molto. Purtroppo abbiamo
riscontrato qualche errore di grammatica (per esempio: quando Dante
ringrazia a
Beatrice), di distrazione e di battitura. Lo stile è
scorrevole. L'originalità
di questa storia è veramente ottima, come già
abbiamo scritto Dante ci è
piaciuto. Ora però passiamo ai punti
“ostici”, quelli che hanno fatto abbassare
il tuo voto finale: Remus e i prompt. Nonostante il tuo avvertimento
Remus è
troppo “allegro e spensierato”. Nonostante sia
felice per Dora e la ami, è
difficile che si scordi della guerra magica che si sta combattendo. Per
quanto
riguarda i prompt: Paradiso l'hai usato in modo perfetto e divino
mentre
“oceano” ci ha lasciate un po' stupite. Sembra
messo un po' caso, per
festeggiare un voltaversario avrebbero potuto benissimo fare
qualcos'altro. E'
stata un po' azzardata come scelta. I diciassette sono presenti, ma
avresti
potuto dargli una maggiore rilevanza. A parte questi tre piccoli
“inconvenienti”, ti facciamo i nostri complimenti
perchè è veramente una gran
bella storia. E soprattutto abbiamo adorato questo pezzetto:
“ Tonks riuscì a
pensare che quel gesto fosse molto sexy. E anche vagamente pitoniano.
Poi si
diede della pervertita per aver pensato le parole Piton e sexy
insieme”.