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Autore: ClaryMorgenstern    25/10/2010    8 recensioni
Non prendetemi per pazza ma questa storia l'ho sognata.
Jace&Clary. Alicante due anni dopo la fine della città di vetro.
Un lieto fine..Forse.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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-An happy ending.. maybe-
 

Ed eccola qui, splendida come non mai in quel magnifico abito modello originale -disegnato dalla mano esperta di Alec- spaventata come se stesse andando contro la morte, di nuovo.

Non era la fine. No.

Ma aveva comunque bisogno di una potente runa antipaura.

Oh andiamo Clary! Si disse. Sei forte, ce la farai. Ce la devi fare.

Per lui, che la sta aspettando da quando è nato. E anche lei lo aspettava da quando era nata.

Jace.

Tornò alla mente in quel magnifico giorno in cui vide Jace la prima volta, In quel momento aveva pensato a lui come una maledizione, ma adesso capiva che aveva trovato una vita completamente nuova, che in realtà era sempre stata sua.

Perché Lei era una Nephilim, una cacciatrice, una Shadowhunters. In altre parole era tutto ciò che non avrebbe mai pensato potesse esistere.

Eppure era così.

Basta pensare ad altro! Concentrati Clary. Urlò nella sua mente.

Lisciò le pieghe del vestito per la 100esima volta quando sentì il bussare di qualcuno alla porta.

Né sbucò la cascata dei capelli neri di Isabelle, che la guardava con un sorriso entusiasta. «Quel vestito è una favola.» Indicò l'abito, lisciando i capelli rossi di Clary con le mani, sorridendole come la sorella che lei non aveva mai avuto.

Isabelle era a dir poco fantastica. Il vestito color crema stretto in vita le risaltava le forme scolpite, le risaltava gli occhi scuri e i capelli neri, e inoltre i marchi che non aveva bisogno di nascondere.

Clary distolse lo sguardo da lei imbarazzata senza dire nulla, Izzy sarebbe stata fantastica con qualunque cosa addosso, perfino con degli stracci. Si avvicinò alla finestra e ammirò la vista mozzafiato di Alicante. Ad Idris le macchine non funzionavano e le fabbriche non c'erano, quindi l'aria era perfettamente pulita e limpida, e sapeva di casa. L'ultima volta che era stata in quella fantastica città ancestrale era stato 2 anni prima, ed era stata un esperienza unica, da non ripetere mai più.

Nessuno la voleva ad Alicante, ma lei era riuscita ad arrivare per salvare sua madre, grazie ad un portale che aveva fatto lei con una runa e - non per vantarsi troppo - aveva salvato la stirpe dei cacciatori, aveva impedito la distruzione del mondo invisibile come lo conosciamo oggi, ideato da Valentine Mongenstern, un uomo pazzo, crudele e senz'anima. Che per un qualche grande scherzo cosmico era suo padre.

Ora che poteva essere totalmente sincera con se stessa avrebbe voluto Valentine lì. Non in veste di padre, ma per dimostrargli che nonostante lui avesse sempre tentato di dividerli, di distruggerli dall'interno, Jace e Clary ce l'avevano fatta.

L'immagine di Jace era stampata dentro le sue palpebre, talmente nitida da farla sorridere ad occhi chiusi. Si era completamente dimenticata di Isabelle al suo fianco quando le diede dei colpetti sulla spalla. «Clary, c'è qualcuno per te.»

Clary si girò e vide il suo migliore amico. Simon Lewis era davvero fantastico in quello smoking così elegante da sembrare a disagio, le vene bluastre del suo collo erano poco pronunciate e Clary dall'esperienza capiva che si era appena nutrito, il volto pallido le sorrideva, facendogli capire che stava davvero bene. Il vampiro Si avvicinò a lei, le prese la mano e le fece fare una piccola piroetta, abbracciandola alla fine. «Sei bellissima Fray. » Clary restituì l'abbraccio e inspirò il profumo di Simon, non era cambiato poi così tanto dopo la sua morte, sapeva ancora di posto sicuro e di famiglia.

Simon si staccò da lei con un sorriso e andò verso Isabelle, fece qualcosa che il vecchio Simon non avrebbe mai fatto, un baciamano perfetto con tanto di sorriso ammiccato. Isabelle arrossì violentemente. «Bella come sempre, Izzy.»

Isabelle staccò la mano da lui e si mise a ridere abbracciandolo. «Avevi forse qualche dubbio?» .

«Beh direi di no.» rise di rimando e tornò da Clary che aveva ripreso la fase sono-spaventata-a-morte. «Ci stanno aspettando giù principessa, non vorrai mica tardare?»

 

La scalinata sembrava davvero infinita, eppure ancora troppo corta. Ma alla fine ci arrivò, e la piazza dell'angelo non le era mai sembrata così bella, le file di panchine di legno erano addobbate con fiori bianchi e rossi, piena di luci e di allegria, una notte fantastica e fresca, come il petalo di una rosa bagnata di rugiada la mattina di settembre.

Le panchine di acero erano piene dei suoi amici e della sua famiglia. Una massa di gente indistinta: Nephilim, Nascosti e Mondani (a cui era stato fatto appositamente un incantesimo da Magnus per evitare di dare troppe spiegazioni.). Che parlavano e chiacchieravano tranquilli dato che non si erano ancora accorti che lei era lì. Lo sguardo le scivolò dalle panche e guardò dritto davanti a lei. Jocelyn Garroway era davvero bellissima nell'abito color crema, i capelli rossi splendevano di una luce propria, il piccolo mazzolino di fiori intonato ai capelli.

Simon si staccò da lei, sorridendole ancora. «Vado al mio posto Fray.» l'abbracciò velocemente. «Si va in scena!» Andò al suo posto, in piedi vicino alla statua di Raziel.

Già, Raziel. Non aveva parole per descrivere l'incontro con lui di solo 2 anni prima, La paura e la rabbia provata in quel momento in cui non poteva né parlare né muoversi. Rabbrividì e le si strinse il cuore ricordando il corpo senza vita di Jace sdraiato accanto a lei.

Scosse i capelli e i boccoli rossi le caddero intorno come delle molle.

'Pensa ad altro e calmati' si disse.

Notò che accanto a Simon c'era Alec, Stava parlando con lui ma i suoi occhi e il suo sorriso erano tutti per Magnus Bane, che ovviamente aveva gli occhi piantati su di lui, quei due ne avevano passate davvero tante come coppia. Ma si amavano davvero. Cosa aveva fatto impazzire i genitori di Alec, dato che non solo Magnus era uno stregone, ma era anche un uomo, il conclave non la vedeva di buon Occhio, ma con la morte del rinnegato tutto quanto sembrava sempre andare per il meglio.

Beh, se poi proprio uomo si poteva definire, Clary fece una risatina nervosa, Isabelle le corse accanto. «Tutto okey?»

Annuì ed alzò lo sguardo e vide Isabelle con le lacrime agli occhi. Izzy non piangeva mai, era una delle caratteristiche che la rendevano… beh, che la rendevano Izzy. Una lacrima le scese sulla guancia, si abbracciarono forte, un po' in lacrime un po' ridendo come le sceme,lei si staccò velocemente da Clary, e indicò Jocelyn. «Non piangere, o ti si rovinerà il trucco.» Prese il mazzolino di fiori e andò a mettersi accanto a Jocelyn.

Clary rimase sola ad osservare la scena davanti a lei, era così felice da farle male il cuore, Qualcuno la prese in braccio, facendole fare un gridolino di sorpresa, fortunatamente non se ne accorse nessuno.

Chi l'aveva presa in braccio e fatta volteggiare la rimise a terra e la abbracciò stretta. Luke Garroway o per meglio dire Lucian Graymark, licantropo ex-caccoatore: Faceva quasi impressione vederlo senza Jeans e camicia di Flanella, ma con lo smoking dimostrava almeno 10 anni di meno.

«Sembrava ieri che ti facevo le trecce per andare a scuola.» disse con la voce rotta dalle lacrime. «E ora sei una donna Clary, di quelle che non si trovano tutti i giorni per giunta.»

Clary non disse niente ma lo abbracciò più forte. Luke era l'unico padre che lei avesse mai avuto, l'aveva stretta quando aveva paura del buio, l'aveva consolata nei momenti tristi, l'aveva resa ciò che era oggi. Era suo padre, anche se non avevano sangue in comune era l'unico adulto che non l'avesse mai abbandonata. Certo, quando sua madre fu rapita da Valentine lei era convinta che a lui non fregasse niente, ma lui le è sempre stato accanto.

La lasciò, ma le tenne ancora la mani. «Sei pronta?»

Lei annuì. La prese a braccetto in un gesto vecchio quanto il mondo e la musica iniziò.

Tutti, proprio tutti si voltarono verso di lei, ognuno al proprio posto, ma Clary non vedeva nessuno se non chi aveva davanti al viso.

Jace.

Dire che era meraviglioso quel giorno sarebbe stato riduttivo. Era la prima volta che lo vedeva con uno smoking elegante, scuro se non per il farfallino bianco. I capelli ricordavano ancora la criniera di un leone, aggressivi e indomabili, ma sempre rigorosamente perfetti. A rendere tutto ciò ancora più bello c'era il sorriso da leone sul suo volto.

Lui era sempre lì per lei. c'è sempre stato ma lei non lo capiva. All'inizio, quando tutto è cominciato che un po' la perseguitava per scoprire cosa lei fosse, quella curiosità piano piano e non senza difficoltà si è trasformato in amore.

Jace si innamorò di Clary.

E Clary si innamorò di Jace.

Poi la tragedia, clary non dimenticherà mai quell'orrendo periodo, il più doloroso della sua vita. Quando era convinta, grazie ad un imbroglio ben congeniato che Jace fosse suo fratello.

Tutto è andato per il meglio, alla fine. Scoprirono la verità. Ovvero che Jace non era figlio di Valentine e Jocelyn ma di Stephen e Celine Herondale , entrambi deceduti. E da quel giorno non si separarono mai più. Tornati a New York dopo le terribili settimane ad Alicante Jace venne tutte le mattine a casa di Luke, dove adesso viveva con lei e Jocelyn, La donna di cui è sempre stato innamorato e che lo ricambiava in tutto e per tutto, solo che non se ne rendeva conto, Uscivano insieme ed andavano all'istituto, Clary diventò una Cacciatrice nel vero senso della parola. Imparò a combattere grazie a Jace, imparò a difendersi grazie a Jace. Imparò come fare una runa perfetta con una mano sola, grazie a Jace. E così passarono i due anni più belli della sua vita, in una pace che faceva così bene da far male. Le cene a lume di candela in girò per il mondo e le ronde per imparare a uccidere i demoni. Certo facevano sempre le loro ridicole litigate, ma chissà come mai finiva sempre che Luke doveva venire a dividerli mentre si dicevano 'ciao'.

E poi venne quel giorno, il giorno in cui Clary compì 18 anni, anche ricordato da lei come l'anniversario del loro primo bacio.

Lui le bendò gli occhi mentre si allenavano, ed aprì un portale nel bel mezzo della palestra dell'istituto. «Non pensare a nulla» le sussurrò con un bacio.

Lei, forse per la prima volta, fece come lui le aveva detto ed entrarono nel portale. Aveva ancora gli occhi bendati, ma sentiva il profumo di fiori e di erbe selvatiche, perfettamente coltivate che le ricordavano tremendamente le fresche colline di Alicante. Delicatamente le tolse la benda e Clary vide la serra di Hodge, con i fiori ancora perfettamente coltivati da Maryse, la calda mattina di agosto illuminava quel posto rendendolo quasi magico tutti i tavoli con i vasi erano stati spostati verso i muri, al centro della stanza c'era una coperta da pic-nic, un cestino e una candela rossa. Clary non sapeva cosa dire.

A quanto pare neanche lui a giudicare dal modo in cui la baciò. Si staccò solo pochi attimi da lei, solo per sussurrare poche parole. «Buon compleanno, Clary. » Si baciarono ancora e ancora, in una litania che sembrava infinita e sembrava non volesse finire mai. Poi lui si staccò da lei, facendole mettere un piccolo broncio. Lui rise della sua espressione. «Lo so che sono un baciatore fantastico, ma non lo vuoi il tuo regalo?»

Lei rifece la piccola smorfia e gli diede un piccolo bacio a stampo, poi si sedette sulla coperta. «Speriamo che tu abbia capito il significato di 'grossa pietra' stavolta.»

Jace fece quei sorrisi entusiasti che lei amava alla follia. «Ne rimarrai sorpresa.» Le offrì le mani per farla rimettere in piedi, e poi fu lui ad inchinarsi, gli occhi d'ambra non erano mai stati così seri.

«Non ho mai creduto agli angeli Clary. Credevo che i Nephilim fossero soltanto più forti, ecco perché potevano sopportare le rune. Poi sei arrivata tu,.

Certo, non restituisci i libri in biblioteca e tua madre non sa proprio tutto, ma chiunque abbia mai descritto un angelo, di certo si è inspirato a te.»

Con la voce che tremava, infilò una mano nella tasca interna della giacca e ne estrasse un cerchietto d'argento, Clary riconobbe immediatamente la piccola runa incisa con l'oro su di esso. Era la runa che simboleggiava l'eternità secondo alcune traduzioni, ma secondo i Nephilim quella era la runa che simboleggiava l'amore.

Dato che Clary non disse nulla -gli occhi spalancati e spaventati come avesse visto un fantasma - Jace continuò. «I cacciatori si regalano questo anello ormai da 1000 anni, si dice che le cacciatrici ne apprezzino la bellezza solo se è regalato dalla persona che amano.» Con le mani tremanti come clary non le aveva mai viste, Jace infilò l'anello nella mano che lei gli offriva, Si guardò prima la mano, poi guardò Jace. E non ci fu più nulla da dire. Gli scivolò tra le braccia e lo baciò stringendolo tanto da temere di fondersi con lui.

Clary e Jace non videro neanche il cestino da pic-nic, furono troppo occupati.

"Clary, concentrati" si ripeteva come un mantra. "Se non ti concentri potresti cadere, come sempre."

La lunghissima navata finalmente finì e Clary si ritrovò davanti a Jace. Luke la lasciò e la abbracciò con lo sguardo da padre geloso che spesso e volentieri riservava a Jace. Come se fosse la cosa più difficile al mondo, lasciò sua figlia e andò al suo posto. Lei salì il piccolo gradino, così l'ultimo passo fu compiuto.

Jace le sorrise, il sorriso rese evidente la cicatrice argentea sulla gola di Jace, dove Simon l'aveva morso, e tutte le leggere cicatrici bianche fatte dalle rune, tutte le imperfezioni che distinguevano la persona che lei amava di più al mondo.

«Adesso tutto mi appare com'è: infinito» disse Clary. Jace le tese la mano, e lei l'accettò. E come ogni volta che lui la sfiorava, Clary sentì le scintille.

«Oh, ma che teneri.» una voce ruppe il silenzio, una voce che Clary e Jace riconobbero all'istante. Il veleno contenuto in essa sciolse tutta la calma e l'allegria del momento, ma non in Jace e Clary che non erano arrabbiati o irritati, volevano solo scacciare via chi li aveva interrotti.

Il vero primogenito di Valentine.

Jonathan Christopher.

 

Clary se ne rese conto solo in quel momento, ma suo fratello era davvero molto simile a Valentine. Avevano lo stesso modo di camminare audace e veloce, con le mani sempre puntate sulle armi. Aveva i suoi capelli biondi e la sua muscolatura, ma gli occhi non erano di nessuno, né di Valentine, né di Jocelyn. Ma del mostro che aveva divorato la sua anima ancora prima che nascesse.

Jonathan si incamminò verso di loro come se stesse facendo una passeggiata a Central park , il suo sguardo percorreva tutte le persone in piedi, Da Isabelle a Simon.

Lo sguardo dei due fratelli si fermò su Jocelyn, che sembrava sul punto di scoppiare in lacrime o di prendere a pugni qualcuno. «Ciao mamma.» disse Jonathan.

La prima ipotesi di Clary si avverò e una calda lacrima scorse sulla guancia di sua madre, questo fece infuriare Clary ma non perse la sua espressione felice. strinse la mano di Jace. Lui sembrava annoiato, ma lei sapeva che stava pensando allo scontro che aveva avuto con Jonathan 2 anni prima, ma allora credeva di averlo ucciso.

Jace rispose alla sua stretta, ma non lasciò la sua mano. Si voltò verso di lei. «Clary, potevi dirmelo di averlo invitato.»

Jonathan rise voltandosi verso Jace. «Sono sicuro che il mio invito si è perso nella posta, come potevo perdere il matrimonio della mia sorellina?»

Clary lasciò la mano di Jace e fece un passo verso di lui, senza perdere l'espressione felice perché sapeva che lui la odiava. «Cosa ci fai qui?»

Jonathan si avvicinò ancora a Clary facendo sì che fossero a pochi centimetri di distanza., Jace si precipitò da lei ma con un gesto della mano lo fermò. «Volevo solo vederti con l'abito bianco, sorellina. Sono così dispiaciuto che nostro padre non sia qui, ma a quanto vedo l'hai rimpiazzato con un cane da passeggio. Pessima scelta secondo me.» il suo sguardo si posò su Luke, con un disprezzo che era evidente a chilometri di distanza. «Non vuoi sapere che regalo ti ho portato?» si portò 2 dita alla bocca e fischiò. Per pochi secondi non accadde nulla, ma poi li vide.

I dimenticati, centinaia di dimenticati che si dirigevano verso di loro, brandendo asce e coltelli enormi pronti a distruggerli. «Non mi hai mandato la lista di nozze, così ho fatto da me.»

Ma Clary non ebbe paura un solo istante. Si voltò e tornò accanto a Jace, non degnando Jonathan di uno sguardo, Jace aveva l'espressione che Clary chiamava 'da Cacciatore' ovvero il sorriso entusiasta che faceva ogni volta che c'era da combattere.

Tutti i cacciatori e i nascosti si voltarono verso i Dimenticati,che si erano fermati a esattamente un paio di metri dalla piazza dell'angelo, pronti a combattere.

Luke, come sempre, prese in mano la situazione. «Nascosti, noi proteggeremo i mondani, mentre i Nephilim si occuperanno dei dimenticati.»

Jace e Clary fecero un passo avanti, verso Jonathan, le mani intrecciate per simboleggiare che avrebbero combattuto insieme anche in quel giorno. Jonathan sembrava volerle dividere con un macete, celava davvero molto male il disprezzo.

«Siamo Nephilim e Nascosti Jonathan, non riuscirai a distruggerci.» disse Jace

«Come non ci è riuscito Valentine.» finì Clary

Sciolsero le mani, Jace si aprì la giacca e ne estrasse una spada angelica, Clary alzò di poco la gonna del vestito (Con uno sguardo attento di Jace a quel gesto.) ed estrasse una spada angelica dalla giarrettiera.

Jonathan fece un espressione di puro disprezzo, si voltò verso dimenticati e gli fece cenno di venire, poi si perse nella confusione.

Tutti gli invitati si prepararono a combattere, chi si faceva i marchi il più in fretta possibile, chi diventava un lupo, chi puntava le zanne, chi sprigionava scintilline azzurre dalle mani.

E la lotta cominciò, Jace e Clary avevano il loro obbiettivo, lei si aspettava che Jace gli dicesse "Corri a nasconderti e non farti male!" ma non lo fece, anzi gli rivolse un sorriso d'incoraggiamento. I giovani Nephilim si lanciarono all'inseguimento.

 

La giovane Cacciatrice notò con molto piacere che nonostante il vestito riusciva a correre in fretta. Che l'angelo benedica le rune.

Erano arrivati alla collina sotto la nuova guardia ricostruita, ma ancora nessuna traccia di Jonathan. Stavano per ricominciare a correre quando Jace la spostò delicatamente e il più in fretta possibile a destra.

E Jonathan era lì, brandendo una spada angelica verso di lei. «Però, un demone che combatte con una spada angelica.» disse Jace. «L'ironia è evidente.»

Jonathan però guardava lei, soltanto lei. «Non ti dispiace vero se mi occupo prima di lei, vero Lightwood?»

Clary aveva dimenticato quanto Jonathan fosse veloce, se lo ritrovò alle spalle e provò ad afferrarla, ma lei fu più veloce ed in più aveva un arma segreta. I tacchi alti delle scarpe. Prima che lui potesse afferrarla si abbassò e gli assestò un calcio nello stomaco da far perdere il respiro, lui barcollò un po' all'indietro e Jace fu subito sopra di lui brandendo la spada. Jonathan la evitò ma non abbastanza perché Jace gli ferì un braccio, il sangue che uscì dalla ferita fu nero.

Jonathan ringhiò, o meglio fu il demone a ringhiare. Si scagliò contro Jace che non fu abbastanza veloce, rotolarono insieme giù dalla collina della guardia, urlando e, si quelle che provenivano da Jace erano risate.

Clary li inseguì a tutta velocità e ciò che vide le fece davvero male.

Jonathan era sopra Jace, lo teneva per la gola tentando di soffocarlo.

Clary non si accorse neanche di muoversi, prese la spada e fece per colpire suo fratello, ma lui era già lontano, la lama si fermo a 2 centimetri dal cuore di Jace.

Sentì Jonathan ridere e si voltò, un pugno assestato nella spalla sinistra la fece cadere a terra, quando riaprii gli occhi vide Jace davanti a lei e Jonathan davanti a lui,

Jonathan adesso aveva un arma in mano che Clary riconobbe all'istante. Era il pugnale che Jace diede a Clary quando andarono alla festa di Magnus, quello con la pietra rossa tagliata a forma di rosa, Il pugnale dei Mongenstern,

«E quello dove l'hai preso?» gli ringhiò Jace, era affezionato a quell'arma, era una delle poche cose che gli aveva lasciato Valentine. Era sul punto di tagliare una mano a Jonathan pur di non farglielo toccare.

«Evidentemente Nostro padre l'ha lasciato ad una persona che sappia usarlo.» gli ringhiò Jonathan in risposta.

«Non mi pare che l'ultima volta tu abbia saputo usarlo come si deve.»

La faccia di Jonathan perse ogni traccia di colore. «Questa volta non sbaglierò.» si buttò nuovamente su Jace che lo evitò facendo un salto elegante sull'albero dietro di lui. Jonathan ringhiò e si fermò di scatto, come se si fosse ricordato di qualcosa solo adesso, con un movimento molto lento e calcolato si voltò e corse verso di lei.

Lei provò a scappare ma Jonathan era troppo veloce e neanche Jace arrivò in tempo, Jonathan la buttò a terra puntando il pugnale sulla sua giugulare.

«Fai un altro passo ed è carne morta Lightwood.» disse Jonathan, Jace diventò di pietra, Se Jonathan avesse abbassato il pugnale non sarebbe arrivato in tempo.

«Adesso vedrai cosa significa vedere il sogno della tua vita distruggersi sotto i tuoi occhi.»

La paura si impossessò di ogni centimetro del corpo di Clary. 'E' finita' pensò. 'Alla fine Valentine ci dividerà.' Il sorriso di Jonathan scintillava come acqua velenosa. Clary chiuse gli occhi, una lacrima le rigò il volto.

Ebbe un idea.

Lentamente come se suo fratello non fosse sopra di lei brandendo il pugnale di suo padre sfilò lo stilo dalla giarrettiera.

Jonathan la guardò e rise. «Neanche la tua abilità con le rune ti salverà sorellina, È finita. » sorrise crudele come il principe dannato delle sue storie. «Le tue ultime parole?»

Clary si alzò un po' fissando suo fratello negli occhi. Aveva sempre voluto un fratello, sin da quando era piccola. Quando pensava che Jace fosse suo fratello aveva maledetto ogni singola volta avesse chiesto a Jocelyn un fratellino. Ora che sapeva che il suo vero fratello, il sangue del suo sangue era in realtà un demone con il viso d'angelo, non potè che apprezzarne l'ironia. Non aveva fortuna con i fratelli. «Mi dispiace.» disse. Gli occhi incastonati in quelli senz'anima di Jonathan.

Ottenne ciò che sperava. Un piccolo lampo di sorpresa balenò per un secondo nei suoi occhi facendogli perdere la concentrazione. Fu abbastanza per permetterle di conficcargli lo stilo nel braccio che teneva il pugnale.

Urlò per il dolore e il pugnale volò in aria, mentre Jonathan tentava si toglieva lo stilo dal braccio Clary afferrò il pugnale e con un movimento veloce da vera Shadowhunters lo conficcò nel cuore freddo di Jonathan.

«Davvero.» finì, questa volta per tutte.

Jonathan la stava fissando, ma non c'era vita nei suoi occhi e forse non ce n'era mai stata. La sua testa cadde rumorosamente sulla verde collina di Alicante, poi più nulla.

Il bel vestito bianco era schizzato da macchie nere del sangue di Jonathan. Jace fu subito accanto a lei, si buttò a terra macchiando lo smoking di terra sulle ginocchia e l'abbracciò, sussurrando il suo nome tante e tante volte. Restituì l'abbraccio per un secondo, poi si staccò da lui. Lo guardò in quegli occhi dorati che la fissavano preoccupati. «Nessuno ci riuscirà mai.» disse lei. «Né Valentine, né Jonathan, né Tutti i demoni di questi e degli altri mondi.» Jace sapeva che intendeva, le sorrise, mesto e calmo parlando piano. «Sei una forza della natura, Clary.»

Clary si alzò in piedi felice che almeno in parte fosse finita. Gli porse un sorriso. «Vuoi ancora sposarmi o no?»

Jace non rispose, con un movimento aggraziato e veloce si alzò e posò le labbra sulle sue.

 

La piazza dell'angelo era stata completamente ripulita dai dimenticati, i cadaveri dei non-morti giacevano tutto intorno, ma Jace e Clary non ci fecero caso.

Clary vide Jocelyn seduta su una delle panche d'acero con lo sguardo in ansia, Luke le era seduto accanto, consolandola e abbracciandola.

Simon si precipitò da loro, Lo sguardo era stampato su di lei ma parlò con Jace. «Com'è finita?» un tono decisamente calmo nonostante tutto.

Jace fece per rispondere ma Clary lo interruppe: «Jonathan è morto.»

Simon l'abbracciò goffamente dato che Jace neanche ci pensava a lasciarle la mano. «Ci sono feriti qui?» chiese Jace.

Simon lasciò Clary e sorrise trionfante. «Nascosti & Nephilim 1 - Dimenticati 0»

Clary gli diede una pacchetta sulla spalla. «E allora perché quest'aria da funerale?»

Simon la guardò un po' sorpreso. «Pensavamo che dopo che Jonathan...»

Molto teatralmente Clary sbuffò. «Vai a dire a tutti di tornare al loro posto. Dopo tutto questo casino voglio sposare Jace prima che scappi dalla paura.»

Jace sorrise al suo fianco. «..O prima che Clary mi uccida per i nervi.»

Simon alzò gli occhi al cielo e richiamò l'ordine. «Avanti gente, abbiamo un matrimonio da Celebrare!»

 

Mezzora dopo, la piazza dell'angelo era di nuovo perfetta. Con una runa appena creata Clary pulì il suo vestito e quello di Jace. - Nuovamente, che l'angelo benedica le rune.

Stavano ripercorrendo la navata centrale quando Luke le sussurrò qualcosa all'orecchio. «Spero di andare bene come sostituto.»

Clary lo guardò,Nonostante il sorriso stampato sul volto aveva un velo di tristezza sugli occhi. Jonathan aveva combinato un putiferio emotivo.

Clary appoggiò la testa rossa sulla sua spalla, gesto che faceva da quando Luke era entrato in casa sua - Bagnato e sudicio - quasi 20 anni prima. «Sarebbe stato Valentine, il sostituto.»

Il velo di tristezza sparì dagli occhi di Luke e il sorriso si accentuò, in quel gesto da padre lasciò Clary a Jace, questa volta per sempre.

Né Clary né Jace dissero una parola, lei prese la mano che lui le offrì e nessuna parola potè descrivere quel momento.

Il Console Andrew - Sostituto del traditore precedente - cominciò il rito:

«L'amore si manifesta in modi misteriosi, che la mente umana può solo immaginare. L'angelo ci ha dotati di forza incredibile e di resistenza alla fine, Ma il nostro essere mortali, essere umani, ci rende imprevedibili e possiamo solo sperare di trovare quella persona che completi le nostre giornate, con cui guardare il tramonto sulle colline fresche della nostra amata capitale, con chi riuscire ad uccidere un demone con la preoccupazione costante di non farli del male.

Oggi siamo qui. Nella nostra amata Alicante per Celebrare Jonathan e Clarissa. Sono sopravvissuti a mille e mille difficoltà. Ed ora sono qui, sotto la protezione di Raziel per celebrare la loro unione.»

Jace sorrise sottolineando le parole del console e strinse ancora di più le mani di Clary.

«Vuoi tu, Clarissa Mongenstern, prendere Jonathan Lightwood come tuo sposo, Nella morte e nella vita, con i demoni e con gli angeli?»

Nei matrimoni dei Nephilim, il giuramento era solenne. «Lo giuro sull'angelo.»

Il console le sorrise. Dato quel gesto Clary gli perdonò l'incertezza con cui aveva pronunciato il suo cognome.

«Vuoi tu, Jonathan Lightwood, prendere Clarissa Mongenstern come tua sposa, Nella morte e nella vita, con i demoni e con gli angeli?»

Una calda lacrima scese dal viso di Jace. Lui non piangeva mai. Clary volle abbracciarlo, perché sapeva a cosa stava pensando,

'Amare non significa distruggere, e amare non significa essere distrutti' gli disse Clary con la mente e con un sorriso.

Jace sembrò capire. «Lo giuro sull'angelo.»

«Vi dichiaro Marito e moglie.» disse il console con voce solenne. Si avvicinò un po' a Jace. «Puoi baciare la sposa.»

Con un gesto da vero cacciatore, Jace prese il viso di Clary tra le mani e la baciò come non aveva mai fatto prima.

 

Un anno dopo, nacque Valentine.

Era il Nephilim più bello che Clary aveva mai visto. Morbidi e sottili riccioli rossi contrastanti con gli occhi ambrati.

La voglia a forma di Stella che gli Herondale si tramandavano di generazione in generazione era proprio sopra il cuore.

Non c'era dubbio che quel piccoletto fosse speciale, Era nato da due delle più forti famiglie di Nephilim della storia. in più aveva più sangue angelico di chiunque altro al mondo, ne dimostrava il fatto che potesse scatenare una tempesta di vento solo piangendo.

«Un bimbo angelico» lo chiamò Luke, Jocelyn non disse nulla, era troppo occupata a scoppiare in lacrime per la gioia.

Isabelle cominciò quasi subito a riversare la mania dello shopping per Valentine, Simon dal canto suo gli aveva già dato un soprannome. «Mostriciattolo.» Lo chiamava, chissà se era una qualche specie di vendetta repressa per il suo omonimo. Alec sconvolse Clary, era cosi affettuoso con quel mostriciattolo che lo rendeva ancora più tenero, Magnus invece aveva fatto arrivare giochi da ogni parte dell'universo.

E Jace... Jace era sconvolgente. Lo rese un cacciatore esemplare, sconvolgente e veloce. E, per l'angelo tutti dovevano vedere Jace e suo figlio insieme, Sembrava tornato a 10 anni, quando l'altro Valentine lo abbandonò. Sempre solare e raggiante, sempre restio a lasciare il piccolo da solo. Ma ciò che colpì di più Clary fu la sua prima parola.

«Raziel»

 

 

 

 

 

 

 

Nota di fine pagina.

Si si bla bla la storia è questo e quell'altro e basta convenevoli.
Cassandra Clare (Sempre sia lodata♥) ha dichiarato in un intervista che I Nephilim si vestono d'oro il giorno delle nozze, Dato che per combattere indossano il nero con rune nere e ai funerali il bianco con rune rosse. Ovviamente io non voglio andare contro le decisioni e le scelte dell'autrice, che rispetto e adoro onestamente, ma Penso anche che Clary sia nata e cresciuta come mondana, anche se a volte sembrano dimenticarlo, e che Quindi da bambina avrà immaginato di arrivare all'altare con l'abito bianco.
Con questo non voglio dire che Clary non vuole rispettare le tradizioni dei Nephilim (Accetta di sposarsi ad Alicante per Jace, infatti.) ma che non vuole abbandonare le sue. E figuriamoci se Jace, durante il giorno delle nozze le vorrà imporre le sue scelte, quando in realtà lui vuole soltanto stare con lei e chissene frega del resto.
Era solo un piccolo chiarimento, ora potete anche fregarvene di come la penso io.
P.S. I fatti narrati in questa Fan Fiction non prendono conto degli eventi avvenuti dopo Città di vetro.
  
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