La piccola Emilia era felice. Giocava e cantava, e il suo era un bellissimo mondo: c’erano fiori colorati e tanti animaletti che giocavano con lei, bambole dai capelli d’oro le facevano compagnia; il sole splendeva nel cielo, gli alberi erano rigogliosi e carichi di frutta. Tutti insieme ballavano, ed erano felici. Un giorno la piccola Emilia incontrò una signora.
“Chi sei?” le chiese.
“Sono la fatina Bianca, e sono venuta per portarti in un mondo fantastico.”
La fatina Bianca le tese la mano, e la piccola Emilia, dopo qualche secondo, la strinse. Un odore pungente le invase le narici, poi sentì della musica e intorno a lei apparvero delle strane creature. Lei era bella, era forte, era al centro del mondo . E si sentiva felice.
Il giorno dopo tornò dalla fatina Bianca.
“Voglio entrare ancora nel tuo mondo”
La fatina Bianca le tese la mano e la piccola Emilia sentì di nuovo quell’odore pungente. Tornò in quel mondo, e di nuovo ballò, ad era bella, forte. E si sentiva felice.
Tornò anche il giorno dopo, e il giorno dopo ancora. Si sentiva felice.
Poi però si accorse che dal suo mondo i fiori erano scomparsi, non c’erano più gli animali, e le sue bambole dai capelli dorati. Così, disperata, andò a chiedere aiuto alla fatina Bianca.
“Fatina Bianca, dove sono i fiori, e gli animali, e le bambole?”
“Non pensarci, vieni nel mio mondo e tutti i guai spariranno.”
La fatina le tese la mano, e di nuovo la piccola Emilia ritornò in quel mondo. Ed era bella, forte; e si sentiva felice.
Ancora tornò, per giorni; e gli alberi sparirono dal suo mondo. Di nuovo, disperata, andò dalla fatina Bianca.
“Fatina Bianca, dove sono gli alberi?”
“Non pensarci, vieni nel mio mondo e tutti i guai spariranno”
Le tese la mano, e la piccola Emilia ritornò in quel mondo. E di nuovo era bella, e forte, e si sentiva felice.
Poi, però, scomparve anche il sole, e la piccola Emilia decise di non tornare più nel mondo della fatina Bianca. Passò un giorno, e resistette; ne passarono due, e non tornò nel mondo della fatina Bianca; ne passarono tre, e la piccola Emilia si sentì male. Infine, disperata, tornò dalla fatina Bianca.
“Fatina Bianca, ti prego, fammi tornare nel tuo mondo, perché non riesco più a farne a meno”
La fatina Bianca le tese di nuovo la mano, e la piccola Emilia entrò in quel mondo. Quell’odore la invase, e si ritrovò a piedi scalzi, sopra infiniti pezzi di vetro. Il dolore era lancinante, e la piccola Emilia cercò di fuggire, ma il vetro le entrava nella carne. Allora, in preda alle lacrime, gridò
“Fatina Bianca, dove sono i fiori colorati, e gli animali, e le bambole dai capelli dorati?”
Ma non ricevette risposta, e la piccola Emilia correva.
“Fatina Bianca, dove sono gli alberi rigogliosi e carichi di frutta?”
Di nuovo non ricevette risposta; e la piccola Emilia correva.
“Fatina Bianca, dov’è il sole splendente?”
Ma la risposta non arrivò. Allora, vinta dal dolore, cadde a terra; non era bella, non era forte. E non si sentiva felice.
E la fatina Bianca la portò via con sé.
A Carlotta, perchè non stringa mai la mano della fatina Bianca, e a tutti quelli che l'hanno fatto, ma che sono riusciti a far splendere di nuovo il sole sul loro mondo.