Buongiorno/sera/notte vedete voi quando leggete ^^
A rieccoci !!! Avevate perso la speranza? No dai non dite così, ormai dovreste saperlo che sono inaffidabile come pochi é.é però ci sono. Non vi chiedo neanche più scusa perché mi sembra ridicolo, però una cosa ve la chiedo se dovete lasciare recensioni per chiedermi: QUANDO POSTI? lasciate perdere, non fatelo ! Anche perché è controproducente per voi. Io ho pochissimo tempo e quando riesco a connettermi e vado alle recensioni sono curiosa di sapere come vi è sembrato il capitolo e se avete domande, dubbi, suggerimenti e perché no insulti o critiche. Ma se leggo QUANDO POSTI? mi viene il nervoso e chiudo subito, cercando di evitare il sito per giorni che poi puntualmente diventano settimane.Quindi fate voi, a me non sembra che vi convenga, ma se non riuscite a non scrivermi QUANDO POSTI? allora dovrete adeguarvi a tempi ancora più lunghi.
Scusate, ma come si dice " Per colpa di Qualcuno non si fa più Credito a Nessuno". Per tutte le altre le risposte alle recensioni sono in fondo come sempre.
Per tutti coloro che voglio sapere quanto durerà ancora la storia vi anticipo che siamo alle battute finali. Direi 3/4 capitoli, dopo di che mi concentrerò sull'Antidoto e su altre cose, per maggiori informazioni andate al blog.
Vi ringrazio fin d'ora per la pazienza e l'attenzione con cui mi seguite. Veramente non lo merito.
Altre cose ?!? Ah si questo è solo EPOV mentre il prossimo dovrebbe essere tutto di Bella, ma proiettato in un periodo più avanti o almeno sono queste le mie intenzioni oggi, domani potrei avere un ispirazione diversa e fare tutt'altra cosa quindi restiamo su questo capitolo che ribadisco vede solo Edward come narratore, mi sembrava doveroso visto il momento critico.
Spero vi piaccia come sempre.
Grazie a tutti per essere qui, come sempre!!!
Lisa
Vi ricordo il blog: http://acasadilisa.blogspot.com/
set - ( non c'è non ci ho pensato sorry ^^ )
Cap.51
– è solo Reneè
Pov
Edward
A pochi passi dal Jake's Dilemma, che
per quanto sia un bel posto non mi vedrà mai più fra i suoi clienti, estraggo
il cellulare e chiamo Bella.
Scopro che si trova proprio dietro
l’angolo al Cava Wine Bar e la raggiungo velocemente decidendo che invece
questo posto ci rivedrà spesso, è accogliente e sofisticato insieme proprio
come la mia ragazza che mi sorride dolcemente mentre mi avvicino a lei.
<< Un Wine bar caraibico?
>> chiedo divertito.
<< Era vicino e la musica caraibica
mi mette allegria >> risponde come se fosse la cosa più normale del
mondo, facendomi sorridere ancora di più.
Pazza, è completamente pazza e io la
amo anche per questo.
Prendo posto accanto a lei e ordino
anch’io un cocktail analcolico al cameriere che si è avvicinato non appena mi
sono seduto, sorridendo sornione alla mia ragazza e guadagnandosi un
occhiataccia da parte mia.
Bella mi guarda aggrottando le
sopracciglia e io scuoto la testa mormorando un << ti guardava troppo
>> che le fa alzare gli occhi al cielo, ma contemporaneamente si
avvicina e mi bacia dolcemente sulle
labbra.
<< Allora ? >> chiede
quando si allontana da me quel tanto da poter parlare e mordicchiandosi il
labbro inferiore in un modo talmente innocente che la fa sembrare ancora più
sexy.
<< Avrei preferito un bacio più
approfondito e qualche coccola in più, ma visto che siamo in un luogo pubblico
mi posso anche accontentare >> dico ridacchiando mentre le accarezzo il
viso ancora poco distante dal mio.
Lei però non apprezza il mio tentativo
di stemperare la tensione e mi rifila un pugno sulla spalla.
<< Scemo! Dicevo con tua madre
>> dice leggermente irritata.
<< Reneè >> la correggo
automaticamente, mentre lei inclina il capo e mi guarda interrogativa. Le
sorrido appena per poi spiegarle il perché della mia precisazione.
<< Quella donna mi avrà anche
messo al mondo, ma è la cosa più lontana da una madre che io abbia mai avuto la
sventura di incontrare nella mia vita
>> dico tagliente.
Non c’è nulla in lei di quello che dovrebbe
essere l’amore materno, nelle due ore in cui abbiamo parlato non ho visto in
lei né orgoglio per i miei successi, né ansia per quanto di brutto mi è
capitato in questi anni di lontananza.
Nei suoi occhi o nelle sue parole non
c’era nulla di quel amore in sordina che Leah mi ha rivolto in questi anni,
quel ansia per la mia sicurezza, quel orgoglio per i miei successi, quella cura
sottile che mi ha sempre dedicato, le attenzioni celate per non farmi
innervosire, quel amore che la seconda moglie di mio padre mi ha riservato dal
primo momento in cui è entrata a far parte della mia vita e che io, sciocco e
accecato dal amore verso una donna che non è in realtà mai esistita, ho
imparato ad apprezzare e capire solo ultimamente.
La cara Reneè si è semplicemente
offerta di pagarmi la retta del Julliard, ancora una volta dimostrandomi che
per lei i soldi sono l’unica cosa importa.
Complimenti ! Che bella madre che ho !
Anzi a dirla tutta non ce l’ho e non l’ho mai avuta.
Bella mi guarda comprensiva e mi stringe
a se come per dimostrarmi, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che lei c’è per
me.
La stringo forte a mia volta per
trasmetterle tutta la mia gratitudine e le sussurro all’orecchio che la amo,
facendole nascere un dolce sorriso sulle labbra.
Ci ricomponiamo quando il cameriere
porta il mio cocktail e a quel punto comincio a parlare.
Le racconto a grandi linee quello che è
successo e alla fine ammetto quanto sono deluso da quella donna, che ho
idealizzato per troppo tempo, anche odiandola in tutti questi anni non ho mai
smesso nel più profondo di me di sperare che a tutto ci fosse una spiegazione.
Una spiegazione plausibile per il suo abbandono e per il successivo silenzio.
Beh la spiegazione l’ho avuta, non era
di sicuro quello che mi aspettavo, ma l’ho avuta.
<< Una cosa positiva però c’è
>> ammetto infine riemergendo dai miei malinconici pensieri sul passato.
<< Charlie e Leah non si dovranno più preoccupare per la mia retta
scolastica qualora fossi ammesso alla Julliard. >> dico sorridendo
appena, per la mia famiglia è una gran cosa visto che difficilmente ce lo
saremmo potuti permettere, ma dentro di me rimane quel vago senso di rabbia che
mi spinge a ripetermi che come sempre Reneè crede di comprarmi, lo ha fatto per
anni mandandomi quegli stupidissimi assegni, ma non si è mai chiesta se era ciò
che volevo.
La mia frustrazione deve essere palese
sul mio viso, perché Bella mi stringe forte una mano e mi sussurra che le
dispiace tanto.
L’ombra di tristezza che vela gli occhi
della mia ragazza mi riscuote.
Il passato è passato, avevo deciso di
chiuderlo in un cassetto non appena terminato l’incontro con Reneè e devo
farlo. Non serve a nulla crogiolarsi sul passato o sulle evidenti manchevolezze
di una madre che non è mai stata tale. Soprattutto se tutto ciò intristisce la
mia Bella.
Scuoto la testa e le sorrido deciso
come non mai a mettere fine a questo momento triste.
<< Sai però qual è la cosa
peggiore? >> chiedo in tono
meditabondo e facendo una faccia contrita decisamente buffa tale da alleggerire
di molto la tensione del momento, lei semplicemente scuote la testa e mi fa un
piccolo sorriso, forse incoraggiato dal mio tono leggero.
<< Il dover ammettere che papà
aveva ragione >> dico melodrammatico, come se fosse la cosa peggiore al
mondo e infatti lei scoppia a ridere facendo sorridere anche me.
<< Cosa ridi? Ti rendi conto che
dovrò farlo anche con lui? Una tragedia! Me lo rinfaccerà a vita >>
concludo portando teatralmente una mano al petto e fingendo una pugnalata.
Lei ride felice e mi abbraccia dandomi
dello stupido e baciandomi dolcemente.
<< Sa signorina Cullen cosa
dovrebbe fare lei adesso? >> le chiedo formale appena si scosta da me.
I suoi occhi mi guardano sorridenti e
mi da corda chiamandomi signor Swan e incitandomi a illustrarle i suoi doveri.
<< Dovrebbe ricondurmi a casa e
passare le prossime ore, prima del arrivo delle nostre famiglie, a prendersi
cura del sottoscritto. Per alleviare la mia triste condizione >> dico
maliziosamente facendole chiaramente intendere cosa intendo per “prendersi
cura”.
Lei sorride divertita e mi sprona a
pagare il conto e correre a casa.
Quando qualche ora e parecchie coccole
dopo arriva la mia famiglia ci trova ad accoglierli alla porta, felici e
rilassati.
Per un momento ho pensato di essere
proiettato nel futuro, mentre tenendo Bella allacciata a me per la vita, ho
aperto la porta alla mia famiglia.
Sarà così il mio futuro? Non lo so ma
ci spero tanto.
Bella ci saluta poco dopo ansiosa anche
lei di raggiungere la sua famiglia, prima di allontanarsi mi ricorda che mi ama
e io le dico che la chiamerò più tardi, ma appena la porta si chiude sento già
la sua mancanza.
Leah intercetta il mio sguardo triste e
sorridendomi dolcemente.
<< Poteva restare Ed >>
dice accarezzandomi il braccio quando le vado a sedere vicino.
<< No lascia stare, non è il caso
>> dico semplicemente sorridendole grato comunque del suo sostegno.
<< No infatti, poi chi la sente
sua nonna >> dice mio padre rientrando in salotto dopo aver messo Seth a
dormire, notevolmente provato dal viaggio aereo.
<< Dorme? >> chiede Leah a
mio padre che annuisce per poi sorridere divertito.
<< Dovevi vederlo Ed, era super
eccitato dal idea di salire in aero, non ha chiuso occhio un attico, continuava
a corre prima da Alice, poi da Rose e perfino da Emmet che gli ha detto che era
talmente in alto che gli altri bambini li avrebbe visti come delle formiche,
penso che quella sia stata la goccia finale. Ha passato il resto del viaggio
appiccicato al finestrino per vedere i “bambini formiche” come li ha chiamati
lui >> mi racconta un Charlie decisamente rilassato, come non l’ho quasi
mai visto in vita mia.
Sorrido a mia volta e gli racconto in
breve del provino e di come penso, spero, credo sia andato. Ora però non ho più scuse, devo dire a mio
padre e Leah che ho incontrato Reneè, quasi mi sembra un crimine interrompere o
meglio gelare il bel clima che si respira in questo salotto, ma purtroppo non
ho altra scelta.
<< Papà, Leah devo dirvi una cosa
>> dico tornando serio e puntando gli occhi in quelli di mio padre, che
li sgrana leggermente stupito dal mio cambio repentino. Si acciglia un po’ e mi
fa segno di continuare, mentre Leah quasi non respira, purtroppo memore delle
violente sfuriate che fino allo scorso anno si tenevano tra di noi.
<< Ho incontrato Reneè >>
dico lapidario senza staccare gli occhi dai suoi, ma vedo entrambi irrigidirsi
e so che hanno capito di chi parlo.
<< E’ qui? – chiede mio padre –
Ti ha cercato lei? >> aggiunge
subito dopo mentre negli occhi vedo un lampo di puro odio.
<< L’ho incontrata ieri sera ad
un evento benefico della nonna di Bella, mi ha avvicinato lei, io non l’avevo
riconosciuta >> ammetto infine, pur sapendo che comunque avevo visto
qualcosa di familiare in lei.
<< Come avresti potuto Ed, quando
se n’è andata da Forks eri solo un bambino >> mi dice Leah sporgendosi
per stringermi la mano, apprezzo che abbia parlato di lasciare Forks e non noi,
ma vedo chiaramente mio padre stringere i pugni. Lo capisco, forse ora lo
capisco ancora di più.
<< Oggi ci siamo incontrati e
abbiamo parlato >> aggiungo guardando ancora e solo mio padre, ma
stringendo forte la mano di Leah.
<< E … >> dice lapidario
lui. Posso percepire la sua rabbia anche se c’è Leah seduta in mezzo a noi.
<< E volevo chiederti scusa,
avevi ragione tu >> ammetto senza abbassare il capo a quel punto lo vedo
stringere gli occhi ed annuire leggermente. Io invece ho un nodo in gola, ma so
che devo andare avanti, non è l’unico a cui devo delle scuse.
Sposto lo sguardo su Leah che ha gli
occhi lucidi e stringe oltre alla mia anche la mano di papà adesso.
<< E volevo chiedere scusa anche
a te Leah, mi sono comportato male con te, so che te l’ho già detto, ma forse
mai come oggi sono riuscito veramente a comprendere quanto io sia stato
ingiusto con te. Non volevo darti la possibilità di sostituire mia madre,
quella madre che però non è mai esistita, che io mi sono costruito nella mia
testa. L’ho giustificata per anni, dando a voi la colpa di tutta la mia
infelicità. Ora capisco quanto sia stato ingiusto e sbagliato da parte mia.
Scusatemi. >> riesco finalmente a confessare con gli occhi lucidi a mia
volta.
<< No tesoro, non dire così.
>> sussurra Leah abbracciandomi << E’ tua madre, tu devi volerle
bene. Non ti preoccupare per quello che è stato. Ora va tutto bene. Ora siamo
una famiglia felice. Vero Charlie ? >> continua lei con le lacrime agli
occhi cercando il sostegno di mio padre.
Io sposto gli occhi su di lui. Ha le
labbra e i pugni contratti. Ma quando la moglie lo richiama lui la fissa
spaesato, come se non avesse sentito una parola di quello che ha detto. Leah
deve intuirlo infatti ripete che siamo una famiglie e che siamo felici.
<< Il passato è passato >>
dice lei tirando su col naso mentre mi guarda con occhi speranzosi. Ormai
piango anch’io. A quel punto succede qualcosa di inaspettato. Charlie abbraccia
entrambi chiudendoci nelle sue forti braccia e sussurra che “ si, ora siamo
felici “ prima di baciare il capo della moglie e scoccarmi un occhiata piena di
rammarico.
Quando Leah si allontana per sciacquarsi
il viso raggiungo mio padre che è assorto da qualche minuto davanti alle grandi
finestre di questo appartamento, sembra che guardi il panorama, ma so che è
immerso nei ricordi. Lo so perché è quello che è successo a me da quando ho
rivisto mia madre ieri sera.
Si riscuote quando gli sono accanto e
mi posa una mano sulla spalla.
<< Mi spiace ragazzo >>
dice appena, e so quanto gli costa, << avrei quasi preferito che
continuassi ad odiare me, piuttosto che vederti ferito dalla realtà su tua
madre. >> aggiunge subito dopo.
<< Reneè >> correggo anche
lui come ho fatto con Bella. E anche lui inarca il sopracciglio non capendo la
mia precisazione e così glielo spiego.
<< Leah è mia madre, quella donna
è solo Reneè >> dico, forse in tono più duro di quello che vorrei. Ma lui
capisce e mi stringe una spalla.
<< Oh Edward >> sento Leah
mormorare alle mie spalle e mentre mi volto vedo Leah che piange nuovamente e
che mi corre incontro sorridendo mesto ricambio l’abbraccio, sotto lo sguardo
lucido di mio padre.
<< Ti voglio bene mamma >>
sussurro al orecchio di Leah, prima di alzare gli occhi verso mio padre e
ripetere a voce più alta << Vi voglio bene >>.
Ora piangiamo tutti, perfino Charlie
che però fa di tutto per non farcelo capire.
È stata dura, un prova difficile da
superare per tutti noi. Reneè era ed è un ombra che ha sempre gravato sulla
nostra famiglia. Ora forse quell’ombra è un po’ sbiadita, non sono così stupido
da non capire che accettando che lei mi paghi gli studi ho automaticamente
accettato che lei in qualche modo faccia parte della mia vita. Non so cosa
chiederà in cambio, non ne ha fatto parola, ma qualcosa pretenderà. Non la
ritengo certo il genere di donna che fa le cose per altruismo. Però quell’ombra
ora è meno opprimente, sono certo che non incrinerà più i rapporti con la mia
famiglia. La consapevolezza di chi sia in realtà mia madre mi ha portato a
capire meglio mio padre e ad apprezzare ancora di più Leah.
In fondo anche dalle brutte esperienze
può nascere qualcosa di buono.
Io ho seppellito il ricordo distorto
che avevo di mia madre, ho conosciuto Reneè per quella che è e posso finalmente
aprire il mio cuore alla mia vera mamma, Leah.
My space:
Eccoci
alla fine anche di questo capitolo. Che ne dite? Sono stata
troppo cattiva dipingendo Reneè come una arrivista, ma le brutte
persone esistono perché far finta che non ci siano? Ed ce l'ha
una mamma, anche se non è quella biologica. Penso di averlo
detto tante volte e lo ribadisco ancora non è partorendo un
figlio che si diventa madri, o almeno non solo con quello. Io conosco
tante mamme in affido, tante mamme adottive che sono per certi versi
più mamme di tante altre. Lo sono perché lo hanno voluto
e inseguito quel figlio con tutte loro stesse e lo amano o li amano di
un amore totale. Un amore sconfinato.
Fatemi sapere il vostro parere ci tengo un sacco.
NE APPROFITTO QUI PER RINGRAZIARVI!!! PER MERITO VOSTRO QUESTA è UNA DELLE STORIE PIù POPOLARI!MI INCHINO A VOI !!!!
Vi ricordo il blog: http://acasadilisa.blogspot.com/
Rispostine:
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Grazie a tutti di cuore!!!!!
BACIONI LISA
PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ: L'Antidoto 'Rincontrarsi'
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