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Autore: Diana924    26/10/2010    0 recensioni
Jeanne antoniette, marchesa di Pompadour sta per morire, e ripensa alla sua vita, unica, come l'uomo che ha amato e che l'amerà epr sempre...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Regine ed amanti-Francia'
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Tutti pensarono a un’avventura, ma io sapevo al verità. La seppe anche mio marito, quando tornò a casa e non mi trovò più a casa. Io nel frattempo dovevo imparare come ci si comportava a corte, perché la corte di Versailles era quasi un altro mondo.

Con me c’erano il duca di Gontaut e l’allora abate di Bernis, che in seguito e grazie a me è divenuto prima cardinale, poi ministro e infine ambasciatore.

Ma per entrare a corte, per fare in modo che tutti sapessero chi ero, serviva un titolo nobiliare, che io non avevo. Immediatamente il re mi rese marchesa di Pompadour.  Poi venni presentata. La mia madrina era la principessa di Conti, che dopo aver saputo che il re avrebbe pagato i suoi debiti fu ben felice di assistermi.

Sembrava fatta, invece i problemi erano appena iniziati. Da un lato la famiglia reale, dall’altro il clero. E infine, a metà, pronta a prendere una o l’altra parte, la nobiltà.

La regina Maria era la bontà in persona, mi odiava, mi detestava, ma teneva per sé i suoi sentimenti, e offriva a questo paese la sua dignità reale e la sua indifferenza.

Ma il Delfino Luigi Ferdinando e le sue due mogli, Maria Teresa di Spagna e Maria Giuseppina di Sassonia ora, mi odiano; e pensare che è grazie a me che Maria Giuseppina potrà divenire regina di Francia. Anche le figlie del re, compresa la compianta Enrichetta di Borbone, mi odiano, e mi vorrebbero vedere cacciata. Ora le sto accontentando, sto morendo, ora quelle arpie saranno felici.

Eppure io volevo solo il bene del re, il mio, quello di coloro che mi hanno aiutata, e alla Francia. Forse ho pensato a troppe persone, ma loro sono state così buone con me. Mi odiavano perché ero borghese e perché il re mi amava. Hanno provato a scalzarmi, a sostituirmi con altre donne, ma i risultati erano sempre più scarsi. Io nel frattempo mi occupavo di recitare e di dirigere gli affari del regino, compiti che ho assunto con eccellente bravura e determinazione.

Persino l’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo ha avviato una corrispondenza con me, allo scopo di creare un’alleanza tra la Francia e l’Austria.

Non con la regina, non con un ministro, ma con me. Me!   Ho svolto benissimo il mio compito, e l’imperatrice si è congratulata con me, me, la piccola Poisson.

   
 
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