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Autore: Vivien L    27/10/2010    15 recensioni
DAL PRIMO CAPITOLO:
Elizabeth sospira, distogliendo lo sguardo dal mio volto intimorito, e la sua voce, quando parla, sembra penetrare la mia mente, come il peggiore dei tormenti.
- Isabella...lei aspetta un bambino- le sue parole mi incendiano l'anima,e il dolore diviene acuto, insopportabile, quando il mio cervello ingloba il reale significato di quella nuova, inaspettata rivelazione.
Edward,aspetto un bambino...e tu non ci sei.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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GLI AMORI DIFFICILI
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4 ANNI DOPO
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- E' ormai divenuto di pubblico dominio la notizia dell'imminente matrimonio del noto imprenditore Edward Cullen, principale esponente delle maggiori case editrici del nord degli States, nonchè membro attivo di numerose associazioni a carattere economico del paese, con la figlia maggiore del senatore del partito dei Repubblicani, Kate Denali. La notizia è stata divulgata...- spensi l'interruttore del piccolo televisore con uno scatto secco, volgendo il capo verso un punto indefinito della stanza, lo sguardo vitreo e l'espressione assente. Erano passati quattro anni dall'ultima volta che avevo visto Edward Cullen, eppure il suo ricordo imperversava ancora nella mia anima come il peggiore dei tormenti.

Era strano pensare a ciò che avevamo condiviso in passato, a tutto l'amore che gli avevo così scioccamente donato, senza avere mai la presunzione di essere ricambiata, e rapportarlo con ciò che stava succedendo in quel momento: lui avrebbe sposato un'altra donna, senza in realtà sapere che ciò che si era così brutalmente lasciato alle spalle non era soltanto il ricordo svanito di un puerile sogno d'amore, sfumato al vento e sopito nei recessi più oscuri della mia memoria...no, perchè il nostro sentimento aveva generato qualcosa di più importante delle nostre stesse vite, qualcosa che aveva inevitabilmente condizionato il mio destino, regalandomi le gioie più profonde che avessi mai provato, ma anche il dolore più straziante che potesse esistere. E in quel momento lanciai un'occhiata intenerita al piccolo pulcino che sedeva sul tappeto del minuscolo soggiorno dell'appartamento, in mano una macchinina verde che faceva slittare sul pavimento, gli occhi verdi e luminosi incantati sul giochino che stringeva fra le mani.

Derek...mio figlio. Mio, e di Edward.

Quel figlio che un tempo avevo desiderato non nascesse mai ma che, una volta scoperto che cresceva nel mio ventre, non ero riuscita ad uccidere...non avrei mai potuto. Ricordo ancora l'espressione stranita del medico quando, poco prima di sottopormi all'operazione che avrebbe troncato la crescita del mio bambino, avevo deciso che no, non potevo farlo, non potevo togliergli il diritto di vivere.

A costo di crescerlo da sola, di allevarlo come una ragazza madre, di stringere i denti e sopportare tutti i sacrifici che avrei dovuto affrontare per poterlo avere con me, lui avrebbe dovuto vivere perchè, nonostante tutto, era il simbolo dell'amore che avevo provato per Edward...un amore che ancora oggi non riuscivo a reprimere, e che mi causava un dolore atroce, ogni volta che sentivo lo spettro del suo ricordo insinuarsi con violenza nella mia mente.

Edward Cullen...colui che, a quattro anni di distanza, era ancora ignaro che, a pochi chilometri da lui, suo figlio stesse crescendo senza l'amore di un padre.

Edward Cullen...l'uomo che aveva rifiutato il mio amore, perchè aveva paura di soffrire e di affezionarsi realmente a me. Sapevo bene che il matrimonio con Kate Denali era una farsa: un patetico spettacolo organizzato per rendere felici i giornali scandalistici e accrescere il patrimonio delle loro famiglie...d'altronde Kate non era come me: io ero soltanto una segretaria senza il becco di un quattrino, una donna che non aveva nulla da offrire agli altri, se non il suo cuore e la sua più incondizionata fedeltà.

Crescere Derek in questi anni era stato difficile: in seguito alla mia decisione di tenerlo, ero stata costretta ad allontanarmi da Edward; non volevo che lui scoprisse della mia gravidanza e che, di conseguenza, si sentisse in dovere di provvedere a noi, anche se nei miei confronti non nutriva quell'amore destabilizzante che mi lacerava l'anima quando incontravo i suoi occhi chiari e penetranti.

Mi ero licenziata, ignorando i suoi vani tentativi di convincermi a continuare a lavorare per lui, e avevo trovato un lavoro come segretaria in una redazione di un piccolo giornale della weast-coast. E da quel giorno non l'avevo più rivisto.

Mai più.

Affrontare la gravidanza da sola mi faceva paura; nonostante tutto, i problemi fisici e psicologici che avevo dovuto affrontare in seguito al suo abbandono avevano avuto un forte impatto sulla mia vita e, cosa ancora più importante, su quella di mio figlio.

Il lavoro era sempre stato molto impegnativo, e la paga misera; ragion per cui, non avevo potuto essere particolarmente presente nella vita di Derek, e donargli tutto l'amore e gli agi che necessitava per crescere...ricordo ancora la mia angoscia ogni volta che nella nostra famiglia si presentava qualche imprevisto, che andava indiscutibilmente a gravare sul mio bilancio economico:le visite mediche, l'asilo nido, e tanti altri piccoli particolari che a molte donne sarebbero potute sembrare cose di poco conto, ma che io spesso non riuscivo a permettermi. Il pensiero di non poter offrire a mio figlio un futuro economicamente sereno mi angosciava.

E in quell'immenso oceano di dolore che aveva ormai irrimediabilmente avvolto la mia vita, l'unico spiraglio di luce era proprio lui:il mio piccolo e adorabile bambino dagli occhi verdi.

Verdi...esattamente come quelli del padre.

Scossi il capo, tentando di scacciare quegli incresciosi pensieri dalla mia mente, quando Derek proruppe in vagito irritato.

Lanciai un' occhiata nella sua direzione, e sorrisi: era talmente bello da sembrare un angelo, con quei capelli scuri, le labbra rosee e carnose, le gote colorate di un pudico rossore...era il mio tesoro, la mia unica e inestimabile ragione di vita. Avrei dato tutto, per lui: avrei sacrificato la mia stessa esistenza per saperlo felice.

Mi alzai dalla piccola poltrona del soggiorno, avvicinandomi al centro della stanza e inginocchiandomi di fronte al mio pulcino, che osservava il mio pallido volto, l'espressione curiosa e gli occhietti teneramente spalancati, come se stesse analizzando qualcosa di incredibilmente interessante.

- Cosa c'è, amore?- sussurrai con voce dolce, prendendolo in braccio. Lui pigolò, appoggiando una manina sul mio petto e seppellendo il volto nei miei capelli.

-Pacco...- la sua voce melodiosa sembrò far accelerare il ritmo cadenzato del mio cuore, mentre il suo profumo mi penetrava violentemente le narici.

-Mmm...- mormorai sorridendo, accarezzandogli la testolina scura - vuoi andare al parco?- continuai, e lui annuì vigorosamente, indicando con le manine rosee e paffute la sua macchinina, che giaceva abbandonata sul pavimento.

Ridacchiai, avvicinandomi al divano e facendolo sedere sulla piccola poltroncina.

- Mamma si veste, e andiamo...prendiamo anche il gelato, va bene?-

-Coccoato-mi rispose lui, e io risi, baciandogli le manine rosee.

-E cioccolato sia!-
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 Macy Gray, Real Love 

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-Derek, non correre!!-urlai, rincorrendo il mio pulcino che, le guanciotte rosse e l'espressione estasiata, scorazzava allegramente attraverso il tortuoso sentiero in sassolini del parco.

Lui rise, una risata acuta e squillante, e io sbuffai, divertita, reggendo il gelato che mi aveva tanto pregato di comprargli, ma che poi non aveva neanche assaggiato...gelato al cioccolato, proprio come piaceva a lui.

Quel giorno il sole splendeva alto nel cielo, illuminando, con il suo dolce baluginio dorato, le creste frastagliate degli alberi, mentre la fresca brezza primaverile sfumava nel vento, soffiando sui tetti delle case e trainando la leggera fragranza salmastra che spumava dall'oceano.

Derek mi corse incontro, il viso teneramente arrossato e le labbra piegate in un sorriso dolcissimo...quando fu a pochi metri da me lo raggiunsi, prendendolo fra le braccia e ridendo, felice come mai lo ero stata...era questa la mia vita, ormai...

Forse non avrei mai trovato il vero amore, ma ciò che mi legava al mio bambino era qualcosa di più forte del tempo, della distanza, della vulnerabilità dell'essere umano...eravamo un incastro perfetto, Derek e io.

Due anime fuse in un solo corpo.

Soltanto questo contava.
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NOTE: Spero davvero che abbiate letto la seconda parte del capitolo ascoltando il brano che vi ho consigliato; era necessario, perchè quella canzone esprimeva tutto ciò che volevo dire in questo capitolo: il dolore dei ricordi, che continuano a vivere nella memoria di Isabella attraverso suo figlio, il sacrificio che si cela dietro ogni suo gesto, l'amore che nutre per Derek, e la felicità che prova nell'averlo accanto.Questa shot avrà un seguito di cinque capitoli ( sempre se vi è piaciuto quest'ultimo...), che si distaccherà da ciò che ho voluto affrontare in questa brevissima stesura: l'aborto prima, e la situazione che, purtroppo, oggigiorno vivono molte ragazze madri. La vita reale non è mai una favola, non ci sono sempre i lieto fine, e soltanto le persone più forti riescono a sopravvivere in quest'arena infinita di nome mondo. Il seguto verrà pubblicato quando avrò terminato tutte le altre mie storie in corso.Ringrazio tutte le persone che hanno letto e commentato questa breve storia:so che non ha avuto il finale che desideravate, ma delle volte bisogna anche essere realisti, nonostante tutti avremmo desiderato un lieto fine. Dedicato a tutte quelle donne che, purtroppo, hanno dovuto crescere i loro bambini da sole, senza l'aiuto delle persone che amano.


                                                                                         IMAGE BY DELIQUESCENT


 


 
  

      

   
 
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