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Autore: marwari_    27/10/2010    1 recensioni
Solan non si era mai sentito così tradito, umiliato e disperato.
L'ira fluiva in lui più veloce del sangue: si sentiva inutile, tanto che neppure sua madre l'aveva voluto.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Gabrielle, Xena
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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vi suggerisco di vedere questo magnifico video!! (tengo a precisare che non si tratta di un mio video, ma solo di un magnifico elaborato scovato su youtube)
Xena and Solan - when you're gone

MATERNAL INSTICT
Questa fanfiction prende il via dall'episodio omonimo della serie Xena Warrior Princess, della 3°stagione.
Premesse: in questa fan fiction si analizzerà principalmente il personaggio di Solan (Seleuco, il figlio di Xena), il quale mi è particolarmente caro poiché mi immedesimo perfettamente in lui. Le argomentazioni di questa fan fiction toccheranno punti molto delicati per quelli che si ritrovano nella nostra stessa situazione. In alcun modo, tuttavia, non voglio prendere parte ad un acceso dibattito, né schierarmi da una o dall'altra parte, anche se vorrei, poiché non posso pronunciare il mio esplicito giudizio a riguardo, dato la mia inconsapevolezza volontaria sulla materia, nonostante dalle mie affermazioni si possa intuire quale parte io tendi a favoreggiare (la nostra). Le considerazioni qui sopra potranno sembrare ambigue e non del tutto logiche, ma leggendo potrete capire...

Disclaimer: Questi personaggi appartengono tutti alla Universal Picture; con questa fan fiction non voglio infrangere nessun copyright, né ho nessuno scopo di lucro.
ATTENZIONE: Tutti i personaggi sovrannaturali descritti, come accade notoriamente nel telefilm Xena Warrior Princess, sono finte figurazioni; non sono intesi come entità realmente esistenti facenti parte di qualsiasi culto o religione. Con questo racconto non ho intenzione di offendere nessuno.
LE RECENSIONI SONO LE BENVENUTE!! grazie!
NdA: se non pensassi davvero che questi personaggi siano reali, almeno un po', non potrei mai scrivere su di loro. Perciò sono obbligata a scrivere ciò che è riportato là sopra, ma non nascondo a nessuno che loro fanno parte della mia vita come persone sempre presenti di fianco a me. Sono la mia guida, le mie ombre, i miei consiglieri; chiamateli spiriti, chiamateli amici immaginari, chiamatemi pazza se volete, ma devo sottolineare che ogni contenuto è reale e (almeno per quanto mi riguarda) non derivato da alcuna fantasia (se non la mia).


Xena: " Gabrielle...a lot of people believe that giving birth ends when the baby takes its first three breath. It's not true. My son has grown inside of me every day, stronger and stronger. I can try to deny it, but I can never ignore it. How can I claim something that I walked away from so long ago?"
Gabrielle: "I don't know what it's like to have a son, but I do know what it's like to have a mother ... and he should know that."
Xena: "Don't you even think about it. This is none of your business. I'll handle it my own way."




Una Mattina di Primavera
La mattina era appena spuntata. Il sole dei primi freddi si faceva timidamente spazio tra la nebbia che imbiancava l'aria rendendola più umida e fredda, arieggiava indisturbata sulle stradine battute del villaggio. Solan era nel suo giaciglio, sonnecchiava. Fuori faceva freddo e le coperte donavano quel dolce tepore di cui aveva bisogno per sentirsi bene; si era quasi svegliato da un po', ma continuava a stare immobile così, ad occhi chiusi, mentre faceva girare la sua mente in mondi irreali e ripercorreva in un filo sconclusionato i ricordi che vorticavano nella sua testa. Nascose la testa tra le coperte nel sentire il regolare e dolce quanto delicato scalpiccio di quattro zoccoli sul legno che costituiva il pavimento della sua stanza, e si alleggerivano in prossimità delle pellicce sistemate per terra in modo da renderla più confortevole
- Solan... devi alzarti.- sussurrò una voce fiera. Dopo alcuni secondi in cui il ragazzino non rispondeva gli tolse la coperta facendolo mugolare contrariato
- Uffa zio!- rabbrividì ad un soffio di vento che entrò dalla finestra sorprendendolo a piedi scalzi e con indosso solo la casacca bianca
- Non fare storie: hai gli allenamenti!- il centauro, Caleipus, si eclissò dietro la tenda dopo aver scompigliato la frangia bionda di Solan. Lui lo osservò mentre scompariva; lo ammirava profondamente e nonostante non fosse nessun membro effettivo della sua famiglia lo ascoltava molto considerandolo come molto più di uno zio, anche se per convenzione, soleva chiamarlo in quel modo.
Si strinse nelle braccia ridestato dai suoi pensieri e si apprestò a serrare l'imposta con una coperta; si guardò intorno, quasi per volersi assicurare che nessun oggetto si fosse spostato durante la notte, sorrise. Si stropicciò il viso e immerse le mani nell'acqua gelata di una tinozza posta su di un tavolino a lato della stanza, si rinfrescò il volto e infilò le braghe di pelle, gli stivali, e una casacca di pelle, poiché, finalmente, era arrivata la primavera e non era più obbligato a mettersi quelle odiose pellicce elaborate tipiche dei centauri.
Quella mattina si sentiva strano e si osservò per dei minuti al piccolo specchio argentato di fronte a lui, come se stesse guardando verso un'altra persona a lui sconosciuta.
Respirò a fondo prima di uscire.
Salutò velocemente il centauro e si precipitò al di fuori della dimora smanioso di saggiare l'aria fredda di una nuova mattina e di un nuovo inizio; ma la voce di Caleipus lo fece voltare
- Solan!- si volse appena in tempo per afferrare con la destra tesa il bastone che gli aveva lanciato il centauro. Il ragazzo lo guardò con aria interrogativa - Gli allenamenti!- continuò
- Oggi niente allenamenti!- esclamò Solan raggiante rilanciando il bastone. Alzò lo sguardo e strinse gli occhi in piccole fessure per il sole -...Sta arrivando...- sussurrò con l'anima in festa
- Chi sta arrivando?- gli disse Caleipus. Solan sobbalzò: non credeva l'avrebbe sentito!
- Xena, zio! Sta arrivando Xena!- rispose il ragazzo
- E tu come lo sai?- gli domandò ridendo, un po' per prenderlo in giro, un altro po' perché non gli credeva
- Lo so e basta!- la determinazione del ragazzo fece mutare repentinamente espressione al centauro, il quale si schiarì la voce, prima di muovere alcuni passi verso Solan
- Allora mettiti qualcosa di più pulito! Ieri ha piovuto, quegli abiti sono sporchi e puzzano...-
- Cosa dici?- fu il turno di Solan e rise sinceramente divertito, come se Caleipus avesse detto un'eresia -...Devo andare: le faccio uno scherzo. Mi apposto sull'albero di fronte alle porte e poi...-
- Solan!- il tono di voce che utilizzò fece vibrare il cuore al ragazzo -...Per l'amor del cielo... comportarti bene!!- Solan arretrò pochi passi verso le porte del villaggio
- Ma che diavolo ti prende?- sussurrò al metà tra il curioso e lo spaventato
- Sei cresciuto ormai! Finiscila con i giochetti. Devi mostrarti fiero e coraggioso!!-
- Ma perché devo fare il damerino?? Lei è una guerriera non le piacciono i nobiluomini!-
- Ma cosa penserà di te? Che sei uno scalmanato infantile??-
- E che m'importa? Non è mica mia madre!!- esclamò in una risata beffarda il ragazzo prima di correre per pochi passi all'indietro e poi voltarsi in una corsa sfrenata verso le porte del villaggio.
Caleipus lo osservò allontanarsi. Si girò intorno circospetto e con indifferenza lo seguì accennando ad un silenzioso trotto celando le sue falciate nell'erba giovane e fendendo la bassa nebbia con le potenti zampe da equino.

continua...
   
 
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