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Autore: KuromiAkira    28/10/2010    1 recensioni
Si avvicinarono per dare un'occhiata ma quel qualcuno provò ancora a scappare prima di essere ben poco finemente afferrato dal polacco per la maglia.
I loro sospetti furono confermati. Si trattava infatti di un bambino dai capelli chiari e dall'aspetto familiare al solo vederne la schiena.
E quando il piccolo si voltò, guardandoli con espressione un po' impaurita, ai due prese quasi un colpo.
- Kaliningrad? - esclamarono le due nazioni all'unisono.
[Lituania/Polonia + OC!Oblast di Kaliningrad]
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lituania/Toris Lorinaitis, Nuovo personaggio, Polonia/Feliks Łukasiewicz, Russia/Ivan Braginski
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Titolo: Like a family - Prelude
- Totolo del capitolo: Giornata Perfetta
- Personaggi: Polonia (Feliks Lukasiewicz), Lituania (Toris Lorinaitis), Russia (Ivan Braginski) Oc!Oblast di Kaliningrad
- Genere: commedia, sentimentale
- Rating: verde
- Avvertimenti: what if
- Conteggio parole: 1026
- Note: - Fiction su cui ho sclerato per mesi, più o meno da luglio ecco XD
Polonia e Lituania alle prese con un mini-Russia, ovvero Kaliningrad!
L'idea mi era venuta pensando che se fosse stato un personaggio a sé era proprio tra le due Nazioni e quindi poteva averci a che fare.
Leggendo Wikipedia trovavo scritto che era un territorio che devono monitorare quindi ho pensato: e se fosse un bambino?
Se trovate somiglianze molto marcate tra questa fiction e i disegni/comics di EleRosa... sappiate che è tutto voluto XD
L'idea di Lituania e Polonia con Kaliningrad è mia ma parlandone con lei son venuti fuori così tante cose che abbiam deciso di metterli su carta, io tramite fan fiction e lei tramite fan art.
Le due storie, comunque, saranno un po' diverse.

- Kalin-chan è, come già detto, un Russia in miniatura, è identico fisicamente a lui ma ha gli occhi verdi.
Anche quest'ultimo particolare l'ho aggiunto perchè è in mezzo a due Nazioni con gli occhi verdi, senza tener conto di quanto Kaliningrad sia diverso o simile alla Polonia o alla Lituania.


- Anche questa fiction segue il filone 'Slavic Brothership' ovvero qui Polonia è fratello di Russia, in quanto Nazione slava XD
In un altro paio di mie fan fiction ho inserito questo particolare perchè son convinta che avrebbero dovuto essere fratelli anche in Hetalia .__.
Per questo motivo, e perchè la descrizione e la storia di Kalin non corrisponde a ciò che l'exclave è nella realtà, ho inserito l'avvertimento 'what if'.






Il fruscio delle foglie, unito al cinguettio degli uccellini e al rumore dell'erba spostata o schiacciata dai propri passi erano rumori che lo rilassavano.
Guardandosi intorno si vedevano solo gli alberi, le cui fronde proteggevano in parte gli occhi dai raggi del sole che, seppur ancora tiepidi, erano sempre troppo luminosi.
Era una gradevole giornata di inizio estate, dedicata stranamente solo ed esclusivamente al riposo, e per questo motivo Lituania era di ottimo umore.
Il bosco era vicino casa sua, distante solo qualche metro di prato, eppure, una volta entratoci, si aveva l'impressione di essere in un posto diverso, quasi irreale.
Per lui, sempre così indaffarato, era raro godersi una giornata così tranquilla e, come per dare a quelle ore un significato 'visivo', si era concesso una piccola passeggiata.
Sì, il bosco, così silenzioso e dall'aspetto stabile, rappresentava perfettamente il suo umore.

A dirla tutta, non era venuto da solo. Anzi, non era proprio rimasto solo quel giorno.
Con lui, a pochi passi di distanza, anche il fidato compagno Polonia si beava di quella tranquillità, serrando gli occhi e cercando solo di sentire il vento sul viso.
La sua presenza significava che la giornata del lituano non era stata poi così tranquilla e silenziosa ma, per i suoi standard, considerata la vita frenetica e il lavoro di nazione, quel giorno era il massimo della pace che poteva ottenere.
In ogni caso Toris si sentiva davvero bene, come non si sentiva da anni, da quando poteva correre per i boschi con Feliks più o meno con spensieratezza.

Lituania ricordava bene tutte le sensazioni che gli dava quel pezzo della loro terra, della loro casa, a quei tempi.
Certo, c'erano le guerre. C'erano le paure, le malattie e i problemi di quel tempo. Però aveva qualcosa che ancora non era riuscito a riconquistare, un sentimento complicato forse, sopratutto considerando il suo carattere e il periodo a cui faceva riferimento.
La sicurezza, la certezza di avere un posto in cui tornare sempre, non una casa piena di solitudine, o di disagio, o di terrore ma un luogo in cui ti senti protetto, in cui sai che starai ancora con una persona con cui ti senti bene.
Anche attualmente Lituania e Polonia, sfruttando quei pochi km di terra che erano rimasti loro di confine, vivevano nella stessa casa.
Per la loro longeva vita di nazioni, non era passato che pochissimo tempo da quanto lui e il compagno avevano riavuto la loro indipendenza e avevano potuto tornare a vivere insieme, quindi era ancora molto vivo il ricordo del periodo passato lontani, e, in Toris, erano ancora aperte le ferite nell'animo lasciate dal signor Russia.
Il ragazzo, quindi, nonostante la pace ritrovata, non riusciva ad essere sereno come un tempo.
Se prima, camminando per i sentieri del territorio della loro confederazione, pensava solo a quanto fosse divertente stare così, insieme a ridere e scherzare, senza nemmeno prendere in considerazione l'eventualità di essere divisi, ora quel pensiero lo perseguitava, lo spaventata e non gli dava pace nemmeno in un momento simile.

Toris si voltava spesso ad osservare il polacco, come ad assicurarsi che fosse ancora lì vicino a lui. Quest'ultimo sembrava come sempre molto allegro e sereno.
Il sorriso che aveva in volto era quasi 'felino', gli ricordava effettivamente la soddisfazione dei gatti quando stanno accucciati sulle gambe del padrone a farsi fare le coccole.
Lituania sorrideva a sua volta, intenerito. In effetti quel preciso istante era letteralmente silenzioso e tranquillo e sperava non fosse solo la quiete prima della tempesta.
Considerato il solito scorrere della loro vita, sarebbe stato quasi scontato che da lì a poco sarebbe successo qualcosa
Fece nuovamente scorrere lo sguardo sulla distesa erbosa prima di venir attirato dalla squillante voce di Polonia, che quasi riecheggiava nell'aria come se fossero stati in una stanza vuota, tanto il bosco era fitto.

Feliks fece velocemente qualche passo in avanti.

- Cosa c'è? Hai visto qualcosa? Qualche animaletto?- gli chiese guardandolo
- Sì, c'era qualcosa! Ma era grande! - gli rispose emozionato il polacco. Sembrava più allegro del solito.
- Grande? - a qual punto sperava non fosse un animale pericoloso. Lituania si guardò intorno, cercando di captare il più piccolo movimento tra le foglie dei cespugli o qualche ombra sospetta ma non vide nulla che non aveva già visto fino a quel momento.
- Andiamo a vedere! - gli propose l'altro.

Ricevette solo un secco rifiuto da parte del lituano che, tuttavia, non si illuse nemmeno per un istante che il compagno si sarebbe arreso così facilmente.
Come previsto, Polonia inistette fino ad averla vinta. Era probabile che in quel lasso di tempo in cui discutevano l'animale si fosse allontanato da lì.

Facendosi prendere per mano, Toris seguì Feliks in silenzio.

Nuovamente, seppur in misura minore rispetto al passato, quel senso di pace tornava a farsi largo nel suo cuore.
L'estate non era ancora davvero iniziata e faceva ancora fresco, eppure la mano di Polonia era calda e Lituania sentiva chiaramente la propria riscaldarsi a quel contatto.
Da quel che ricordava, il polacco era sempre caldo. Nelle rigide giornate invernali, al tempo in cui ancora erano una sola nazione unita da un matrimonio -tra regnanti ma anche tra loro come nazioni-, quando il gelo era davvero troppo pungente e lui cercava di riscaldarsi le mani col fiato, Feliks gliele afferrava sempre e gliele riscaldava così, semplicemente col suo calore, lo stesso che poi lo riscaldava durante la notte.
Toris sorrise ancora, guardando le loro mani unite, quando venne distratto dal compagno - È lì! L'ho visto, è lì! - esclamò e, quasi come conferma alle sue parole, qualcosa dietro un albero si mosse appena.

Non sembrava un animale selvatico e ben presto entrambi intuirono che probabilmente era una persona. Si avvicinarono per dare un'occhiata ma quel qualcuno provò ancora a scappare prima di essere ben poco finemente afferrato dal polacco per la maglia.
I loro sospetti furono confermati. Si trattava infatti di un bambino dai capelli chiari e dall'aspetto familiare al solo vederne la schiena.
E quando il piccolo si voltò, guardandoli con espressione un po' impaurita, ai due prese quasi un colpo.

- Kaliningrad? - esclamarono le due nazioni all'unisono.
  
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