-Ritratto
d’amore-
Seduta
sul divano osservo la mia piccina disegnare su di un foglio. Il suo
sguardo è
concentrato, vuole che la sua fatica diventi un capolavoro.
«Prova
con un po’ di più azzurro per quel
cielo» le suggerisco. Mi guarda poco
convinta, ma poi impugna nuovamente in mano il pennarello, prende il
tappo tra
i denti, lo apre e continua a colorare il cielo velocemente.
Com’è
bella! Le sue guance appena colorate da un rosa tenue, i boccoli
rossicci che
le cadono disordinati sulle spalle e il profumo che emana, quella dolce
fragranza che inebria l’intera stanza: vorrei abbracciarla,
stringerla a me
fino a soffocarla, vorrei sentirla tra le mie braccia, ma mi blocco.
No, la
lascio finire, non voglio interrompere la sua attività.
«Che
azzurro uso per il mare?» mi chiede preoccupata. Davanti a
sé ha un infinita
gamma di pennarelli che si differenziano per sfumature, che spaziano
dall’azzurro tenue del cielo fino ad arrivare ad un azzurro
che sembra più un
blu notte.
«Questo
sembra perfetto» scelgo un azzurro intermedio, molto simile
al colore del mare
di La Push durante le poche giornate di sole.
«Si,
è un bel azzurro, grazie mamma»
«Di
niente» sussurro. Quando mi chiama mamma il mio cuore si
riempie di gioia;
vorrei farlo ripetere all’infinito dalla sua dolce e angelica
voce, come musica
per me.
La
osservo di nuovo: è ancora più concentrata, le
sue guance sono ancora più rosa
e le sue piccole manine sono molto più veloci nel colorare
le onde del mare. La
vedo indecisa tra un giallo ed un arancio per il sole, ma questa volta
non dico
niente, la lascio decidere da sola. Mi cerca con gli occhi, vuole un
mio
consiglio, io però velocemente distolgo lo sguardo fingendo
di osservare la
neve che cade fuori dalla finestra. Nel momento in cui non sento
più i suoi occhioni
addosso, abbasso i miei ritornando a fissarla. Ha scelto
l’arancio, forse
perché deve brillare meno degli occhi dell’uomo
seduto sulla riva?
Ha
quasi finito il suo piccolo capolavoro, le manca solo un piccolo
dettaglio, ma
riesce a superare anche quell’ostacolo. Sento dei passi,
qualcuno si sta
avvicinando, annuso affondo l’aria e finalmente sento il suo
profumo, si, è
lui.
«L’ho
finito appena in tempo mamma!»
«Gia,
una vera fortuna» mi sorride. È felice che il suo
papà sia arrivato, finalmente
potrà fargli vedere che cosa è riuscita a fare.
«Ragazze
mie, sono a casa»
«Papà»
la mia bambina corre subito in braccio del suo papà,
riempiendolo di baci e lui
la stringe forte. Sono un po’ gelosa, ma non lo do a vedere.
«Allora
piccola mia, dov’è il mio regalo?»
«È
qui, guarda! Ti piace?» nel dipinto Edward sorride guardando
il sole tramontare
sul mare. Sembra confezionato da un’artista data la sua
perfezione.
«È
bellissimo amore mio» lei lo abbraccia ancora più
forte e gli stampa un enorme
bacio sulla guancia.
«È
ora di andare a dormire, saluta papà» è
riluttante all’idea di staccarsi dalle
sue braccia, ma alla fine cede e si getta tra le mie. Finalmente
anch’io riesco
ad averla un po’ per me; la bacio e lentamente salgo le scale.
Nel
momento in cui la metto nel suo lettino i suoi occhi si fanno
impensieriti.
«Sei
arrabbiata?»
«No
amore, perché dovrei esserlo?»
«Perché
non ho fatto un disegno per te! Ma non preoccuparti, domani ne
farò anche a te»
dice sorridendo. La guardo e sorrido anch’io, la mia piccola
bambina.
«Ora
dormi, fa sogni d’oro»
«Notte
mamma, ti voglio bene»
«Anch’io
te ne voglio, non dimenticartene mai» le dico baciandole la
fronte. Chiudo la
luce ed esco dalla stanza. Come amo la mia bambina!
Beh,
che dire. Spero di non avervi annoiati e che la storia vi sia piaciuta.
L’ispirazione
mi è
venuta
ascoltando i The Script!
Commentate
in tanti^^
BACI,
FRANKIE