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Autore: iLARose    28/10/2010    2 recensioni
Il regalo di compleanno più bello? Una notte di fuoco con un chitarrista dagli occhi di ghiaccio.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dj Ashba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, vi dico già che non sarà un granchè come storia, l'ho scritta per dare sfogo ai miei sogni ad occhi aperti.
Non è una one-shot, avrà un seguito anche se molto corto -penso due o tre capitoli ancora.
Boh, io spero che vi piaccia. ^_^

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Part I
 


10 Novembre 2009.
Giorno del mio compleanno, del mio venticinquesimo compleanno.
I miei amici mi avevano organizzato quella che doveva essere una festa a sorpresa.
Devo dire che l’idea mi eccitava parecchio perché l’avevano organizzata in uno dei locali più ‘in’ di Los Angeles.
E in più avevo deciso di indossare un vestitino che mi aveva regalato mio fratello.
Il locale era meraviglioso: aveva due ristoranti pizzeria, e quattro sale tipo discoteca.
I miei amici avevano prenotato tutta una sala pizzeria che però dovevamo condividere con un altro gruppo di festeggianti.
Quando fui seduta a tavola, li squadrai tutti, uno per uno. Ce n’erano alcuni che sembravano avere cinquant’anni, altri appena venti. Mah.
Un mio amico, Mark, andò al loro tavolo a salutare un suo amico, un certo Richard Fortus, mi pare..
Quando finimmo di cenare ci ritrovammo tutti a ballare nella stessa sala discoteca. Mi stavano rovinando la serata. Che diamine, non li volevo appiccicati tutti il tempo! Non li conoscevo neanche e sinceramente non ci tenevo molto a conoscerli, visto che non mi avevano fatto una buona impressione. Sembravano degli ubriaconi drogati.
Quando mi stancai di ballare uscì a fumare una sigaretta, in compagnia della mia migliore amica, Natalie.
Dovemmo inevitabilmente passare davanti ai divanetti dove era seduta la compagnia di ubriaconi e ce n’era uno con degli occhi talmente azzurri che quasi accecava guardarli, che mi fissava in continuazione il culo. Gli avrei tirato volentieri un ceffone: è proprietà privata, cazzo!
- Hey, hai visto quello che continua a fissarti? – mi chiese Nat, accendendosi la Black Devil che sapeva di cioccolato.
- Sì -
- Hey, perché con quel tono? Io ci farei un pensierino, non è niente male! -
- Nat! -
- Che c’è??! -
Per tutta risposta le sbuffai il fumo in faccia.
- Hey, calmati, sei troppo nervosa! E’ la tua festa, rilassati! -
- Sì lo so, scusami.. -
- Dai, rientriamo? -
- Ok. -
- Però mi prometti che almeno ti presenti a quel tipo? -
- Naaat! – la rimproverai, esasperata.
- Dai, ti prego! -
- Uff, e va bene! – la accontentai, ma appena lei si girò incrociai le dita dietro la schiena per sciogliere la promessa.
Appena rientrammo, Nat individuò subito Mark.
- Hey Mark! Perché non presenti alla nostra festeggiata il bel fusto con gli occhi azzurri? -
La fulminai con lo sguardo.
- Me l’hai promesso! – mi ricordò. Le feci il dito medio.
- Ma certo! – acconsentì Mark. Mandai un’occhiataccia anche a lui.
Mi prese sottobraccio e mi trascinò di peso dai suoi amici.
- Hey, ragazzi, lei è Audrina, la nostra festeggiata! Non le fate gli auguri?! -
Mi sentì imbarazzata da morire, avrei voluto scavare un fosso e sepellermici dentro.
- Oh, auguri! – esclamò un signore sulla cinquantina un po’ grasso con dei buffi baffi rossastri.
- Lui è Axl! – me lo presentò Mark. Gli feci un sorriso tirato, senza badare alla mano che lui mi stava porgendo aspettando che la stringessi.
Mi presentò anche un certo Dizzy, un certo Frank e un certo Richard.
- Mark, possiamo andare ora?! – gli sibilai.
- Eh no cara, la mia missione era presentarti lui! – mi rispose, spingendomi davanti al tizio con gli occhi azzurri.
Sbuffai, buttando gli occhi al cielo.
- Hey ciao bellezza! – fece lui, senza neanche lasciare il tempo a Mark di presentarmi.
Lo guardai male.
- Lei è Audrina, la festeggiata! – esclamò Mark.
- Audrina, lui è Dj Ashba, l’altro festeggiato. -
- Auguri allora – gli dissi, secca.
- Grazie! E auguri anche a te baby! -
- Ok, Mark, ora che hai compiuto la tua “missione” posso tornarmene a ballare in pace?! -
- No dai honey, rimani un po’ qui con me! – esclamò Dj Ashba.
- Ma che cazz.. Non se ne parla proprio! -
- Dai tesoro! – mi disse Nat, tirandomi una gomitata nello stomaco.
- E tu da dove cazzo spunti?! – le chiesi, massaggiandomi la pancia.
- Ho seguito tutta da una certa distanza! – mi rispose, facendomi l’occhiolino.
Le feci una linguaccia e lei scoppiò a ridere, seguita a ruota da Mark e Ashba.
- Allora vi lasciamo soli! – esclamò Mark, cingendo con un braccio la vita di Nat e portandola sulla pista.
Credo che sul mio volto in quel momento si sia dipinta un’espressione scioccata, incazzata e assassina.
Dj Ashba si mise a ridere.
- E tu che cazzo ridi?! – gli chiesi, fulminandolo.
- Dovresti vedere la tua faccia! Ah ah ah ah! – mi rispose, morendo soffocato tra le risate.
- Ah ah molto divertente! – feci io, ironica.
- Dai, ti dispiace così tanto stare un po’ con me?! -
- Sì. -
- Cos’è? Sei lesbica? -
- E anche se fosse, ti creerebbe problemi? -
- Sì! -
- E perché?! -
- Perché non potrei divertirmi con una bella ragazza come te! -
- Cosa intendi per ‘divertirmi’? -
Lui, come risposta, mi prese il capo tra le mani e mi cacciò la lingua in bocca. Io non mi tirai in dietro.
Fu un bacio carico di passione e violenza. E sapeva di birra.
Quando ci staccammo, per riprendere fiato, lui mi sorrise soddisfatto.
- Cos’è quel sorrisetto?! -
- Vedi che alla fine un bacio sono riuscito a strappartelo?! E ti è anche piaciuto! -
- Chi te l’ha detto?! -
- Hai corrisposto! -
Rimasi un attimo in silenzio, non sapendo cosa risponde. Effettivamente aveva ragione.
- Beh.. L’ho fatto perché così almeno tu, Mark e Nat smettevate di rompermi i coglioni! -
- Sì, certo come no! -
Rimanemmo per un po’ a non dirci niente, io a fissare il verde della bottiglia della birra e lui la mia scollatura.
Poi improvvisamente mi alzai, dirigendomi verso la pista.
- Hey, dove vai? – mi chiese.
- A ballare. -
Lui si alzò, seguendomi.
- Cosa stai facendo? – gli chiesi.
- Ti sto seguendo! -
- E perché? -
- Perché voglio ballare con te?! -
- Non se ne parla proprio! Tornatene al tuo divanetto, caro! -
- Dai, ti prego..! -
- No! -
Mi girai dall’altra parte e mi buttai nella mischia. Quando mi rigirai indietro a vedere dov’era, me lo ritrovai davanti, che sorrideva diabolicamente.
- Che cazz..??! -
- Dai.. -
- Te l’hanno mai detto che sei esasperante?! -
- Uhm.. No, questa è la prima volta! -
- Bene, c’è sempre una prima volta! -
- Dai, balliamo? -
- Dio santo, e va bene! -
- Brava, così va meglio.. -
- A patto che le mani stiano al loro posto! -
- Uh, va bene.. -
Iniziammo a scatenarci e le sue mani finirono inevitabilmente sul mio culo.
- Ti avevo detto che le mani dovevano stare al loro posto! -
- Infatti sono al loro posto! -
Io sbuffai, esasperata, anche se mi veniva da ridere. Trovava sempre una scusa.
Il Dj mise una canzone un po’ lenta, molto lenta.
Ashba mi si avvicinò e mi cinse la vita con le braccia, guardandomi con quei sue occhi penetranti.
Poi iniziò a baciarmi. Alternava piccoli bacetti sulle labbra e lunghi baci passionali.
Poi passò al collo. Io buttai la testa indietro, provando piacere a quei piccoli morsetti.
Poi iniziò a baciarmi sulla spalla. Spostò con un gesto veloce della mano la spallina dell’abito e del reggiseno.
- Aspetta, non mi sembra il posto adatto.. – lo fermai, allontanandolo appena da me.
- Sì.. – sospirò lui.
Mi prese per mano e mi trascinò fuori dal locale. Io intanto cercai con lo sguardo Nat e la trovai avvinghiata a un tipo tutto muscoli. Lei intercettò il mio sguardo e mi sorrise, alzando i pollici, soddisfatta della sua e delle mia conquista. Le sorrisi anch’io e, con la mano libera, la salutai.
Arrivati all’esterno, Dj mi cinse la vita con le mani e mi spinse contro un’auto, facendo aderire la mia schiena al vetro freddo.
Riprese a baciarmi. Il contatto delle nostre lingue, le sue mani che si muovevano veloci sul mio corpo mi piacevano sempre di più.
E anche a lui piaceva, a quanto sembrava.
- Preferisci qui o a casa? – mi chiese, tra un bacio e un altro.
- A casa.. – gli risposi, cercando di apparire calma, anche se in realtà sentivo l’eccitazione crescere dentro di me ogni instante di più.
Lui estrasse le chiavi dell’auto e la aprì.
Mi aprì la portiera e mi fece accomodare sul sedile del passeggere. Lui invece si mise alla guida.
Mise un po’ di musica. Sapeva tutte le canzoni a memoria, mentre io conoscevo a malapena qualche ritornello. Il rock non era mai stato la mia passione.
Quando parcheggiò, mi ritrovai davanti a un grattacielo altissimo, di almeno cinquanta piani.
- A che piano abiti? – gli chiesi, mentre apriva il portone.
- Ultimo, baby! -
- Figata! -
- Puoi dirlo forte! -
Mi fece strada fino all’ascensore. Appena le doppie porte si chiusero, riprese a baciarmi con foga.
- Dove eravamo arrivati? – mi sussurrò all’orecchio.
Io sorrisi.
Stava già cominciando ad abbassare nuovamente le bretelline, quando l’ascensore si fermò.
Lui mi prese in braccio e aprì la porta di casa.
Mi stese subito sul letto, dolcemente. Poi mi svestì lanciando i vestiti ovunque e continuando a baciarmi con foga.
Io feci lo stesso, passando la mano su tutto il suo torace, studiandone attentamente ogni singolo tatuaggio.
Poi furono solo sospiri e urla, finché, sfiniti, non ci addormentammo l’uno abbracciato all’altra.
La mattina dopo, quando mi svegliai, lui stava ancora dormendo angelicamente.
Restai per un po’ a fissare quei suoi tratti dolci, ma al testo stesso aggressivi.
Quel piercing esattamente al centro del labbro inferiore, che faceva voglia di iniziare a giocarci e non smettere più.
E quella miriade di tatuaggi colorati su tutto il corpo. Erano come un’opera d’arte.
Mi alzai a cercare i vestiti, ma due braccia mi cinsero la vita.
- Dove vai? – mi sussurrò all’orecchio, poggiando la sua testa sulla mia spalla e facendomi venire i brividi su tutta la schiena.
- A prendere i vestiti -
- No dai, resta qui con me ancora un po’.. -
- Dj, io.. dovrei andare. -
- Dove? Al lavoro? -
- Ehm, sì.. – mentì.
- Ma oggi è domenica, honey.. – si mise a ridere.
Bella figura di merda che avevo fatto.
Mi alzai di scatto, prendendo il lenzuolo per coprirmi.
- Va beh, devo andare punto. – gli disse, secca, iniziando a raccogliere i vestiti da terra.
- Ancora i tono acidi di ieri sera? Questa notte non ha smussato un po’ i modi? -
- No. Ti è andata bene che ero ubriaca, se no non riuscivi a portarmi a letto! -
- Cazzate, io mi porto a letto chi voglio, tutte cedono al mio fascino! -
- Beh certo, te le vai a cercare tutte il sabato sera nei locali tutte belle sbronze! -
- Pff, cedono al mio fascino anche da sobrie! -
- Sì sì, certo.. -
Intanto mi ero rivestita e stavo già per uscire.
Lui si mise un paio di boxer e mi raggiunse sulla soglia della porta.
- E un ultimo bacetto non me lo dai? -
- No. -
- Dai.. -
- No. -
- Uffa.. -
- Addio Dj Ashba. Grazie per la serata, è stato bello. – gli disse, sorridendogli e iniziando a dirigermi verso l’ascensore.
- Aspetta! – mi urlò lui.
Mi girai.
- Mi dai il tuo numero di telefono? – mi chiese, sorridendomi innocentemente.
Stavo per dirgli di no, ma poi ci ripensai e cedetti a quel sorriso splendente. In fondo, che male c’era? Al massimo avremmo passato altre nottate come questa, niente di più.
Glielo diedi e lui mi diede il suo.
Prima di entrare in ascensore e salutarlo davvero, gli diedi un piccolo bacio sulle labbra, accontentandolo.
Ci sorridemmo e poi io scomparsi dietro le porte grigie dell’ascensore.
In fondo, per quella magnifica serata, dovevo ringraziare Nat..

  
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