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Autore: marwari_    29/10/2010    1 recensioni
Livia ha 7 anni, qui diventa malvagia!
...ispirata ad una leggenda metropolitana una breve storiella per gli amanti di questo personaggio e sopratutto del 31 ottobre! ...
BUON HALLOWEEN!!! (31-10-2010)
Genere: Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Si accettano commenti e critiche... perfavore recensite!! Onguno di voi verrà contattato! grazie mille!!
Questa ff prende vita nell'arco dei venticinque anni saltato a piè pari dal telefilm originale, più precisamente sette anni dopo. Evi è piccola, il suo nome è Livia, non sa nulla sul suo passato, ma vive spensieratamente come un bambina normale all'interno della corte di Augusto... Finché una notte di luna nuova dopo un banchetto, farà un incontro con l'entità che le cambierà la vita. La prima volta si sfugge, ma il destino è implacabile. Sta di fatto che in quella fredda notte nacque la spietata e crudele Livia... Come?? leggete e scoprirete!!

BUON HALLOWEEN A TUTTI!!!


La Piccola Livia e il Male
Il banchetto in onore della luna nuova che si teneva ogni mese era appena cominciato. Livia era stata vestita con una magnifica veste avorio in stile romano bordata in rosso. I suoi giovani capelli ricci erano stati acconciati in modo che le ricadessero delle ciocche sul viso in modo da incorniciarlo perfettamente; una piccola spilla luccicava tra le pieghe del suo abito. Si era tolta le scarpette e stava seduta a gambe incrociate su un cuscino sotto la tavolata e sbuffava annoiata reggendosi la testa con la mano.
Il vociare degli adulti che si divertivano era molto forte e anche i musici tentavano inutilmente di coprire quel brusio creando un chiasso enorme a cui la bambina non poteva sottrarsi. Osservava con singolare interesse tutte le gambe che spuntavano da sotto il tavolo e cercava di indovinare a chi appartenessero per far volare il tempo.
Augusto, al centro, si piegò sotto la tavolata e guardò in una direzione ben precisa. Livia stette in mobile aspettandosi un rimprovero che non arrivò mai: si limitò a guardarla sorridendole e scosse divertito la testa.
Livia sgattaiolò fuori e prese a correre tra i velluti e le stoffe appese alle pareti per non farsi vedere, corse il più veloce possibile finché non si trovò su di una balconata che si affacciava sull'arena.
Quella notte tirava un vento freddo, le luna non c'era ma dalla stanchezza che provava si immaginò che fosse molto tardi. si alzò sulle punte dei piedi per vedere al di sotto.
Scorse una figura scura, i cui contorni sfumati ondeggiavano lievi; incuriosita la bambina strizzò gli occhi, ma nel mentre qualcosa la tirò giù facendola atterrare in piedi. Subito capì di trovarsi sulla sabbia dell'arena, pietrificata stava a guardare chi, o meglio ciò, che aveva di fronte: un ombra che si muoveva sinuosa sollevando ai piedi un po' di polvere oscura.
Livia vedeva i suoi occhi gialli che fiammeggiavano ed anche i denti aguzzi che contrastavano paurosamente col nero della sua figura. Per fortuna si sentì afferrare le spalle con fare protettivo: Augusto era lì. Non si volse ancora, ma sentì la lama metallica di una spada che scivolava argentina sul fodero - Livia vai dentro!- affermò il suo imperatore con fare deciso. La bambina obbedì immediatamente ritornando tra le mura sicure del palazzo romano.

Livia si rifugiò nella sua stanza e chiuse la porta col chiavistello allontanandosi da essa. Si gettò fra le coperte rosse del letto a baldacchino e si sistemò coprendosi fin sopra la testa per dormire come la balia le aveva suggerito.
Più tardi Augusto bussò tre volte alla sua porta, Livia andò ad aprire, subito l'uomo la riaccompagnò nel letto per spiegarle cos'era successo
-...Livia, devo partire per un viaggio importante. Leggi questa pergamena, ti calmerai.- scoprì il suo mantello rivelando un cucciolo di cane -...prenditi cura di lui. Starai da sola, stanotte, Livia, ma la mattina arriva presto, non temere.-
- Ho paura del buio.- disse Livia afferrando il cucciolo scalpitante che si sistemò subito ai piedi del letto
- Lascerò le candele accese. Arrivederci!- e scomparve dietro la porta e subito dopo lo strascico del suo mantello.
Livia cominciò subito a temere il peggio e così, con le mani tremanti incominciò a srotolare la pergamena e leggerne il contenuto con interesse crescente.
Si distrasse dal mondo che la circondava per molto tempo, finché un rumore sinistro la fece sobbalzare. Togliendo repentinamente lo sguardo dalle lettere latine dell'opera prese a fissare la tenda immobile cHe divideva la stanza dei bagni. Non seguitò nulla e allungò la mano verso il cucciolo continuando a leggere, sentì la lingua ruvida a contatto con la sua mano e quel gesto la rinfrancò.
Dopo pochi minuti ancora quel rumore e il suo cuore prese a battere impellente nel petto, ancora una volta tese la mano verso il cucciolo e questi le leccò la mano ed ella si tranquillizzò. La pergamena era quasi terminata e Livia aveva quasi timore a leggere la parola "fine": come poteva distrarsi?
Un vetro si spezzò con rumore netto e deciso al di là della tenda. Cercò con lo sguardo il cucciolo, non lo vide. Arrotolò la pergamena e scese dal letto. Si decise a scostare la tenda de entrare nella stanza dei bagni, si guardò attorno circospetta e si affacciò alla vasca.
Quello che trovò le spezzò il cuore, tanto che l'ombra del male penetrò in lei cambiando lo sguardo nei suoi occhi, la paura e la consapevolezza del malvagio le attanagliarono lo spirito, in un modo che ella si sentì in dovere di servire e dedicare la sua vita a quella forza che le aveva fatto vivere il mondo con le emozioni più forti che non aveva mai provato prima.
Il suo cucciolo completamente dissanguato riverso in una pozza purpurea, morto. Al fianco un pezzo di papiro con delle lettere scritte col medesimo liquido
"anche le persone sanno leccare le mani".
   
 
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