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Autore: virgily    29/10/2010    2 recensioni
-grazie piccola... sei una vera amica- mi sussurra baciandomi la tempia cominciando ad avviarsi. Lo osservo camminare quasi impacciatamente verso la porta sul fondo del corridoio, la porta che lo avrebbe portato dritto dritto tra le braccia del suo Max; ma a meta’ strada lo vedo girare i tacchi e tornare da me. Lo fisso in cagnesco, per quale diamine di motivo adesso si tirava indietro?!
-che caspita combini adesso?! Che fai getti la spugna cosi’!?- affermo; andando letteralmente su tutte le furie
-no e’ che mi sono scordato una cosa...-
-e cosa sentiamo...-
-buon compleanno Virgily- ridacchia scompigliandomi selvaggiamente la chioma, lasciandomi interdetta ma felice, mentre a passo piu’ sicuro e orgoglioso attraversava quella porta, la Sua porta.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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29/10/10 ore 21:30 pm

Non ho la piu’ pallida idea di cosa stia succedendo fuori dalla mia cameretta, ma so per certo che e’ qualcosa per me. Si perche’ sebbene li avessi scongiurati non combinare nulla quel giorno, sapevo nel profondo del mio cuore che quei Quattro ritardati mentali avrebbero sicuramente disubbidito alla mia supplica.

Svogliatamente mi sollevo da mio giaciglio e comincio a camminare verso il bagno; ho dormito tutto il pomeriggio e sento la mia testa poggiarsi pesantemente sulla spalla sinistra. All’interno del mio gabinetto privato riesco a riprendermi; bagnandomi il viso con acqua gelida . Mi do uno sguardo e osservo il mio pigiama trasandato: se c’era una cosa certa era che non potevo presentarmi a cena da “quelli la” in questo stato. Sbadiglio una ennesima volta e torno in camera, piegandomi verso l’ultimo cassetto in basso all’armadio, quello con all’interno la mia biancheria. Lascio che il tepore dell’acqua bollente rilassi i miei muscoli e coccoli i miei poveri capelli aggrovigliati, mentre il bagno schiuma ai fiori d’arancio inebria il mio olfatto. Esco da quella che era la doccia piu’ comfortevole della mia vita e comincio a giorvagare in accappatorio per la mia stanza, nel disperato tentativo di capire cosa potessi indossare. Comprendevo bene la loro voglia di festeggiare, ma era proprio la loro imprevedibilita’ a lasciarmi sulle spine: mi avrebbero portata a cena fuori? Oppure avremmo brindato fino a tarda notte con un barile di birra? Conoscendoli bene avrebbero optato per la seconda. Infilo un paio di leggins di jeans e una magliettina lunga appena fino all’inguine rossa e torno al bagno per pettinarmi e truccarmi. Neanche mi degno di mettermici d’impegno, sicuramente Craig si aggira per casa, e non mi va proprio di farmi bella... Potrebbe montarsi la testa come suo solito e pensare che sbavi per lui. Non che non mi sia simpatico, ma il fatto che non riesce a togliermi gli occhi di dosso mi mette particolarmente in soggezione. Prima non era cosi’... Prima che Mabbit arrivasse ero semplicemente la loro migliore amica, la loro “adorabile consulente matrimoniale”. Gia’ quando c’era LUI era tutto diverso. Sbuffo appena e trattengo a malapena le lacrime “vengo a farti gli auguri di buon compleanno. Te lo prometto”; gia’ quel “te lo prometto” che tante volte io e Max avevamo sentito dire dalla sua bocca. Un risolino sguscio’ fuori dalle mie labbra, non ero divertita per niente, ma anche se sapevo che il mio migliore amico non si sarebbe presentato, una parte di me continuava a sperare che proprio nel bel mezzo della baldoria, illuminando l’intera stanza con la sua aura sempre positiva e allegra, sarebbe arrivato per farmi quei maledetti auguri che con tanta pena e ansia aspettavo, per sistemare quello che con Maxie aveva lasciato in sospeso. Era proprio questo a farmi ridere, il fatto che fossi cosi’ stupida da continuare a sperare che Ronnie sarebbe tornado nelle nostre vite continuava ad aleggiare come un fantasma su di me. Mi asciugo appena gli occhi assicurandomi di non essermi rovinata quel minimo di trucco che avevo steso e mi accingo a uscire dalla mia “tana”. Esco spogerdeno per primo il capo, osservandomi intorno, assicurandomi che nessuno passasse per il corridoio. Quasi sgattaiolando come una ladra cammino in punta di piedi indisturbata per il piano. Raggiungo le scale e sbuffo di sollievo, ancora non mi hanno beccata!

Proprio in quel momento pero’ una mano possente e massiccia si appoggia sulla mia spalla cogliendomi di sorpresa; sobbalzo appena cacciando un grido stridulo. Il cuore mi batte forte ma quando mi giro e lo vedo, trattendo a malapena un bel “vaffanculo” di tutto cuore

- che fai cerchi di scappare scricciolino?- mi domanda abbassando appena quei due grandi occhiali da sole, cosi’ che le sue iridi scure potessero fissarmi in cagnesco

-e anche se fosse Rob?- rispondo facendogli la linguaccia prima di cominciare a correre verso l’uscita, se fossi scappata di casa per quella serata sicuramente mi sarei risparmiata “elogi” poco opportuni.

-attenti soldati sta scappando! Scricciolo sta scappando!- la voce roca e potente di Robert risuona per l’intera casa, ed e’ proprio in quel momento che mi accorgo che tutto quel casino era dovuto alle trappole che quei Quattro avevano sparso in giro per casa, e il tutto perche’ sapevano che sarei scappata. Money sbuca da dietro una porta cercando di placcarmi fomentandosi manco giocasse a rugby; ma riesco ad evitarlo agilmente raggiungendo il salotto dove Mabbit comincia a lanciarmi i cuscini dei divani. Sebbene riesce a rallentarmi e a spettinarmi il moro non aveva calcolato il fatto che una volta lanciati, i cuscini gli sarebbero tornati in dietro, e tutti sul viso. Eccitata per la vittoria afferro la maniglia della porta e mi getto al di fuori, gia pregustando l’aria fresca della nottata che mi stava aspettando. I miei sogni di Gloria tuttavia si sciolsero quando, proprio davanti a me, Green mi si era parato afferrandomi prontamente come un sacco di patate: anche quest’anno i miei sogni si erano infranti... anche quest’anno avrei passato un compleanno fuori dal normale. Ridendo a squarcia gola il castano rientro’ in casa sfoggiandomi come trofeo di Guerra, incitanto tutti gli altri a ridere assieme a lui.

 

Come avevo previsto passammo le 6 ore successive a :

1)    Bere

2)    Cazzeggiare

3)    Bere

4)    Fare la lotta con i cuscini

5)    Bere

6)    Gridare a asquarcia gola cazzate su cazzate

E poi dinuovo

7)    Bere

8)    Bere

9)    Bere

Tutto sommato non era male, i vicini non avevano ancora chiamato la polizia e Money ancora non era collassato. Robert stava semi sdraiato sul divano a tirarsi le patatine con quello che rimaneva di Max, steso sul pavimento. Bryan cercava un qualcosa di alternativo al solito brindisi , mentre io mi ritrovo “sobria” seduta sulle ginocchia di Craig. Di certo non era per mio volere ma le sue mani grandi e forti mi avevano trascinata su di lui, e per il momento ancora non avevano assunto atteggiamenti molesti. Do un’ultimo sguardo alla situazione prima di cominciare a fissare la porta d’ingresso; Bianca e candida, pronta per essere aperta da un LUI che non si sarebbe presentato. Sbuffo appena e mi accorgo dello sguardo accigliato di Green nei miei confronti; ci fissiamo per pochi secondi, ma lui capisce immediatamente qual’e’ il mio problema, lo intuisco dalla espressione dolce che immediatamente assume prima di venirmi a “strappare” dalle grinfie dell’orco cattivo.

-ragazzi Virgy e’ parecchio stanca quindi la porto a dormire. Quando torno pero’ ricominciamo- ridacchia cingendomi le spalle con un braccio

- se vuoi ci penso io, non ti scomodare stavi tanto bene per terra...- afferma il cantante scattando in piedi, non riuescendo tuttavia a reggersi, forse tutto quell’alcohool era troppo anche per lui

-tu rimani fermo qui e non ti muovi. Chiaro?- domanda fissandolo in cagnesco

-okey, okey... tranquillo pero’ eh? Non la mordo mica!- ridacchia tornandosi a sedere. Il mio amico mi accompagna in camera e ci chiudiamo dentro. Lasciamo la luce spenta e ci abbracciamo nel buio. Sostenendoci l’un l’altra come avevamo fatto dalla sua scomparsa dalle nostre vite

-me lo aveva promesso...- sussurro lasciando che  i miei occhi si gonfino come due palloncini colmi di lacrime amare

-lo so Virgily, anche a me lo aveva promesso... Ma lo sai no? Stiamo parlando di Ronald Radke. Con lui ogni promessa e’ inutile- afferma maligno abbassando lo sguardo

-non dire cosi’ Maxie. Lo so che tu lo ami ancora...-

-e con questo? Neanche il mio amore puo’ cancellare quello che ci ha fatto...-

-Max? Smettila di fare il sostenuto, almeno con me... almeno oggi...- rispondo abbracciandolo forte, pronto per accoglierlo nella sua crisi convulsa di pianto. Gli asciugo le guance con la punte delle dita e gli lascio appena un lieve bacio sulla fronte,

-grazie...- mi sussurra stringendomi ancora

-di nulla. Mi mancava fare la consulente!- ridacchio fissandolo appena nei suoi occhi angelicamente contornati da lacrime

-pero’ mi dispiace. Oggi e’ il tuo compleanno e devi consolare me e scappare dalle moine di Craig- singhiozza appena scompigliandomi la folta chima castana

-ah fidati, lo faccio volentieri. Soprattutto correre lontano da Craig!-  ridacchio abbracciandolo ancora. Augurandomi una buona notte Maxwell mi lascia sola in camera. Bene perche’ adesso IO posso darmi  alla crisi convulsa di pianto. Ho sempre odiato piangere davanti a lui, perche’ per il piccolo Green sono sempre stata Virgily la Vichinga, la donna senza lacrime. Invece si doveva ricredere, la sua amica versava continuamente lacrime.

Mi accascio sul materasso stringendo al petto il cuscino, soffocando i singhiozzi. Fisso la luna che alta nel limpido cielo di ottobre faceva capolino sul mio balcone, illuminando lievemente la mia camera. Torno indietro nel tempo, quando assieme ai miei due migliori amici passeggiamo per i viali caotici della citta’, quando ero sempre pronta a consolarli se litigavano, quando li sopportavo a malapena mentre s’ingelosivano l’uno dell’altro; quando li osservavo estasiata mentre si baciavano amorevolmente. Mi giro di scatto dando le spalle alla porta finestra, cerco di dormire, ma sono sicura che nulla mi avrebbe fatto prendere sonno. Fisso un un punto indefinito nel vuoto e comincio a contare le pecorelle che saltano sullo staccato di un piccolo mondo immaginario creato sul momento. Arrivo a 150 e ancora non ho sonno.

-Tok-Tok-

Sento qualcuno bussare, ma non alla porta, no il suono e’ diverso... non ha la stessa consistenza del pugno chiuso sul legno, sembra quasi come se qualcuno stesse picchiettando sul vetro, ma il vetro di cosa?

-Tok-Tok-

Dinuovo quel rumore fastidioso che non mi lascia dormire, o meglio, cercare di dormire. Scocciatamente mi giro un’ennesima volta, stavolta dando le spalle alla porta. Tengo gli occhi serrati per pochi minuti.

-Tok-Tok-

Spalanco le palpebre,  ben intenzionata a capire cosa divaolo e' che mi disturba; e la risposta mi si presenta davanti: un’ombra sul pavimento, una persona sul mio balcone. Cerco di spaventarmi ma sebbene mi ci impegnassi non ci riesco, i suoi occhi color nocciola mi stanno fissando in modo troppo dolce per incutermi terrore. Quasi incredula mi alzo di scatto dal giaciglio e mi avvicino; non stavo sognando LUI era li, sul mio balcone, implorandomi di farlo entrare.

Neanche finisco di aprire la finstra che il vento gelido mi avvolge come le sue gradi braccia tatuate. I respiri crescono, gli occhi lacrimano nuovamente. Non riesco a fare a meno di abbracciarlo e stringerlo forte

-sei qui!- biascico tra un singhiozzo e l’altro

-certo... te lo avevo promesso no?- ridacchia accarezzandomi i capelli. Ci sediamo sul letto, mi asciuga le lacrime, cominciamo a parlare. Di nulla in particolare, soltanto della sua vita, di come sta, di cosa sta facendo...

-mi sei mancata...- mi sorride dolcemente, quel sorriso che da parecchio tempo ormai non vedevo piu’

- e Max?- domando fissandolo mentre abbassa leggermente lo sguardo

-beh, mi sembra ovvio che mi sia mancato no?- domanda esponendo un falso sorriso

-lo so... Ma volevo sentirtelo dire. Perche’ non vai da lui Ron?- gli domando cercando il suo sguardo che immediatamente mi fulmina

-sai bene che mi caccera’ via a piedate- risponde tornando a fissarsi le scarpe

-non ne sono molto sicura sai? Okey sara’ pure incazzato, ma voi vi amate. E lo sapete tutti e due-

-non mi perdonera’-

-si, lo fara’. Magari non te lo dimostrera’ mai ma nel suo cuore lui ti perdonera’ sempre Ronnie. Vai da lui.- lo imploro abbracciandolo forte forte, ma il suo sguardo e’ ancora spento e titubante, so che ha paura ma so anche che se continua cosi’ finiranno per morire ambedue di dolore

-fallo per me Ron. E’ il mio compleanno!- affermo costringendolo a guardarmi negli occhi mentre assumo la faccetta del “gatto con gli stivali di Shrek”. Mi fissa intensamente per qualche secondo prima di scoppiare a ridere

-ohhh Virgy maledizione a te! Okey vado da lui...-

-si!- esulto’ abbracciandolo una volta ancora accompagnandolo alla porta della mia camera, la strada da fare per quella di Green la sapeva bene

-grazie piccola... sei una vera amica- mi sussurra baciandomi la tempia cominciando ad avviarsi. Lo osservo camminare quasi impacciatamente verso la porta sul fondo del corridoio, la porta che lo avrebbe portato dritto dritto tra le braccia del suo Max; ma a meta’ strada lo vedo girare i tacchi e tornare da me. Lo fisso in cagnesco, per quale diamine di motivo adesso si tirava indietro?!

-che caspita combini adesso?! Che fai getti la spugna cosi’!?- affermo; andando letteralmente su tutte le furie

-no e’ che mi sono scordato una cosa...-

-e cosa sentiamo...-

-buon compleanno Virgily- ridacchia scompigliandomi selvaggiamente la chioma, lasciandomi interdetta ma felice, mentre a passo piu’ sicuro e orgoglioso attraversava quella porta, la Sua porta.

 

*Angolino di Virgy*

"Buon Compleanno Virgily" -- Ebbene si: oggi e' il mio compleanno. Cosi' ho pensato di auto-regalarmi una piccola fiction, ma ho deciso ugualmente di condividerla con voi! Spero che sia di vostro gradimento! Recensite presto!

Un bacino

-V-  

  
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