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Autore: Kicchina    29/10/2010    4 recensioni
[Izaya x Mikado][OneShot; Lime]
"La prima volta che lo aveva incontrato, quella prima volta nella chat, lo aveva subito trovato interessante. Era una persona facile da capire, ma guardarlo agire lo aveva sempre divertito."
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Izaya Orihara, Mikado Ryūgamine
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Humanity Face'
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Titolo: Sensitive
Personaggi: Orihara Izaya; Ryugamine Mikado
Avvertimenti: One Shot; Yaoi; Lime
Prompt: Orecchie
Rating: Giallo
Word Count: 902
Disclaimers: Orihara Izaya e Ryugamine Mikado appartengono a Ryohgo Narita
Note: Scritta per la community Dieci&Lode di Livejournal
E' la seconda, e questa volta è con Mikado! La prossima, forse, è con Kida, ma chissà quando la scriverò... Spero di riuscire a finire tutta la tabella entro i prossimi due giorni, sennò se ne parla a dicembre...
Grazie a terrycontyby90 per aver commentato la fic precedente, grazie anche a chiunque l'ha letta, aperta e richiusa, messa tra preferiti, seguiti, ricordati e via discorrendo!


Sensitive




La prima volta che lo aveva incontrato, quella prima volta nella chat, lo aveva subito trovato interessante. Era una persona facile da capire, ma guardarlo agire lo aveva sempre divertito.
Quando gli aveva detto che si sarebbe recato ad Ikebukuro, poi, aveva immediatamente deciso di andare ad incontrarlo. Non ci aveva ragionato su a lungo, era stato un desiderio che aveva subito deciso di assecondare, senza porsi troppi problemi.
Più basso di quanto si aspettasse, era stata la sua prima considerazione.
Ah, ovviamente c'è da precisare che Izaya conosceva perfettamente l'esatta altezza di Ryugamine Mikado, lui sapeva sempre tutto. Si sarebbe potuto considerare uno stalker nei confronti dell'intera umanità, in un certo senso, anche se non la vedeva in un modo così negativo. Era un amore davvero appassionato, il suo.
Quindi conosceva perfettamente l'esatta altezza di Mikado. Ma ne rimase sorpreso comunque ed, anche questa volta, non se ne fece un problema.
Mikado era basso, non vedeva cosa ci fosse da preoccuparsi. In più ad Izaya era sempre interessato maggiormente il modo di agire delle persone, non di certo il loro aspetto.
Comunque, osservare le sue reazioni dal vivo, non attraverso uno schermo e legati solo dalla rete web, era estremamente più divertente. Ed interessante.
Mikado arrossiva facilmente, entrava nel panico più totale con una rapidità incredibile, balbettava quando veniva preso alla sprovvista. E poi sapeva prendere le decisioni più corrette nel giro di pochi attimi in momenti di alto stress per chiunque altro, diceva la cosa giusta al tempo giusto senza rendersene conto, teneva testa alle situazioni più assurde con facilità e poi, una volta finito tutto, entrava in crisi.
Erano reazioni che aveva già compreso tramite internet, ma viste dal vivo erano tutt'altra cosa.
Adorava stimolarle e poi gustarsele mentre avvenivano dinanzi ai suoi occhi.
Ce n'era una, in particolare, che adorava.
L'aveva notata una volta, aveva provato di nuovo escludendo la possibilità di una coincidenza, l'aveva annoverata tra quelle che preferiva godersi e provocare.
Mikado aveva le orecchie sensibili.
Una volta, una volta che si erano incontrati – strano a dirsi – per puro caso, una volta che il discorso tra i due era nato quasi spontaneo senza che potessero sottrarsene, una volta che gli si era avvicinato e gli aveva sussurrato ormai non ricordava più nemmeno cosa a pochi centimetri dal lobo, aveva notato il rabbrividire della sua pelle e l'arrossarsi della parte superiore del suo orecchio, l'allontanarsi immediato di un Mikado color porpora ed il suo balbettare subito dopo.
Aveva amato quella reazione.
Per questo in quel momento, nella stanza malmessa che componeva l'intero appartamento del più piccolo e poggiati alla parete opposta a quella con la finestra, le labbra di Izaya erano a pochi millimetri dalle orecchie di Mikado e mormoravano parole a caso che il ragazzino nemmeno capiva, soffiandogli fiato caldo sulla pelle e facendolo rabbrividire tra le sue braccia, lasciandolo aggrapparsi alla pesante giacca marrone e ridurre al minimo le distanze tra loro, più vicino, ancora più vicino.
Era per quella dimostrazione di fragilità assoluta, così opposta alla figura del capo che avrebbe dovuto avere il creatore dei Dollars, che Izaya continuava a fargli visita e ad invitarlo a casa propria, ad avvicinarsi a lui nei momenti più impensabili ed a trascinarlo in luoghi che Mikado nemmeno immaginava esistessero.
Per la sensibilità delle sue orecchie.
Lì in quel momento, mentre con la lingua ne seguiva il contorno e con i denti ne mordeva la sommità, quelle orecchie così attraenti si coloravano di porpora - Izaya poteva sentire il loro calore aumentare al salire dei gemiti trattenuti di Mikado.
Ed ogni parola sussurrata, ogni respiro più pesante, ogni sfiorarle con le labbra, la temperatura corporea del più piccolo saliva e l'incontrarsi e scontrarsi dei loro corpi aumentava - Izaya poteva sentire sotto le dita la pelle nuda dei fianchi di Mikado, Mikado sulle labbra il sapore del collo e del mento di Izaya.
Sussurrandogli il suo nome alle orecchie, ascoltando il proprio pronunciato dalla voce spezzata del più basso, osservando ogni suo più piccolo comportamento e facendolo proprio, assaporandolo con il corpo e con la mente, Izaya sorrideva sornione.
Sorrideva mentre con la lingua scivolava su uno zigomo.
Sorrideva mentre con i denti gli mordeva una guancia.
Sorrideva mentre con la bocca possedeva le sue labbra e con le mani il resto del suo corpo.
In quel momento, inebriato dal suo profumo e dalla sua voce, se glie lo avessero chiesto forse avrebbe risposto di sì, che Mikado era l'essere umano le cui reazioni amava più di chiunque altro e qualunque altra cosa. E che probabilmente di lui non amava solo le reazioni, ma tutto in generale.
Però Mikado non si permetteva di fare certe domande – non aveva il tempo di pensarle, figurarsi enunciarle – ed oltre loro non vi era nessun altro. Quindi la domanda non veniva posta. Quindi la risposte non veniva data.
Ma di una cosa Izaya era certo anche mentre fissava la città dalla grande finestra nel proprio ufficio: le sue orecchie erano la causa di tutto, e lui le amava. Le amava più di ogni altra cosa.
E, finché avesse potuto continuare a vederle arrossarsi e provocare brividi in Mikado, avrebbe continuato ad andare girando per Ikebukuro.
Una reazione che solo a lui era dato di conoscere e provocare... in un certo qual modo, la cosa lo rendeva molto soddisfatto.
Quella era in assoluto la reazione che più amava.






  
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