The Sirius’s heiress
Cap 1: una visita non prevista
-Harry, muoviti,
svegliati!-
Harry si svegliò intorpidito. Chi diavolo era
quella ragazza che lo svegliava nel cuore della notte? Che avesse sbagliato dormitorio?
Poi realizzò di non essere a Hogwarts, ma ancora a casa dei Dursley, così si
mise a sedere di colpo. Fece per urlare, ma la ragazza gli mise una mano sulla
bocca. – shhh, buono, non urlare. Promettimi che non urlerai-. Lui annuì a
stento, lei spostò il braccio. – chi diavolo sei tu?-. - non è il momento di
parlarne, ora alzati e rivestiti. Sei rimasto troppo tempo qui, e voglio che
arrivi a casa prima che rientrino-
-Chi è che deve
rientrare?- chiese Harry mentre inforcava gli occhiali. – non ha importanza,
ora. Sbrigati-. Ma nella mente di Harry si aggiravano mille domande. –Come
diavolo sei arrivata qui?-
-mi sono materializzata,
idiota. Vedi di darti una mossa- estrasse la sua bacchetta dalla tasca della
mantella che indossava, la agitò nell’aria e la roba di Harry che prima era
sparsa sul pavimento volò dentro il suo baule, tutta perfettamente in ordine.
-Hei, aspetta un attimo,
non puoi! È proibito…
-… fare magie se non si
è maggiorenni, lo so. Ma io non frequento Hogwarts, e il Ministero non sa
neanche che esisto. E delle regole non mi è mai importato gran che. Quella è la
tua civetta?-
Indicò la gabbia
dell’uccello bianco. –Sì, quella è Edvige - rispose Harry con un certo
orgoglio. Le civette bianche erano così rare, e lui ne possedeva una. Merito
del suo amico Hagrid, che gliela aveva donata per il suo undicesimo compleanno.
- Mmmm…. Gran
bell’animale. Speriamo vada d’accordo con Cereal.
-con chi?- lei si mosse
impaziente, controllò la porta. –con Cereal, il mio gufo. I tuoi zii hanno il
sonno pesante?
-sì abbastanza. Come hai
detto che sei arrivata fin qui?-
-non ha importanza, ora.
MUOVITI!- si avvicinò alla finestra e la spalancò. –ce l’ hai la scopa, no?-
-s- sì, perché?-
-Silente ti considera
più sveglio. Prendila, rimbambito!-
-senti un po’, è l’una
di notte, io non ti conosco e tu piombi in camera mia, cominci a blaterare che
dobbiamo muoverci e a darmi ordini. Ma chi diavolo sei?!?-
-va bene, questo te lo concedo. Sono affiliata
all’Ordine della Fenice, dovresti conoscerlo, no? Ora possiamo muoverci?
Nessuno sa che sono qui, e vorrei che nessuno lo sapesse prima di domani
mattina. Altrimenti mi fanno nera per un sacco di motivi. Salta in sella.
Harry inforcò la sua
Firebolt. –Ehi, e tu?-
-non ti preoccupare.
Seguimi, qualunque cosa succeda. -
Sotto gli occhi stupiti
di Harry, la ragazzina mora si trasformò rapidamente in uno splendido unicorno
alato bianco. Il ragazzo notò subito gli occhi nero cenere.
-come diavolo…-. Prima
che potesse terminare il pensiero, però, il cavallo aprì le grandi ali e spiccò
elegantemente il volo, battendole con ampi movimenti e trascinando con sé il
baule e la gabbia di Edvige.
-aspettami!- Harry non
poté far altro che darsi una spinta coi piedi e decollare a sua volta nel
freddo cielo stellato. Con una vigorosa accelerazione della sua scopa raggiunse
l’animale-ragazza. –Dove stiamo andando?- le domandò gridando, ma per tutta
risposta quella si alzò sempre più in alto e volò sempre più veloce.
Harry perse il senso del
tempo e dello spazio, e respirò di sollievo quando l’unicorno si fermò a
mezz’aria. Emise un verso strozzato quando invece l’animale si avvicinò e lo
circondò con le sue bianche ali. Strillò di terrore quando fu circondato da una
vampata di fuoco rosso-azzurro, e temeva già che la sua disgraziata esistenza
fosse terminata, quando si ritrovò steso per terra in una stanza buia e
polverosa, la scopa ancora in pugno. La ragazza aveva ripreso le sue sembianze
umane e gli stava di fronte sorridendo.
-Mi dispiace per la
brusca fine del viaggio, ma era l’unico modo per non farti entrare dalla porta
principale e svegliare la nonna…
-nonna? Quale nonna?
-la mia di nonna, no?
Giù all’ingresso c’è il suo ritratto urlante..
Harry osservò
attentamente la ragazza mentre parlava. Aveva i capelli neri spettinati lunghi
fino alle spalle, leggermente mossi e spettinati, con un ciuffo che le ricadeva
elegantemente sugli occhi. Gli occhi le rilucevano di uno strano bagliore, come
se fossero dei diamanti infuocati; era piuttosto alta e magra, almeno per quel
che poteva vedere da sotto la larga cappa, e molto pallida. Labbra sottili che
risaltavo sul bianco della pelle. Harry dovette riconoscere che era molto
carina, e che aveva un’aria molto famigliare. Dove aveva già visto quel volto?
E i capelli, poi..
-.. ma almeno sei qui.
Già m’immagino la faccia di zio Remus domattina-
- Remus? Hai uno zio che si chiama Remus?-. Anche l’ambiente gli era famigliare. I mobili antichi, sporchi e polverosi…..
-non è proprio mio zio,
lo chiamo così perché vive con me. Sono orfana da qualche mese di padre-
-Ah, sì? Allora potresti
dirmi dove mi trovo e chi sei?
Da qualche parte, Harry
udì un cavallo nitrire.
-A quanto pare Becco si è svegliato - Harry capì d’un tratto dove si trovava e chi era la ragazza che gli stava di fronte, e per poco non svenne dallo shock. Udì a malapena la ragazza, prima di non capire più niente. - Bentornato a Grimmauld Place numero 12, Harry. E se proprio ti preme saperlo, io sono Daphne Black, figlia di Sirius Black. Piacere-
Salute a tutti! Spero che
questa fanfic vi sia piaciuta… anche se così non fosse, siate così gentili da
recensirla. E già che ci siete, leggete e recensite le fanfic “THE PERFECTION-
il mutante perfetto” della categoria x-men e “eternità” del Signore degli
Anelli, entrambe frutto della mia mente. Grazie e arrivederci al prox cap.