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Autore: Amerginverdistelle    31/10/2010    1 recensioni
E' relativamente semplice scrivere sui Marauders, o su Harry e Ginny, o su Ron ed Hermione. Si possono descrivere avventure, battaglie e mille altre cose.. ma quasi sempre sono persone a narrarle e persone a viverle.
In questo frangente ho voluto dare voce a uno dei personaggi che più mi hanno affascinanto nella loro valenza immaginifica. Un'amica fedele per Harry Potter.. e come scoprirete, ben più di un'amica.
Buon divertimento!!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Capisco che per voi sia strano ascoltare le mie parole, ma alla fine, anch’io ho una storia da raccontare.

Quando sono nata, mio padre era spesso lontano; d’altronde, la sua scelta di vita ammetteva pochi compromessi, e già l’avermi messo al mondo a molti sembrava una cosa inusuale, per certi versi incomprensibile: quale genitore coscienzioso genererebbe una prole che saprebbe già destinata ad una scarsa presenza dei genitori?

Eppure mio padre mi amava, come e quanto mia madre; ma il loro lavoro era duro, rischioso, ed a volte restavo sola nel mio nascondiglio tra i tronchi della Foresta Proibita.

La prima volta che ho aperto le ali, però, mamma e papà erano su due rami di fianco al nido, e fui orgogliosa di mostrar loro il mio volo silenzioso e potente, le picchiate a catturar topolini, la gioia che provavo nel seguirli sia nelle piccole escursioni che nei più lunghi pellegrinaggi. Capivano che il mio destino era scritto, lo leggevano nel mio seguire con sicure planate i sentieri del cielo, dell’acqua e della terra.

Nessuno mi ha mai catturata o imprigionata contro la mia volontà. Ho scelto io di servire. E quel giorno in cui uscii dal negozio di Diagon Alley per essere messa nelle mani di un ragazzino spettinato con gli occhiali tondi e una cicatrice in fronte a forma di saetta, sentii subito che era la scelta giusta per me e per Harry.

Edvige.. alle mie orecchie suona come una carezza, come il calore di un letto di piume, come il fruscio della luce lunare sulle mie ali; è il nome che mi ha dato, un nome poi non tanto conosciuto.

Ma chi lo conosce sa… sa che nessuna tempesta mi ha mai fermata, nessun falco è riuscito ad arrestare il mio volo, per quanto carica di missive o stanchezza fossi. Caldo, neve, pioggia, vento, lunghe e brevi distanze, notte e giorno: non ho mai avuto paura di non riuscire nei compiti che mi erano affidati, perchè sapevo di essere importante per Harry, sapevo che i rischi che correvo erano ben minori di quelli che correva lui.

Non esiste Ministero o Mago Oscuro che possa interporsi tra una civetta delle nevi ed il suo compito; anche noi siamo creature magiche, e sappiamo conversare con gli elementi, ascoltarne i consigli e godere dei loro sussurri, che ci accompagnano durante il volo.

Ciò che maggiormente amiamo è la libertà; e rimanere ogni estate confinata a Privet Drive era in effetti il sacrificio maggiore cui mi sottoponessi, dato che una gabbia non è una reggia e, per quanto Harry fosse gentile con me, erano interminabili quelle ore senza nulla da fare, ad attendere che la piuma d’oca avesse vergato un messaggio pronto per la mia zampa e per il mio sollecito volo, fosse un saluto per Hermione o Ron oppure un messaggio per il pluriricercato Sirius Black, da consegnare in qualche sperduta forra tra aspre colline oppure in qualche luogo all’altro capo del mondo.

Aspettare, aspettare, pazientare per ore e giorni in quella stanzetta senza poter uscire era davvero dura; pure, sapevo quanto Harry tenesse a me ed approfittasse di ogni momento utile per lasciarmi solcare quietamente i cieli attorno a quell’odiosa abitazione Babbana, ero cosciente che cercava di rimediarmi bocconcini nutrienti anche a costo di beccarsi una sfuriata dai Dursley, insomma mi era ben chiaro quanto io fossi importante per lui.

Non so se lui abbia mai capito quanto fosse importante per me. Non so se si sia mai chiesto come mai non mi sia mai trovata un compagno e mi sia negata la possibilità di covare le nostre uova, accudire piccole civette bianche come la neve, nutrirle di tenere prede e vederle spiccare fieramente il volo incontro alla vita; ma non è proprio degli esseri umani riflettere molto sulla natura delle creature che li circondano, dato che spesso ci vedono come pupazzi di peluche molto ben riusciti e nulla più. Invece sappiamo amare, molto più di quanto sappiamo odiare, e per amore siamo capaci di rinunciare a tutto.

Non è stato doloroso morire in quell’assurda notte, fuggendo dalla Tana, fulminata da un’Anatema che Uccide, no, è stato inutile, stupido o insulso. Chiusa dentro una gabbia come una gallina da brodo, io che avrei volato tra i lampi delle maledizioni fino ad affondare gli artigli nel volto dell’Oscuro Signore… che fine indegna. L’ultimo mio ricordo sono gli occhi spalancati di Harry e la sua mano protesa nell’inutile tentativo di afferrarmi, prima del lampo verde che mi conducesse nel nulla.

Mi ritrovai qui, perduta, circondata di boschi e radure e rivi sconosciuti, lontana da Harry e dal suo mondo: poi, una luce, e Fanny, la fenice di Albus Silente, venne e mi condusse lungo questa volta di foglie verdi e tardive sino al luogo dove rividi il Preside di Hogwarts. Allora e solo allora capii di essere morta, ed ebbi paura, paura di ciò che non conoscevo, finchè quell’amabile, possente, gioioso stregone non mi mostrò quanto ci fosse oltre il tormento dei giorni.

Così, ora le mie ali solcano questo cielo lontano, ove il sole e le stelle non sono tanto diversi da quelli che conoscevo; ho tempo per riflettere, per ricordare quegli anni passati ad Hogwarts a volare per Harry, ad ascoltare i suoi pensieri, le sue gioie, la sua rabbia, i suoi dolorosi silenzi. Mi rendo conto che sarebbe stato bello allevare dei pulcini e vederli crescere e volare per i figli di Harry e Ginny, con un po’ di serenità in più e senza troppi pericoli, ma nessuno mi ha imposto la scelta che ho fatto perchè sono nata libera, e liberamente ho offerto me stessa al servizio di quel mago spaurito.

Lo stesso mago che un giorno, mi auguro molto molto lontano, approderà nuovamente in queste sale che ha visitato solo di sfuggita, e mi troverà ad attenderlo, pronta a volare di nuovo per lui, a tenergli compagnia, nella brezza della notte come nel crudo torpore del giorno.

Perchè la morte chiude i nostri occhi, ma non può spegnere ciò che ci vive nel cuore; ed io non ho mai smesso di amarlo, il mio Harry. Io lo attendo, senza fretta, perchè ormai non ho più paura.

Non lo perderò mai più.

  
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