Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: aufhebung_9    31/10/2010    3 recensioni
"[...] quella non era decisamente la migliore delle notti. E se ne accorse quando si ritrovò tra le mani una vecchia foto di cui si era dimenticato –o fingeva di essersene dimenticato."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Pakkun se ne stava comodamente sdraiato sul letto russando leggermente, mentre la mano del suo padrone gli grattava la pancia permettendogli di rilassarsi a tal punto da sopirsi: dimenticando per una volta il suo ruolo di ninja ed i comportamenti seri che il suo nome e la sua carica gli imponevano, Kakashi accarezzava dunque il suo cane distrattamente mentre leggeva per l’ennesima volta il suo libro sdraiato sul letto, la testa appoggiata sul cuscino piegato in doppio per avere una migliore visuale ai fini della lettura.

Tale era il modo preferito dal Jounin per passare una notte stranamente esente da missioni, a casa, liberando così la mente da qualsivoglia dovere; Kakashi inoltre necessitava di poco sonno, e non era quindi raro poterlo osservare in siffatte occasioni a leggere fino a quando il sonno non vinceva finalmente sui suoi sensi.
 
Ultimamente aveva decisamente più tempo libero: Naruto era partito da pochi mesi con Jiraya, mentre Tsunade aveva preso sotto la sua ala protettiva la talentuosa Sakura. Il suo ruolo di maestro era terminato –non nel migliore dei modi, si ritrovò a pensare, quando nella sua mente apparve il volto dell’altro suo allievo, quello che, nel profondo del suo cuore, era sempre stato il suo preferito, probabilmente perchè gli ricordava se stesso.

Pensare a Sasuke era sempre la cosa peggiore da fare per riaprire più di una piaga, colpa di un’abilità innata che sia l’allievo che il maestro si ritrovavano a condividere.
 
“No. Assolutamente no” pensò Kakashi, quando si accorse di aver già da tempo abbandonato la lettura -bloccando inconsapevolmente anche le carezze riservate a  Pakkun, il quale brontolò nel sonno dispiaciuto- per migrare verso ricordi che per lui non potevano essere mai definiti lontani: se quella notte doveva essere per lui un momento prezioso per concedersi una pausa, non doveva pensare...solo perdersi nelle immagini mentali prodotte dal suo libro fino ad addormentarsi.

Notando il proseguimento difficile della serata, Kakashi si alzò svogliatamente dal letto con l’intenzione di prepararsi un tè, così da rilassarsi e poter proseguire successivamente la sua lettura. Spostò l’attenzione sul libro fra le mani, notando le pagine alquanto rovinate: decise quindi di cercare un segnalibro, così da non peggiorare la situazione con ulteriori pieghe.

Facendo attenzione a non voltarsi verso le due foto dietro il suo letto, raggiunse quindi la scrivania, aprendo uno dei cassetti e iniziando a cercare in maniera disordinata e frettolosa. Si rese conto di non aver aperto quei cassetti da ormai troppo tempo, considerando il disordine che vi vigeva e gli oggetti che credeva ormai di avere perduto: per un attimo ebbe uno strano presentimento, come se non fosse una saggia mossa cercare in un luogo che da tempo aveva abbandonato, fece per fermarsi, ma... quella non era decisamente la migliore delle notti. E se ne accorse quando si ritrovò tra le mani una vecchia foto di cui si era dimenticato –o fingeva di essersene dimenticato.

I più distratti lo avrebbero scambiato per l’uomo ritratto in quella foto ingiallita dal tempo: non avrebbero sbagliato, non del tutto almeno. Perchè Kakashi possedeva tantissimo di suo padre, e non solo l’aspetto fisico.
Con la foto tra le mani e lo sguardo fisso su di essa, Kakashi si lasciò delicatamente cadere per terra fino a rimanere in ginocchio, lì, nella stanza fiocamente illuminata e il cui silenzio veniva interrotto dal russare di Pakkun, mentre si arrendeva ai suoi ricordi in quegli attimi troppo prepotenti per essere scacciati via.

**********
 
Kakashi continuava a ricordare a se stesso il suo status di ninja: un ninja di sei anni, ma pur sempre un ninja. Non era quindi concepibile che si lasciasse spaventare da uno stupido incubo, riducendosi a doversi addirittura rannicchiare in un angolo della sua stanza terrorizzato. Cercando dunque di riprendere il controllo, si augurava che nessuno potesse mai vederlo in quello stato. Evidentemente però in quell’occasione non era abbastanza lucido da ricordarsi dell’uomo che occupava la stanza accanto alla sua: Sakumo era uno dei Jounin più forti del Villaggio –e non solo- e naturalmente doveva aver percepito i suoi movimenti, arrivando quindi ad aprire la porta ed a controllare dentro la camera. Ciò che Kakashi allora non comprese era come Sakumo non si fosse accorto del suo malessere perchè era un fortissimo Jounin, ma semplicemente perchè era suo padre.
-Kakashi?- domandò gentilmente Sakumo osservando il suo unico figlio in un angolo della stanza.
Il bambino mormorò qualcosa di simile ad un “niente”, mentre nascondeva il viso sulle ginocchia, visibilmente in imbarazzo; Sakumo non accese la luce, sapendo quanto per il figlio fosse umiliante mostrarsi così debole, ma si avvicinò a lui fino a sedersi accanto a quel piccolo ninja troppo orgoglioso per la sua età.
Kakashi ringraziò mentalmente la sorte per aver impedito al padre di accendere la luce: si sentiva decisamente un fallito per aver permesso alla Zanna Bianca di Konoha di osservare quello spettacolo, un moccioso spaventato da una sciocca fantasia. Quando suo padre si sedette accanto a lui, arrossì e nascose ancora di più la faccia, non sapendo cosa fare. Dopo qualche istante, sentì però suo padre parlare:
-Ho fatto un brutto sogno, mi sono svegliato e sono venuto a cercarti. Probabilmente sto invecchiando!-
Sakumo rise leggermente nel pronunciare le ultime parole, mentre osservava suo figlio scattare con il volto verso di lui sorpreso per ciò che aveva sentito. Anche Sakumo Hatake, dunque, poteva lasciarsi impressionare dagli incubi?
-...Anche io...ho fatto un brutto sogno.-
-Oh, davvero? Decisamente questa non è la migliore delle notti, dunque! Vieni, andiamo di là e beviamo qualcosa di caldo; dopo prendi il tuo futon e vieni a dormire nella mia stanza, qui c’è un po’ freddo, non trovi?-

Kakashi annuì contento, dimenticatosi improvvisamente dell’incubo: non sentiva alcun freddo, ma la camera di suo padre era decisamente la scelta migliore, quella notte.

**********

 
 Non sapeva spiegarsi per quale motivo gli venne alla mente proprio quel ricordo: forse perchè anche in quel momento non stava vivendo una notte molto piacevole, o forse perchè ciò che conservava di suo padre maggiormente non erano le glorie di un ninja potentissimo, ma quelle di un padre ancora più potente, che decideva di fingersi spaventato da un incubo mai esistito per poter bussare alla porta di un figlio troppo orgoglioso ma del quale aveva sentito il piagnucolio dalla parete opposta.
 
Chiuse gli occhi, e rimase fermo per diversi minuti, lì inginocchiato nel mezzo della stanza, reggendo la foto. Non pianse: il suo animo era già colmo delle sue lacrime.
Dopo si alzò, prese uno dei suoi libri dei tempi dell’Accademia nella credenza dietro il letto –non aveva alcun senso, ormai, evitare di posare lo sguardo sulle due fotografie lì vicino- e vi nascose dentro il ricordo di Sakumo. Rinunciando all’idea del tè, si sdraiò di nuovo sul letto e spense la luce: sicuramente non avrebbe fatto dei bei sogni, ma ormai era decisamente meno orgoglioso di quando aveva sei anni.

Nell’oscurità della stanza, Pakkun aprì solo per un istante gli occhi, osservando tristemente Kakashi. Tornò dunque al suo russare, questa volta dormendo veramente. 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: aufhebung_9