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Autore: Bakacchi    01/11/2010    3 recensioni
Dio solo sapeva quanto era stato doloroso.
Un dolore devastante, pulsante, omicida. Proprio come l'aveva desiderato, esattamente come gli aveva chiesto. Persino in quell'occasione dalle circostanze oscure e misteriose, in quell'ultima occasione, lui non aveva mancato di sfoggiare, come fosse il più prezioso dei gioielli, la sua innata perfezione e aveva eseguito anche quel suo estremo ordine nel migliore dei modi. D'altronde come avrebbe potuto smentirsi, quel suo perfetto maggiordomo?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lacrimosa

by Venus_Hacch

 

 

Dio solo sapeva quanto era stato doloroso.

Un dolore devastante, pulsante, omicida. Proprio come l'aveva desiderato, esattamente come gli aveva chiesto. Persino in quell'occasione dalle circostanze oscure e misteriose, in quell'ultima occasione, lui non aveva mancato di sfoggiare, come fosse il più prezioso dei gioielli, la sua innata perfezione e aveva eseguito anche quel suo estremo ordine nel migliore dei modi. D'altronde come avrebbe potuto smentirsi, quel suo perfetto maggiordomo?

 

Ma se provava a ripensarci ora, ora che i fatti gli apparivano così confusi e che i ricordi parevano solo una massa informe di immagini sfocate...cos'era realmente successo? Ricreare un ordine mentale di quel groviglio gli sembrava un'impresa troppo ardua: ricordava poco, troppo poco di ciò che era accaduto. E pensare che avrebbe voluto imprimere così a fondo ogni minimo dettaglio del momento da portarlo con sé oltre la morte, conservarlo per l'eternità sfidando il buio ignoto che l'avrebbe atteso. Ma no, i suoi ricordi si fermavano al momento esatto in cui aveva chiuso gli occhi, privati per l'occasione anche della benda che gli oscurava il destro. Aveva visto le iridi scarlatte di Sebastian, così terribilmente vicine alle sue, accendersi di una luce diversa, di una sete quasi animalesca...demoniaca. Sapeva bene quanto il suo maggiordomo odiasse mostrarsi nella sua vera natura davanti al suo bocchan, così, persino quella volta, quando tutto aveva ormai perso importanza davanti alla consapevolezza indiscutibile della morte, Ciel aveva serrato serenamente le palpebre sopra quei suoi occhi bicolori, per l'ultima volta, ponendo fine in quello stesso istante al suo contratto con il demone.

Era sereno ora, non temeva più segretamente l'arrivo di quel momento. Era pervaso da una tranquillità mai provata prima: tutta la sua vita, seppur breve, era stata segnata da tormenti immaginabili per un ragazzino della sua età e per di più Ciel era certo che altrettante torture lo aspettassero nel baratro dell'aldilà. Così quello era il suo unico istante di vera pace, una sensazione talmente bella e piacevole che il piccolo conte sentì una fitta di dispiacere per non averne mai potuto godere prima. Era pronto a lasciare quel suo mondo infame così, ucciso in maniera a lui ignota dall'unica persona alla quale avesse mai voluto bene, da colui che gli era stato accanto e l'aveva protetto fino a quel momento. Pronto a sprofondare nuovamente nelle sue angosce: era la giusta fine ad una vita sbagliata vissuta da qualcuno che non sarebbe mai dovuto venire al mondo. Che fosse nato per soffrire gli sembrava un'affermazione fin troppo azzeccata, ed era per questo motivo che Ciel aveva deciso di continuare a vivere seguendo quella pista di sofferenze, per questo aveva scelto di siglare un contratto con quel demone, promettendo di donargli spontaneamente la sua anima al termine del suo servizio. Dopotutto Sebastian era l'unico essere a cui Ciel avrebbe voluto affidare quella parte eterea di sé che era convinto di non possedere.

Chiudeva, dunque, il sipario sulla sua vita con la consapevolezza di non volere nessun altro al suo fianco in quel momento e con quell'ultima immagine di quegli occhi scarlatti impressa nella mente.

 Oltre c'erano solo vuoto, buio e freddo. E quel dolore improvviso, irriconoscibile, esteso ad ogni fibra del suo corpo e talmente distruttivo da impedirgli persino di urlare. Poi di nuovo il nulla. Un unico infinito spazio nero, un errare eterno e privo di meta. E il peso dei suoi supplizi, tornato più vivo e vibrante che mai, ad opprimerlo e schiacciarlo verso un nulla infernale. Ed era destinato a perdervisi e a vagarvi per l'eternità, perchè era così che si era sentito in vita quell'unica volta in cui Sebastian l'aveva abbandonato: perso e solo al mondo. E ora Sebastian non c'era. Paragonata all'eternità, quell'occasione sembrava una minima frazione di secondo priva di valore. Come avrebbe potuto affrontare un dolore tanto devastante ed interminabile senza il suo fidato maggiordomo a guidarlo? Quando quest'ultima atroce consapevolezza si delineò più reale che mai tra i suoi pensieri, il giovane conte crollò sulle ginocchia, lasciando vagare lo sguardo alla ricerca di un qualcosa che non c'era. La disperazione lo prese tra le braccia, crudele e spietata, privandolo di ogni speranza e di ogni certezza, così che persino il ricordo della sua morte pareva il frutto della sua immaginazione. Alzando gli occhi verso un cielo di pece, Ciel gridò tutto il suo strazio in quel nome, pregando che anche quella volta il demone comparisse all'istante al suo fianco, si prodigasse in un leggero inchino e con voce cordiale e rispettosa sussurrasse il suo tipico “yes, my Lord”.


Ma in quell'immenso mare scuro non vi era altro che silenzio.

 


 

Postilla: Salve gente! Scrivo solo per farvi sapere che Venus_Hacch è il nuovo nick di haciko__ detta Hacch. E' da moltissimo tempo che non pubblico qualcosa, in quanto sto ancora lavorando alla mia ultima storia, "Enemies". Ho pensato quindi di lasciarvi questa one-shot dedicata a Ciel e Sebastian (*ç*), nata da una bozza scritta un po' di tempo fa e ispirata all'ultima puntata della prima serie (che mi ha uccisa >_>). Non è niente di che ed è pure parecchio triste ma almeno ora sapete che sono ancora viva e che sto continuando a scrivere :D Fatemi sapere cosa ne pensate :) A presto, Venus.

   
 
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