Non so esattamente come si inizi una storia, proverò semplicemente a scrivere in ordine cronologico, dal principio..

Il mio nome è Antea, ho 15 anni e se mi avessero detto un anno fa che mi sarei innamorata avrei riso in faccia a chiunque l'avesse fatto.

Non credo nell'amore, o meglio, non credo che ora si possa comprendere a pieno il significato di amore, o comunque penso che l'amore vero, reale, appassionante, platonico, non esista.

Sono solo storie inventate per fare soldi, l'amore narrato nei miti greci è solo una leggenda, o almeno così credevo..

Quella mattina del 14 gennaio il freddo era diventato quasi insostenibile, la pioggia batteva sulla mia finestra e la voglia di rimanere a casa si faceva sentire sempre di più.

Il tepore del latte mi fece rilassare e andai a cambiarmi riscaldata da quell'odore dolciastro che continuava a circondarmi.

Quel giorno uscii in anticipo, lo ricordo bene, decisi di andare a passo moderato, per godermi la pioggia.

Amo la pioggia, amo vederla e poterla toccare, il suo odore, il suo rumore, amo tutto di lei.

Le nuvole scure avvolgevano il cielo, e il buio invadeva la città, il vento scuoteva gli alberi e provocava un dolce suono.

 

La campanella suonò, e senza troppa voglia, mi sedetti nel mio banco, aspettando la mia migliore amica Rachele, una ritardataria cronica.

Verso le undici, quando il clima ormai si stava facendo pesante a causa di svariate interrogazioni, la nuova collaboratrice scolastica entrò. Una signora composta, sulla cinquantina, un po'  sovrappeso, con dei capelli di una strana forma e di un indefinito colore.

"Allora ragazzi, annotate che il giorno 17 gennaio, alle ore 10, chi è intererassato a visitare il liceo classico statale può farlo, accompagnato o no dai genitori." Disse la professoressa con un tono quasi indispettito.

Tutti gli interessati presero nota, io non feci neanche caso all'avviso.

Le ore passarono in fretta.

Fui la prima ad uscire, Rachele mi raggiunse.

"Allora domenica andiamo a visitare la scuola?" Fece Rachele.

"E' proprio necessario?"

Il suo sguardo mi lasciò capire che era assolutamente necessario.