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Autore: danish    02/11/2010    3 recensioni
questa storia è un ipotetico proseguimento di Endless Osyssey. Cosa succede quando il capitano torna dalla dimensione alternativa in cui ha sconfitto il demone Noo? Quali avventure dovranno affrontare i nostri eroi e soprattutto, il demone è stato realmente battuto?
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“ORA!!” 

Appena udii il comando e vidi il simbolo diventare luminoso come un raggio di sole, premetti il grilletto della mia cosmogun.
Il tempo sembrò fermarsi in quel preciso istante. Anche il vento violento smise di soffiare, mentre il cielo era ancora nero, cupo. Tutto intorno  solo un pesante silenzio.

Vidi gli occhi di Kei diventare lucidi e due lacrime scorrerle lentamente lungo le guance mentre la stretta delle sue mani intorno alle mie diventava sempre piu’ debole.
Non dimenticherò mai l’immagine di quegli occhi, dolci ed espressivi, che si stavano lentamente spegnendo davanti a me….così come lentamente le sue lunghe ciglia si abbassavano, nascondendo per sempre il suo sguardo al mio…… senza che io potessi fare niente.
Avevo lasciato cadere l’arma subito dopo aver sparato il colpo. Era mia intenzione sorreggerla in attesa che intervenisse Uriel per risvegliarla dal sonno profondo in cui sarebbe dovuta cadere….Invece qualcosa non andò come previsto…..

Il discendente di Noo era stato imprigionato nella freccia del tempo e questa era stata a sua volta chiusa dentro il sacro sigillo di Uriel. Lo scopo principale era stato raggiunto…..ma a quale prezzo!! A quale sacrificio! 

Kei era morta.
Per mano mia.
Tra le mie braccia. 

Guardai Uriel, in attesa che intervenisse. Ma l’espressione con cui mi guardò mi raggelò, spegnendo in me anche il più piccolo barlume di speranza….
La strinsi forte a me……come avevo fatto sull’Arcadia pochi giorni prima. Cos'altro potevo fare?
Tutti i membri dell’equipaggio presenti erano come pietrificati. Nemmeno loro potevano credere che l’avessimo persa per sempre.
Uriel mi esortò a portarla verso la parete del tempio che si fondeva con la roccia della montagna. Deposi il corpo di Kei ai piedi dell’altare secondo le sue indicazioni. 

“Dobbiamo seppellire il suo corpo qui. Questo è quanto dicono le incisioni della lastra!” mi disse il Sacerdote. 

Alzai incredulo il viso verso di lui e lo guardai con l’espressione più crudele di cui fossi capace: 

“AL DIAVOLO VOI E LA LASTRA!” gridai con rabbia
“Non la lascerò qui. Tornerà con noi sull’Arcadia!” 

“A cosa servirebbe portare il suo corpo sull’astronave? Questo è il luogo in cui deve rimanere. Così è scritto e così sarà!” Mi rispose con voce imperativa Uriel. 

Così....ora lei riposa all’interno delle rovine di quel tempio maledetto, in un freddo sarcofago di pietra.  

Dannazione, questi non erano i patti….chi aveva sbagliato? Tadashi nel costruire il proiettile? Il Sommo Sacerdote nel pronunciare le formule del rito? Ero io che avevo sparato nel momento errato? Che cosa era andato storto??

Dovevo trovare una risposta a queste domande che mi tormentavano l’anima giorno e notte……qualcuno doveva pagare per quell’ errore! 

Eravamo da poco decollati dal pianeta Gyos ove avevamo riportato il sommo Sacerdote.
Bussarono alla porta e dopo alcuni secondi entrò con passo leggero Mimeh. Tra le mani teneva una busta. Si avvicinò e me la porse. 

“E’ per te. Kei mi aveva chiesto di consegnartela una volta terminato il rito.”

Presi la busta ed andai a sedermi alla mia scrivania. Aprii un cassetto e ve la deposi al suo interno.

“Grazie Mimeh. La leggerò più tardi.” Le dissi con voce triste.

“Harlock….quello che è successo è veramente terribile. Ma probabilmente era così che doveva andare….” Mi disse, tentando di consolarmi.

“Mimeh….mi chiedo...dove ho sbagliato? Ho prestato la massima attenzione a quanto stavo facendo….e credo che anche gli altri lo abbiano fatto….” Le domandai , senza pretendere da lei alcuna risposta.

“Ne sono sicura. Credo che dovresti leggere la lettera ora. Forse contiene qualcosa d’importante….” Mi disse.
“torno nella mia cabina…se hai bisogno di me non esitare a chiamarmi.” Uscì lentamente, lasciando la porta socchiusa. 

Rimasto solo, aprii il cassetto in cui pochi minuti prima avevo riposto la lettera. Accanto a quella di Kei, vi era un’altra lettera. L’avevo scritta io con l’intenzione di dargliela una volta tornati a bordo dell’Arcadia. Erano solo poche parole di elogio per lei, per il modo dignitoso in cui aveva affrontato quella tremenda situazione. E poi avevo aggiunto una breve frase, non per l’ufficiale Kei Yuki, ma per la donna meravigliosa che lei é. 

Che lei era. 

Sorrisi amaramente pensando che ormai, non avrebbe più potuto conoscere quelle parole.
Presi la sua lettera e l’aprii. Feci un lungo respiro e cominciai a leggerla.

Harlock,
se in questo momento stai leggendo  la lettera, significa che tutto è finito. Io ora sono libera e di questo devo ringraziare tutti voi amici miei. 

Ma soprattutto devo ringraziare te. A  te è stato affidato il compito più difficile, il più più ingrato. Se stai pensando che la colpa della mia morte sia tua, allora sappi che non è così.
 

Restai di sasso. Lei dunque sapeva che sarebbe morta??  Continuai a leggere la lettera:

 

Ho letto le incisioni della lastra tramite il computer del dottor Zero. Non so come mi sia stato possibile tradurle, forse perché dentro di me c’era il discendente di Noo  o forse è stato Uriel a darmene la possibilità imprimendo il sacro sigillo sul mio corpo…..
Ad ogni modo, prima che il rito si compisse, sapevo già come sarebbe terminato. Quindi mi sono rassegnata ed ho accettato il mio destino. L’unico pensiero che mi affliggeva era se dirti o no quanto avevo saputo. Avevo il diritto di caricarti, senza che tu lo sapessi, di una simile responsabilità?  O forse era più giusto rivelarti tutto? Non so quale sia la risposta. 
Un tempo dicesti a Tadashi di agire secondo quanto ti suggeriva l'anima. 
Ecco ciò che ho fatto. Ho preferito tacere perché così mi ha suggerito il  cuore.

Se ho sbagliato ti chiedo scusa. Non condannare né te stesso né altri per quanto è successo.

Sappi che per me è stato di grande conforto sapere che il proiettile l'avresti sparato tu. Almeno mi è stato concesso di morire accanto all’uomo che amo e che continuerò ad amare.....

Sempre ai tuoi ordini, Capitano.  

Tua Kei.”

 
Con uno sforzo immane ricacciai indietro le lacrime.
Leggere quelle parole mi aveva fatto molto male. Perché non me ne aveva parlato? Forse avremmo potuto trovare una soluzione alternativa…..sarei andato ovunque nell’universo pur di salvarla……ma lei  allora non sapeva ancora che io....

Aprii il solito cassetto ed estrassi l’altra lettera, quella scritta da me.
 

Kei, ora che tutto è terminato voglio che tu sappia chiaramente quanto tu sia importante per tutti noi, a bordo dell’Arcadia. Sei un ufficiale impeccabile,sempre pronta ad eseguire i comandi con estrema efficienza. Hai saputo guadagnarti la stima ed il rispetto di tutti.
Ma soprattutto sei una donna intelligente, bella e generosa, sempre pronta a batterti e a mettere a rischio la tua vita per proteggerci.
La dura vita da pirata non ha scalfito nel tempo quello sguardo che avevi quando ti trovammo, tanti anni fa, su quella nave che ti teneva prigioniera. Ricordo, come se fosse ieri, i tuoi occhi fieri che mi guardavano senza paura dalla cella in cui eri rinchiusa.
Rimasi colpito da quell’espressione e provai qualcosa che fino a questo momento non ero ancora riuscito a spiegarmi.

Ora so, che se mai avessi guardato un’altra donna con amore[1], quella donna saresti stata tu. So che anche tu hai dei  sentimenti per me….spero che sia ancora così e che non sia troppo tardi per noi…..” 

Ora è veramente troppo tardi.

Presi entrambe le lettere e, riponendole in un’unica busta, le chiusi nuovamente nel cassetto della scrivania.

Mi alzai ed uscii dalla mia cabina. Lungo il corridoio incontrai alcuni membri dell’equipaggio che se ne stavano seduti con espressione triste, abbattuta. 

“Harlock, hai aperto la lettera?” mi chiese Mimeh, uscendo dall’infermeria in quel momento. 

Io continuai a camminare per raggiungere il ponte di comando.

“Si.” Risposi brevemente. 

Mi prese per una mano e mi obbligò a fermarmi e a guardarla negli occhi. 

“Ma.....tu….hai pianto?!” sussurrò preoccupata. 

Le accarezzai una guancia e subito dopo la oltrepassai, proseguendo il mio cammino. Aveva già capito tutto, senza bisogno che le spiegassi. 

Prima di arrivare al ponte, sostai nella sala del computer. 

“Abbi cura di lei, amico mio.” dissi , appoggiando una mano ad uno dei pannelli luminosi. 
Poi, giunto in sala comando comunicai a tutti gli uomini che avremmo ripreso il viaggio immediatamente.
Gli uomini vollero ricordare Kei ancora una volta, sparando a salve alcuni colpi di cannone in sua memoria. 

Se fosse stata qui, mi avrebbe chiesto : “Capitano, qual è la rotta?” 

Mi alzai e mi diressi al timone, stringendone con forza la ruota. 

“Arcadia! Avanti a tutta forza!”

 *****    ******

 [1] un’altra donna dopo Maya

In questo capitolo è Harlock stesso a parlare, proprio per evidenziare "la fine" di Kei  a cui ho fatto raccontare la storia in prima persona fino al capitolo precedente. Spero vi sia piaciuto e come al solito grazie a tutte le persone che hanno letto e recensito o semplicemente letto.

   
 
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