-Scordatelo!

Nel pronunciare quell’ultima parola, Auron si ritrovò quasi a ringhiare come farebbe un cane che difende il suo preziosissimo pasto dopo una settimana di digiuno: stava combattendo un’ardua battaglia, ma non aveva memoria di aver subito qualche sconfitta nella sua passata carriera di monaco guerriero, e quel giorno non avrebbe fatto l’eccezione.
 
-Parti in svantaggio, amico mio: questa chicca ti serve, e so che non mi volterai le spalle senza averla messa al sicuro nelle tue tasche.

Tuttavia doveva ammettere che, quel giorno, stava affrontando un nemico potente. E in vantaggio.
 
“É tutta colpa di Jecht” pensò, e tale pensiero lo portò a mostrare ancora di più le zanne al suo avversario.
In altre occasioni avrebbe ottenuto la vittoria con il formidabile uso che riusciva a fare della sua altrettanto formidabile arma.  Ma il nemico, questa volta, non era di quelli che potevano essere battuti con la spada.
I mercanti si affrontano con i compromessi, non con le armi.
 
-Se vuoi uno sconto, giovane amico, devi dare qualcosa in cambio, e O’aka è tanto generoso da chiederti in cambio solo quella piccola cosuccia.
 
No, non aveva a che fare con un mercante, ma con il mercante di Spira: tale era O’aka, onnipresente per qualche strano sortilegio per tutta Spira con i suoi inesauribili oggetti decisamente necessari durante un pellegrinaggio.
 
“É tutta colpa di Jecht”, si ripetè Auron una seconda volta, pensando al recente incidente con lo shoopuf che aveva lasciato il gruppo a corto di guil: rimanevano solo quei pochi che aveva conservato nelle tasche, talmente pochi da essere costretti a richiedere uno sconto per l’acquisto di una panacea, senza la quale era impensabile procedere lungo la via.
 
Sentiva l’amaro odore della sconfitta, anche quando lanciò il suo ultimo colpo:
 
-La tua è una richiesta inaccettabile e talmente assurda da avvicinarti quasi allo stesso grado di follia di un pazzo che ho avuto la sfortuna di conoscere recentemente e grazie al quale adesso mi trovo qui!
-Dovrò ringraziare tale pazzo, dunque, talmente gentile da contribuire all’economia di Spira; economia che, ad ogni modo, non posso e non intendo bloccare sostando per troppo tempo sullo stesso luogo: vuoi questa panacea o no? In ogni caso, sai cosa fare.
 
Neanche un incantesimo di sonno sarebbe riuscito a placare il giovane guardiano in quel momento, tanta era la rabbia: ma era una rabbia repressa, poichè Auron era abbastanza intelligente da avere compreso come non rimanesse altra scelta che alzare bandiera bianca.
 
-Molto bene: avrai quello che vuoi.
-Sei intelligente, ragazzo, eccoti la tua preziosissima panacea. Ora sbrigati, ho la gola secca!
 
Messa al sicuro la sudata conquista della giornata, Auron pagò il prezzo concordato, molto più basso dell’originale. Successivamente, con sguardo omicida, prese la sua borraccia e con un gesto brusco la porse ad O’aka.
Il mercante ne bevve il contenuto con aria di chi per troppo tempo si era abbeverato di sola acqua:
 
-Meraviglioso, da tempo non bevevo un liquore così sopraffino! Dove è stato prodotto?

Senza rispondere alla sua domanda, Auron riprese ciò che gli apparteneva e si allontanò, stringendo i pugni e digrignando i denti. Ignorò anche -e soprattutto- l’ultimo commento del mercante, così da evitare di macchiarsi le mani con un omicidio:
 
-Complimenti per il modo in cui ti tratti, comunque!

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Braska e Jecht attendevano seduti su una roccia il terzo componente del gruppo, allontanatosi alla ricerca di un mercante di armi ed oggetti con cui contrattare dei prezzi bassi, così da essere ben equipaggiati nel proseguire il viaggio.
Dopo circa mezz’ora, Braska notò la figura di Auron avvicinarsi con passo veloce verso di loro.
 
-Finalmente! Tutto questo tempo, stavo cominciando sinceramente a preoccuparmi, pentendomi allo stesso tempo di averlo lasciato andare da solo. Ma hai visto, Jecht? Ce l’ha fatta, altrimenti non sarebbe tornato indietro: Auron possiede davvero la fine arte della persuasione.
-Già...- commentò distrattamente Jecht, osservando decisamente preoccupato il più giovane membro del loro gruppo: si chiese se non avesse subito, durante il cammino, uno status di berserk, tanto sembrava furioso.
-Ehi Braska, non ti sembra che...insomma, qualcosa possa essere andato storto? Guardalo: perfino Sin ne avrebbe paura.
-Sciocchezze, amico mio, sciocchezze: è semplicemente disturbato dagli ultimi avvenimenti!
 
“É tutta colpa di Jecht”, pensò per la terza volta Auron, questa volta impugnando la sua spada non appena riuscì a scorgere la figura del soggetto in questione: Jecht non era un mercante, quindi per la prossima battaglia la spada andava benissimo.
 





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Questa semplicissima fic è nata dal solo desiderio di divertirmi un po': è la prima volta, infatti, che scrivo qualcosa che si avvicina al genere comico, ed è da giorni che, per un motivo o per un altro, mi ritrovo a prendere in giro Auron e il suo "vizietto", quindi DOVEVO scrivere qualcosa a tal riguardo. Per me è stato divertente scriverla...mi chiedo adesso cosa ne pensate voi lettori. :)
Ho voluto, comunque, mantenere i personaggi con le loro caratterizzazioni (detesto l'OOC). Braska è sempre pacato e meravigliosamente tranquillo, Jecht non sta mai al suo posto, e Auron che si lascia andare a ringhi di "rabbia" nei confronti di Jecht è assolutamente credibile: date un'occhiata alla Jecht Sphere di Macalania qui, la scena che inizia a 0.52! XD