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Autore: Pippi Lotta    02/11/2010    1 recensioni
La vita di Raphael, Cavaliere del Regno Diurno, viene violentemente scossa dall'arrivo di una creatura tanto bizzarra quanto pericolosa, una fanciulla dagli occhi viola. Costretto a rapirla, il ragazzo si troverà invischiato in una lotta antica, combattuta non con spade o pugnali, ma con Pensieri e Immaginazione, nel Regno dei Sogni Erranti.
"Nulla poteva descrivere l’effetto delle candele su quegli abiti di velluto, la voluttuosa grazia di quella pelle scoperta. La Corte Notturna era Senso e Fuoco, Attrazione e Mistero.
Eppure, v’era un giovane uomo di bell’aspetto, poco interessato al mantenimento della compostezza richiesta.
Il suo sguardo era fisso su una creatura rara, dal volto pallido e spaesato.
Cattura la Strega, e conducila da me."
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo primo.


“Il buio sospende tutto.
Non c’è nulla che possa,
nel buio,
diventare vero”.
Oceano mare, A. Baricco.

Sensuale e ingannevole.
Non c’era altro modo per descrivere l’ipnotica Corte Notturna, riunita nella Sala dei Ricevimenti.
Si diceva che nel Continente nulla vi fosse di più suggestivo di una riunione della nobiltà, in attesa del loro Sovrano.
Le donne, tutte dai lunghi capelli corvini, erano graziosamente inginocchiate in semicerchio, rivolte verso un palchetto sopraelevato dove avrebbe preso posto il Sovrano. Gli uomini, attendevano in piedi.
Nulla poteva descrivere l’effetto delle candele su quegli abiti di velluto, la voluttuosa grazia di quella pelle scoperta.
La Corte Notturna era Senso e Fuoco, Attrazione e Mistero.
Eppure, v’era un giovane uomo di bell’aspetto, poco interessato al mantenimento della compostezza richiesta.
Il suo sguardo era fisso su una creatura rara, dal volto pallido e spaesato.

Cattura la Strega, e conducila da me.

Era stato facile individuarla.
Il Sovrano non aveva tentato affatto di nascondere la sua scoperta, anzi; la ragazza era stata esposta come una bambola di porcellana, su un cuscino di seta viola.
Non c’era segno di nobiltà nei suoi tratti: capelli troppo corti, di un taglio esotico; il colore non era quello giusto, troppo chiaro per far parte della Corte Corvina.
E i suoi occhi tradivano la sua vera essenza.
Occhi viola, occhi di Strega.
Il ragazzo strinse i pugni, lasciando solchi a forma di mezzaluna sui palmi chiari.
Una missione semplice. Era stata definita così.

Fu un rullo di tamburi ad accompagnare l’entrata del Sovrano nella Sala.
Il suo incedere era maestoso, la cadenza dei suoi passi tipicamente marziale.
La lunga treccia in cui erano costretti i suoi capelli onice ondeggiava come una frusta sulle sue spalle.
Il Sovrano del Regno Notturno si accostò alla Strega, e il suo viso si illuminò di un breve sorriso di trionfo.
Poi, rivolse il suo sguardo ai suoi ospiti.
Occhi neri, da predatore.

*

Non so esattamente cosa mi abbia spinto a pubblicare questa storia, nata quando avevo più o meno dodici anni. Riveduta, corretta, riesaminata, oggi nasce come un racconto fantasy, il genere che da sempre mi colpisce di più. Perdonatemi, ma ho proprio voglia di raccontarla.
  
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