03/11/2010
2 recensioniCiao a tutti! Questa breve storia è stata scritta diverso tempo fa, un mix di fantasia insieme ad uno spicchio di realtà. La trama è semplice: Draco riflette su ciò che è appena successo e capisce che non sempre le persone che amiamo di più sono quelle che non ci farebbero mai del male.
DISCLAIMER: Harry Potter e tutti
i personaggi della saga sono di proprietà di JK Rowling e di
chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di
lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di
pubblicazione e copyright.
ATTENZIONE: tutti i personaggi di questa
storia sono MAGGIORENNI, immaginari e non hanno alcun legame con la
realtà. Qualsiasi nome e riferimento a fatti o persone reali
è da ritenersi ASSOLUTAMENTE casuale
Tremava, accasciato contro lo stipite della porta, fissando il buio al di là di essa.
Una mano stretta allo stomaco, l'altra appoggiata sul torace: un respiro profondo per scacciare via la paura.
Flash di momenti finalmente passati, che scorrono veloci mentre ti chiudi dentro casa, muovendoti piano, come se un passo troppo azzardato possa farlo tornare.
Giri la chiave nella toppa, e ti guardi attorno cercando di mettere a fuoco la stanza buia.
Non hai voglia di accendere la luce, ti siedi sul letto, fissando la figura che ti guarda di rimando dallo specchio e non la riconosci.
"Sei ridicolo lo sai, vero? Non posso credere che tu te la prenda per una sciocchezza del genere!" dici esasperato, mentre quell'uomo dagli occhi così scuri, scuri come quel freddo che ora ti avvolge, continua a guadardati sprezzante.
Ignora il dolore che stai provando per tua madre, ricoverata in ospedale.
"Draco, sai perfettamente che avevo bisogno di quegli esatti ingredienti per la pozione e sei riuscito a non fare neanche questa piccola, semplice, commissione per me.
Ho buttato all'aria tutto il lavoro che dovevo finire per domani ed ora non so come fare. E tutto questo grazie a te, stupido ragazzino viziato! Proprio non riesci a farne una giusta, non è forse così?"
Tu cerchi di ignorare la rabbia pulsante che comincia a salire e, sarcasticamente, lo deridi.
Ed è un attimo: il tuo braccio viene piegato fino ad essere portato vicino al limite e pensi che da un momento all'altro lo sentirai, il rumore delle ossa rotte.
Te ne stai fermo, immobile, controlli il respiro, cercando di non peggiorare la situazione: "Quante volte ti ho detto che odio chi mi ride in faccia? Come devo fare per fartelo capire ?!" ti parla ansimante, mentre si trattiene dal farti veramente male, si controlla. Non è la prima volta che ti minaccia, lo fa spesso quando si sente deriso o quando, semplicemente, non ha la meglio su di te.
Una macchia di luce passa fulminea sulla parete e ti volti di scatto, sulla difensiva: ma non c'è niente da cui difendersi, ci sei rimasto solo tu, nient'altro. E forse neanche quello.
Senti uno strano sibilo, acuto e costante e ancora il cuore scatta più veloce, allertato; ti accorgi solo qualche secondo più tardi che il rumore viene da dentro di te e ti premi le mani sulle orecchie, ansioso di non sentirlo più.
Ti dici che devi farti forza e calmarti, così ti accasci sul letto, ripensando a quando quell'uomo così importante per te, è riuscito a spezzarti ancora un po'.
Passi la lingua sulle labbra ed il contatto tra la saliva e il sangue provoca un bruciore simile a quello che provoca il sale sulle ferite.