L’ultima cosa che si aspettava era vedere lui, proprio lui, alla porta, quella sera. Feliciano era rimasto a bocca aperta davanti al tedesco, che lo fissava un po’ imbarazzato.
Lavoro, aveva detto Ludwig. Così, era lì solo per quello… Non che Italia si aspettasse altro, dopotutto. Dopo la guerra, le uniche volte in cui poteva parlare con quella che era stata la persona più importante della sua vita per tanto tempo –dicevi di amarmi, dicevi che saremmo stati insieme per sempre- erano i meeting mondiali o europei, dove si sorridevano a stento, dove tutto era così formale.
 
Non posso.
Guerra, disperazione, odio.
Ho cercato di dimenticare tutto questo.
Non posso ricordare. Non voglio.
 
Era chiaro, Ludwig non ce l’aveva più con lui per averlo tradito, e nemmeno lui era più arrabbiato con il tedesco, ma a quanto pareva lui non era desideroso di coltivare qualsiasi rapporto con lui, nemmeno un’amicizia, niente.
Ma lui era lì, così vicino, a casa sua, solo con lui. Gli offrì qualcosa da bere –entrambi avevano già cenato- e parlarono della loro nuova vita, di tutto quanto.
 
È passato davvero tanto tempo.
 
Con questo pensiero, Feliciano si zittì improvvisamente. Stava dicendo qualcosa a proposito di suo fratello, ma non lo ricordava più.
-Qualcosa non va?- Ludwig gli sfiorò una guancia, preoccupato.
A quel tocco, l’italiano sussultò. –Niente, è solo che… M-mi sembra strano stare così con te d-dopo tanto tempo. Insomma, ho cercato di dimenticare quel periodo- il tedesco assunse un’espressione strana e il ragazzo si affrettò a correggersi –Cioè, non è che mi sia dispiaciuto stare con te! È solo che non era un momento granché… facile… per nessuno di noi e…- deglutì, ricordando la disperazione della guerra, le grida, la morte -…e per un po’ avevo dimenticato, ma…- le labbra del tedesco si posarono sulle sue così in fretta che l’italiano rimase paralizzato, mentre la mano di Ludwig scivolava sulla sua guancia e la sua bocca iniziava ad approfondire il bacio.
Germania si staccò dal suo viso di pochi centimetri, lo spazio sufficiente per parlare. –Avevi dimenticato anche questo?- sussurrò, mentre Feliciano si affrettava a rispondere che no, in tutta sincerità, quello non lo aveva dimenticato. E come avrebbe potuto, d’altronde?
 
-Non ha senso dimenticare- gli disse più tardi Ludwig, abbracciato a lui sul divano, mentre gli accarezzava piano la testa. –Quelle cose sono successe, non posso negarlo. Ma se ci si ostina a volerle dimenticare si finisce per ottenere l’effetto opposto- avvicinò nuovamente le labbra alle sue –e io questo lo so bene.
Italia sorrise, e finalmente poté di nuovo assaporare quelle labbra che per tanto tempo gli erano state negate.
 
*
 
Lo so, è una fic stupida, ma mi è venuta così e_e è uno dei miei tanti filmini mentali: Lud che torna dopo tanto tempo… In realtà, nella mia mente la fic continua, e finisce anche male .w. comunque, ho deciso di farla finire così, in un modo un po’ boh e_e niente, spero sia di vostro gradimento xD recensite, vi prego ;_; so che questa ha bisogno di TANTE correzioni.
p.s. c’è l’avvertimento OOC perché Ludwig non mi sembra molto lui x° ma mi è venuta così.