Fanfic su artisti musicali > Escape the Fate
Ricorda la storia  |      
Autore: virgily    03/11/2010    2 recensioni
Rimango letteralmente a bocca aperta ma nulla riesce a stupirmi piu’ dell’immenso castello che, successivamente Vy mi mostra. Vi sono guardie in ogni angolo e cuori dipinti sui muri di cinta. L’accompagno fino al grande ponte levatoio di legno, subito dopo si gira e mi sorride
-forza! Mi hai seguita fino ad ora! Ti Fermi proprio adesso?- domanda allungandomi nuovamente la mano, invitandomi a prenderla cosi’ che potessi seguirla perfino nella sala del trono, dove il “principe di cuori” la stava aspettando. Neanche perdo tempo a rifletterci che l’aferro prontamente e la coniglietta mi sorride
-bene, Sbrighiamoci altrimenti Sir Max mi tagliera’ la testa- grido’ cominciando a correre piu’ veloce di quanto avesse fatto fino a ora.
[MaxXRonnie]
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ronnie Radke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ronnie in Wonderland

 

 

 

Musica a palla e tanta birra che sgorgava da ogni dove... Questo era il genere di  festa che mi piaceva, che mi piace e che mi piacera’ per sempre. L’idea della festa a tema che era venuta in mente a Virgily non era poi cosi’ male: c’erano barili di birra, tantissima gente vestita in modo ridicolamente abbordabile e sopratutto ottima musica.

Afferro una enessima lattina di birra e mi dirigo nel salotto, nel cuore della festa: Omar e Rob conversano con due tipette mai viste prima: una e’ vestita da diavolo e una da angelo; Bry girovaga in ogni dove invitanto chiunque nella sua amata “conga”. Virgily e Max invece si cimentano nella nobile e antichissima arte del “ballo sul tavolo”. Non si sono poi tanto travestiti: Virgily aveva incorniciato i suoi corti capelli castani con un bel paio di orecchiette da coniglio mentre Max ha in testa una corona. Ridacchiando i due valletti mi invitano a raggiungerli e a ballare assieme a loro. Non me lo faccio ripetere due volte che nel giro di pochi secondi mi ritrovo ad agitarmi alla buona sul tavolo in legno massiccio che il proprietario di casa aveva ben specificato di “non rompere”. Sosrseggio la mia bionda mentre sia Maxwell che la castana mi usano come palo. Dovevo ammettere che Virgy era alquanto brava ma mai sarebbe riuscita a provocarmi come Green, quel piccolo folletto dal visetto tanto dolce ma dalle movenze bollenti e tentatrici. Sento le sue mani toccarmi dappertutto e non mi dispiaceva affatto. Improvvisamente rimaniamo soltanto io e il mio compagno; la ragazza e’ scesa per rifornire le altre belve di quel preziosissimo nettare color oro che gli dava assuefazione. Finisco di bere la mia lattina e la getto a terra avvolgendo le braccia attorno al castano, che maliziosamente mi fulmina. Balliamo appiccicatissimi, strusciandoci i fianchi, passandoci le mani sul petto svariate volte, accrescendo la nostra irrefrenabile voglia che, oramai era certo, avremmo consumato la sera stessa. Il piu’ piccolo mi afferra per la maglietta e mi porta a se, mordendomi appena il labbro inferiore, graffiandomi la schiena con la mano che abilmente aveva infilato nella mia maglia Bianca volgarmente macchiata di sangue finto. Gli afferro prontamente il viso e lo bacio, appagando le mie labbra con il loro sapore dolce e frizzante allo stesso tempo. Sento la sua bocca baciarmi appena il collo prima di cominciare a mordermi il lobo

-che ne dici di andare in camera?- sussurra’ con fare suadente e tono basso e roco, insomma la tipica voce da “MAX-PUTTANA”

-mi piacerebbe... Ma sono tre settimane che Virgily ha organizzato tutto. Non possiamo sparire cosi’! si offendera’!- risposi titubante avvolgendogli dolcemente i fianchi, preparandomi alla strigliata che il mio bel troio stava per farmi

-Ronnie? Non si e’ offesa quando mi hai sbattuto sul suo letto! Ti pare si offende perche’ questa volta andiamo a scopare in camera tua!- afferma a denti stretti fulminandomi con il suo sguardo, con le sue iridi di ghiaccio bollente. Ridacchio appena e gli lascio un lieve bacio sulla guancia

-dai altri dieci minuti Max...- ma alla mia affermazione il suo visetto esplode letteralmente

-okey. Forse non sono stato abbastanza chiaro: IO, TU, IN CAMERA... ADESSO!- mi ringhia stringendomi piu’ forte a lui. Il suo sguardo e’ accigliato e le sue labbra tremano appena per la rabbia. E’ maledettamente sexy, cosi’ tanto che alla fine mi tocca cedere e dargliela vinta: “sorry Virgy ma Max chiama!”

Scendiamo dal nostro palco e cominciamo a camminare inosservati per il corridoio, raggiungendo silenziosamente le scale. Cominciamo a salire piano piano guardandoci intorno, non volevamo che qualcuno ci vedesse, altrimenti ci avrebbero immediatamente copiati e il nostro piccolo momento di perversione privato sarebbe stato rovinato

-hey! Tromboni? Sempre “a fare un’arte” vero?!- la sua vocetta totalmente sobria e squillante ci fa rabbrividire. Impallidendo di colpo sia io che il mio compagno ci giriamo: la ragazza ci osserva dai piedi della scalinata con un sopracciglio alzato verso l’alto e un sorrisetto schietto e malevolo

-scusa Vy! Giuro io gli ho detto di aspettare ancora ma non mi ha voluto dare retta!- affermo alzando le mani, incolpando l’unico “pervertito” della situazione

-ma che uomo che sei! Dare la colpa a me! Vy non ascoltarlo e’ lui che mi vuole saltare addosso!- immediatamente lo osservo sconcertato

-cosa?!- domando scocciato e basito allo stesso tempo; ma se e’ lui quello che mi ha ringhiato contro!

-sentite, io non voglio sapere nulla. Se dovete fare... insomma... – comincio’ la ragazza arrossendo appena, beh come potevamo biasimarla dopotutto?

-se dobbiamo scopare...- continuo’ il castano al mio fianco scocciato per la perdita di tempo

-si, insomma: “se dovete fare robba” non in camera mia. CHIARO?- domanda paralizzandoci con il suo sguardo congelatore; con quelle due iridi Verdi che potevano essere la tua salvezza o la tua morte

-altrimenti?- ridacchiamo facendogli la linguaccia

-altrimenti... tattattatan!- afferma mostrandoci quello che teneva dietro la schiena, un paio di forbici. Immediatamente sbianco e sento di perdere tre chilli. Max dal canto suo invece rimane incuriosito e stranito

-ci tagli i capelli?- domanda guardandola con la sua espressione da “bimbo teneramente confuso”

-hem, no Maxie... credo che voglia tagliarci qualcos’altro...- sussurro guardandolo di sottecchi. Alla mia affermazione anche il mio amante impallidisce, e senza dire una parola mi trascina via, e il tutto sotto la risata fintamente malefica della nostra amica.

Entriamo nella mia camera da letto e disordianatamente andiamo a stenderci sul letto, lasciando una scia di vestiti che andavano dalla porta d’ingresso fino al nostro giaciglio. Mi bacia, mi stuzzica. Si alza’ e sparisce. Si chiude nel mio bagno chissa’ per quale motivo.

-M-Max?-

-Aspettami li! Arrivo subito- conoscevo bene quella frase, che tradotta in lingua commune stava a significare “mi sto conciando da mignottone solo per te!”. Ridacchiando allora mi lascio andare completamente nudo tra le coperte del letto. Poggio pesantemente la testa sul cuscino, e per quanto lo voglio a malapena riesco a tenenrmi sveglio. Non so bene cosa mi stia succedendo, ma quel calduccio, quel dolce profumo che impregna le lenzuola... tutto contribuisce a farmi cadere in un profondissimo sonno. “Beh, cinque minuti non hanno mai ucciso nessuno” penso lasciando che le palpebre si serrassero appena. Abbandonando il mio corpo ad un piacevole e breve sonno.

 

Silenzio. Troppo silenzio per essere sabato mattina. Di solito Virgily si mette a pulire casa il sabato, facendo un gran fracasso con quell’antico aspirapolvere degli anni della Guerra di secessione. Fa freddo. Eppure ero sicuro che i riscaldamenti fossero accesi!

-Max? Max accendi i riscaldamenti f-fa freddo!- balbetto appena cominciando a battere i denti. Silenzio. Dinuovo quel silenzio.

-Maxwell Green, porca troia, vuoi accendere o no questi caz...- affermo alzandomi di scatto: il mio compagno non e’ nel mio letto, e non e’ soltanto lui a mancare: mancano i mobili; le porte le finestre e soprattutto mancano i muri!

Passano pochi secondi che bastano e avanzano per farmi capire che purtroppo mi ritrovo steso su un letto abbandonato nel nulla, o meglio nel cuore di una foresta dai rumori molesti e spaventosi. Beh il lato positivo era che adesso capivo tutto quel freddo, ma c’era una cosa che non riuscivo a spiegarmi: dov’era finita casa mia? E i miei amici? Che fine avevano fatto?

Mi alzo dal mio gaciglio e mi ritrovo con addosso i medesimi vestiti della sera prima, quando tutti assieme stavamo cazzeggiando felici. Comincio a vagare per la fitta vegetazione; tutto attorno a me si aprono infiniti sentieri ricoperti di brecciolino, terra, erba e altissimi alberi sempre Verdi. Sento gli uccellini cinguettare e vedo delle piccole farfalline svolazzarmi intorno. Se non fosse che sono perso in un luogo che non conosco potrei affermare di rimanere incantato da cotanta bellezza della natura. E’ proprio in quel momento che sento un rumore alle mie spalle: un respiro, un  affanno breve ma ripetitivo. Vedo due lunghe orecchie candide sbucare da un piccolo cespuglio di violette. Mi avvicino appena, stranito del fatto che quel coniglio fosse cosi’ grande ma soprattutto che ansimasse come una persona

-PISTAAA- una voce maledettamente famigliare mi travolge come la ragazza che mi ritrovo tra le braccia. Ha i capelli corti e castani dai quali sbucano queste due orecchie lunghe e morbide. I suoi occhioni sono contornati da una spessa linea nera e  ha dei baffi candidi sulle guance. La mia amica e’ praticamente mezza nuda se non per il body da “coniglietta di play boy” e mi osserva stranita mentre tra le mani, rivestite da due lunghi guanti neri, tiene un’orologio

-Virgily? Ma come diavolo ti sei conciata!- ridacchio’ tirandogli appena l’estremita dell’orecchio destro. Ma non appena le sento urlare di dolore la lascio basito

-non toccarmi le orecchie bastardo! Hey ma come conosci il mio nome?-

-eh? Vy sono io! Ronnie! Ricordi?- domando poggiandole le mani sulle spalle. La ragazza mi guarda stranita. Poi sbuffa e guarda l’ora segnata sul grande orologio in ottone

-no mi dispiace! Scusa devo andare! Sono in ritardissimo! Se non mi sbrigo Sir Max mi tagliera’ la testa!- afferma dimenandosi a piu’ non posso cercando di liberarsi dalla mia presa, che si era fatta ancora piu’ forte asseguito della sua affermazione

-sir Max?-

-si! Ma dove vivi? Chiunque conosce il grande Max! Ora se non ti dispiace devo correre!- abilmente Vy mi sguscia dalle mani e comincia correre. Stranito piu’ di prima comincio ad inseguirla, e dopo un poderoso scatto in Avanti la fiancheggio, stando al suo passo senza problemi

-ah ma sei ancora tu!- sbuffa osservandomi di sottecchi

-certo! Perche’ Max dovrebbe tagliarti la testa? Siamo tutti amici!-

-eh? Io? Amica? Magari! No lui ha come amiche soltanto le sue carte...Ehh da quando il re di cuori e’ scomparso il principino si sente tanto solo...- sussurra la mia coniglietta abbassando di colpo lo sguardo. Non ci stavo capendo nulla ma quello che mi restava da fare era andare da lui, raggiungere il mio Maxie e chiedergli cosa diavolo ci fosse successo.

-come hai detto che ti chiami?- domando’ improvvisamente la castana fissandomi intensamente

-Ronnie-

-bene, allora Ronnie attento adesso. Ci sono Omar e Ramo che sicuramente vorranno giocare. Tu rispondigli di no. Intesi?- sussurro’ rallentando appena il passo. Davanti a noi due figure di spalle, ambedue a me molto famigliari. Ci avvicinnammo appena che quei due ci circondarono, non fu difficile per me riconoscere Omar e il suo “gemello”

-O-Omar?- domando’ al primo dei due, vestito di blu con una salopette rossa e un berretto verde

-hmm? Io non sono Omar. Sono Ramo!- afferma osservandomi stranito

-lui non e’ Omar! Io sono Omar- risponde il secondo, vestito di rosso con una salopette blu e un berretto verde. Silenzio. Un lieve silenzio ci avvolge prima che i due gemelli ci fissassero maliziosi

-giochiamo?!- affermano all’unisono

-hem, no... Sono in ritardo!- afferma la ragazza facendomi cenno si seguirla e anche alla svelta

-ehm... anche io!- affermo correndole dietro. Mi osservo alle spalle, i due, subito dopo che li avevamo evitati, avevano preso a giocare a “giro tondo”. Rabbrividisco a quella visione, ma torno immediatamente lucido e continuo il mio cammino assieme alla coniglietta.

-cosa e’ successo al re di cuori?- domando prendendola alla sprovvista

-e’ scomparso...- fu la sua risposta

-mah, e’ morto?-

-no. E’ scomparso. Punto- risponde fermandosi di colpo mettendomi una mano al petto per fermarmi porpio accanto a lei. La mia amica si sporge appena per il cespuglio che ci ostacola il passaggio. Non appena udiamo il suono della musica ritrae il capo e comincia ad’imprecare

-cosa succeed?- domando poggiandole una mano sulla spalla, nel vano tentativo di rassicurarla

-nulla. E’ solo quel matto psicopatico di Money e i suoi cazzo di “non-compleanni”- risponde afferrandomi improvvisamente per mano

-stammi vicino e non ti succedera’ nulla!- afferma camminando lentamente, inoltrandosi nel fitto cespuglio verdognolo e profumato che ci fa sbucare all’interno di un grande giardino, nel mezzo del quale vi si sta’ svolgendo una grande festa con tantissime ragazze e un unico uomo: il mio amico Bry. Porta un enorme cilindro in testa e brandisce un boccale di birra. Assieme a tutte quelle pupattole ride, scherza e canta in coro “un buon non compleanno... a te! A me!”

-ma cosa caz...- sussurro stringendomi appena alla giovane

-quello e’ Monte cappellaio matto Money. Pensa che tutti i giorni si debba festeggiare... Io non lo sopporto...- mi risponde riuscendo ad’imboccare verso un sentiero fangoso che ci allontana da quella strana festa. Il sole comincia a Calare e il cielo si tinteggia di arancione e infine di blu. Comincia a fare freddo e per la nostra via colma di fiorellini e alberelli di frutta comincia a crescere una fitta nebbiolina. Assieme a quest’ultima uno strano odore dolciastro si aleggia nei dintorni disgustandomi per quanto potesse essere zuccheroso

-e’ normale che ci sia questo odore e tutta questa nebbia?- domando sventolandomi una mano sul viso

-no, non e’ normale. Ma sono sicura che e’ per colpa del Robertliffo- a quella strana e inconsueta parola non riesco a non rimare stordito

-cavolo ma non sai proprio nulla tu? Il Robertliffo e’ una creatura mitica. Se ne sta’ sempre spaparanzato sul suo bel fungo gigante a fumare... questa nebbia e’ il fumo della sua pipa- risponde ridacchiando appena alla mia affermazione. Le sorrido a mia volta e proseguiamo lungo il cammino. Voltandomi appena alla mia sinistra lo vedo: e’ gigantesco, tutto blu... e ha la faccia simile a quella di Robert. Daltronde era difficile non riconoscere i broccoli corvini e gli occhi coperti dagli occhiali da sole. Rimango letteralmente a bocca aperta ma nulla riesce a stupirmi piu’ dell’immenso castello che, successivamente, Vy mi mostra. Vi sono guardie in ogni angolo e cuori dipinti sui muri di cinta. L’accompagno fino al grande ponte levatoio di legno, subito dopo si gira e mi sorride

-forza! Mi hai seguita fino ad ora! Ti Fermi proprio adesso?- domanda allungandomi nuovamente la mano, invitandomi a prenderla cosi’ che potessi seguirla perfino nella sala del trono, dove il “principe di cuori” la stava aspettando. Neanche perdo tempo a rifletterci che l’aferro prontamente e la coniglietta mi sorride

-bene, Sbrighiamoci altrimenti Sir Max mi tagliera’ la testa- grido’ cominciando a correre piu’ veloce di quanto avesse fatto fino a ora. A malapena riuscivo a starle dietro ma grazie al fatto che ci stavamo tenendo per mano non mi persi nei meandri di quei ampi e intricati corridoi laccati d’oro e cuori di porpora. Tutto quel luccicare mi stordisce. Ma quelle due iridi Verdi e ammalianti riescono a farmi riprendere: stava semi-sdraiato su quello che doveva essere il suo trono; aveva i capelli sciolti che gli incorniciavano il viso bianco latte; un cuoricino stava impresso sulla sua guancia e i suoi pettorali erano liberi da ogni costrizione. Il ragazzo mi osservo’ stupito, poi rivolse il suo sguardo alla mia compagna, la quale immediatamente s’inginocchio’ abbassando il capo, prostrandosi ai suoi piedi

-sei in ritardo di un minuto esatto Virgily- affermo’ freddamente con un’espressione assoluamente priva di alcun sentimento

-l-lo so mio s-signore padrone. M-Ma ho incontrato q-questo straniero e ho pensato di portarlo al vostro cospetto...- balbetto’ la piccolina cominciando a tremare come una foglia

-lo vedo... lo vedo. Cio’ non toglie che dovrei farti tagliare la testa- rispose facendola impallidire di colpo

-cosa? Per un minuto? Max ma sei impazzito?- domando fissandolo in cagnesco, ma cosa diavolo gli era successo? Dove’era la passione? Dov’era l’amore?

-tu taci! Come dicevo Virgily io DOVREI farti tagliare la testa. Ma non lo faro’- rispose fulminandomi con uno sguardo congelatore che mai mi aveva fatto

-d-davvero sire?- domando’ la piu’ piccola con i lacrimoni

-si, e adesso sparisci moscerino. Lasciami solo con lo straniero-

-s-si- rispose alzandosi in piedi

-in bocca al lupo- mi sussurro’ prima di svanire dietro la maestosa porta che ci aveva accolti; lasciandoci finalmente soli. Il castano mi studia dall’alto verso il basso, mi scruta quasi maliziosamente. Poi sbuffa, afferra un’ampia vestaia di seta nera e se la poggia sulle spalle, alzandosi dal suo sfarzoso seggio.

-come ti chiami?- mi domanda cominciando a camminare su e giu per l’intero salone

-R-Ronnie...- risponso sentendomi quasi impaurito dal modo incui mi sta guandando. Mi sorride appena e si avvicina ad un grande finestrone che mostra tutto il panorama della foresta che avevo percorso assieme alla mia compagna

-gli assomigli molto sai?- domanda cogliendomi di sorpresa

- a chi?- domando avvicinandomi lentamente a lui

-al re di cuori. Al mio amore- sussurra poggiando una mano sul vetro, cominciando a fissare il suo regno con occhi malinconicamente tristi e dolcemente brillanti

-Max? Max spiegami cosa diavolo ci sta succedendo!- affermo afferrandogli una mano, costringendolo a guardarmi. Ci fissiamo intensamente, per minuti quasi intemrinabili prima che il piu’ piccolo mi strinse forte, celando il suo visetto di porcellana nel mio petto

-la tua voce, il tuo odore... gli assomigli cosi’ tanto- sussurra lasciandomi un lieve bacio sull’incavo della clavicola, provocandomi un forte brivido che immediatamente fece salire la voglia e il desiderio, la stessa con cui quella notte lo avevo lasciato

-guardami Maxie... Sforzati di ricordare. Me, Virgily, Omar, Rob e Bry...-

-shh- mi soffia sensualmente sulle labbra, baciandomi appena

-non ho voglia di ricordare adesso...- mi risponde spavaldo prima di mordicchiarmi il labbro inferiore. Pure se principe di cuori il mio Green era rimasto sempre il solito insazziabile. Decisi cosi’ di accontentarlo e lasciare che avesse ricordato piano piano. Tra un bacio e l’altro; tra un gemito e una carezza suadente.

Fu cosi’ che ci ritrovammo sul freddo marmo avorio, stretti l’uno contro l’altro avvolti soltanto dalla sua vestaia scura. Addormentandoci con il soave rumore dei nostri respiri ancora irregolari.

 

Il calduccio mi coccola, sento un profumo veramente piacevole... mi sarei concesso un candido sonno se non fosse per quella mano fastidiosa che mi tira i capelli. Comincio ad urlare e mi alzo di scatto. Rimango disorientato perche’ tutto attorno era, dinuovo, totalmente diverso: sono nudo tra le lensuola del mio letto e Green sopra di me continua a malmenarmi

-che bastardo che sei! Cazzo neanche cinque minuti il tempo di farmi bello per te! E tu?! Ti addormenti!- afferma dopo un’ennesimo schiaffo. Sollevandosi dal mio corpo e dal mio letto, ricoprendosi con una vestaia nera in seta, molto simile a quella con cui ci stavamo coprendo poco prima “dall’altra parte”; 

-eh? Io? Ma se sei tu che volevi tagliare la testa a Virgily! Eppoi c’era il Robertliffo!- affermo stranito facendogli cenno di tornare da me, tra le mie braccia

-cosaccheccosa?! Ronnie smettila di bere quella merda di birra okey? Ti fa male- afferma scocciato

-ma... ma come? Max c’eri anche tu che facevi il principe di cuori! Cazzo lo stavamo facendo sul pavimento!-

-seee ti piacerebbe vero Radke?!- ridacchia il castano aprendo la porta della mia camera

-e ora dove vai? Hey Green! Ma come non dovevamo essere “io, tu, in camera... adesso”?- domando’ scendendo appena dal mio materrasso implorandolo di non andarsene

-si ma... Non ne ho piu’ voglia- sbuffa mandandomi una linguaccia prima di chiudersi la porta alle spalle. Per qualche secondo rimango immobile a pensare cosa sarebbe successo invece, se non mi fossi addormentato.

-che troio...- affermo tornando sotto le coperte pronto per dormire, pronto per tornare dalla coniglietta, dal festagliolo, dal bruco e dai gemelli... pronto per impossessarmi di lui, sul pavimento, nel paese delle Meraviglie.

 

*Angolino di Virgy*

Sinceramente non so come mi sia venuto in mente. Eppure eccola qui! la mia "rivisitazione" di Alice.

Certo potevo metterci qualcun'altro al mio posto, ma sono sicura che un ipotetico Craig vestito da coniglietta di play boy avrebbe fatto venire gli incubi a qualcuno!

Dedicata come sempre alla mia carissima Anzu.

Un bacino (recensite presto o vi mando per davvero il "Mabbit-coniglietta-di-play-boy" XD) 

-V-

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Escape the Fate / Vai alla pagina dell'autore: virgily