Desperate Housewife

 

 

 

"Clark!Sarah!"

L'attenzione dei due venne richiamata improvvisamente da un Jonathan completamente stravolto. Clark cercò di correre verso di lui il più velocemente possibile, ma si accorse, mentre correva, che non lo stava facendo come al suo solito. La supervelocità era scomparsa. Stava correndo normalmente e quando arrivo vicino al padre aveva quel leggero affanno che non ricordava di aver mai provato.

"Che è successo, pà?"

"Martha è caduta dalla scala mentre metteva a posto dei barattoli sopra la credenza..." non fece in tempo a finire la frase che già Clark e la ragazza erano entrati in casa. Martha era stesa sul divano, inerme. Clark le si avvicinò e le strinse la mano.

Poi con lo sguardo greve si girò verso il padre.

"Non sento il suo cuore..."

"Io si" intervenne Sarah, accarezzando il viso della nonna. "Si riprenderà presto...". Jonathan tirò un sospiro di sollievo.

"Sarah, credimi. Non è possibile che tu lo senta e io no..." le rispose Clark.

"Scusa? Cos'è questo? Delirio di onnipotenza??"

"Ma non è possibile che tu lo senta! Io non lo sento!!"

"E allora?? Scendi dal piedistallo Clarkie. E più probabile che ti sbagli tu e non io!"

Il ragazzo restò per un secondo con la bocca spalancata.

"Come mi hai chiamato, ragazzina?"

"Ti ho chiamato Clarkie, poppante. Ricordati che sono sempre più grande di te!"

"In questo momento avreste bisogno entrambi di un ciuccio..." sussurrò appena l'anziana donna distesa davanti a loro.

Martha Kent riaprì lentamente gli occhi, poi portò la mano alla testa e si massaggiò un punto imprecisato vicino all'orecchio sinistro.

Jonathan si diresse verso il divano e si sedette a fianco alla moglie.

"Ti senti meglio, cara?"

"Si, ho dato solo una botta leggera, poteva andarmi peggio."

Jonathan la strinse a sè. "Ho pensato il peggio, per fortuna che c'era Sarah. Ha capito subito che non era niente di cui preoccuparsi."

"Pensa, Clark ha detto che eri morta!" li interrompette la ragazza con un gran sorriso.

I tre si girarono verso di lei nello stesso istante.

"Che c'è? Non ho mica detto qualcosa di sbagliato!"

 

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Mentre piantava un chiodo su una delle travi del granaio, Jonathan Kent se la rideva allegramente sotto i baffi .

"Che c'è tanto da ridere?"

"Non hai i tuoi poteri, vero figliolo?"

"Si..."

"Dai non te la prendere, potrebbe essere un effetto collaterale per qualsiasi cosa ti sia successa mentre arrivavi qui da non so dove..."

"Papà?"

"Si?"

"Da quand'è che parli cosi?"

"Cosi come?"

"Sembri...logorroico, mi ricordi Lois!"

Il padre si fece serio di colpo. E Clark non potè fare a meno di notarlo.

Una sensazione spiacevole lo sorprese, le era forse successo qualcosa?

"Pà, Lois sta bene vero?"

"Si...sta bene, l'ultima volta che l'ho vista era in ottima salute!"

"L'hai vista ultimamente? Come mai viene ancora a Smallville? Sono passati venti anni, no? Cos'ha fatto lei nel frattempo?"

"Hey hey ragazzo, quante domande!"

"Beh Sarah fino ad ora mi ha parlato di Lana e di come è diventata, non mi ha detto chi è sua madre e non mi parla molto di come è lei...quindi non mi resta che chiedere delle altre persone..."

Jonathan deglutì con difficoltà.

"Beh che dire...l'ho vista la settimana scorsa, è...è passata a trovarci. In questi ultimi anni si è data da fare, ha trovato un buon lavoro, si è sposata e ha avuto una figlia. Credo sia tutto..."

Clark sbottò a ridere. "Oddio non ce la vedo proprio Lois versione casalinga disperata e madre di famiglia!"

"Oh ti assicuro che sei fuori strada, ragazzo"

Clark però non lo stava ascoltando. Aveva un'espressione indecifrabile sul volto.

"Pà, ma chi è che ha avuto il coraggio di sposarla, si può sapere?"

A Jonathan cadde il martello. Poi abbozzò un sorriso facendo finta di nulla.

"Ehm sai figliolo...è un giornalista di Metropolis, non credo tu lo conosca..."