MAESTRO
Gokudera
non voleva andare
a casa sua.
-Dopotutto,
chi se ne
frega?- aveva detto a Takeshi –La mia casa del futuro non mi
interessa-
concluse, girandosi e iniziando a camminare.
Ma
dopo poco si accorse
che dentro di lui cresceva una curiosità nascente
… contro la sua volontà,
però.
Lui
voleva evitarlo.
Davvero.
Ma,
in un secondo, si
ritrovò di fronte a casa sua.
-Tsk,
come non detto … -
borbottò ad alta voce.
Fece
per cambiare via,
quando sentì una porta sbattere.
Si
rigirò, sospettoso: da
quando abitavano in casa sua?
Vide
una figura uscire
dalla porta principale.
Alta,
magra come la fame,
vestita tutta di nero, con il cappuccio, quella figura sembrava un
terrorista
in tutto e per tutto.
Gokudera
cercò di
guardarlo in faccia per capire chi fosse, ma non fece a tempo, visto
che lo
sconosciuto si mise a camminare velocemente, come se avesse una fretta
indescrivibile.
Il
Guardiano si fermò. Poi
si incamminò per inseguire il ragazzo.
Quel
giorno non riusciva a
controllare né i suoi istinti né la
curiosità.
Il
ragazzo arrivò al
parco, e si mise a sedere su un muretto.
Fu
allora che si tolse il
cappuccio.
E
Gokudera ci rimase di
sasso.
Lo
sconosciuto era una
ragazza.
Aveva
i capelli neri, con
il ciuffo sulla faccia.
Espressione
di pietra.
Occhi
di ghiaccio.
No,
non aveva una faccia
amichevole.
Dopo
un attimo di
silenzio, la ragazza parlò.
-Ma
chi sei tu? Perché mi
fissi? Cazzo, ma vuoi una foto?-
Aveva
la voce calma e
bassa, intimidatoria.
Gokudera
si arrabbiò
-Ma
cosa vuoi te? Chi ti
ha chiesto nulla?- esclamò
sprezzante.
La
ragazza sussultò. E
ammutolì.
Poi,
d’un tratto, cominciò
a parlare a bassa voce, da sola
-Oddio
… potrebbe essere
davvero lui … Ma no, troppo giovane …
però la faccia … e i capelli … i modi
di
fare … Forse è suo fratello, o un suo parente
….-
Gokudera
si era stancato
-Ehi,
ma che parli con
me?- chiese
La
ragazza lo fissò come
se avesse visto un miraggio
-Maestro
… - disse piano.
Poi si rivolse al Guardiano
-Tu
conosci Gokudera
Hayato?- domandò fissandolo
Gokudera
sentì il sudore
freddo sulla nuca
-Io
… lo conosco, perché?-
chiese deglutendo
-Lui
… lui è .. è il mio …
- balbettò la ragazza
-È
il mio maestro- disse
infine, con voce tremante.
Gokudera
non ascoltò
altro.
-Prima
o poi tornerà-
disse, senza sapere che senso avevano le sue parole.
Scappò
via.
Cercando
di liberarsi
dall’immagine della ragazza, che lo perseguitava.